ECONOMIA E FINANZA COMPORTAMENTALE (1 Viewer)

BottoniM

Nuovo forumer
Buonasera a tutti,
premetto che, bensì mi capiti spesso di leggere e rispondere, è la prima volta che propongo una discussione "tutta mia".
Vorrei sapere cosa ne pensate in generale della finanza e dell'economia comportamentale.
Per chi non fosse a conoscenza della materia: si tratta sostanzialmente dello studio del ruolo che la nostra psiche ha nei nostri processi decisionali in ambito economico e finanziario. Nello specifico, per quanto riguarda la finanza comportamentale, tutti noi sappiamo bene che il mercato è un essere che gode di propria vita ed in fin dei conti, seppur talvolta possa apparire prevedibile, non lo è affatto, dal momento in cui è costituito e popolato da agenti umani e dunque per definizione imperfetti nelle proprie scelte.
Negli ultimi anni si legge spesso di quanto il fattore emotivo influenzi le scelte di risparmio ed investimento e non vi nascondo che personalmente mi sto avventurando in maniera sempre più seria all'interno di questo settore.
Vorrei dunque sapere la vostra.
E' importante tenere conto dell'esistenza dei bias (trappole comportamentali) quando si investe? L'emotività gioca un ruolo fondamentale? Vi è mai capitato di rendervi conto di aver sbagliato a causa dell'emotività?
 

black-opal

Vivere è pericoloso perchè si può morire
La finanza comportamentale è essenziale perchè l'emotività, l'ego, ed i bias cognitivi colpiscono non solo l'uomo comune ma anche gli esperti di finanza.
Come soluzione (parziale) credo che servano tre cose essenziali, la conoscenza della storia dei mercati finanziari, l'avere un piano per i propri investimenti e obbiettivi, e la disciplina per tenere a freno l'emotività.
Nel mondo degli investimenti passivi tra i più giovani viene spesso proposto il "vwce and chill" ... sarei proprio curioso di sapere (adesso) quanti di coloro che abbracciano tale filosofia la rispetteranno per i prossimi 20 anni.
È necessario essere coinvolti negli investimenti con denaro reale per sentire il tributo emotivo e mentale che può comportare e imparare a superarlo. Si possono leggere libri su come si sono comportati gli investitori durante il panico e l'euforia dei mercati, ma finché non li si vive, non si scopre come si reagisce e non si commettono errori in prima persona. La paura ha un impatto sulla mente e sul corpo che rafforza il pensiero a breve termine, perchè toglie la concentrazione, alimenta il pessimismo, amplifica lo stress e l'ansia, attiva l'avversione alle perdite e ci porta a reazioni eccessive.
Come ho letto una volta ... "agire in fretta e pentirsi con calma è senza dubbio un problema".
 

BottoniM

Nuovo forumer
La finanza comportamentale è essenziale perchè l'emotività, l'ego, ed i bias cognitivi colpiscono non solo l'uomo comune ma anche gli esperti di finanza.
Come soluzione (parziale) credo che servano tre cose essenziali, la conoscenza della storia dei mercati finanziari, l'avere un piano per i propri investimenti e obbiettivi, e la disciplina per tenere a freno l'emotività.
Nel mondo degli investimenti passivi tra i più giovani viene spesso proposto il "vwce and chill" ... sarei proprio curioso di sapere (adesso) quanti di coloro che abbracciano tale filosofia la rispetteranno per i prossimi 20 anni.
È necessario essere coinvolti negli investimenti con denaro reale per sentire il tributo emotivo e mentale che può comportare e imparare a superarlo. Si possono leggere libri su come si sono comportati gli investitori durante il panico e l'euforia dei mercati, ma finché non li si vive, non si scopre come si reagisce e non si commettono errori in prima persona. La paura ha un impatto sulla mente e sul corpo che rafforza il pensiero a breve termine, perchè toglie la concentrazione, alimenta il pessimismo, amplifica lo stress e l'ansia, attiva l'avversione alle perdite e ci porta a reazioni eccessive.
Come ho letto una volta ... "agire in fretta e pentirsi con calma è senza dubbio un problema".
Assolutamente d'accordo con quanto detto. Oltre a ciò aggiungo: quante volte i bias colpiscono non solo l'operatività, ma anche la pianificazione? fare "VWCE and chill" e sentirsi totalmente liberi da qualsiasi tipo di condizionamento solo perchè effettivamente lo lascio li e me ne dimentico è, in fin dei conti, non dico semplice ma scontato. Quanti però si chiedono se è adatto, se si è tenuto conto di tutti i propri obiettivi, se non si sta perdendo a causa del costo/opportunità di altre operazioni non eseguite etc. etc. .
In sostanza io sono fermamente convinto che il lato comportamentale non sia da combattere solo sul "campo di battaglia" cercando di ignorare i vari bias che ti colpiscono in corso d'opera, ma anche e soprattutto nella fase stessa di impostazione strategica. In fin dei conti, se si sbaglia all'inizio, si sbaglia un pò tutto.
 

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