Val
Torniamo alla LIRA
A parte il discorso sulla truffa legalizzata del reddimetro, che altro non è se non uno "studio di settore per privati", dove TU cittadino dovrei giustificare perchè non hai quel reddito ma, soprattutto, quei consumi (ed analizzate bene il reddimetro, loro calcoleranno dei consumi virtuali e sulla base di questi, un reddito virtuale)
qualcuno ha scoperto l'acqua calda :
Titolo: MF ANALISI: Il redditometro riconosce le gabbie salariali
Ora: 10/01/2013 08:04
Testo:
MILANO (MF-DJ)--A Milano una coppia con due figli ha una spesa media
mensile di 2.334 euro, mentre a Napoli la stessa famiglia consuma in media
1.686 euro al mese. A certificare le cosiddette gabbie salariali italiane,
cioe' le differenze nei costi dei consumi medi a livello territoriale, e'
lo stesso ministero dell'Economia e delle Finanze con il nuovo
redditometro. Per carita', nulla di nuovo o di stravolgente perche' il
governo ha certificato quanto da anni tutti sanno: i redditi mensili nelle
diverse parti della penisola non possono essere omogenei perche' diverso,
molto diverso, e' il costo della vita.
Sarebbe ora logico, almeno in un Paese normale, procedere nella
direzione piu' razionale implicita nei numeri dell'Istat e del
redditometro e superare la logica dei contrattinazionali di lavoro, che
pretendono che un insegnante che vive e lavora a Milano debba e possa
guadagnare uno stipendio mensile eguale a quello di uno che vive e lavora
a Napoli o anche a Roma (dove la famiglia tipo per l'Istat e il ministero
dell'Economia spende al mese 1894,7 euro).
Da questa prospettiva, la novita' del redditometro e' senza dubbio
positiva, perche' cala sul tavolo di una discussione novecentesca nella
quale le forze sindacali provano a difendere cioe' che non e' piu'
difendibile, cioe' uno standard salariale medio nazionale, pur in presenza
di profonde differenze territoriali nel costo della vita e anche nella
produttivita' specifica. Queste cifre sono certificate direttamente dallo
Stato e assunte come strumento per rideterminare induttivamente,
addirittura con l'inversione dell'onere della prova per il contribuente,
il reddito lordo annuo del singolo nucleo familiare.
Se nel pretendere maggiori imposte e' lo stesso Stato che certifica una
presenza di gabbie salariali implicitamente ricavabili da consumi
territorialmente diversi, allora come e' possibile che lo Stato si ostini
a pagare i dipendenti in maniera omogenea sul territorio favorendo,
ovviamente, quelli del Sud e penalizzando quelli del Nord del Paese? E,
soprattutto, come e' possibile che si continui a rifiutare la logica delle
assurdamente ma efficacemente definite (per chi le contesta) "gabbie
salariali" nella definizione dei contratti di categoria? Il silenzio
assordante dei sindacati su questo punto e' la riprova piu' chiara di come
le statistiche puntuali vincano sempre sulla facile demagogia.
(fine)
MF-DJ NEWS
1008:04 gen 2013
Ho il dubbio che - un domani - questi dati verranno utilizzzati non tanto per diminuire le paghe al sud, quanto per aumentare quelle al nord e saremo ancora di più nella cacca (se ne avremo ancora).
qualcuno ha scoperto l'acqua calda :
Titolo: MF ANALISI: Il redditometro riconosce le gabbie salariali
Ora: 10/01/2013 08:04
Testo:
MILANO (MF-DJ)--A Milano una coppia con due figli ha una spesa media
mensile di 2.334 euro, mentre a Napoli la stessa famiglia consuma in media
1.686 euro al mese. A certificare le cosiddette gabbie salariali italiane,
cioe' le differenze nei costi dei consumi medi a livello territoriale, e'
lo stesso ministero dell'Economia e delle Finanze con il nuovo
redditometro. Per carita', nulla di nuovo o di stravolgente perche' il
governo ha certificato quanto da anni tutti sanno: i redditi mensili nelle
diverse parti della penisola non possono essere omogenei perche' diverso,
molto diverso, e' il costo della vita.
Sarebbe ora logico, almeno in un Paese normale, procedere nella
direzione piu' razionale implicita nei numeri dell'Istat e del
redditometro e superare la logica dei contrattinazionali di lavoro, che
pretendono che un insegnante che vive e lavora a Milano debba e possa
guadagnare uno stipendio mensile eguale a quello di uno che vive e lavora
a Napoli o anche a Roma (dove la famiglia tipo per l'Istat e il ministero
dell'Economia spende al mese 1894,7 euro).
Da questa prospettiva, la novita' del redditometro e' senza dubbio
positiva, perche' cala sul tavolo di una discussione novecentesca nella
quale le forze sindacali provano a difendere cioe' che non e' piu'
difendibile, cioe' uno standard salariale medio nazionale, pur in presenza
di profonde differenze territoriali nel costo della vita e anche nella
produttivita' specifica. Queste cifre sono certificate direttamente dallo
Stato e assunte come strumento per rideterminare induttivamente,
addirittura con l'inversione dell'onere della prova per il contribuente,
il reddito lordo annuo del singolo nucleo familiare.
Se nel pretendere maggiori imposte e' lo stesso Stato che certifica una
presenza di gabbie salariali implicitamente ricavabili da consumi
territorialmente diversi, allora come e' possibile che lo Stato si ostini
a pagare i dipendenti in maniera omogenea sul territorio favorendo,
ovviamente, quelli del Sud e penalizzando quelli del Nord del Paese? E,
soprattutto, come e' possibile che si continui a rifiutare la logica delle
assurdamente ma efficacemente definite (per chi le contesta) "gabbie
salariali" nella definizione dei contratti di categoria? Il silenzio
assordante dei sindacati su questo punto e' la riprova piu' chiara di come
le statistiche puntuali vincano sempre sulla facile demagogia.
(fine)
MF-DJ NEWS
1008:04 gen 2013
Ho il dubbio che - un domani - questi dati verranno utilizzzati non tanto per diminuire le paghe al sud, quanto per aumentare quelle al nord e saremo ancora di più nella cacca (se ne avremo ancora).