Tempio Pausania, 9 apr. 2018-
Detto della vita sociale, scuola, giustizia, sagre della panzanella, della mortadella coppata e del salame prosciuttato,
restano da sci-“orinare” le
tradizioni, le credenze e gli scaffali del pianeta più variopinto del cosmo, Millantar, l’unico che vantava aria salubre, acqua purissima di fogna e abili venditori della pregiatissima fuffa quantica, la vera ricchezza che nessun concorrente degli altri pianeti, ivi comprese le stelle comete a raggi pulsar, era stato in grado di imitare.
Il libro sacro La Bubbola era strapieno di aneddoti e episodi sbarazzini, così come vi erano documentate le tradizioni religiose che i
Millantariani sostenevano in solenni cerimonie a cui partecipava il Re Tarlok in persona.
La tradizione religiosa più importante si
svolgeva il 18 settembre di ogni anno solare energetico, una data che non si sa bene che cosa c’entrasse con la religione ma tanto bastava a quegli scavezzacolli di Fake City per festeggiare
dall’alba alla successiva caduta mistica dell’ultimo avventore del Bar dello Sport e della Cacca, si non della caccia perché la “i” era andata a perdersi dopo l’ultima eruzione del vulcano Ruttor, che apportò distruzione di moltissime abitazioni di Fake City.
Il 18 settembre ricorreva anche la processione di San Maurizio, il santo a cui erano devoti i millantariani. Alla ritualità religiosa faceva seguito, come sempre, il ricco programma civile che prevedeva la
corsa coi sacchi (pieni di danaro quantico),
il torneo di briscola riservata, le
gare di ruba mazzetto etico, decisamente le preferite dal Re,
e il concorso voci nuove della brillante iniziativa promossa da una casa minchiografica del pianeta, la Fuffy Music. A seguire
balli e avvinazzamenti vari con shottini di purissimo estratto da combustore a brugola dritta, il migliore del cosmo. Per un’intera giornata, i
millantariani godevano come ricci, persino Masturbus, il famoso guerriero che millantava di avere avuto rapporti con un trilione di donne,
riusciva a incrocchiarsi qualche donzella 90enne di facili costumi. I
bambini, appena squiddati dal latte di cammella, giocavano ad imbrogliarsi l’un l’altro, sapendo che quello avrebbero dovuto fare da grandi e che quelle occasioni erano altamente formative ed educative e persino gratis.
Allegria ovunque, era quella la festa della gioia e dello scambio dei regali, tipo il Natale. Era anche la festa dell’amore, sentimento di cui tutti in quel giorno si sentivano avvolti,
persino Fra Gandolfo da Norcia, sposato col signore dei cieli neri, si lasciava andare a
violente copule orgiastiche al buio. Al buio, si sa, non è che si veda bene bene, e poteva anche capitare di avere incontri non prevedibili, nel senso a chi tocca tocca, senza mettersi il problema se si trattava di
donne, uomini o galline. Fra Gandolfo era saggio però e non faceva caso a queste quisquilie.
Una volta capitò che in uno di questi incontri orgiastici al buio, succedesse che….:
“Fra, come sei messo? -chiese Masturbus, sempre presente quando si trattava di sesso acquaponico –
a me sembra che di donne non ce ne siano e che siano tutti maschi!?“
“Taci Masturbus, lascia che sia, siamo in ballo e balliamo!”
“D’accordo Fra, ma sinora ho toccato solo proboscidi mica da ridere e due o tre culi di gallina!”.
Erano i rischi di un gioco che si svolgeva nella
riservatezza assoluta, nessuno doveva sapere chi fosse il partner, né di che sesso fosse, quindi le incognite di andar via senza aver nemmeno sfiorato un inguine femminile, ohibò, c’erano tutte.
Il giorno dopo su Idiotbook, era la sagra delle foto dove tutti facevano a gara a farsi immortalare in momenti della festa. Un burlone, che portava con se una macchina fotografica miniaturizzata, aveva anche documentato un momento dell’orgia al buio con un flash a raggi ultramegalattici ad incandescenza led. La posa, che Fra e Masturbus si affrettarono a far togliere con la consueta abilità nella bannatura, aveva r
ipreso i due mentre si proboscidavano a vicenda mentre le donne dormivano ai lati della stanza. Rischi del buio.
La giornata della Luna Nera. La tradizione di questa infausta giornata, dove i millantariani ricordavano i morti, era legata al 4 aprile, data in cui a Millantar pare fosse passato un uragano di una violenza inaudita, tale da portarsi via gran parte della fuffa vergine che era la ricchezza del pianeta.
La data in oggetto però, un po’ come tutte le date che il Re stabiliva, veniva regolarmente spostata attraverso una sorta di macabro gioco che il Re chiamava “Il cambio del Regolamento e del Paradigma”. Gli abitanti di Fake City, già oppressi dalla povertà per la chiusura del salottificio Clen Clen che aveva portato alla disoccupazione migliaia di loro, erano stanchi anche di questi cambi di regolamento e decisero di scioperare in massa e di non andare al lavoro.
“Basta – dissero –
siamo stanchi di non lavorare per nulla,
qui si cambia regolamento ogni volta, vogliamo non lavorare e avere il quidcoin come promesso dal re in persona”
“Ma che dite – intervenne quel giorno
Suorpaolina della congregazione delle dame della poca carità cosmica –
dovete avere fiducia, il Re non dice mai bugie!!”
“Un cazzo a doppio avvitamento suorina delle mie pelotas, lui non ha fatto altro che dire panzane e quel libro sacro lo scrive come gli pare a lui. Per quel che ce ne frega della Bubbola poi!!”
“Ignavi, stolti, gnurant, sovversivi, movimentari a 5 palle, sedicenti barricaderos, peones, PO del cazzo, vi pentirete amaramente di queste parole, vi faccio cacciare….anzi lo faccio io stessa! Ciaooooone!”
“Ma baidinne a cagare – urlò
Sardodipelus, il precario battagliero, rimosso dai gradi di RFCPICRS (Referente Fregnacce Cosmiche Per Il Comitato Regionale Segaioli) scaraventandole addosso un
quid di roccia che faceva da piedistallo al trofeo del concorso voci nuove della Fuffy Music.
Fu una guerra civile acerrima tra consanguinei, fratelli contro sorelle, nonni contro nipoti, suore contro preti, madonne contro idoli pagani,
Fake City era caduta nella lotta fratricida, parricida, matricida, insetticida, nonnicida. Tutti contro tutti.
Per questo la giornata della Luna nera resta una giornata di merda per Millantar, non solo perché si ricordano i morti ma per questa improvvisa esplosione che segnò per sempre la vita di “
quel pianeta libero che è stato il nostro amore (Zarrillo)”.
Un sortilegio si era abbattuto su Millantar, ogni 4 di aprile sarebbe risuonato nell’aria un cantico di sirena a ricordare che a Millantar non ci sarà solo
una vita più possibile delle altre ma quella migliore-…ostrega! Il sortilegio fu urlato, scritto su idiotbook, stile
a (r)ringa stitica sotto sale, appeso in tutte le locande e nei bistrot di Fake City, e riportava le lugubri parole di Tarlok:
«A voi, calunniatori di New Detractor’s, voi apostati dell’oscurantismo, a voi che denigrate il mega progetto, che sputate sul piatto dove mangia il Re con la sua corte, a voi che fate domande, che chiedete “n’do cazzo andiamo?”, a voi che sbraitate sui vostri siti a 5stelle, a voi che dipingete Millantar come una truffa, che ridicolizzate il mega progetto su galluranews, che sbroccate palate di merda quantica su me e sulle mie ambiziose saccocce, a voi dico….vi pentirete ma sarà tardi, per rimediare alla vostra indolente ossessione. Sarete maledetti da qui sino al resto dei miei giorni da libero cittadino».
Il sortilegio de Re da quel dì viene considerato giorno di festa nazionale a New Detractor’s dove gli irriducibili abitanti, si godevano ogni giorno uno spettacolo esilarante e senza pagare neppure 10 euro di ingresso. Che fortuna!
Antonio Masoni