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Parlamento Frena Su Suez,Domani Accordo Gdf-Camfin/Ansa
(ANSA) - PARIGI, 18 GIU - Segnali forti stanno arrivando a Dominique de Villepin perché non forzi la mano sulla vicenda della fusione tra Suez e GDF. Quest'ultima intanto domani firmerà con la Camfin di Marco Tronchetti Provera un accordo nel settore gas in Italia.
Il presidente della commissione finanze dell'Assemblea nazionale, Pierre Mehaignerie, ha prima messo in dubbio la "fattibilità politica del progetto", poi ha fatto capire che non è il caso che il governo pensi ad utilizzare l'articolo 49-3 della costituzione che consente l'adozione di un testo di legge senza il voto per superare le opposizioni della sinistra e di una parte del partito di maggioranza.
L'ultima volta che de Villepin ha forzato la mano ai deputati con questo strumento è stato per far passare la normativa sul CPE, sulla quale il governo dopo mesi di scontri nelle piazze con studenti, sindacati e partiti di sinistra, ha dovuto fare marcia indietro. Proprio quella forzatura sembra essere uno dei motivi di malessere di molti parlamentari che non si fidano più delle iniziative di Matignon.
Qualunque sia la strada che de Villepin e il minsitro del tesoro Thierry Breton decideranno di seguire, la vicenda Suez-GDF resterà la prossima settimana al centro delle preoccupazioni dei politici francesi. Da Bruxelles il presidente Jacques Chirac aveva annunciato che entro pochi giorni si sarebbe deciso il calendario parlamentare relativo a questo dossier; martedì deve arrivare anche il parere della Commissione dell'Unione europea sulla fusione, mentre de Villepin e Breton avevano confermato la decisione di andare avanti, anche se il primo ministro aveva dovuto contemporaneamente annunciare forme forti di concertazione.
Le quali esigono tempo e possibilità di mediazione mentre sul versante parlamentare si presenta faticosa un'operazione di pressing sui parlamentari contrari all'operazione di fusione.
Anche questa scelta viene infatti letta in controluce elettorale per l'impatto che alcuni parlamentari temono potrebbe avere sulle tariffe e sui rimbalzi dei costi e sull'occupazione, nonostante le garanzie fornite più volte su questo terreno dai due gruppi e dallo steso governo. Intanto il governo avrebbe deciso di scindere il progetto di legge che dovrebbe presentare entro il mese in due: uno destinato a recepire la direttiva comunitaria sull'energia e l'altro per modificare la legge del 2004 che fissa al 70% il livello minimo di presenza dello Stato in EDF e GDF.
Il primo potrebbe essere sottoposto ai deputati dell'Assemblea mentre il secondo ai senatori che garantirebbero l'approvazione in prima lettura del provvedimento. A questa linea sembra tuttavia opporsi il capogruppo UMP al senato, Josselin de Rohan, che non vuole discutere un testo non sostenuto dai deputati dello stesso partito.
I tempi dell'operazione stanno diventando essenziali il presidente e direttore generale di Suez Gerard Mastrellet ha detto al Journal du dimanche di sperare che il progetto "sia avviato in modo irreversibile prima dell'estate" e cioé che sia approvato almeno da un ramo del parlamento. Altrimenti la fusione potrebbe saltare; a quel punto cercherebbe "altre opzioni" con l'obiettivo "di proteggere l'avvenire dei 160 mila dipendenti del gruppo". Per Mastrellet comunque "nessuna opzione alternativa darebbe a Francia e Belgio le stesse opportunità della fusione con GDF, né le stesse garanzie per l'approvvigionamento, il lavoro ed i prezzi".
La firma dell'alleanza tra Camfin e Gaz de France è attesa per domani a Milano e dovrebbe dare vita ad una joint venture a maggioranza italiana, alla quale saranno conferiti gli asset italiani del gruppo francese e quelli della Camfin nel gas.
L'operazione non prevede scambi di pacchetti azionari fra i due gruppi.(ANSA).
(ANSA) - PARIGI, 18 GIU - Segnali forti stanno arrivando a Dominique de Villepin perché non forzi la mano sulla vicenda della fusione tra Suez e GDF. Quest'ultima intanto domani firmerà con la Camfin di Marco Tronchetti Provera un accordo nel settore gas in Italia.
Il presidente della commissione finanze dell'Assemblea nazionale, Pierre Mehaignerie, ha prima messo in dubbio la "fattibilità politica del progetto", poi ha fatto capire che non è il caso che il governo pensi ad utilizzare l'articolo 49-3 della costituzione che consente l'adozione di un testo di legge senza il voto per superare le opposizioni della sinistra e di una parte del partito di maggioranza.
L'ultima volta che de Villepin ha forzato la mano ai deputati con questo strumento è stato per far passare la normativa sul CPE, sulla quale il governo dopo mesi di scontri nelle piazze con studenti, sindacati e partiti di sinistra, ha dovuto fare marcia indietro. Proprio quella forzatura sembra essere uno dei motivi di malessere di molti parlamentari che non si fidano più delle iniziative di Matignon.
Qualunque sia la strada che de Villepin e il minsitro del tesoro Thierry Breton decideranno di seguire, la vicenda Suez-GDF resterà la prossima settimana al centro delle preoccupazioni dei politici francesi. Da Bruxelles il presidente Jacques Chirac aveva annunciato che entro pochi giorni si sarebbe deciso il calendario parlamentare relativo a questo dossier; martedì deve arrivare anche il parere della Commissione dell'Unione europea sulla fusione, mentre de Villepin e Breton avevano confermato la decisione di andare avanti, anche se il primo ministro aveva dovuto contemporaneamente annunciare forme forti di concertazione.
Le quali esigono tempo e possibilità di mediazione mentre sul versante parlamentare si presenta faticosa un'operazione di pressing sui parlamentari contrari all'operazione di fusione.
Anche questa scelta viene infatti letta in controluce elettorale per l'impatto che alcuni parlamentari temono potrebbe avere sulle tariffe e sui rimbalzi dei costi e sull'occupazione, nonostante le garanzie fornite più volte su questo terreno dai due gruppi e dallo steso governo. Intanto il governo avrebbe deciso di scindere il progetto di legge che dovrebbe presentare entro il mese in due: uno destinato a recepire la direttiva comunitaria sull'energia e l'altro per modificare la legge del 2004 che fissa al 70% il livello minimo di presenza dello Stato in EDF e GDF.
Il primo potrebbe essere sottoposto ai deputati dell'Assemblea mentre il secondo ai senatori che garantirebbero l'approvazione in prima lettura del provvedimento. A questa linea sembra tuttavia opporsi il capogruppo UMP al senato, Josselin de Rohan, che non vuole discutere un testo non sostenuto dai deputati dello stesso partito.
I tempi dell'operazione stanno diventando essenziali il presidente e direttore generale di Suez Gerard Mastrellet ha detto al Journal du dimanche di sperare che il progetto "sia avviato in modo irreversibile prima dell'estate" e cioé che sia approvato almeno da un ramo del parlamento. Altrimenti la fusione potrebbe saltare; a quel punto cercherebbe "altre opzioni" con l'obiettivo "di proteggere l'avvenire dei 160 mila dipendenti del gruppo". Per Mastrellet comunque "nessuna opzione alternativa darebbe a Francia e Belgio le stesse opportunità della fusione con GDF, né le stesse garanzie per l'approvvigionamento, il lavoro ed i prezzi".
La firma dell'alleanza tra Camfin e Gaz de France è attesa per domani a Milano e dovrebbe dare vita ad una joint venture a maggioranza italiana, alla quale saranno conferiti gli asset italiani del gruppo francese e quelli della Camfin nel gas.
L'operazione non prevede scambi di pacchetti azionari fra i due gruppi.(ANSA).