CREDO CHE DOVREMMO SCUSARCi CON I POLITICI: (5 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Buongiorno Ragazzi

continuare a votere PD è come far parte di una farsa o meglio di un melodramma infinito. Preferisco altro. Più conservatore.

Secondo alcuni organi di stampa si attenderebbe solo il via libera del premier Matteo Renzi, che deve decidere se proporre l'approvazione tramite decreto legge, per il quale il Quirinale deve riconoscere il carattere di urgenza. In quel caso l'iter si dovrebbe concludere in dicembre, periodo in cui inizia la procedura di preparazione e spedizione dei bollettini postali indirizzati ai contribuenti.

Il primo cambiamento di questa tassa che, come ha precisato Anna Maria Tarantola è la più bassa in Europa, è il nome: non si chiamerà più 'canone' ma 'contributo al servizio pubblico radio-tv'.

Lo pagherebbero tutti i contribuenti, anche quelli che hanno richiesto e ottenuto la disdetta del canone Rai. Trasformandosi in una vera e propria tassa, non avrà infatti più nulla a che fare con la presenza in casa del dispositivo tv, radio o internet.

Attualmente il canone Rai costa 113,50 euro all'anno per ogni nucleo famigliare. Nel nuovo disegno legge, invece, l'importo varia dai 35 agli 80 euro a seconda delle disponibilità economiche della famiglia, reddito e consumi. Pare, inoltre, che sia al vaglio degli esperti un'esenzione totale per le famiglie con reddito minimo.

In base a una prima previsione, questo sistema permetterà di far entrare nelle casse dello Stato 1,8 miliardi di euro.

Come si era già tentato di fare in passato per combattere l'evasione del canone, la nuova tassa non arriverà per posta a casa tramite bollettino postale, ma verrà pagato insieme alle altre tasse, probabilmente tramite il modello F24.
 

Val

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Sul sito della Rai l'ultimo bilancio consolidato disponibile è quello del 2010, ma dovrebbe essere sufficiente. Sufficiente cioè a capire quanto vale questo canone di abbonamento Rai, quanti soldi cioè il cittadino deve sborsare per mantenere in piedi il servizio televisivo pubblico che invece potrebbe, come sembrerebbe dimostrare Mediaset, vivere solo di introiti pubblicitari.Ebbene, per il 2010 il canone di abbonamento vale 1,68 miliardi di euro. Se uno poi guarda a quanto incassa la Rai con la pubblicità, cioè 1,03 miliardi, capisce come l'abbonamento costituisca, rispetto a tutti i ricavi, che ammontano 3,01 miliardi, ben il 56%.

A possedere un televisore sono secondo viale Mazzini 22 milioni, a pagare il canone solo 16,5 milioni, in pratica più del 25% degli italiani non paga.Con differenze nette nella regolarità tra regione e regione.
Le ultime elaborazione interne Rai (relative al canone 2012) parlano chiaro. In cima alla classifica degli onesti c'è la Toscana (84,10% dei compaesani di Matteo Renzi aveva pagato il canone) ma un applauso va anche a Alto Adige e Marche (82,13 e 80,74 per cento).
Al sud invece regna l'illegalità: ultima nella classifica la Campania (solo 56,8% ha pagato il canone) seguita da Sicilia e Calabria (57,82 e 61,57 per cento).
 

DANY1969

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Val

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Dopo gli "opportuni" :lol::lol::lol::DD::DD:chiarimenti, mi chiedo.

Ma chi .azzo farà questa annotazione ?

L'aggiornamento del libretto di circolazione è forse l'argomento più dibattuto di oggi. Tutti i giornali ne parlano e stando al Ministero dei Trasporti sono state pubblicate notizie "non del tutto corrette". Per questo, come comunica una nota ufficiale appena arrivata, nelle prossime ore sarà pubblicata sul sito del Ministero www.mit.gov.it un'apposita circolare di chiarimenti. Intanto riportiamo di seguito le otto precisazioni di generale interesse, anticipando che riguardo alle sanzioni occorrerà fare riferimento alle indicazioni che verranno fornite dal Ministero dell’Interno:
1. Gli adempimenti di cui si parla sono contenuti nell’art. 94, comma 4-bis, del Codice della strada e non riguardano in alcun modo le patenti di guida.
2. Sulla carta di circolazione andrà annotato unicamente il nominativo della persona che utilizza il veicolo e non anche i dati relativi alla propria patente di guida.
3. L’obbligo di comunicazione sussiste solo a condizione che l’utilizzatore abbia il veicolo in disponibilità per un uso esclusivo e personale superiore a 30 giorni continuativi.
4. Non sono obbligati ad effettuare l’annotazione tutti coloro (cittadini e imprese) che già da prima del prossimo 3 novembre utilizzano, a vario titolo, veicoli intestati ad altri soggetti.
5. Per tutti gli utilizzi temporanei che cominceranno a decorrere dal 3 novembre in poi, ci saranno 30 giorni di tempo per effettuare l’annotazione, se prescritta.
6. Il comodato tra familiari conviventi non deve essere obbligatoriamente annotato.
7. Per quanto concerne il comodato di veicoli aziendali, non sono soggette a comunicazione tutte le ipotesi di fringe benefit, di uso promiscuo e di uso esclusivo per svolgimento di attività aziendali dei veicoli in utilizzo ai dipendenti, ai soci, agli amministratori e ai collaboratori dell’Azienda.
8. Per quanto concerne i veicoli in locazione senza conducente, dovranno essere comunicate esclusivamente le locazioni stipulate a decorre dal 3 novembre e a condizione che abbiano una durata superiore a 30 giorni.
 

Val

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Punto 3. Chi controlla che io utilizzo il mezzo per 30 giorni consecutivi ?
Punto 4. E' chiarissimo
Punto 7. Esclude tutto quello che invece serviva per scovare chi utilizza l'auto aziendale ad uso personale, non pagando bollo, assicurazione, multe, benzina, riparazioni, e chi più ne ha più ne metta.
 

tatteo

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Punto 3. Chi controlla che io utilizzo il mezzo per 30 giorni consecutivi ?
Punto 4. E' chiarissimo
Punto 7. Esclude tutto quello che invece serviva per scovare chi utilizza l'auto aziendale ad uso personale, non pagando bollo, assicurazione, multe, benzina, riparazioni, e chi più ne ha più ne metta.
tutto molto chiaro
 

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DDUKE

Viva i popoli, Viva le Nazioni europee, fanculo U€
Punto 3. Chi controlla che io utilizzo il mezzo per 30 giorni consecutivi ?
Punto 4. E' chiarissimo
Punto 7. Esclude tutto quello che invece serviva per scovare chi utilizza l'auto aziendale ad uso personale, non pagando bollo, assicurazione, multe, benzina, riparazioni, e chi più ne ha più ne metta.

no no, il 4 non è chiaro proprio per niente e qui ci dice quanto siano ignoranti ed incapaci chi fa queste leggi, manco l'italiano sanno usare.

che cosa vuol dire a vario titolo ? prima non si faceva nulla, parlo tra privati, e se per caso la intendono così "se sul librettonon vi sarà nessuna variazione di intestazione, allora la legge non può essere applicabile". Questa è la dicitura giustsa ovvero "se la macchina è vecchia e non è stata venduta a nuovo proprietario dopo il 3 novembre, allora non devi fare nulla".

Invece il "vario titolo" per cosa sta ? scritto, parlato ??? ma di che cazzos tiamo parlando, abbiamo a che fare con dei pazzi.
 

PILU

STATE SERENI
Noi si continua a giocare e il mondo reale da segnali che continuano ad evidenziare la fine di qs paese... peccato aver rovinato un così bel paese...

intanto i nostri amati ebeti politici continuano a non fare un kazzo anzi continuano a distruggere qual poco di buono che rimane di qs povero paese... ma è possibile che un politico sia così ottuso a non capire che alla fine farà una brutta fine ? voi pensate che non succederà ? sbagliato ! succederà succederà...garantito

Nascite, il record negativo del 2013:
la crisi riporta l'Italia ai livelli di 33 anni
Più di 60 neonati in meno al giorno rispetto al 2012, un trend negativo mitigato appena dai numeri in crescita dei bambini nati con almeno un genitore straniero (uno su cinque). I bassi livelli di fecondità, sommati all'aumento dell'aspettativa di vita, rendono l'Italia uno dei paesi più vecchi del mondo. Oltre uno su 4 i nati da coppie di fatto

Lo leggo dopo
Nascite, il record negativo del 2013: la crisi riporta l'Italia ai livelli di 33 anniROMA - Il 2013 si avvia a far registrare il record negativo di nascite dal 1980 a oggi. E' questa la fotografia scattata dai dati Istat riferiti ai primi sette mesi dell'anno che sta per concludersi. Più di 60 i neonati in meno al giorno rispetto al 2012, un dato che si registra in maniera più o meno stabile lungo tutta Italia, seppur con qualche differenza geografica: i capoluoghi tengono meglio rispetto alla provincia. Per quanto riguarda le grandi città invece Roma e Milano registrano dati in aumento, mentre Firenze è stabile. A sorpresa, un po' di fiducia arriva dalle zone terremotate dell'Emilia dove c'è stato, sebbene solo in alcuni comuni colpiti, un incremento di natalità.

Nel 2013 è proseguito, accentuandosi, l'andamento negativo che si era registrato nel corso degli ultimi anni. Le cause principali restano la precarietà economica e l'incertezza per il futuro, che costringono molte coppie a rinviare a tempi migliori la decisione di avere un figlio. In base ai dati, che rappresentano statisticamente il 57% dei nati dell'intero anno, si registra una perdita del 4,3% di nuove nascite rispetto ai dati del 2012. Facendo una proiezione, in base a quest'andamento, si stima che, nel 2013 si avranno in totale 511.430 nascite, cioè 22.756 bebè in meno rispetto allo scorso anno. Addirittura 57.427 rispetto al 2009, cioè 152 nascite in meno al giorno. Crescono invece i bambini nati fuori dal matrimonio, diventati ormai il 28% del totale: un dato quasi triplicato rispetto al 2000 (10,2%).

Un crollo mitigato in parte dall'aumento dei bambini nati con genitori stranieri (oramai uno su cinque nel 2011). Secondo il quarto rapporto sulla coesione sociale presentato oggi da Inps, Istat e ministero del Lavoro, è in controtendenza il dato sul numero medio di figli per donna, che risulta in lieve aumento per le donne italiane (fra il 2005 e il 2011 è passato da 1,2 a 1,4 figli) mentre è in calo per le straniere (da 2,4 figli a testa nel 2005 a 2).

I bassi livelli di fecondità rendono l'italia uno dei paesi più vecchi al mondo. Nel 2012 si registrano 148,6 persone over 65 ogni 100 ragazzi sotto i 14 anni, a metà degli anni novanta se ne contavano 112. E' un trend destinato a crescere. Secondo le previsioni, nel 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani. Contestualmente, continua ad aumentare anche l'aspettativa di vita della popolazione italiana, che nel 2011 si attesta a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a trent'anni prima.

Il trend è crescente anche per le persone in età avanzata: un uomo di 65 anni può aspettarsi di vivere altri 18,4 anni e una donna altri 21,9 anni, un ottantenne altri 8,3 e una ottantenne 10,1 anni. A livello territoriale, l'area del Paese più longeva è quella del Centro-nord.
 

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