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Sissa

Forumer storico
quindi il caro Galloni si è allontanato dal Sarlocchio noalese, quindi ci sono stati divorzi, cercando PSAI su internet escono fuori delle notizie molto interessanti visto che Galloni è uno dei cervelli...il fondatore del partito pare sia appartenente alla via massonica...

Questo processo di fondazione del PSAI è iniziato qualche anno fa e allora mi chiedo perchè Galloni abbia accettato di supportare il programma di sarlo quando ora si vede che è difforme dal suo. 35 ore lavorative settimanali adeguatamente remunerate è completamente diverso da 20 ore settimanali remunerate come 40. Ora se io fossi un clemmino chiederei ai due compagni di bla bla bla se il programma attuabile è l'uno o l'altro e uno dei due può chiudere baracca se le conferenze hanno un senso
 

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Nuovo forumer
Questo processo di fondazione del PSAI è iniziato qualche anno fa e allora mi chiedo perchè Galloni abbia accettato di supportare il programma di sarlo quando ora si vede che è difforme dal suo. 35 ore lavorative settimanali adeguatamente remunerate è completamente diverso da 20 ore settimanali remunerate come 40. Ora se io fossi un clemmino chiederei ai due compagni di bla bla bla se il programma attuabile è l'uno o l'altro e uno dei due può chiudere baracca se le conferenze hanno un senso[/QUOT

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E la virtuale rivoluzione del “Partito che serve all’Italia”? Altrettanto eversiva: si tratta di abbattere il novello Ancien Régime fondato a Bruxelles, che ha instaurato l’attuale “nuovo feudalesimo”, col risultato di deprimere più di mezza Europa, Grecia e Italia in testa. Il traguardo numero uno dei nuovi aspiranti rivoluzionari? Ovvio: abbattere l’austerity europea per salvare l’Italia dalla crisi (e ridare dignità all’Europa, su base finalmente democratica). Centrali i temi economici. Prima bomba: creare una banca interamente pubblica, per introdurre «una moneta parallela sovrana e non a debito, non convertibile fino al 3% del Pil, con l’obiettivo di rilanciare l’economia senza generare debito». Proprio grazie alla leva monetaria, sostiene il Psai, potrà agire in modo incisivo «un Alto Istituto per la Piena Occupazione, incaricato di dare lavoro ai disoccupati». Altra bomba: se fosse al governo, il Psai introdurrebbe un “reddito universale”, destinato a tutti, da adattare annualmente in base all’andamento dell’economia. Reddito vero, «da aggiungersi al normale salario già percepito». Altro che il reddito-burletta elemosinato da Di Maio. Premessa imprescindibile : «Eliminare il pareggio di bilancio dalla Costituzione». E poi, creare un’agenzia di rating indipendente da Wall Street, «che renda noti e credibili i criteri di giudizio riguardo gli asset patrimoniali e il debito pubblico e privato», sottraendo l’Italia alle consuete pressioni da parte della grande speculazione.

L’affondo, rispetto al mondo finanziario, è frontale: «Vogliamo riformare il sistema bancario e introdurre in Italia una legge simile al Glass-Steagall Act», si annuncia nella bozza programmatica del Psai. Obiettivo: «Separare l’attività delle banche commerciali e quella delle banche d’affari», mettendo al sicuro i risparmi degli italiani e il credito destinato alle aziende. Fu Roosevelt a imporre il Glass-Steagall Act, per salvare l’America dalla Grande Depressione innescata dalle bolle finanziarie. E fu Bill Clinton ad abolirlo, dopo mezzo secolo (e lo scandalo Lewinsky), per la gioia di Wall Street. Non ha nessuna timidezza, il nascente “Partito che serve all’Italia”, neppure di fronte ai maggiori simboli del potere economico mondiale: vorrebbe «obbligare le multinazionali a replicare a livello nazionale le strutture organizzative globali», per mettere fine alla piaga dello sfruttamento, dei licenziamenti facili e delle delocalizzazioni. Programma folle? Certo, in giro non s’era mai sentito niente di simile: roba da far cadere dalla sedia qualsiasi conduttore televisivo. Il piglio, “garibaldino”, ricorda epoche lontane come gli anni ruggenti, sfrontati e coraggiosi dell’Italia di Enrico Mattei, che infatti poi riuscì a stupire il mondo.

Eppure, ragionano i promotori del Psai, non c’è altro da fare: cambia tutto, se l’Italia trova finalmente la forza di rigettare l’austerity, recuperando sovranità e capacità di spesa. Ridiventa un mercato appetibile per gli investimenti produttivi, ma soprattutto rianima la domanda interna, l’occupazione, i consumi. In altre parole: riaccende il futuro. Si può fare, dunque? La risposta è sì, per la nuova formazione politica. Il motore? La moneta parallela: basta a garantire lavoro e investimenti, restituendo agli italiani i loro diritti. Per esempio: età pensionabile non superiore ai 65 anni, orario lavorativo di sole 35 ore settimanali, salario minimo garantito e drastica riduzione delle tasse, anche per i pensionati. L’Iva? Ridotta al minimo per i beni essenziali. Già, ma l’Europa? Ecco, appunto: il Psai propone «un radicale ripensamento dell’attuale Disunione Europea». Come? Restituendo sovranità ai popoli: «Occorre attribuire al Parlamento Europeo il potere legislativo, abolendo la Commissione Ue». Il Psai parla anche di «elezione diretta del presidente del Consiglio Europeo, per renderlo indipendente dall’influenza di singoli paesi, o gruppi di paesi». Non è tutto: oltre a eleggere un nuovo governo europeo, finalmente sovrano e legittimato dal voto, il Parlamento di Strasburgo dovrebbe ottenere «la competenza sulle politiche monetarie», attualmente appannaggio della Bce.

La stessa banca centrale – almeno, nel libro dei sogni che il Psai sembra prendere molto sul serio – dovrebbe essere sottoposta a una revisione completa del suo mandato: la Bce «va legata al poterepolitico, cambiando la sua “mission”: dovrà preoccuparsi di creare piena occupazione». Quanto all’euro, la valuta comune «è da convertire in una moneta contabilmente trasparente, sovrana e in grado di rilanciare l’economia senza generare debito». In altre parole, il Psai chiede di ridiscutere integralmente i trattati europei, ritenendoli «lesivi del diritto di autodeterminazione dei popoli e della dignità della persona umana». Insomma, robetta da niente. Illusioni? Miraggi? Non per i promotori del “Partito che serve all’Italia”, la cui scommessa è palese: creare la prima piattaforma rivoluzionaria che si sia mai vista, dalla nascita dell’Unione Europea, per tentare di dire finalmente le cose come stanno, proponendo inoltre soluzioni pratiche per uscire dal tunnel. Una road map, destinata al giudizio degli elettori. Di più: un nuovo alfabeto, per demifisticare l’economicismo disonesto che ha oscurato la politica, riducendola al piccolo derby tra avversari apparenti, destinati – comunque si voti – a eseguire gli ordini dell’eterno “pilota automatico”, in realtà manovrato dall’oligarchia del denaro che sta impoverendo l’intero continente.
 

kok90

o COSì...o POMì
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Maurizio Sarlo ha condiviso un link.
18 AGOSTO 2019

Dicono che critico il “politichese” e chi lo vota...
Ma come si fa a tollerare certi scempi, senza opporre democratica resistenza?

Ovvio, chi conosce i fondamentali strategici dell’attuale paradigma ecomico-sociale e finanziario non può che denunciare quello che vede. Esimersi dal farlo, si diventa correi del proliferare di crisi e povertà!

I “cavalli di Troia” usati dalla Lega (senza il Nord), ovvero quota 100 e Flat Tax, e da M5Stelle (spente), ovvero Reddito di Cittadinanza e...“possiamo fare a meno di Opere Pubbliche”, sono state evidenti autogoal per tutti gli Italiani.

Tali “cavalli di Troia”, a mio avviso, sono stati usati per presunzione del saperci fare e per poter sedere in Parlamento con “redini” di “assetato e ipocrita potere”.

Il programma COEMM e, ora, grazie a Dio, anche quello di un Partito considerato Costituzionale, ovvero il PVU, sono stati in grado di denunciare e, soprattutto, di indicare la VIA corretta per passare “dall’inferno reale” (per troppi Italiani) ad una sorta di “Paradiso in Terra” (per tutti). Oggi, si deve e si può!

Come nuovo PVU, abbiamo dato vita ad una strategica e democratica visione dell’agire nei prossimi due anni.

Un agire che riteniamo pregno di saggia e creativa lungimiranza Politica.
Una Politica che è, per noi, l’eccellenza delle eccellenze fra tutti i comparti economici e culturali che l’Italia possiede. Sbagliando Politica, infatti, tutto sarà poi negativo, portando in evidenza le crisi e le povertà diffuse.

Inutile e dannoso non votare, o votare il solito “politichese” per poi imprecare e lamentarsi che la realtà sociale ci privi di ben-essere.

Il PVU va quindi in soccorso alla Buona Politica: opera per pungolare e spingere gli Italiani a far comprendere, a chi siede in Parlanento, che é giunto il “Tempo Compiuto” per fare sul serio quel cambio di paradigma economico-sociale e finanziario che oggi è possibilissimo attuare.

Ci rivolgiamo a Italiane ed Italiani che prendano ad elevare le proprie coscienze, adoperandosi per la vita dei propri figli e di quelli delle future generazioni; generazioni che non possono più rendersi passive prede dello schiavismo promosso dai “poteri forti ed opulenti”.

Le vere cause dei disastri, che la realtà dimostra, noi lo ribadiamo sempre, sono quindi legati al falso paradigma economico-sociale e finanziario che tutti alimentiamo. Da una emissione a debito prodotta da privati (leggi Banche Centrali), per creare infrastrutture e servizi strategici, serve passare ad una emissione a credito. La quale sia oculata e finalizzata all’equilibrio fra i costi e i benefici di una collettività.
Grazie a tecnologie avanzate e ad avanzati saperi, l’Italia può diventare il “perno vincente” per tutti i Paesi del Mondo. Molto meglio di quando lo era al tempo dell’Impero Romano.

Questo perché l’Italia possiede, ancora, le condizioni per poterlo promuovere, ovvero quelle legate al diffuso modello economico basato sulle micro e piccole imprese, che sono l’anima buona del naturale baratto e della leale concorrenza di prodotti e servizi fra Singoli di una Collettività.
E che nessun potere forte è ancora riuscito a sconfiggere, malgrado le tentino proprio tutte per poter dare supremazia alle multinazionali (che diventano più strategiche degli Stati).

Le Popolazioni meno abbienti fanno difficoltà a comprendere quanto sopra, se non spiegandolo con semplicità ma preziosa efficenza fin dagli asili nido, come lo abbiamo fatto noi in questi anni in migliaia di conferenze.

Un po’ alla volta c’è bisogno di far crescere, nel maggior numero di singoli, la consapevolezza di un invevitabile bivio storico: o si comprendono certi temi, o le cause negative del politichese ci porteranno all’estinzione del DNA Italico.

Noi però siano ottimisti: abbiamo già dimostrato che ci osservano in tanti e che, ai potenti, il nostro agire potrebbe consigliare di “invitarci a sedere” attorno ad un tavolo di programma e approndire i vari nostri teoremi, tanto da farli diventare, magari, dei postulati e Leggi democratiche.

Sappiamo e vogliamo agire in totale osservanza della Costituzione Italiana e nel pieno rispetto di Leggi, che vorremmo però suggerire all’attuale e futuri Parlamenti, di modificare in meglio... al più presto.

Quando qualche sciocco senza cognizione della realtà o con mire di furba presispozione al comando vi dice di voler allontanarsi da questo progetto, ponetegli pure queste domande:
1. Quale è l’alternativa che proponi ai disastri delle realtà quotidiane?
2. A chi affidi le generazioni future?
3. Pensi che gli aumenti di ogni bolletta, di strade, di treni, di sanità, di formazione scolastica e universitaria, di nuove schiavitù nel lavoro, Etc Etc, non entreranno anche in casa tua?


Il PVU vuole essere l’opposizione etica del Popolo Italiano, vessato e inconsapevole; talvolta fin troppo inconsapevole.
Il PVU si augura che, chi governa i Partiti presenti nel Parlamento, inizino a chiamarci ad un dialogo costruttivo.
Noi lo chiederemo a loro e, pian piano, inviteremo ad ascoltarci tutte le Personalità delle Istituzioni del Paese.

Dio benedica il Popolo Italiano.
Dio benedica l’Italia.

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kok90

o COSì...o POMì
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Aiuto, la ’ndrangheta ha scoperto i bitcoin - Linkiesta.it

Aiuto, la ’ndrangheta ha scoperto i bitcoin
Luigi Bonaventura, ex boss crotonese, ora collaboratore di giustizia: “La ’ndrangheta non è più coppola e lupara. I nuovi mafiosi sono tutti laureati e al passo con gli sviluppi tecnologici. Non si diventa boss solo perché si è killer, ma se si è capaci di pensare e fare soldi senza avere problemi”

Sembra la trama di un film di James Bond. Eidoo, startup fondata da italiani che permette di conservare, convertire e spendere criptovalute, sceglie nel 2017 come sede operativa un appartamento in un palazzo confiscato per ’ndrangheta a Chiasso, in Svizzera, esattamente a 400 metri dal confine con l'Italia. Tra i proprietari dell'immobile c'è un ex consulente dell'azienda, Oliver Camponovo, condannato a tre anni in primo grado da un tribunale elvetico per aver facilitato il riciclaggio di denaro di una cosca, come riportato da Nicola Borzi su Valori. Da quel palazzo in via Giuseppe Motta, parte un crowdfunding privato, non regolamentato, chiamato in gergo Ico, per finanziare la società che raggiunge i 27 milioni di dollari, 18 solo nella prima ora di compravendita. È la cifra più alta mai ottenuta da una startup italiana di criptovalute. Ma una piccola parte di quei finanziamenti, fatte da utenti anonimi, potrebbe provenire dalle cosche della ‘ndrangheta che, come afferma la commissione Antimafia, ora ricicla il proprio denaro attraverso i bitcoin.

E non è l'unica startup di exchange di criptovalute a rischio. Perché in questa trama da film di spionaggio, non esiste un agente 007: al momento non c'è un regolamento italiano o europeo che possa fermare il possibile riciclaggio delle cosche mafiose tramite i bitcoin. «Non possiamo escludere che qualcuno legato ad associazioni mafiose abbia acquistato dei nostri utility token (un voucher per utilizzare in futuro i servizi della startup)», spiega un portavoce di Eidoo, «ma sarebbe stato rischioso e stupido farlo con Eidoo perché esistono siti stranieri più facili, veloci e impersonali per raggiungere quello scopo».

La denuncia di Eidoo è confermata dalla realtà. I clan di ‘ndrangheta non solo sanno cosa sono i bitcoin ma sono in anticipo rispetto a tutte le altre organizzazioni criminali del mondo. Lo conferma la maxi operazione “European ‘ndrangheta connection”, detta anche "Pollino" del dicembre del 2018 che ha portato all’arresto di oltre 90 persone coinvolte in un traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio tra Italia, Paesi Bassi, Belgio e Brasile. Secondo il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, i clan ‘ndranghetisti della locride avrebbero voluto pagare la partita di cocaina acquistata in Brasile con i bitcoin. E l’affare è saltato solo perché i narcotrafficanti brasiliani non sapevano come gestire questa transazione. Due giorni dopo l’ha confermato anche il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra a Studio24, programma di RaiNews: «I mafiosi sono diventati professionisti nell’usare tecnologie come i bitcoin per scopi criminali».

Un po’ per la difficoltà nel capire il fenomeno, un po’ perché è in continua evoluzione, gli Stati faticano a capire come regolamentare il mondo della blockchain. Solo la Finma, l’autorità svizzera che controlla i mercati, ha emanato le prime regole per governare il fenomeno, introducendo nel febbraio 2018, l’obbligo della procedura KYC (Know your customer) per poter acquistare dei bitcoin: tra cui il numero di telefono e il codice della carta d'identità. Too little, too late, direbbero gli inglesi, perché non esclude il rischio di prestanome. Senza contare che la maggior parte degli Ico per finanziare le startup di criptovalute sono state fatte all'apice della bolla blockchain, tra il 2017 e l'inizio del 2018.

«Il mondo della blockchain di oggi è come quello di internet nel 2005: un Far West dove utenti e regolatori ancora devono capire le potenzialità e i rischi», chiarisce il portavoce di Eidoo. «Ci sono voluti vent’anni per proteggere i nostri dati dall'uso improprio che si fa in Rete. Non so quanti giorni al mese io e i miei colleghi a spiegare al legislatore svizzero, europeo e italiano come poter regolamentare questo mercato. Noi vogliamo fare business, è nel nostro interesse poterlo fare nel modo più trasparente perché in questo mondo la reputazione è tutto, ma ancora non si è fatto nulla perché il sistema è complesso da capire».

Secondo Bankitalia, nel 2017 sono state registrate oltre 200 segnalazioni sospette riferite all’utilizzo di criptovalute

Il sistema è complesso per i legislatori, ma non per la ‘ndrangheta che già da tempo ha capito come funzionano i bitcoin, creati la prima volta nel 2009. Già nel 2014 il Gafi (Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale) in un report metteva in guardia dai rischi delle valute virtuali sull’economia legale: «I bitcoin sono l’ondata del futuro per i sistemi di pagamento e forniscono un nuovo e potente strumento per i criminali, terroristi, finanzieri ed evasori. E consentono loro di far circolare e conservare fondi illeciti, fuori dalla portata del diritto». Tutto ruota attorno all’anonimato di chi dà soldi reali in cambio di quelli virtuali. Un esempio concreto di cosa voglia dire commerciare in criptovalute è offerto dal portale Localbitcoins, dove «persone di ogni parte del mondo possono scambiare le loro monete locali con i bitcoin». Qui sono direttamente gli utilizzatori del sito a pubblicare «annunci con tasso di cambio e metodi di pagamento per l’acquisto o la vendita». Il sistema è semplice: «Rispondi agli annunci – si legge ancora sul portale – e accetti di incontrare la persona per l’acquisto di bitcoin online». Un sistema, dunque, che potenzialmente garantisce totale anonimato.

Perché le “valute virtuali” sono «rappresentazioni digitali di valore, utilizzate su base volontaria come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi, non emesse da banche centrali o da autorità pubbliche, non costituiscono moneta legale, né sono assimilabili alla moneta elettronica. Di agevole trasferibilità, conservazione e negoziazione elettronica, le valute virtuali consentono lo scambio di ricchezze sulla rete tra soggetti che non sono facilmente individuabili e che possono operare in Stati diversi, ivi inclusi quelli che non assicurano un’efficace cooperazione giudiziaria o di polizia o carenti sotto il profilo della legislazione antiriciclaggio sul piano sia preventivo che repressivo». Tradotto: le mafie seguono la stessa filosofia con cui è nato il bitcoin: decentrare. Gli accordi vengono fatti tramite le chat di Telegram, non rintracciabili, con tanti prestanome disposti a investire poche migliaia di euro per non destare sospetti in moneta virtuale per poi cambiarle in altre criptovalute sfuttando le falle dei siti esteri di exchange, e infine riconvertire in dollari o euro a seconda di dove si vuole riciclare il denaro.

Non è un caso che, secondo quanto denunciato nell’ultima relazione dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, nel 2017 siano state registrate oltre 200 segnalazioni sospette riferite all’utilizzo di criptovalute (600 negli ultimi anni), dietro le quali in alcuni casi si nascondevano «connessioni con estorsioni online, truffe, schemi piramidali, che hanno anche innescato rilevanti attività investigative», in altri l’utilizzo di criptovalute si inserisce «in operatività complesse con utilizzo di fondi pubblici, probabili collegamenti con la criminalità organizzata o connessioni con paradisi fiscali».

Purtroppo si pensa che la ‘ndrangheta sia ancora coppola e lupara, ma non lo è più da decenni. Figuriamoci con le nuove generazioni di mafiosi: sono tutti laureati e al passo con gli sviluppi tecnologici. Non diventi boss perché sei killer. Diventi boss se sei capace di fare il killer quando devi farlo, ma soprattutto se sei capace di pensare e di fare soldi senza avere problemi

Luigi Bonaventura
Come spesso accade, a capire per prima il fascino criminale degli strumenti innovativi è stata la ‘ndrangheta. A togliere ogni dubbio è Luigi Bonaventura, ex boss crotonese della famiglia Vrenna-Bonaventura, oggi pentito e collaboratore chiave nel corso degli anni di ben 14 procure antimafia. «Io non sapevo neanche accendere il computer al tempo», spiega a Linkiesta, «ma noi eravamo molto attenti all’evoluzione del web, specie di quello sommerso fino alle criptovalute. Già dagli anni Duemila avevo persone specializzate, tecnici informatici che facevano mille ricerche sulle nuove modalità di riciclaggio, di acquisto e di pagamento di stupefacente». La ‘ndrangheta, dunque, da molto prima che esplodesse il fenomeno delle criptovalute, ha investito foraggiando tecnici «che non erano ‘ndranghetisti, ma che collaboravano con noi sapendo per chi stavano lavorando». E risultati già all’inizio degli anni duemila erano stati raccolti, tanto che «già da allora i pagamenti con i cartelli avvenivano in forma criptata tramite web. E lo stesso valeva per le scommesse illegali».

Un legame, quello tra gaming e valute virtuali, su cui anche la commissione antimafia nella sua ultima relazione ha posto un forte accento sottolineando come ci sia «un utilizzo sempre più crescente» di criptovalute nelle «scommesse on-line, o nei cosiddetti casinò virtuali». Diverse e preoccupanti, d’altronde, sono le segnalazioni «che testimoniano come anche nel nostro Paese le valute virtuali siano utilizzate per alimentare conti di gioco accesi presso provider, al momento non riconducibili a regolari concessionari, che accettano scommesse anche in Italia». Insomma, la ‘ndrangheta ha in qualche modo anticipato i tempi.

«Purtroppo», spiega ancora Bonaventura, «si pensa che la ‘ndrangheta sia ancora coppola e lupara, ma non lo è più da decenni. Figuriamoci con le nuove generazioni di mafiosi: sono tutti laureati e al passo con gli sviluppi tecnologici. Non diventi boss perché sei killer. Diventi boss se sei capace di fare il killer quando devi farlo, ma soprattutto se sei capace di pensare e di fare soldi senza avere problemi». E così anche la camorra: un segnale secondo gli investigatori concreto di questa rotta arriva dal fatto che, secondo i dati Uif, la Campania risulta essere una delle regioni più toccate dalle segnalazioni sospette insieme a quelle del Nord. E non è un caso che il procuratore della Dda di Napoli, Giuseppe Borrelli, ha più e più volte sottolineato i legami tra camorra e criptovalute: «È impossibile individuare gli autori degli investimenti. È un settore aperto al riciclaggio e al reinvestimento di capitali illeciti», ha detto in una recente intervista.

Vista la complessità del fenomeno, l’obiettivo degli investigatori è creare una rete specializzata a livello globale. L’anno scorso, non a caso, si è tenuto a Basilea un incontro con l’Europol e la nostra Dia per creare «una rete internazionale di esperti impegnati nel settore del contrasto al riciclaggio realizzato mediante l’uso della moneta virtuale», che fa seguito alla «Conferenza Globale sulle Valute Virtuali», svoltasi in Qatar nel 2017. Un impegno fondamentale nel contrasto non solo delle mafie, ma anche del terrorismo internazionale che riesce a finanziarsi tramite finte organizzazioni non lucrative, il complesso sistema dei money transfer e, negli ultimi anni, tramite «piattaforme di crowdfunding e il ricorso alle valute virtuali», come fa sapere ancora Bankitalia nei suoi report. Il 26 giugno 2017 la Commissione europea ha pubblicato un documento relativo alla «valutazione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo condotta a livello sovranazionale», in cui si indicava «rischio significativo» nel campo delle monete virtuali. Tale documento ha portato il 19 giugno 2018 alla quinta direttiva antiriciclaggio dell’Unione europea che mira, tra le altre cose, a una maggiore attenzione in merito «ai rischi connessi alle carte prepagate e alle valute virtuali».
 

willyVM

Forumer storico
Entro la prima settimana di settembre il PVU effettuerà una conferenza stampa nazionale, al fine di rilanciare la sua Visione Politica e il suo nuovo modello operativo.

Luogo e ora di tale conferenza stampa saranno divulgati il 31 agosto 2029.


VEDREMO, FAREMO, EVIDENZIEREMO, ECC.ECC.
MESSIA .. FATTI NON PAROLE E NEMMENO FINTE PROMESSE !

3.000 EUR ,DI CUI 1500 DA RESTITUIRE . . .!!!!!!!!!!!! POI 1500 EUR PER SEMPRE .........., ECC.ECC.

SAREBBE SUFFICIENTE CHIARIRE A CHI SONO INTESTATI I CC. OVE AFFERISCONO LE LIBERE OFFERTE OBBLIGATORIE DEI SEGUACI IL PROGETTO !
 
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willyVM

Forumer storico
In cammino per un mondo migliore

Buongiorno, dopo una notte in tenda, oggi provo a rispiegare perché sono "In cammino per un Mondo Migliore"
Sono in cammino per cercare di incontrare l'1% che sposterà il 99%, per attivare quello che tutti chiamano il Cambiamento.
Non tutti fanno parte di questo 1% alcuni ne sono coscienti altri non ancora, al momento abbiamo 3 tipi di uomini, il 1) gli animali uomini, persone che sono ancora presi dal proprio egoismo.
2: ci sono gli uomini di buona volontà, persone buone che però non riescono ancora ad uscire dai condizionamenti e dalle paure che il sistema ci immette, questi sono la maggioranza, indottrinati dalle svariate egregore (forme pensiero pensanti) che il sistema usa per tenerci buoni...
3: gli esseri umani, quelli che per karma sono pronti e possono attivarsi a livello di cuore e di mente. Ecco io sto cercando di incontrare e stimolare loro, ricordandogli perché sono qui adesso e ora!
Capisco che alcuni fatichino a comprendere, il Mondo Migliore si sarà per tutti, ma non saranno tutti a stimolare in molti si accoderanno per effetto di risonanza

Ma come si può imporre, decidere e stabilire per gli altri cosa voglia dire essere consapevoli e quale debba essere una definizione di mondo migliore? Sono fattori, caratteristiche intime e personali di ciascun individuo, tant'è che farne forzature e filosofie totalizzanti non ha mai portato nulla di positivo. Sembrano ragionamenti da comunità, non certo da poter convincere un delegato per via



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Sissa

Forumer storico

Certo Contessa, questo è ciò che predica Galloni e che sarlo gli ha fatto predicare anche nelle conferenze coemm. Tu sai che Galloni è stato ad un passo da fare parte della Giunta Raggi a Roma, quindi 5stelle e saprai che anche altri movimenti sovranisti si rifanno più o meno alle stesse teorie. Galloni ha girato in lungo e in largo facendo ospitate da chiunque in veste di economista ma anche di vicepresidente del Movimento Roosevelt e contemporaneamente scelse di fare anche il portavoce del Pvu alle elezioni del 2018. Ora se uno è coerente dovrebbe appoggiare solo un programma che rispecchi in toto le sue aspettative, ma coemm con tutte le altre cavolate del multilevel e dei villaggi idemm e della religione cosa c'entrava con Galloni? L'appoggio a Forza Italia di sarlo che significato aveva se sposa le teorie di Galloni? E galloni che ci stava a fare in coemm?
 

willyVM

Forumer storico
Infatti, malgrado non si sia mai giunti a quella credibilità, di valori e numeri nei CLEMM, chiesta sin dal primo salotto solidale dal COEMM, il sottoscritto ha continuato a tessere relazioni internazionali che hanno comunque portato risultati simili.

Ho letto il pappone e mi è venuto mal di testa !


Per favore aiutatemi...... non ho fatto l'università della strada..........


"
il sottoscritto ha continuato a tessere relazioni internazionali che hanno comunque portato risultati simili. . . . . . "
. . . . ovvero quelli alla mancanza di "
credibilità, di valori e numeri . . . . nei clemm" . ( ? ? ? )




 

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