anonimus08
Forumer storico
Il problema Cipro
La questione di Cipro, intanto, non è stata ancora messa nel cassetto. Il metodo scelto per salvare l’isola non è piaciuto ai mercati. Eurogruppo e Fondo monetario internazionale presteranno 10 miliardi (la quota dell’Fmi sarà probabilmente attorno a 1 miliardo). Gli azionisti, i detentori di obbligazioni e depositanti non assicurati con oltre 100 mila euro della Laiki Bank subiranno un prelievo che li costringerà a sborsare, in totale, sul tavolo 4,2 miliardi di euro. Sono previste inoltre restrizioni ai movimenti di capitale per evitare la grande fuga dall'isola, in particolare di russi e britannici. “Per Cipro tutto questo significa aver evitato la bancarotta e una possibile uscita dall’euro. Almeno per adesso”, spiega una nota firmata da Darren Williams, economista di Alliance Bernstein. “Ma le prospettive per Cipro sono pessime. L’isola rischia di andare incontro a una recessione forse peggiore di quella vista in Grecia. Questo, a sua volta, minaccia di far saltare il piano di risanamento rendendo insufficiente l’aiuto fornito”.
Ma conseguenze potrebbero esserci per l’intera area euro. “Non sorprende che l’attenzione dei mercati sia stata tutta sulla questione dei prelievi bancari”, continua Williams. “Se altri paesi si dovessero trovare in difficoltà e avessero bisogno di chiedere aiuto potremmo trovarci ad assistere a una corsa per ritirare i depositi. L’imposizione di una tassa sui conti correnti costituisce un precedente di cui è difficile prevedere tutte le conseguenze”. Ma il messaggio che arriva da Cipro deve essere chiaro anche agli investitori. “I paesi dell’area euro sembrano sempre più propensi a far pagare anche ai privati le manovre di aiuto ai paesi in difficoltà”, spiega l’economista. “Questo non ha implicazioni immediate sugli altri stati periferici, ma sarà bene ricordarsene se e quando i programmi di riforma non dovessero riuscire a sistemare i debiti pubblici”.
Il caso Slovenia
Tutto ciò ha portato gli operatori a pensare alla Slovenia che, secondo molti osservatori sarà a breve il sesto paese membro dell’Eurozona a chiedere sostegno all’Europa. Nel mirino c’è il sistema creditizio: le sofferenze sui crediti delle banche sono pari a circa 7 miliardi di euro, il 20% del Pil. Anche i dati economici sono pesanti. La crescita ha subìto una riduzione in termini reali del 2,3% rispetto al 2011 per un valore complessivo di 35,47 miliardi di euro (17.244 euro per abitante). Sono crollati i consumi (-2,6%) e gli investimenti (-17%). A complicare il quadro è la bolla immobiliare, il cui scoppio ha messo in crisi banche, proprietari di case e imprese edili.
La questione di Cipro, intanto, non è stata ancora messa nel cassetto. Il metodo scelto per salvare l’isola non è piaciuto ai mercati. Eurogruppo e Fondo monetario internazionale presteranno 10 miliardi (la quota dell’Fmi sarà probabilmente attorno a 1 miliardo). Gli azionisti, i detentori di obbligazioni e depositanti non assicurati con oltre 100 mila euro della Laiki Bank subiranno un prelievo che li costringerà a sborsare, in totale, sul tavolo 4,2 miliardi di euro. Sono previste inoltre restrizioni ai movimenti di capitale per evitare la grande fuga dall'isola, in particolare di russi e britannici. “Per Cipro tutto questo significa aver evitato la bancarotta e una possibile uscita dall’euro. Almeno per adesso”, spiega una nota firmata da Darren Williams, economista di Alliance Bernstein. “Ma le prospettive per Cipro sono pessime. L’isola rischia di andare incontro a una recessione forse peggiore di quella vista in Grecia. Questo, a sua volta, minaccia di far saltare il piano di risanamento rendendo insufficiente l’aiuto fornito”.
Ma conseguenze potrebbero esserci per l’intera area euro. “Non sorprende che l’attenzione dei mercati sia stata tutta sulla questione dei prelievi bancari”, continua Williams. “Se altri paesi si dovessero trovare in difficoltà e avessero bisogno di chiedere aiuto potremmo trovarci ad assistere a una corsa per ritirare i depositi. L’imposizione di una tassa sui conti correnti costituisce un precedente di cui è difficile prevedere tutte le conseguenze”. Ma il messaggio che arriva da Cipro deve essere chiaro anche agli investitori. “I paesi dell’area euro sembrano sempre più propensi a far pagare anche ai privati le manovre di aiuto ai paesi in difficoltà”, spiega l’economista. “Questo non ha implicazioni immediate sugli altri stati periferici, ma sarà bene ricordarsene se e quando i programmi di riforma non dovessero riuscire a sistemare i debiti pubblici”.
Il caso Slovenia
Tutto ciò ha portato gli operatori a pensare alla Slovenia che, secondo molti osservatori sarà a breve il sesto paese membro dell’Eurozona a chiedere sostegno all’Europa. Nel mirino c’è il sistema creditizio: le sofferenze sui crediti delle banche sono pari a circa 7 miliardi di euro, il 20% del Pil. Anche i dati economici sono pesanti. La crescita ha subìto una riduzione in termini reali del 2,3% rispetto al 2011 per un valore complessivo di 35,47 miliardi di euro (17.244 euro per abitante). Sono crollati i consumi (-2,6%) e gli investimenti (-17%). A complicare il quadro è la bolla immobiliare, il cui scoppio ha messo in crisi banche, proprietari di case e imprese edili.