Mari Pirrigheddu
7 h
Cari amici, nemici ed ex amici, questo è un post molto serio e per nulla denigratorio. Ogni tanto fa bene fermarsi e provare a guardare le cose da un altro punto di vista... Dunque, lo so che fremete per la smania di avere tra le mani quel foglio di carta col vostro nome, con su scritto: 1.500 euro. A credito, in prestito, da restituire o meno non ve ne importa nulla, purché sia. Non si tratta solo di consolare la vostra cassa piangente, ma anche di prendervi la rivincita su chi ora scuote la testa e critica Sarlo, il Futuro Benefattore. Come me, appunto. Però una minuscola considerazione secondo me sarebbe bene farla. Anche se lui non l’approverebbe.
Vi garantisco che almeno per ora non è in grado di leggere nei vostri pensieri. Quindi fatela tranquilli e magari non ditelo a nessuno, così vi sentite più sicuri.
Ora, ammettiamo che accada. Ammettiamo che gli lascino il tempo, e tra qualche mese lui venga fuori con questo microcredito pronto da elargire, dopo la vostra bella firma su un contrattino (attenzione ai contratti però. Anche se ci sarà scritto che non dovrete restituire la cifra, cosa state garantendo esattamente?). A questo punto fatevi la domanda delle domande: DA DOVE VENGONO QUESTI SOLDI? Chi li sta mettendo, e per quale motivo? Cosa guadagnerà da voi? In che modo?
Se sono quesiti che preferite ignorare, guardatevi bene dal firmare quel contratto. (Ah no, giusto, la vostra fiducia è cieca. Come non detto.)
I famosi investitori possono essere cinesi, cecoslovacchi, milanesi. I soldi potranno venire da Malibu, dall’Albania, dalla Svizzera, da Hong Kong... Non è questo il punto. Il punto è: che giro hanno fatto prima di finire nelle vostre tasche? Da dove provengono esattamente, da quali operazioni? Cosa hanno “visto” prima di raggiungere voi?
Dai frutti si vede l’albero, si dice. Però è vero anche il contrario: dall’albero si vedranno i frutti. E com’è l’alberello del Coemm? Guardiamo insieme qualche ramo. La prima vice-presidente è subito caduta in disgrazia: è stata filmata mentre tentava di fare affari molto loschi con un giro di rifiuti (eppure fa ancora parte del Coemm). L’attuale vice-presidente, invece, si è presentato con un titolo nobiliare che si è comprato in Albania. Tuttora però è uno dei gestori del gruppo ufficiale Facebook. Tra i referenti di spicco, in diversi hanno avuto guai in passato con la Giustizia per reati di vario tipo. Alcuni sono stati pure arrestati. Il primo investitore, il famosissimo Ricciardelli, non era un banchiere come fu detto e pure lui aveva qualche truffarella alle spalle. Fa niente, tanto è scappato subito, dopo aver fatto però una società con l’ingenuo dottor Sarlo. Tra i personaggi saliti sul palco durante i convegni Coemm, uno è stato arrestato due mesi fa; un’altra è stata condannata due settimane dopo; un altro si era già fatto tre anni e mezzo di carcere (e comunque non era un ingegnere, ma un saldatore); un altro si è visto lo studio medico sequestrato dai carabinieri; molti si sono presentati con titoli di studio inesistenti, spacciandosi per ciò che non sono. L’elenco è lunghissimo.
Se poi vogliamo parlare di ciò che è stato presentato sugli stessi palcoscenici, ci basta ricordare il celeberrimo fantomatico combustore e un costosissimo integratore spacciato per presidio medico-chirurgico e poi tristemente sequestrato dai Nas. Non basta una settimana per scendere nei particolari.
Ora vi rifaccio la domanda, anzi ve ne faccio un’altra: siete sicuri che questi benedetti 1.500 euro saranno soldi puliti? Siete sicuri che non vi bruceranno le mani nel maneggiarli, visto che dite di essere etici? O forse il problema non si pone: come insegna la prima vice-presidente, «se sono sporchi basta fare la lavatrice».