Cicli e Gann in sinergia - Sett. 15/19 Dicembre (1 Viewer)

Franco 52

Banned
Crisi, per Soros è frutto di una superbolla che durava da 60 anni

16/12/2008
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Per il finanziere Gorge Soros quella attuale non una bolla come quelle che sono nate e poi esplose con cadenza quasi decennale, ma "una superbolla che dura da oltre sessanta anni e la cui vita è stata prolungata artificialmente dalla banca centrale americana con politiche monetarie troppo accomodanti".

Per l'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra tutti i processi che vedono nascere e poi scoppiare una bolla "di solito sono imperniati sul credito e in genere sono basati su un errore di giudizio". Questo usualmente consiste nel non vedere che esiste un rapporto circolare tra l'abbondanza dell'offerta del credito e il valore del collaterale. La facilità del credito genera domanda che spinge al rialzo il valore delle proprietà e questo a sua volta fa aumentare la quantità di credito disponibile.

"La bolla nasce nel momento in cui la gente compra case sul calcolo che in un secondo tempo potrà rifinanziare il mutuo traendone un profitto: il recente caso dello scoppio del mercato immobiliare negli Stati Uniti è un esempio lampante di questo processo" osserva Soros, aggiungendo come "ogni volta che l'espansione del credito dava segnali di rallentamento le autorità sono intervenute iniettando liquidità e trovando altre maniere di stimolare l'economia". Questo ha creato un sistema di incentivi asimmetrici noti anche con la definizione di moral hazard che ha incoraggiato un'ulteriore espansione del credito.

Il processo ha avuto un tale successo che la gente ha cominciato a credere in quella che Ronald Reagan chiamava "la magia dei mercati" e che Soros invece definisce "market fundamentalism", cioè la convinzione che i mercati tendano a trovare da sé un punto di equilibrio e che dunque la cosa migliore sia quella di permettere loro di perseguire il loro interesse particolare. Per il finanziere filosofo di origine Ungherese è stato "un chiaro errore". Anche perché è stato proprio l'intervento delle autorità a impedire un collasso completo dei mercati finanziari.

Per quel che concerne l’onda lunga della crisi scatenata dai mutui americani, per Soros gli effetti sono destinati a durare ancora molto a lungo. "La capacità delle autorità finanziarie di stimolare l'economia è ostacolata dalla scarsa predisposizione del resto del mondo ad accumulare ulteriori riserve di dollari" sottolinea l’ex allievo di Karl Popper alla London School of Economics.

Se fino al recente passato gli investitori speravano che la Fed facesse tutto quello che era in suo potere per evitare una recessione perchè così era sempre successo, ora per il finanziere "dovranno rendersi conto che la Fed non è più in grado di farlo".

Con i prezzi di petrolio e delle altre commodities in fase di stabilizzazione e con lo yuan che si sta apprezzando, la Banca centrale amercina dovrà ancora preoccuparsi dell'inflazione. "Se i fed funds dovessero scendere oltre un certo limite, il dollaro finirebbe ancora sotto pressione e i rendimenti dei bond a lungo termine salirebbero: a questo punto la capacità della Fed di stimolare l'economia potrebbe dirsi conclusa" conclude Soros.
 

Franco 52

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Crisi, per Soros è frutto di una superbolla che durava da 60 anni

16/12/2008
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Per il finanziere Gorge Soros quella attuale non una bolla come quelle che sono nate e poi esplose con cadenza quasi decennale, ma "una superbolla che dura da oltre sessanta anni e la cui vita è stata prolungata artificialmente dalla banca centrale americana con politiche monetarie troppo accomodanti".

Per l'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra tutti i processi che vedono nascere e poi scoppiare una bolla "di solito sono imperniati sul credito e in genere sono basati su un errore di giudizio". Questo usualmente consiste nel non vedere che esiste un rapporto circolare tra l'abbondanza dell'offerta del credito e il valore del collaterale. La facilità del credito genera domanda che spinge al rialzo il valore delle proprietà e questo a sua volta fa aumentare la quantità di credito disponibile.

"La bolla nasce nel momento in cui la gente compra case sul calcolo che in un secondo tempo potrà rifinanziare il mutuo traendone un profitto: il recente caso dello scoppio del mercato immobiliare negli Stati Uniti è un esempio lampante di questo processo" osserva Soros, aggiungendo come "ogni volta che l'espansione del credito dava segnali di rallentamento le autorità sono intervenute iniettando liquidità e trovando altre maniere di stimolare l'economia". Questo ha creato un sistema di incentivi asimmetrici noti anche con la definizione di moral hazard che ha incoraggiato un'ulteriore espansione del credito.

Il processo ha avuto un tale successo che la gente ha cominciato a credere in quella che Ronald Reagan chiamava "la magia dei mercati" e che Soros invece definisce "market fundamentalism", cioè la convinzione che i mercati tendano a trovare da sé un punto di equilibrio e che dunque la cosa migliore sia quella di permettere loro di perseguire il loro interesse particolare. Per il finanziere filosofo di origine Ungherese è stato "un chiaro errore". Anche perché è stato proprio l'intervento delle autorità a impedire un collasso completo dei mercati finanziari.

Per quel che concerne l’onda lunga della crisi scatenata dai mutui americani, per Soros gli effetti sono destinati a durare ancora molto a lungo. "La capacità delle autorità finanziarie di stimolare l'economia è ostacolata dalla scarsa predisposizione del resto del mondo ad accumulare ulteriori riserve di dollari" sottolinea l’ex allievo di Karl Popper alla London School of Economics.

Se fino al recente passato gli investitori speravano che la Fed facesse tutto quello che era in suo potere per evitare una recessione perchè così era sempre successo, ora per il finanziere "dovranno rendersi conto che la Fed non è più in grado di farlo".

Con i prezzi di petrolio e delle altre commodities in fase di stabilizzazione e con lo yuan che si sta apprezzando, la Banca centrale amercina dovrà ancora preoccuparsi dell'inflazione. "Se i fed funds dovessero scendere oltre un certo limite, il dollaro finirebbe ancora sotto pressione e i rendimenti dei bond a lungo termine salirebbero: a questo punto la capacità della Fed di stimolare l'economia potrebbe dirsi conclusa" conclude Soros.
 

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