Conseguenze di internet e globalizzazione sul mercato artistico

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Penso che molti avranno da raccontare ben più di me su questo argomento.
Personalmente ho perduto con internet qualcosa, e cioè il piacere di girare all'estero pescando ottime chicche tra i rigattieri. Non solo: la possibilità di veloci confronti ha abbastanza livellato (verso il basso, di solito) i prezzi delle opere, pertanto, visto che la mia collezione è in decrescita, e non in aumento (almeno nelle intenzioni, poi ...) il suo valore è abbastanza calato.
E' però vero che è divenuto più facile conoscere quanto si sia eventualmente trovato, solo che lo fanno anche gli altri, e così le conoscenze acquisite in tanti anni sono, almeno parzialmente, svalutate. Ecco dunque perché diviene più difficile fare acquisti presso i rigattieri.
C'è poi chi compra o vende con ebay o simili. Direttamente non l'ho mai fatto, ma tramite un amico ho acquistato qualcosa di assai buono. Tra l'altro ho già per due volte invitato chi avesse pratica di ebay a comprarmi cose segnalate da me in questo forum, vuoi vedere che qualcuno lo vorrà fare? :)
Altro vantaggio è stato poter liquidare delle cose attraverso aste cui la diffusione sulla rete ha certamente giovato.
Come si vede, apro il 3d con misere considerazioni "di bottega".
C'è però altro da dire: per esempio che l'affossamento mondiale della classe media ha creato due mercati per l'arte: uno, asfittico, di livello economico modesto, l'altro, ridondante, uso a valutazioni sostanzialmente assurde, magari collegate ad episodi di riciclaggio.
Su questo so già che qualcuno avrà molto da dire. Sono curioso di leggerlo.
 
Penso che molti avranno da raccontare ben più di me su questo argomento.
Personalmente ho perduto con internet qualcosa, e cioè il piacere di girare all'estero pescando ottime chicche tra i rigattieri. Non solo: la possibilità di veloci confronti ha abbastanza livellato (verso il basso, di solito) i prezzi delle opere, pertanto, visto che la mia collezione è in decrescita, e non in aumento (almeno nelle intenzioni, poi ...) il suo valore è abbastanza calato.
E' però vero che è divenuto più facile conoscere quanto si sia eventualmente trovato, solo che lo fanno anche gli altri, e così le conoscenze acquisite in tanti anni sono, almeno parzialmente, svalutate. Ecco dunque perché diviene più difficile fare acquisti presso i rigattieri.
C'è poi chi compra o vende con ebay o simili. Direttamente non l'ho mai fatto, ma tramite un amico ho acquistato qualcosa di assai buono. Tra l'altro ho già per due volte invitato chi avesse pratica di ebay a comprarmi cose segnalate da me in questo forum, vuoi vedere che qualcuno lo vorrà fare? :)
Altro vantaggio è stato poter liquidare delle cose attraverso aste cui la diffusione sulla rete ha certamente giovato.
Come si vede, apro il 3d con misere considerazioni "di bottega".
C'è però altro da dire: per esempio che l'affossamento mondiale della classe media ha creato due mercati per l'arte: uno, asfittico, di livello economico modesto, l'altro, ridondante, uso a valutazioni sostanzialmente assurde, magari collegate ad episodi di riciclaggio.
Su questo so già che qualcuno avrà molto da dire. Sono curioso di leggerlo.

Purtroppo non penso che qualche operatore verrà qui a dirti che un certo mercato lavora soprattutto col riciclaggio, si tirerebbero la zappa sui piedi.
Globalizzazione: nel futuro ci sono buone speranze che il mercato dell'arte, grazie alla maggiore conoscenza indotta dalla tecnologia della rete, si allarghi.
Non solo quello di alto livello, vedo spazi di crescita anche in basso, man mano che milioni di persone dei paesi emergenti cominceranno ad avere interessi culturali più evoluti. E' un processo lento ma inesorabile. Quindi se in questa fase dobbiamo registrare la crisi del mercato "locale" nel futuro avremo buone prospettive.
Certamente i bisogni massificati sono da sempre indirizzati verso i beni di consumo prodotti dalle multinazionali, così se la maggioranza ambirà al soddisfacimento delle esigenze imposte, altri sentiranno invece bisogni differenti specialmente in paesi che ancora si dicono comunisti, dove cioè la cultura esiste ancora e non limitata a nicchie più o meno invisibili (come da noi).
Se invece non resteranno voci critiche o antisistemiche e il sistema spazzerà via ogni residuo di cultura per sostituirla con la sola pubblicità vedo un futuro nero per l'arte.
Resterebbe il solo spazio museale dove queste robe strane verranno esposte per i soliti 4 gatti o anche 2 gatti e magari relegate nelle cantine mentre in esposizione resterebbero le sole cose che costano tanto e fanno sensazione (e sottocultura) per questo. Ma questo mi pare uno scenario troppo pessimista, sempre esisterà qualcosa che chiameremo arte e che darà voce a dei bisogni differenti da quelli materiali.

In ogni caso i tempi necessari saranno lunghetti per cui di doman non v'è certezza.:vado:
 
Penso che molti avranno da raccontare ben più di me su questo argomento.
Personalmente ho perduto con internet qualcosa, e cioè il piacere di girare all'estero pescando ottime chicche tra i rigattieri. Non solo: la possibilità di veloci confronti ha abbastanza livellato (verso il basso, di solito) i prezzi delle opere, pertanto, visto che la mia collezione è in decrescita, e non in aumento (almeno nelle intenzioni, poi ...) il suo valore è abbastanza calato.
E' però vero che è divenuto più facile conoscere quanto si sia eventualmente trovato, solo che lo fanno anche gli altri, e così le conoscenze acquisite in tanti anni sono, almeno parzialmente, svalutate. Ecco dunque perché diviene più difficile fare acquisti presso i rigattieri.
C'è poi chi compra o vende con ebay o simili. Direttamente non l'ho mai fatto, ma tramite un amico ho acquistato qualcosa di assai buono. Tra l'altro ho già per due volte invitato chi avesse pratica di ebay a comprarmi cose segnalate da me in questo forum, vuoi vedere che qualcuno lo vorrà fare? :)
Altro vantaggio è stato poter liquidare delle cose attraverso aste cui la diffusione sulla rete ha certamente giovato.
Come si vede, apro il 3d con misere considerazioni "di bottega".
C'è però altro da dire: per esempio che l'affossamento mondiale della classe media ha creato due mercati per l'arte: uno, asfittico, di livello economico modesto, l'altro, ridondante, uso a valutazioni sostanzialmente assurde, magari collegate ad episodi di riciclaggio.
Su questo so già che qualcuno avrà molto da dire. Sono curioso di leggerlo.
Gino, mi segno di rispondere in profondità a questa questione perché penso che ci sia molto da dire.
Sicuramente delle conseguenze sul mercato (visibilità, informazioni, nuovi mezzi e strumenti di vendita) ma anche conseguenze legate alla nascita di nuove espressioni artistiche.
 
Nel post iniziale di Baleng leggo uno degli argomenti che più mi affascinano:

"... così le conoscenze acquisite in tanti anni sono, almeno parzialmente, svalutate."

Non mi è infatti ancora del tutto chiaro, se il web ha "detronizzato" le conoscenze acquisite prima del suo avvento, come afferma appunto Baleng, o se invece il processo di libera, e incontrollata, diffusione di info, abbia invece reso tutto più "democratico" a chi non aveva accesso a determinate informazioni, oltre a permettere maggiori approfondimenti agli studiosi.

Mi spiego meglio con un esempio.

Quando ho iniziato a collezionare non esisteva Artprice e si dipendeva tutti dai risultati d'asta segnati meticolosamente a matita dall'amico che era in sala o (peggio) da quanto ci propinavano gli "amici" galleristi.

Poi un bel giorno, grazie al web, mi son ritrovato io a far le quotazioni (in tasca) ai galleristi.

Da compratore e' stato certamente un gran vantaggio e di sicuro i commercianti d'arte ne hanno risentito.

Se invece ragiono sulla vera conoscenza degli artisti e della storia dell'arte, allora vedo solo disastri e tanta pochezza "wikipediana".

Da questo punto di vista, il web forse ha fatto più danni che benefici, pur riconoscendo che una diffusione così planetaria ha comunque "democratizzato" e "liberato" l'accesso all'arte a chiunque lo voglia e dovunque.

D'altra parte, chi come Baleng ha un cospicuo bagaglio culturale in tale materia, penso possa averne tratto solo beneficio, avendo la possibilità di poter spaziare su più ambiti e temi con solide basi di analisi e critica, senza però avere preconcetti su nulla.
 
Come ogni cambiamento registro vantaggi ed elementi negativi e non ho una posizione univoca, democratizzazione senza dubbio come afferma Cris ed anche maggiori opportunità di autopromozione diretta degli artisti attraverso la rete, accesso ad informazioni illimitate in modo spesso gratuito.

Per converso una certa omologazione ed un appiattimento del gusto oltre alla difficoltà nell'orientarsi e nel selezionare tra le diverse fonti.
 
Trovando un momento di libertà dal mare e dalle mondanità cerco di approfondire un po' questo tema che mi interessa.
Il primo aspetto che mi sembra importante sottolineare è la vera e propria trasformazione della struttura del mercato; se prima del web la separazione scolastica tra mercato primario e secondario era un modello piuttosto rappresentativo della realtà oggi questo modello è altamente insufficiente.
Il mercato secondario oggi (il mercato delle aste) non è più secondario (tra gli operatori) ma mette in collegamento diretto i collezionisti o i semplici acquirenti di oggetti di ornamento con le case d'asta, alle stesse case d'asta si collegano spesso direttamente gli artisti; tutto ciò è dovuto ad una visibilità globale dell'offerta d'asta e alla possibilità di acquisizioni on-line e via telefono senza spedizione di cataloghi.
Analoga trasformazione si è vista in altri mercati dove i produttori offrono via web direttamente i loro prodotti, accorciando le filiere e saltando i rappresentanti, gli agenti, i commercianti in genere.
Per tornare al mercato dell'arte la nascita di servizi di vendita on-line di terzi offerti alle case d'asta ha permesso una visibilità perlomeno nazionale anche per le case d'asta minori e con limitate possibilità di investimento tecnologico.
Ma anche il mercato primario si sta trasformando, da una parte accedendo anch'esso agli stessi servizi e quindi andando a coprire direttamente il mercato secondario, d'altra parte rendendosi conto di una limitata capacità di offerta rispetto alle fiere d'arte e quindi concentrando l'offerta non più solo localmente ma anche nelle kermesse espositive comuni.
Le stesse fiere d'arte si sono sviluppate negli ultimi anni anche grazie alla possibilità di gestire in maniera più capillare il marketing (effetto indiretto di una civiltà sempre più dipendente e connessa alla comunicazione web).
Esistono ancora altri attori del sistema arte che nel tempo verranno anch'essi trasformati dal web.
Penso per esempio ai musei, alle fondazioni, alle istituzioni che propongono oggetti d'arte che forniranno sempre più servizi di esplorazione delle opere via web e di condivisione delle stesse in esposizioni attraverso nuovi servizi forniti dal web. Ci sono già esperimenti in questa direzione ma oggi questa fruizione è limitata dalla scarsa risoluzione e dalla scarsa capacità di rappresentazione del modello dei colori naturali. Un domani queste problematiche saranno di minore impatto e la fruizione 3D e nuovi standard di rappresentazione permetteranno la visione remota delle opere di qualità, il risultato è che non sarà più necessario spostarsi fisicamente per godere delle opere dei grandi.
Da ultimi (stranamente) anche gli artisti subiranno l'influsso del web, per esempio Anceschi parla già oggi delle gif animate come di uno strumento per fare arte. Si può condividere o meno ma è chiaro che nuovi strumenti e nuove possibilità significano anche nuove forme di espressione possibili.
Per fare dei semplici esempi nelle esposizioni oggi è normale vedere delle proiezioni e nelle accademie si usa anche l'immagine in movimento come nuova frontiera per la espressione artistica.
Per quanto riguarda la diffusione delle opere e degli artisti sono invece convinto che si possano percepire i principali aspetti positivi e negativi.
Tra gli aspetti positivi vi è una più veloce e facile connessione tra gli artisti, per esempio io non sarei riuscito ad organizzare una mostra di gruppo legato ad un tema se non avessi avuto a disposizione diversi strumenti offerti dal web.
Tra gli aspetti negativi vedo la esplosione di informazioni che riduce la visibilità singola dell'autore, non è facile trovare un autore di qualità in mezzo alla miriade di autori offerti, dedicando ad ognuno il tempo necessario per la valutazione del lavoro, è paradossalmente più facile trovare una specifica pozza d'acqua nel deserto che in mezzo al mare.
Ma vi sono impatti determinati dal web su tutti gli attori del mondo artistico, compresi i collezionisti, i critici, i docenti, ecc. ecc. Per ognuno l'uso intelligente del web introduce nuove possibilità da esplorare.
 
Dalla prospettiva del fruitore oltre ad una preview agevole di opportunità da approfondire con eventuali valutazione in loco/dal vivo registro anche il confronto dei prezzi che soprattutto per grafiche/multipli consente di acquistare in modo consapevole e con risparmi anche significativi.
 
Dalla prospettiva del fruitore oltre ad una preview agevole di opportunità da approfondire con eventuali valutazione in loco/dal vivo registro anche il confronto dei prezzi che soprattutto per grafiche/multipli consente di acquistare in modo consapevole e con risparmi anche significativi.
Certo.
Ma io ho avuto anche una posizione come venditore. In quel periodo era facile trovare abbandonate in giro per l'Europa cose che per l'Italia avevano un valore notevole. Inoltre, mancando altri mercati, il mio funzionava benissimo :D. Capisco bene che questo non riguarda nessuno di chi ha scritto qui, ma dovendo ancora liberarmi di molte cose collezionate in quegli anni, per me, ripeto, per me è negativo che un qualsiasi ignorante, o semitruffatore, o imbroglione metta sul web certe cose ad un prezzo assai basso, e questo faccia testo in mezzo mondo.
Esempio dove per comodità di riferimento cito un caso presente in questo forum: ho scoperto una lito di Primo Conti stampata Bisonte (v. sez. mercatini), non firmata, pagata poco, 10 €, c'è voluto un certo occhio per vedere la qualità (chiedo scusa per l'autoelogio :rottentomato:). Poi ne appare una uguale sul web firmata e con alcune difformità (la data, vabbè) a 30 €. Occasione? Forse sì, ma non si sa la condizione, non si vede se la firma è autentica ecc. Intanto però il mio pezzo è comunque sp...ttanato in mezza Italia, anche se altri possono chiedere molto di più per il medesimo.
In pratica, un caso singolo, uno solo, può distruggere un mercato.
Quando vendevo, ci fu il caso di una lito di Marino inserita in un testo, che ho venduta e, correttamente, ripresa subito quando mi si fece notare che in Germania c'era uno che la vendeva a 100 euro di meno. A chi compera appare giusto, ma io dico, come potrebbe dire un gallerista: tu quella roba là non la conoscevi, l'hai vista e conosciuta da me, e poi l'hai comprata da un altro, in pratica ti ho dato gratis tante informazioni e per due soldi mi hai "tradito". Anni prima mi avrebbero solo ringraziato.
OK, è un caso particolare e pare un po' meschino, ma siccome sono qui forse l'unico ad avere avuto questo tipo di esperienze, ho voluto farla conoscere, anche per far vedere come il calo dei prezzi inizialmente piaccia a tutti noi :babbo:, salvo rendersi conto che si tratta di svalutare tutto quello che già abbiamo :barella:

Comunque, è vero che culturalmente è un grosso aiuto poter informarsi in tempo reale su un numero impressionante di autori. Google immagini è oro anche quando devi scrivere su qualcuno. Solo, chiediamoci anche come si stiano "difendendo" oggi i galleristi dalle minacce sopra descritte. Intanto, credo proprio che uno dei mezzi consista nel mettere il tarlo del dubbio negli acquirenti: è autenticato? E' certificato? Da chi? Vieni da me che tutto è sicuro, fuori dalle gallerie c'è il caos.Il web è pericoloso (è anche vero) e il De Pisis che tuo nonno comprò direttamente dal pittore non vale nulla se manca un foglietto con il nome mio o di qualche complic ... collega autorevole. Questo ritengo succeda, e non è solo furbizia o malafede, pare anche sia istinto di sopravvivenza :consolare:
Altro mezzo è pompare i propri autori in esclusiva, nei vari modi che sappiamo (forum compiacenti compresi). Poi, se mostrano di cercare una qualche autonomia, si abbandonano nelle fogne. Però non è che i vari artisti associati in un indirizzo web abbiano avuto successo, ed è anche o soprattutto colpa della loro modesta qualità: ma l'idea avrebbe potuto andar meglio. Però più grande è il mare e meno si vedono i naufraghi.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto