Ci SONO POLITICI CHE, SE I LORO ELETTORI FOSSERO CANNIBALI, PROMETTEREBBERO LORO

DANY1969

Forumer storico
MISSIONARI PER CENA. (Mencken) :rolleyes:
Buongiorno luridissima famiglia :-o
Non so se ve ne siete accorti, ma abbiamo in dotazione un sacco di "faccine" nuove di pacca :-o... e già sento l'insostenibile necessità di utilizzarle :clap:
Prima che qualche salapuzio nequitoso, con improntidudine, senta l'inane esigenza di sfranticare :rolleyes:... vi preparo un buon caffè :baci:
 

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Buongiorno ....oddio tutti incazzati nel pd ....ma non è laprima volta....

Titolo: B.Mps: tutti contro il Pd, ma si dimentica il caso Unipol-Bnl (Mi.Fi.)
Ora: 28/01/2013 08:31
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Nelle letture politiche dell'affaire Mps e' stata data
una spiegazione univoca di quello che e' accaduto a Siena.
Al di la' delle
eventuali responsabilita' personali di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni
nella realizzazione delle operazioni strutturate con Nomura e Deutsche
Bank, che dovranno ora essere accertate dai magistrati, la responsabilita'
politica di quello che e' accaduto negli ultimi anni a Siena e' del
Partito democratico, del segretario Pierluigi Bersani, ma soprattutto
dell'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema, che avrebbe avuto grande
influenza sul Pd locale e dunque anche sulla fondazione e sulla banca.

Si tratta di una ricostruzione suggestiva, scriveMilano Finanza, che
tuttavia ha il vizio di tralasciare un aspetto fondamentale di tutta la
vicenda.
Ovviamente e' difficile credere alle parole di Bersani secondo
cui "il Pd fa il Pd e la banca fa la banca", ma non per questo si deve
sottacere il fatto che, almeno a partire dal marzo 2003, dopo l'uscita di
Vincenzo De Bustis da Mps, il gruppo dirigente del Pd senese, allora
formato dal sindaco Maurizio Cenni, dal presidente della Provincia Fabio
Ceccherini, da quello della Fondazione (che ai tempi era Mussari) e dal
segretario provinciale (allora era Ceccuzzi), si oppose ai disegni della
dirigenza romana dei Ds sul Monte dei Paschi e in particolare al tentativo
di portare la Bnl nell'alveo della finanza rossa.

E' interessante notare come, anche nell'estate del 2005, quella delle
scalate dei furbetti del quartierino ad Antonveneta e Rcs e del tentativo
di Unipol di acquisire Bnl, la stampa piu' vicina alla sinistra
legalitaria (per non diregiustizialista) e alla destra fossero
paradossalmente su posizioni vicine.

Entrambe stigmatizzavano il supporto offerto da D'Alema e dall'allora segretario dei Ds, Piero Fassino, al tentativo della compagnia delle cooperative rosse, allora guidata da Giovanni Consorte, di prendere il controllo della Bnl.
red/lab
(fine)
MF-DJ NEWS
2808:31 gen 2013
 
Per la salute dei conti pubblici italiani, al di là di quanto (non) dicono il presidente del Consiglio e il suo ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, il 2012 ha chiuso fuori dal percorso ipotizzato nel Def per il pareggio di bilancio nel 2013 di quasi mezzo punto di Pil (0,4%, l'equivalente di 6-7 miliardi di euro) e la crescita del Pil prevista per il 2013 è ben lontana da -0,2%, ma si attesterà attorno a -1%, dato su cui convergono Banca d'Italia, Ocse e Fmi, vale a dire un valore 5 volte superiore, in negativo, a quanto atteso, sbagliando i conti, dal governo.

I dati provenienti dall'economia reale non migliorano lo scenario.
Uno per tutti: la disoccupazione. Se si sommano disoccupazione (in aumento di oltre 600mila unità al 12%) e cassa integrazione (+1 miliardo di ore, che equivalgono a oltre 500mila individui che hanno perso l'occupazione), arriviamo a un totale di senza lavoro in Italia pari al 22%.
Questo provoca maggiori spese per lo Stato, soprattutto relative alla cassa integrazione, che dovrà essere rifinanziata da maggio per 7-8 miliardi.
Da tutto ciò deriva oggi un allontanamento dal tracciato per il pareggio di bilancio nel 2013 che richiede una correzione dei conti pubblici per almeno 10-16 miliardi di euro: quasi un punto di Pil, se vogliamo mantenere gli impegni presi con l'Europa.
L'unica risorsa a bilancio è data dalla possibile minor spesa per interessi.
Ma i margini sono molto limitati, essendo questa già scontata nei tendenziali.
 
Evvai ....si ricomincia.....ahahahah

Dall'Egeo è in arrivo uno tsunami che agita le acque dell'Unione europea: un duro scontro sul salvataggio di Cipro tra Mario Draghi (nella foto) e il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble (Cdu), infatti, ha infuocato la riunione dei ministri delle Finanze dell'Ue della scorsa settimana.
2013-01-draghi.jpg




Il governatore della Bce Mario Draghi




Lo rivela lo Spiegel, secondo il quale il presidente della Bce ha contestato la tesi del ministro tedesco, che ritiene Cipro «irrilevante», quindi un eventuale fallimento dell'Isola non presenterebbe pericoli per la sopravvivenza dell'Eurozona.

L' aiuto chiesto da Cipro è di 17,5 miliardi di euro, anche se il ministro delle Finanze, Vassos Shiarly, ha tranquillizzato che il suo Paese «può andare avanti fino a marzo, anche se le cose peggiorano».
 

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