Chi ha guardato Presa Diretta ha ricevuto in cambio diversi spunti.
Abbiamo visto in azione, grazie ai video resi pubblici da WikiLeaks, i militari americani e l'ignoranza crassa e arrogante con cui hanno attaccato i civili in Iraq, scambiando una telecamera per un AK47, il furgone di un brav'uomo con i suoi figli per un commando nemico. Abbiamo visto in sequenza, non più diluite nel tempo e frammentate le immagini di Abu Ghraib, Guantanamo, il sequestro di Abu Omar a Milano, abbiamo visto come hanno trattato nei loro report le innumerevoli stragi di civili compiute in questi 20 anni, e infine abbiamo visto che persino l'ultimo drone che ha colpito in Afghanistan si è lasciato una lunga scia di sangue di bambini.
Gli americani interpretano la guerra come un prolungamento del loro Far West individualista. Interpretano la guerra come l'assalto alla diligenza, come l'irruzione nel saloon, come un atto sostanzialmente di forza, e non di raffinatezza. Dov'è Sun Tzu? Dov'è Von Clausewitz? Dov'è lo sguardo a lungo termine, dov'è la strategia? Non c'è niente di tutto questo, nel modo nevrotico con cui dai Presidenti all'ultimo degli addetti al pulsante gestiscono il loro modo di combattere.
La loro è una pura, costante, continua dimostrazione di forza che cela la pura, costante, continua paura del nemico, che va ucciso prima che sia lui a ucciderti. Mors tua, vita mea. La visione più barbara possibile, estensione della logica più barbara possibile: la logica dei borghesi, la logica dell'accaparramento e difesa, la logica del prima invado e poi difendo la mia invasione, la logica del fortino contro gli indiani.
Per gli americani, nel resto del mondo sono ancora tutti indiani. Questo è quello che balza agli occhi mettendo in fila i pezzi. Questo è anche ciò che si evince dalla loro cultura patriottica, quella che conosciamo tutti molto bene perché siamo stati bombardati dalla propaganda militarista a stelle e strisce negli ultimi 70 anni.
E questo è ciò che vediamo ogni volta che veniamo a sapere di una sparatoria di massa: irruzione nel saloon per fare sfoggio di potenza distruttrice, è l'epitome della concezione di individualismo da quelle parti, che non coincide con la libertà dell'esercizio dell'intelligenza individuale, ma con l'irruzione trionfale dell'Io nel proscenio, che rende tutti spettatori, tutti sottomessi alla sua azione.
Questa non-dottrina militare è spaventosamente debole, può reggersi soltanto sulla forza delle armi, giacché manca persino la capacità di usarle.
E per questa ragione WikiLeaks è così detestata: ha messo in evidenza non solo la crudeltà, non solo le bugie, non solo la differenza fra propaganda e verità, ma ha messo in evidenza la strutturale debolezza militare americana e le ragioni per cui gli USA perdono tutte le guerre. Ha messo anche in evidenza quanto non servano armi più potenti, ma basti una postura umana solida e l'amore per la verità, come quello dimostrato da Chelsea Manning, una figura di incredibile carica simbolica per il nostro tempo, per far crollare il fortino di carte.
Il filoamericanismo anche in questo Paese è spaventoso, ottuso non meno di un certo antiamericanismo rossobruno. Nonostante abbiamo innumerevoli prove di quanto pieno di disprezzo sia l'utilizzo del nostro territorio da parte della potenza americana, anche in Italia abbiamo avuto mille corifei che hanno contribuito a fornire di Assange e di WikiLeaks un'immagine infamante, lontanissima dalla verità dei fatti. Ma la vicenda di Assange, che non per forza va visto come un eroe bensì certamente è inequivocabilmente una vittima di guerra e di tortura, in questo momento rappresenta il crinale fra la possibilità di salvare quel che resta del sistema democratico chiudendo l'infame capitolo degli ultimi 20 anni, come è stato goffamente chiuso in Afghanistan, oppure perseverare nella logica del Far West.
Vedremo se con Assange Biden sceglierà di fare lo sceriffo a sua volta o saprà esercitare la saggezza. Per il momento non sembra affatto volersi riscattare dalla necessità di bruciare sull'altare il capro espiatorio, questo antico rituale che meglio di qualsiasi altro dimostra fin dai tempi antichi quanto fosse profonda la paura, l'incertezza e la cattiva coscienza del Padre-Padrone mentre si appropriava di tutto senza averne il diritto, sapendo benissimo di non averne il diritto.
E con questo pippone, mi taccio