dal 31/12/2008 addio televisione analogica

Occhio ai link :eek: :down:

1 Dicembre 2005
Il digitale terrestre è uno zombie


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I guru mondiali dell’Information Technology: Bill Gates(Microsoft), Steve Jobs(Apple), Larry Page(Google), Iorma Olilla (Nokia), Gordon Moore (Intel) si sono riuniti per una intera settimana in una località del Wyoming per discutere del futuro.
L’incontro è stato trasmesso in televisione come un reality show ed è stato il programma più seguito negli Stati Uniti.

In sette giorni si è discusso di strategia, di tecnologia, di tutto.
Ma non è mai stato mai menzionato neppure una volta il digitale terrestre (DTT).

Mi ricordo che a maggio all’incontro della Bagnaia davanti a Gasparri Cattaneo Confalonieri e il subdolo Mentana, (Tronchetti non c’era, si era chiuso in camera), dissi ad alta volte che il DTT era una tecnologia finta.
Confalonieri, ex compagno di asilo del portatore nano di decoder digitali, si alzò in piedi e tutto rosso in faccia gridò: “Chi è questo Masaniello che rompe il cazzo?”

Oggi si è decretato il fallimento del DTT. Sono stati venduti con i contributi statali, e quindi con i nostri soldi, solo tre milioni (rispetto ai venti milioni di famiglie italiane) di inutili decoder, e il governo ha deciso di spostare in avanti di due anni l’adozione obbligatoria del DTT.

Sulla Rete si possono vedere già oggi, se la linea arriva (come negli altri Paesi), se la linea è veloce (come negli altri Paesi), se ha un costo ragionevole (come negli altri Paesi) centinaia di canali televisivi.

Chi ci ha guadagnato da DTT? Chi ci sta guadagnando dall’adozione di una tecnologia zombie? Un giorno dovremo pur farli i conti.

Nel frattempo suggerisco, anche per l’Italia, un bell’incontro di guru trasmesso in diretta tv, con Landolfi, Stanca, Gasparri, Confalonieri e Paolo Berlusconi.

A quelli che hanno comprato il decoder-pacco consiglio di portarlo a casa del papà del progetto, Gasparri, e farsi ridare i soldi.


Postato da Beppe Grillo alle 19:34 in Tecnologia/Rete
 
Infatti anche le emittenti più piccole (ma non troppo) son costrette a vendere le frequenze e a spostarsi sul digitale. Solo che non è per adeguarsi alle norme europee, è per un sistema tutto italiano che fa solo vomitare.


Neanche Tarak Ben Ammar, imprenditore franco tunisino amico di Silvio Berlusconi da più di vent’anni, riesce a intaccare il duopolio televisivo Rai-Mediaset. Dopo essere entrato in Italia acquistando le licenze che Rupert Murdoch fu costretto a vendere dall’autorità antitrust europea, aver lanciato il canale Sportitalia ed essersi assicurato i diritti in digitale per le partite di calcio di serie B, ora Ben Ammar e il suo socio francese Tf1 aggiustano il tiro. La pubblicità non è sufficiente a coprire i costi e così alcune frequenze vengono vendute a una società con Mediaset in maggioranza. Nello stesso tempo Ben Ammar si avvicina a Murdoch portando Sportitalia nel bouquet di Sky, l’unico con le spalle sufficientemente forti per resistere alla morsa Rai-Mediaset.
Signor Ben Ammar, come mai getta la spugna nella tv analogica?
“‘In un anno e mezzo abbiamo investito in Europa Tv oltre 30 milioni di euro più altri 36 milioni per i diritti della Serie B. Ma la raccolta pubblicitaria non decolla, siamo a 15-20 milioni nonostante gli ascolti siano molto buoni”‘.
Come mai un piccolo ma conosciuto operatore non riesce a sfondare?
“‘Il mercato è chiuso e l’Auditel non rileva gli ascolti delle reti tematiche. Come facciamo a raccogliere pubblicità se non abbiamo un dato preciso sugli ascolti? Tenga conto che l’Auditel è pesantemente influenzato dai colossi Rai e Mediaset e giustamente l’Agcom ha aperto un’istruttoria per capire i problemi dei piccoli”‘.
Murdoch la pensa come lei?
“‘Si, l’Auditel non fornisce dati precisi neanche per il satellitare. Inoltre ero testimone quando a pranzo con Berlusconi, lo scorso ottobre, Murdoch si è lamentato per la distorsione del mercato italiano che sovvenziona solo i decoder per il digitale terrestre e non per il satellitare. Silvio alla fine ha dovuto dargli ragione”‘.
Quindi lei ha deciso di vendere a Mediaset e avvicinarsi a Sky?
“‘Proprio così. Se le autorità approveranno l’operazione, Europa Tv cederà le sue frequenze in analogico a una società controllata da Mediaset di cui però mantiene il 20% e in cui entrerà anche Telecom. Le frequenze verranno utilizzate solo per il Dvbh, cioè per trasmettere i contenuti tv in digitale sul telefonino in base agli accordi già firmati da Mediaset con Tim e H3G. Europa Tv mantiene inoltre la possibilità di avere un canale proprio sul telefonino”‘.
Valore della transazione?
“‘Prima del via libera antitrust il prezzo non può essere comunicato. Comunque il valore di una rete oggi in Italia si aggira sui 4-5 euro per abitante. Europa Tv tocca circa 47 milioni di italiani, faccia lei i conti. Siamo in linea con i 220 milioni di euro spesi da H3G per Canale 7”‘.
E gli affezionati telespettatori di Sportitalia che cosa faranno?
“‘In chiaro resterà fino a giugno. Dal primo gennaio potranno vederla su Sky oppure sul digitale terrestre attraverso il decoder. In questo modo i conti torneranno. Inoltre tutta la raccolta pubblicitaria verrà gestita da Sky. Non mi sembra proprio che Mediaset ci abbia favorito, come qualcuno aveva detto”‘.
Sky ce la può fare a resistere sul mercato italiano?
“‘A Murdoch gli hanno legato le mani: ha dovuto vendere delle frequenze e sottostare a forti vincoli perché aveva il monopolio sul satellite. Ma ora il sistema si è allargato e Sky deve poter crescere. Ho convinto Murdoch ad affidarsi a Mediobanca per una possibile quotazione in Borsa quando i numeri di bilancio lo permetteranno. Era stato ben consigliato da Vincenzo Maranghi quando doveva comprare Telepiù”‘.
Dopo i recenti scandali bancari non c’è il pericolo che gli investitori stranieri, Murdoch compreso, fuggano dall’Italia?
“‘In effetti a leggere i giornali si ha l’impressione che l’Italia sia allo sbando. Meno male che sono entrati in funzione i contrappesi della libera stampa e della magistratura. Banca d’Italia e Consob hanno molto da imparare dalle ultime vicende. In Francia la stampa non ha il coraggio di attaccare le istituzioni, in Italia si. Sto lavorando per trovare opportunità in Italia ai capitali moderati arabi”‘.
È vero che con Cesare Geronzi ha provato a convincere Berlusconi a risolvere per tempo il problema Fazio?
“‘Abbiamo detto più volte a Berlusconi che l’Italia non poteva risultare danneggiata da un governatore che si era fidato delle persone sbagliate. Ma il premier ci ha ripetuto che non aveva poteri per mandare via Fazio”‘.
Consorte vi ha chiesto di vendergli la quota di Generali in Bnl?
“‘Consorte ha contattato i soci francesi ma il cda Generali è stato inflessibile: vendiamo al miglior offerente. Ho informato Berlusconi dell’eventualità che l’8% di Bnl finisse all’Unipol e lui mi ha risposto che il mercato doveva fare il suo corso”‘.
Certo, grazie ai soldi dell’Unipol Ricucci aveva le munizioni per continuare a scalare il Corriere della Sera.
“‘Non credo che Silvio potesse credere che Ricucci riuscisse nella sua impresa. Piuttosto era molto contrariato delle dichiarazioni fatte da Livolsi. Solo un pazzo poteva pensare che Murdoch o Lagardère si mettessero contro tutto l’establishment italiano”‘.
Sono quasi tre anni che Maranghi è uscito da Piazzetta Cuccia. Il patto verrà rinnovato?
“‘Per Mediobanca non vedo problemi a proseguire su questa strada. I dividendi sono aumentati e il valore dell’azione è più che raddoppiato. Con Geronzi c’è grande intesa ma anche con Profumo le incomprensioni sono alle spalle. Si è tolto dai giochi di potere italiani e con Unicredit ha creato una banca europea. Chapeau”‘.
Anche il patto di Olimpia potrebbe subire variazioni nel 2006.
“‘Appoggeremo Marco Tronchetti Provera se dovesse avere bisogno di capitali in Olimpia. È un imprenditore molto stimato all’estero ed è stato determinante per la pace in Mediobanca”‘.
Antoine Bernheim scade invece nel 2007.
“‘Peccato che Bernheim non abbia solo 70 anni. Ha portato il titolo Generali ai massimi storici e ha difeso l’italianità più di qualsiasi banchiere centrale”‘.
È sicuro che Geronzi non voglia sposare Capitalia con Mediobanca?
“‘Sicurissimo. Non ci ha mai parlato di un progetto del genere. E poi i soci di Piazzetta Cuccia non hanno alcuna intenzione di modificare gli equilibri esistenti”‘.
Il suo amico Silvio venderà il 34% di Mediaset che gli rimane?
“‘Prima delle elezioni credo di no. Il suo elettorato non percepisce il conflitto di interessi come un problema e vendendo darebbe un segnale di debolezza. Ma dopo le elezioni non si sa mai”‘.

Giovanni Pons
 

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