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Iraq: squadroni della morte filo-americani
Maurizio Blondet
11/12/2005
Un membro della temutissima «Brigata Badr», la milizia privata dell'ayatollah filo-iraniano Abdel Aziz HakimGli iracheni li chiamano proprio «squadroni della morte».
Indossano maschere nere, spesso operano insieme alla polizia irachena, sono ben equipaggiati: con visori notturni made in USA.
Irrompono di notte nella case di sunniti e laici, cercano armi, portano via il capofamiglia e i maschi che, di solito, vengono trovati uccisi giorni dopo.
In vista delle elezioni del 15 dicembre, questi terroristi organizzati sono diventati più attivi.
Solo la scorsa settimana una ventina di corpi di trucidati da questi gruppi sono stati trovati in due distinte discariche di cadaveri: undici cadaveri, con abiti civili addosso e le mani legate dietro la schiena, sono stati scoperti ad Al-Rutbah, sulla strada principale che unisce Baghdad al confine giordano.
Altri nove a lato di una strada a Nassiria.
Chi sono i terroristi in nero?
Secondo gli iracheni, una milizia segreta che ha l'appoggio dell'attuale governo iracheno, sciita, e perciò della polizia governativa collaborazionista.
Più precisamente, sarebbe la «Brigata Badr», la milizia privata di Abdel Aziz Hakim, un ayatollah che capeggia il Consiglio Supremo della Rivoluzione in Iraq.
Significativamente, l'ayatollah assassino ha l'appoggio dell'Iran.
Ma non gli mancherebbe l'appoggio dell'attuale governo iracheno, e degli occupanti.
Chi capita nelle loro mani, se è sunnita, ha poche probabilità di scamparla.
In questi giorni, i terroristi con le maschere nere stanno facendo campagna elettorale del terrore: per spaventare gli altri partiti politici in competizione.
Regolarmente coprono di vernice nera i manifesti dei sunniti, ed anche dell'ex premier Allawi.
Ma rispettano i manifesti del filo-iraniano Al-Hakim.
«Gli americani ci hanno regalato una nuova forma di terrorismo», dice un medico del primo ospedale di Baghdad.
«Questi odiano tutti noi secolarizzati, e vogliono istaurare un regime fondamentalista iraniano». (1)
Di recente si è scoperta una prigione segreta, dove si torturava, con 170 prigioneri.
A torturare erano uomini del ministero dell'Interno iracheno leali allo Sciri, il già citato Consiglio Supremo della Rivoluzione Islamica di Al-Hakim.
Insomma poliziotti che erano anche membri della Brigata Badr.
Lo Sciri è stato fondato nel 1982 a Teheran e la Brigata Badr, il suo braccio armato, un anno dopo. Durante la guerra di Saddam contro l'Iran questi gruppi si sono battuti dalla parte degli ayatollah. Non da irregolari, ma come combattenti convenzionali inquadrati nel Corpo delle «guardie islamiche rivoluzionarie iraniane» (i pasdaran), che pagava direttamente questi soldati.
Più avanti i pagamenti dall'Iran (che continuano tutt'oggi) sono avvenuti attraverso false organizzazioni caritative; le quali si sono spesso servite della MEBCO, una finanziaria svizzera di cui è proprietario…Ahmed Chalabi.
Già proprio lui: l'uomo scelto dai neocon americano-israeliani, che sperano di farne il successore di Saddam e capo del governo collaborazionista.
Il bancarottiere Chalabi, il traditore Chalabi, colto a passare informazioni segrete a Teheran; e il redivivo Chalabi, tornato di recente pienamente nella fiducia della Casa Bianca e dei suoi manovratori, l'American Enterprise e il Jewish Institute for National Security Affairs.
Dal 1991 la Brigata Badr si è profondamente trasformata come forza di sicurezza segreta e d'intelligence, per operazioni di infiltrazione clandestina nel «nuovo» e «democratico» Iraq.
Il nuovo addestramento è opera del Corpo Qods, il gruppo di sovversione interno dei pasdaran iraniani, e a sua volta segretissimo.
La milizia Badr è ritenuta forte di 10-15 mila uomini, con un nucleo duro di 1500 uomini non solo addestrati, ma sperimentati in quasi vent'anni di lotta clandestina.
Con la «liberazione» americana, gli uomini della Badr sono entrati dall'Iran in Iraq nel settore centrale, occupando inizialmente la provincia di Diyala, altamente strategica perché vicina all'Iran e con popolazione mista sunnita e sciita.
Gli americani occupanti, dopo un debole tentativo di disarmare il Badr, hanno ceduto: «si tengano la loro sicurezza», dato il clima dell'Iraq, è la spiegazione ufficiale.
Ed hanno lasciato che, dal 2004, il Badr infiltrasse i suoi migliori uomini nei nuovi organi di polizia della «democrazia» irachena.
Allawi, premier collaborazionista dal luglio 2004 all'aprile 2005, li ha tenuti a bada, grazie ad alcuni ministri neo-baathisti.
Caduto Allawi tra scandali e corruzione, gli americani hanno sempre più fatto partecipare il Badr alla loro guerra contro il triangolo sannita.
Agenti ed elementi duri del Badr sono stati fatti entrare ai livelli alti della polizia e del «nuovo» esercito.
Fino al gennaio scorso: vittoria elettorale schiacciante del Supremo Consiglio (filo-iraniano), ed entrata trionfale di Bayan Jabr, comandante della Badr, agli Interni. Come ministro.
Da quel momento la polizia irachena è in mano agli ayatollah, che guardano a Teheran come ad un modello.
Con in beneplacito di Washington.
La Badr ha creato dal suo seno l'unità di commandos anti-sunniti Al-Liwa al-Dhib (Brigata Lupo), e la «Brigata Scoprione», che affiancano i Marines (e volentieri li sostituiscono) nella persecuzione armata dei sunniti e dei baathisti, ma anche dei normali iracheni secolarizzati.
La Badr è diventata un serbatoio che fornisce i combattenti, e l'intelligence capillare che tanto manca agli americani.
Ed ora ha un ruolo anche nella sicurezza di Baghdad.
Dispone di una vera rete di spionaggio in tutte le città importanti.
Ed opera in modo del tutto indipendente dal nuovo apparato di intelligence governativo, controllato dalla CIA.
Il braccio spionistico della Badr si occupa di identificare, spiare, infiltrare e tener d'occhio, per poi distruggere, 1) ex membri del Baath, ex professori universitari secolarizzati e sunniti; 2) insorgenti iracheni e stranieri (tipo «Al Zarqawi»); 3) il clero sunnita (spesso bersaglio di attentati); 4) i dirigenti dei partiti politici sunniti; 5) il nuovo servizio d'intelligence controllato dalla CIA, e infine 6) le forze americane.
Badr tiene nota quotidianamente dei movimenti delle truppe USA, di ciò che avviene nelle loro basi, e dei loro armamenti e tattiche.
Inoltre, lo spionaggio Badr ha «stazioni» d'ascolto a Damasco, Amman, Larnaka (Cipro).
La fazione sciita non ha potuto espandere a tal punto il suo potere senza la collaborazione americana.
Né si può spiegare con il debole controllo del territorio da parte degli occupanti.
V'è una preferenza strategica USA a favore degli sciiti fondamentalisti, contro i baathisti secolarizzati e modenizzanti.
Rivelata anche dal fatto che le forze del «nuovo» esercito iracheno, addestrate dagli USA, restano per loro volontà assai piccole e male armate.
Si dice per un tacito accordo coi «Paesi confinanti» (fra cui è l'Iran) a mantenere l'armata irachena più debole del più debole dei vicini.
Un'ambigua, inconfessata collaborazione è in corso in Iraq fra Teheran e gli USA, come già avvenne ai tempi dell'Iran-Contra.
Lo scopo strategico americano era fin dal '91 quello di «rigettare l'Iraq all'età della pietra a suon di bombe» (come disse all'autore di queste righe Edward Luttwak), perché il Paese era «troppo» moderno e tecnologicamente avanzato e perciò poteva diventare una potenza regionale minacciosa per Israele.
Un governo di ayatollah è, in questa strategia, la prospettiva migliore: assicura l'arretratezza permanente del Paese.
Le vittime?
Persone come Omar, 39 anni, intervistato da Asia Times.
Faceva l'ingegnere; ora campa vendendo sigarette e bottiglioni di benzina su una strada di Baghdad.
E' stato preso in casa di notte dagli uomini mascherati in nero; picchiato, portato in un luogo di detenzione e ancora torturato.
Anche sua moglie è stata trascinata via.
Sono entrambi salvi per miracolo.
Risparmiati, e non sa perché.
«Quegli uomini avevano tutti visori notturni sugli occhi», dice.
Made in USA.
Maurizio Blondet
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Note
1) Dahr Jamail and Harb al-Mukhtar, «The government men in masks who terrorize Iraq», Asia Times, 9 dicembre.
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Iraq: squadroni della morte filo-americani
Maurizio Blondet
11/12/2005
Un membro della temutissima «Brigata Badr», la milizia privata dell'ayatollah filo-iraniano Abdel Aziz HakimGli iracheni li chiamano proprio «squadroni della morte».
Indossano maschere nere, spesso operano insieme alla polizia irachena, sono ben equipaggiati: con visori notturni made in USA.
Irrompono di notte nella case di sunniti e laici, cercano armi, portano via il capofamiglia e i maschi che, di solito, vengono trovati uccisi giorni dopo.
In vista delle elezioni del 15 dicembre, questi terroristi organizzati sono diventati più attivi.
Solo la scorsa settimana una ventina di corpi di trucidati da questi gruppi sono stati trovati in due distinte discariche di cadaveri: undici cadaveri, con abiti civili addosso e le mani legate dietro la schiena, sono stati scoperti ad Al-Rutbah, sulla strada principale che unisce Baghdad al confine giordano.
Altri nove a lato di una strada a Nassiria.
Chi sono i terroristi in nero?
Secondo gli iracheni, una milizia segreta che ha l'appoggio dell'attuale governo iracheno, sciita, e perciò della polizia governativa collaborazionista.
Più precisamente, sarebbe la «Brigata Badr», la milizia privata di Abdel Aziz Hakim, un ayatollah che capeggia il Consiglio Supremo della Rivoluzione in Iraq.
Significativamente, l'ayatollah assassino ha l'appoggio dell'Iran.
Ma non gli mancherebbe l'appoggio dell'attuale governo iracheno, e degli occupanti.
Chi capita nelle loro mani, se è sunnita, ha poche probabilità di scamparla.
In questi giorni, i terroristi con le maschere nere stanno facendo campagna elettorale del terrore: per spaventare gli altri partiti politici in competizione.
Regolarmente coprono di vernice nera i manifesti dei sunniti, ed anche dell'ex premier Allawi.
Ma rispettano i manifesti del filo-iraniano Al-Hakim.
«Gli americani ci hanno regalato una nuova forma di terrorismo», dice un medico del primo ospedale di Baghdad.
«Questi odiano tutti noi secolarizzati, e vogliono istaurare un regime fondamentalista iraniano». (1)
Di recente si è scoperta una prigione segreta, dove si torturava, con 170 prigioneri.
A torturare erano uomini del ministero dell'Interno iracheno leali allo Sciri, il già citato Consiglio Supremo della Rivoluzione Islamica di Al-Hakim.
Insomma poliziotti che erano anche membri della Brigata Badr.
Lo Sciri è stato fondato nel 1982 a Teheran e la Brigata Badr, il suo braccio armato, un anno dopo. Durante la guerra di Saddam contro l'Iran questi gruppi si sono battuti dalla parte degli ayatollah. Non da irregolari, ma come combattenti convenzionali inquadrati nel Corpo delle «guardie islamiche rivoluzionarie iraniane» (i pasdaran), che pagava direttamente questi soldati.
Più avanti i pagamenti dall'Iran (che continuano tutt'oggi) sono avvenuti attraverso false organizzazioni caritative; le quali si sono spesso servite della MEBCO, una finanziaria svizzera di cui è proprietario…Ahmed Chalabi.
Già proprio lui: l'uomo scelto dai neocon americano-israeliani, che sperano di farne il successore di Saddam e capo del governo collaborazionista.
Il bancarottiere Chalabi, il traditore Chalabi, colto a passare informazioni segrete a Teheran; e il redivivo Chalabi, tornato di recente pienamente nella fiducia della Casa Bianca e dei suoi manovratori, l'American Enterprise e il Jewish Institute for National Security Affairs.
Dal 1991 la Brigata Badr si è profondamente trasformata come forza di sicurezza segreta e d'intelligence, per operazioni di infiltrazione clandestina nel «nuovo» e «democratico» Iraq.
Il nuovo addestramento è opera del Corpo Qods, il gruppo di sovversione interno dei pasdaran iraniani, e a sua volta segretissimo.
La milizia Badr è ritenuta forte di 10-15 mila uomini, con un nucleo duro di 1500 uomini non solo addestrati, ma sperimentati in quasi vent'anni di lotta clandestina.
Con la «liberazione» americana, gli uomini della Badr sono entrati dall'Iran in Iraq nel settore centrale, occupando inizialmente la provincia di Diyala, altamente strategica perché vicina all'Iran e con popolazione mista sunnita e sciita.
Gli americani occupanti, dopo un debole tentativo di disarmare il Badr, hanno ceduto: «si tengano la loro sicurezza», dato il clima dell'Iraq, è la spiegazione ufficiale.
Ed hanno lasciato che, dal 2004, il Badr infiltrasse i suoi migliori uomini nei nuovi organi di polizia della «democrazia» irachena.
Allawi, premier collaborazionista dal luglio 2004 all'aprile 2005, li ha tenuti a bada, grazie ad alcuni ministri neo-baathisti.
Caduto Allawi tra scandali e corruzione, gli americani hanno sempre più fatto partecipare il Badr alla loro guerra contro il triangolo sannita.
Agenti ed elementi duri del Badr sono stati fatti entrare ai livelli alti della polizia e del «nuovo» esercito.
Fino al gennaio scorso: vittoria elettorale schiacciante del Supremo Consiglio (filo-iraniano), ed entrata trionfale di Bayan Jabr, comandante della Badr, agli Interni. Come ministro.
Da quel momento la polizia irachena è in mano agli ayatollah, che guardano a Teheran come ad un modello.
Con in beneplacito di Washington.
La Badr ha creato dal suo seno l'unità di commandos anti-sunniti Al-Liwa al-Dhib (Brigata Lupo), e la «Brigata Scoprione», che affiancano i Marines (e volentieri li sostituiscono) nella persecuzione armata dei sunniti e dei baathisti, ma anche dei normali iracheni secolarizzati.
La Badr è diventata un serbatoio che fornisce i combattenti, e l'intelligence capillare che tanto manca agli americani.
Ed ora ha un ruolo anche nella sicurezza di Baghdad.
Dispone di una vera rete di spionaggio in tutte le città importanti.
Ed opera in modo del tutto indipendente dal nuovo apparato di intelligence governativo, controllato dalla CIA.
Il braccio spionistico della Badr si occupa di identificare, spiare, infiltrare e tener d'occhio, per poi distruggere, 1) ex membri del Baath, ex professori universitari secolarizzati e sunniti; 2) insorgenti iracheni e stranieri (tipo «Al Zarqawi»); 3) il clero sunnita (spesso bersaglio di attentati); 4) i dirigenti dei partiti politici sunniti; 5) il nuovo servizio d'intelligence controllato dalla CIA, e infine 6) le forze americane.
Badr tiene nota quotidianamente dei movimenti delle truppe USA, di ciò che avviene nelle loro basi, e dei loro armamenti e tattiche.
Inoltre, lo spionaggio Badr ha «stazioni» d'ascolto a Damasco, Amman, Larnaka (Cipro).
La fazione sciita non ha potuto espandere a tal punto il suo potere senza la collaborazione americana.
Né si può spiegare con il debole controllo del territorio da parte degli occupanti.
V'è una preferenza strategica USA a favore degli sciiti fondamentalisti, contro i baathisti secolarizzati e modenizzanti.
Rivelata anche dal fatto che le forze del «nuovo» esercito iracheno, addestrate dagli USA, restano per loro volontà assai piccole e male armate.
Si dice per un tacito accordo coi «Paesi confinanti» (fra cui è l'Iran) a mantenere l'armata irachena più debole del più debole dei vicini.
Un'ambigua, inconfessata collaborazione è in corso in Iraq fra Teheran e gli USA, come già avvenne ai tempi dell'Iran-Contra.
Lo scopo strategico americano era fin dal '91 quello di «rigettare l'Iraq all'età della pietra a suon di bombe» (come disse all'autore di queste righe Edward Luttwak), perché il Paese era «troppo» moderno e tecnologicamente avanzato e perciò poteva diventare una potenza regionale minacciosa per Israele.
Un governo di ayatollah è, in questa strategia, la prospettiva migliore: assicura l'arretratezza permanente del Paese.
Le vittime?
Persone come Omar, 39 anni, intervistato da Asia Times.
Faceva l'ingegnere; ora campa vendendo sigarette e bottiglioni di benzina su una strada di Baghdad.
E' stato preso in casa di notte dagli uomini mascherati in nero; picchiato, portato in un luogo di detenzione e ancora torturato.
Anche sua moglie è stata trascinata via.
Sono entrambi salvi per miracolo.
Risparmiati, e non sa perché.
«Quegli uomini avevano tutti visori notturni sugli occhi», dice.
Made in USA.
Maurizio Blondet
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Note
1) Dahr Jamail and Harb al-Mukhtar, «The government men in masks who terrorize Iraq», Asia Times, 9 dicembre.
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