Dow Jones 11.200 e S&P500 = 1.220

SEE FU

IL MACCHINISTA DEL CIUF CIUF 😁
Dow Jones 11.200 e S&P500 = 1.220 sono i massimi di fine aprile e sono anche importanti resistenze statiche. Al primo target manca oramai solo l'1% mentre per il secondo manca un 4%.

Ad ogni modo già se passiamo il Dow = 11.200 ci sarà una bella ventata di ottimismo sulle borse. E mi sa che questa resistenza la passiamo già stanotte. E mi sa tanto che oggi le borse europee fiuteranno la possibilità che questa resistenza venga rotta al rialzo stanotte. Questo significa che oggi c'è da aspettarsi una chiusura in forte rialzo.

Poi....quando anche la resistenza a S&P500 = 1.220 sarà rotta al rialzo... l'ottimismo sui mercati sarà ancora di più.

In ogni caso si tratta di sue resistenze statiche importanti, la cui rottura rialzista dovrebbe indicare l'inizio di un vero ciclo toro, cosa che confermerebbe la mia ipotesi che siamo in onda "1" di un nuovo ciclo rialzista di Elliott.

E se stasera la resistenza a Dow Jones = 11.200 verrà rotta, domani controllate i volumi sulla candela......mi sa che saranno molto elevati!
 
Se più tardi vedete le borse che partono al rialzo è perchè i traders pensano che la resistenza Dow Jones = 11.200 punti venga rotta al rialzo. :D :D :D :D
 
Ciao sefu il 500 ha fatto una figura che da un target a 1240

1000/ 1120 l'asta è la somma dell differenziale ....sarebbe auspicabile un pull back
a 1110 perdendo circa un 6% dai valori attuali ma sono di parte visto che sono quasi 2 ottave che inseguo questa correzione


i volumi x ora li ho solo visti nei ribassi su elliott nn mi pronuncio
anche se come dicono in molti ha un target x tutte le stagioni

ciaociao
 
Ciao sefu il 500 ha fatto una figura che da un target a 1240
Io ho un target leggermente diverso, cioè 1.260 punti.

....sarebbe auspicabile un pull back
Dopo aver toccato il target a 1.260 , ci sarà una piccola correzione, ma probabilmente non andrà sotto i 1.220.

volumi x ora li ho solo visti nei ribassi
Secondo me i volumi arriveranno sopra i 1.220 punti, quando la situazione diventerà più euforica.

su elliott nn mi pronuncio
Elliott, è una bestiaccia, in quanto le conte sono molto soggettive. La maggior parte degli analisti pensa che siamo in onda "B" del vecchio ciclo partito il 9 marzo 2009. Io invece sostengo che è già partito un nuovo ciclo rialzista e adesso siamo in onda 1. La mia teoria sarà confermata qualora si stabilizasse definitivamente sopra i 1.220 punti.
 
Invece la teoria che dice che siamo in onda "B" del vecchio ciclo verrebbe confermata in caso di passaggio di S&P500 sotto 1.130 punti.
 
da www.ftaonline.com di A Magagnoli



"Il quadro macro attuale, sia quello riferito
all'economia Usa sia quello globale, è
aperto a interpretazioni contrastanti. Il
rallentamento dopo l'accelerazione della
parte iniziale dell'anno è evidente (il Pil
Usa del secondo trimestre è più basso
del 50% circa rispetto a quello del primo),
tuttavia non è per niente chiaro se
si tratti solo di una pausa dopo la quale
la ripresa accelererà nuovamente oppure

se il tanto temuto "
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]double dip
", ovvero il
ripiombare in recessione dell'economia
prima di un ritorno alla crescita duraturo
sia ormai inevitabile. Certo, il comparto
immobiliare Usa, il punto di origine della
crisi, non riesce a ripartire (le vendite di
nuove abitazioni sono crollate a luglio del
12%) e di conseguenza anche il mercato
del lavoro stenta (il tasso di disoccupazione
a luglio si è attestato al 9,5%, invariato
rispetto a giugno), ma la Federal
Reserve vigila e si dice pronta ad adottare
anche misure non convenzionali pur
di evitare il ritorno ad una crescita stentata
o addirittura negativa. E se la Fed
dice che farà il necessario per sostenere
l'economia c'è da crederle, almeno fino a
quando l'inflazione rimarrà contenuta e
tutti gli sforzi potranno essere indirizzati
verso il sostentamento della crescita. Il
problema è che anche nella migliore delle
ipotesi, senza l'insorgere di nuovi elementi
negativi fino ad ora incogniti, la ripresa sarà
un affare del 2011 e degli anni successivi e
non di quello in corso. Di questo almeno
è sembrato convinto
Bernanke nel suo intervento di fine agosto
a Jackson Hole.
Gli investitori tuttavia non hanno aspettato
di sentire le parole di Bernanke e si sono
mossi molti prima, anticipando quindi le
constatazioni dei

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]policy maker [/FONT][/FONT]sullo stato
dell’economia. Già da tempo i risparmiatori
sembravano aver capito infatti che non
era il momento di investire in azioni. Secondo
i dati dell'

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]Investment [/FONT][/FONT]Company
Institute (o ICI, la associazione nazionale
delle compagnie di investimento americane
i cui membri gestiscono attività
per 11,18 trilioni di dollari circa) nella
settimana fino al 18 agosto i fondi
azionari hanno subito un deflusso di
2,8 miliardi di dollari, il doppio rispetto
all'ottava precedente, archiviando la
sedicesima settimana consecutiva di
calo per un totale di 50 miliardi di
deflusso rispetto all'anno precedente. I
fondi obbligazionari risultavano invece
in crescita, sempre nella settimana fino
al 18 agosto, per 750 milioni circa. Nel
2010 si è realizzata la serie più lunga
da 23 anni a questa parte di dati di
raccolta mensili che mostravano una
maggiore capacità di attrazione dei
risparmi da parte dei fondi obbligazionari
rispetto agli azionari, ovvero dal
crollo dell'azionario del 1987. Tornando
agli azionari, l'ultima ottava che ha
visto una loro crescita era stata quella
terminata in 28 aprile.


Evidentemente le azioni erano percepite
come troppo rischiose: il ricordo delle
pesanti perdite subite durante la crisi iniziata
nel 2007 era ancora intatto e non
appena il rimbalzo visto dai minimi del
2009 ha perso forza la paura di rimanere
nuovamente scottati ha prevalso sulla
ricerca di ulteriori guadagni. Del resto,
anche se certe scelte sono state forse il
risultato dell'emotività (l'uscita dall'azionario
negli Usa è iniziata come detto già ad
aprile, in tempi non sospetti, quando ancora
era fresco il ricordo del dato sul Pil
Usa del primo trimestre in crescita del
3,7%), i dati statistici sembrano confermarne
la validità: la volatilità storica dell'indice
S&P500, ovvero una misura della sua rischiosità,
calcolata in questo caso a 3 mesi,
è attualmente nell'ordine del 21%, quella
dei Bond trentennali Usa dell'11%. Al
tempo stesso la variazione a tre mesi per
l'indice di borsa è stata dello 0% circa,
quella del T-Bond del 9,7%. In altre parole
l'obbligazionario ha permesso di guadagnare
di più rischiando meno. Ed è proprio
questa anomalia che suggerisce di
guardare con attenzione allo stato attuale
delle cose, in cerca di segnali di incertezza
delle tendenze evidenziate fino ad ora da
bond ed azioni. Possibile che questa festa
continui ancora per molto ?
Dal momento che in economia il pranzo
gratis non esiste (​
[/FONT]
[/FONT]
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]there ain't no such thing[/FONT][/FONT][FONT=GillSansLight,Italic]
[FONT=GillSansLight,Italic]as a free lunch [/FONT]

[/FONT]
recitano gli anglosassoni)
alla fine qualcuno il conto lo dovrà pagare.
Sul finire dell’estate quelli che sembrano
avere di più da perdere sono i risparmiatori
investiti in obbligazionario. Se le azioni
viaggiano infatti a metà strada circa tra i
massimi del 2007 ed i minimi del 2009
(o almeno quello è lo stato di S&P500 e
Dax) i Bond tedeschi ed americani erano
a fine agosto sui massimi storici o
poco al di sotto (quelli Usa). Sulla spinta
dell’emotività sarebbe forse naturale
chiudere le posizioni in acquisto sui
bond in attesa di entrare sulle azioni. Il
problema è che seguendo questo impulso
probabilmente una operazione di
questo tipo sarebbe già stata fatta più
volte nel corso dell'ultimo anno. Ad
inizio 2010 infatti il


[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]Bund future [/FONT][/FONT]era a
quota 117,50 circa, quante volte, nel
percorso che ha portato i prezzi a quota
132,50 circa a fine agosto, ci sarebbe
stata la tentazione di scommettere sulla
fine del rialzo solo perché le quotazioni
erano salite in modo ritenuto eccessivo?
L’emotività è spesso nemica dei risultati,
la tendenza a chiudere troppo presto
posizioni che guadagnano ed a chiudere
troppo tardi posizioni che perdono è
uno dei connotati tipici dell’investitore.
La situazione venutasi a creare a fine
estate ci permette di mettere in luce
l’utilità dello strumento dell’analisi tecnica
nell’imbrigliare questa emotività.
L’analisi tecnica può infatti fornire una
risposta alla domanda “cosa devo fare
ora?” che il risparmiatore si pone vista la
criticità dei valori raggiunti, per quello che
riguarda la situazione contingente soprattutto
per le quotazioni dei titoli di Stato.
Uno dei fondamenti dell'analisi dei grafici è
che la tendenza è l'amica dell'investitore
(


[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]trend is my friend [/FONT][/FONT]si legge in tutti i testi più
diffusi), uscire dai

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]bond [/FONT][/FONT]che stanno guadagnando
per tornare sulle azioni solo perché
i primi sono saliti in modo molto evidente
sarebbe stata nel corso degli ultimi
mesi, in base a questo postulato, una strategia
errata.
Premesso che individuare, a priori, massimi
e minimi di un mercato è una utopia,
l'idea è quella di rimanere con la tendenza
fino a che non si manifestino segnali che
ne facciano presagire una inversione. In
altre parole, la strategia giusta in una situazione
come quella venutasi a creare nel
corso degli ultimi mesi era di non cambiare
nulla del proprio portafoglio, ma di
individuare quei livelli al di sotto (per i
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]bond


[/FONT]
[/FONT]
) o al di sopra dei quali (per le azioni)
le cose sarebbero cambiate. Ma quali strumenti
dell’analisi dovrebbe saper utilizzare
il risparmiatore per poter supportare le
proprie scelte di gestione
dell’investimento? Come vedremo già con
il ricorso ad elementi molto semplici, come
le medie mobili e le linee di tendenza,
è possibile iniziare a riconoscere quali
potrebbero essere i punti di svolta salienti
del mercato.
Nel caso dei future obbligazionari la fase
rialzista vista nel mese di agosto è stata
così rapida da lasciare molto lontano le
medie mobili tradizionalmente utilizzate
per valutare la tendenza di medio termine:
per il Bund future la media a 100 giorni
passava a fine agosto a 128,25 punti circa,
a 126 circa per il future sul T-Bond, entrambe
troppo distanti per essere utilizzabili
in un contesto operativo. Attendere
fino a che il bond Usa non fosse tornato
sotto area 125 prima di accorgersi che la
tendenza, almeno quella di breve, era
mutata sarebbe stato veramente troppo.
Meglio fare riferimento, per quello che
riguardava il T-Bond, alla linea di tendenza
che saliva dai minimi di aprile, passante a
130 punti circa (le quotazioni del derivato
Usa sono state convertite in forma decimale
e arrotondate al prossimo 1/100 di
punto).
Movimenti fino a quei livelli potevano
dimostrarsi infatti solo una pausa temporanea
dell'


[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]uptrend [/FONT][/FONT]mentre la violazione
di quel supporto, avvenuta poi ad
inizio settembre, potrebbe dare ora
luogo ad approfondimenti ben più estesi,
con primo

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]target [/FONT][/FONT]sulla citata media a
100 giorni e successivo a 123,40 circa,
massimi di ottobre e novembre 2009. In
base all’utilizzo di questi strumenti quindi
il trend dei titoli governativi Usa (in questo
caso i trentennali) avrebbe subito
una battuta di arresto proprio quando
da più fonti si sono sollevate perplessità
sulla capacità di evitare il ritorno in recessione
da parte dell’economia Usa e
di quella europea. Ancora una volta
quindi i mercati sembrerebbero avere
anticipato l’evoluzione dell’economia
reale. Attualmente, mentre scriviamo sul
finire dell’estate, sembra di essere proprio
nel corso di una fase di inversione. I
titoli di Stato Usa hanno inviato infatti
come visto segnali di debolezza dopo
una lunga corsa al rialzo, e quelli tedeschi
potrebbero fare lo stesso a breve.
Se anche le azioni girassero con convinzione
al rialzo l’inversione sarebbe completata,
con il passaggio di testimone dai
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]bond


[/FONT]
[/FONT]
all’ [FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]equity[/FONT][/FONT]. Il ricorso all’analisi tecnica
dovrebbe servire proprio per certificare
questo mutamento. E’ infatti possibile
che i mercati abbiano immaginato un
evolversi drammatico della situazione,
un ritorno verso la recessione, il "

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]double[/FONT][/FONT][FONT=GillSansLight,Italic]
[FONT=GillSansLight,Italic]dip[/FONT]

[/FONT]
" del quale molti hanno evocato, che
invece forse non ci sarà. Dopo essere
stati bombardati dall'evocazione di scenari
pesantemente negativi, l'aver scoperto
che le revisioni per la crescita del
Pil per i prossimi mesi sono in definitiva
marginali, nulle come abbiano visto per
l'economia globale, gli operatori potrebbero
essersi detti "tutto qui?". Ecco quindi
che letture di dati macro meno peggiori
del previsto, i cosiddetti "

[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]less bad[/FONT][/FONT][FONT=GillSansLight,Italic]
[FONT=GillSansLight,Italic]data[/FONT]

[/FONT]
", anche se non positive in termini
assoluti, hanno permesso ai listini di
recuperare, seppure solo marginalmente,
forza. Paradossalmente quindi, anche
se con modalità già viste altre volte in
passato, è possibile che in concomitanza
con una constatazione di peggioramento
delle prospettive economiche la borsa
metta a segno un rialzo ed invece i prezzi
dei
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]bond [/FONT][/FONT]subiscano una contrazione.

Nel caso del​
[FONT=GillSansLight,Italic][FONT=GillSansLight,Italic]Bund future [/FONT][/FONT]la linea tracciata
dai minimi di aprile non è troppo
distante dalla media a 100 giorni trovandosi
infatti in area 128. A 128 si colloca
anche il 61,8% di ritracciamento del
rialzo dai minimi di fine luglio. Area 128
è quindi il primo livello da tenere sotto
osservazione per ricavare segnali di debolezza
del trend al rialzo (ed eventualmente
quindi di alleggerimento della

componente obbligazionaria del portafoglio).


...continua

"

 
Pazzesco vedere come la gente passi da shortista convinta, a longhista convinta!!!!!

Io invece SEE, dico che arriva na botta in giù sull'azionariato, che chi sarà long rimarrà incastrato da paura!!!
 
ehi See-Fu ma il TS rialzista rotto al rialzo su S&P lo hai visto ???

Te lo allego di seguito.... da paura!!! :D
 

Allegati

  • S&P_TS_rialzista.jpg
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Io invece SEE, dico che arriva na botta in giù sull'azionariato, che chi sarà long rimarrà incastrato da paura!!!

Io sono rialzista per due motivi:

1) Se tu guardi i grafici degli indici di borsa non è molto chiaro, tuttavia se guardi i grafici di molte small caps ti rendi conto che il mercato deve salire. Ci sono tante piccole capitalizzazioni che sono crollate tantissimo e adesso lateralizzano (segnale rialzista!).

2) Il rendimento delle obbligazioni a lungo termine (BTP, BUND e T-BOND) è inferioreai rendimenti di dividendo di titoli come ENI ed ENEL. Quindi il mercato azionario è sottovalutato rispetto al mercato obbligazionario ed è probabile il trasferimento di liquidità dalle obbligazioni verso le azioni.
 
Io ho un target leggermente diverso, cioè 1.260 punti.


Dopo aver toccato il target a 1.260 , ci sarà una piccola correzione, ma probabilmente non andrà sotto i 1.220.


Secondo me i volumi arriveranno sopra i 1.220 punti, quando la situazione diventerà più euforica.


Elliott, è una bestiaccia, in quanto le conte sono molto soggettive. La maggior parte degli analisti pensa che siamo in onda "B" del vecchio ciclo partito il 9 marzo 2009. Io invece sostengo che è già partito un nuovo ciclo rialzista e adesso siamo in onda 1. La mia teoria sarà confermata qualora si stabilizasse definitivamente sopra i 1.220 punti.


la borsa è bella xchè ognuno vede cio che vuole vedere ...

se arrivasse a 1260 senza pull e con questi volumi......
sarebbe un 22% di salita ininterotta :eek:robe da teletrasporto

c'è disoccupazione in usa al 10%(in europa e anche peggio e se nn riparte il mkt del lavoro la vedo dura che ripartano i CONSUMI) il mkt immobiliare sembra nn abbia fatto bottom ....
e i governament sono sui massimi assoluti:eek: di sempre ...io tutta questa euforia nn la vedo ma nn sara' certo la mia lettura a cambiare i corsi
e i dati macro lasciano il tempo che trovano

io invece vedo un ritorno del cross a 1,27 il n100 a 1900 e il 500 a 1110

al mercato la parola...


su elliott nn mi pronuncio ma ti posso assicurare che i suoi massimi esponenti dicono che i minimi dell 2009 nn sono quelli definitivi

MENTRE SCRIVO IL N100 vale 2067 il 500 1174
 

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