Educazione sessuale oggi

Ho trovato un interessante articolo.
Tempo fa dicevo che non mi ero ancora fatta un'opinione sull'esistenza o meno del punto G.
:-o
L'articolo parla proprio di quello....

Eccolo
http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/news/articolo/lstp/458123/

La notizia conquista sempre le prime pagine quando si parla di Punto G, forse perché nell’immaginario collettivo questo misterioso punto di piacere femminile in definitiva non è mai davvero stato accertato – benché qualche tempo fa fosse uscito un articolo che ne decretava l’esistenza. Infatti, a tale proposito, non tutti erano d’accordo sia all’estero che in Italia.
A non essere d’accordo, qui nel nostro Paese, era il sessuologo dottor Vincenzo Puppo che a suo tempo ci rilasciò un’intervista esclusiva (poi ripresa non si come anche da altri) in cui spiegava perché la notizia della scoperta del Punto G non poteva essere vera.

Oggi, il dottor Puppo – medico e ricercatore/scrittore del Centro Italiano di Sessuologia – ritorna a parlarci del perché il Punto G non esiste dopo che è uscito un suo intervento sulla versione online (in attesa di stampa) della prestigiosa rivista mondiale di ginecologia International Urogynecology Journal, in cui spiega come il punto G è diventato, grazie anche ai mass media di tutto il mondo, un grande business.

Il termine Grafenberg spot (G-spot, Punto G) è stato inventato 30 anni fa da Addiego, Beverly Whipple (una infermiera) e altri, nel 1981: un “punto” erotico sensibile localizzato nell’uretra pelvica femminile e palpabile, stimolabile, attraverso la parete vaginale anteriore. L’esistenza del punto G è una controversia tra sessuologi che dura 30 anni.
«Grafenberg nel 1950 non ha scopeto nessun punto sensibile nell’uretra femminile e il suo articolo non parla di un orgasmo delle ghiandole uretrali – ci spiega il dott. Puppo – È un dato di fatto che non esiste nessuna immagine anatomica ed ecografica del punto G, e le ghiandole dell’uretra (prostata femminile) non possono scatenare un orgasmo. Addiego, Whipple, Perry, Jannini (un andrologo), e altri, nei loro articoli hanno “mescolato” le parole di Grafenberg scritte nelle pagine 146 e 147 del suo articolo, “confondendo” il corpo spugnoso dell’uretra femminile descritto da Grafenberg, con le ghiandole uretrali. Questi autori potrebbero anche essere accusati di aver utilizzato il nome di Grafenberg per dare l’impressione che i loro studi avessero una base scientifica».

Il dottor Puppo è molto determinato in questo e ribadisce le idee. «Emmanuele Jannini, e altri, hanno dichiarato nel 2008 di aver fotografato il punto G – sottolinea il sessuologo italiano – ma nell’articolo pubblicato dal Journal of Sexual Medicine non c’è nessuna foto del punto G! Recentemente il Dr. Ostrzenski, sempre nel Journal of Sexual Medicine, ha scritto e dichiarato ai mass media di tutto il mondo (vedi la precedente intervista a Benessere del dott. Puppo) di aver trovato nel cadavere di una donna di 83 anni il punto G, ma nel suo articolo non c’è nessuna prova anatomica e sessuologica che confermi la sua dichiarazione: è solo una sua opinione personale, senza dati scientifici. Inoltre il Dr. Ostrzenski dichiara nell’articolo di non avere conflitti di interesse: affermazione “inopportuna” perché lui propone e fa interventi di chirurgia estetica vaginale compreso l’ampliamento del punto G», cosa che si commenta da sola.

Niente Punto G dunque. La speranza per le donne di contare su un “punto” in più per il proprio piacere svanisce come fumo nell’aria… ammesso che ne sentissero davvero il bisogno.
«La controversia sul punto G è una bufala mondiale – continua Puppo – i sessuologi discutono da 30 anni su “niente”! Il punto G non deve essere più identificato con il nome di Grafenberg. Il punto G è diventato il centro di un business multimilionario, ma tutti i dati scientifici pubblicati finora confermano che il punto G non esiste e quindi il suo ampliamento chirurgico è una procedura inutile, inefficace. I termini orgasmo vaginale/uterino/clitorideo, eiaculazione femminile, punto G/A/C/U/K, e ampliamento del punto G, non devono più essere usati da sessuologi, urologi, ginecologi, mass media, e da tutte le donne. Le dichiarazioni fatte in numerosi articoli da Addiego,Whipple, Perry, Jannini, Buisson, O’Connell, Brody, Ostrzenski, e altri, non hanno basi scientifiche. Sessuologi, ginecologi, esperti in medicina sessuale, devono divulgare certezze per tutte le donne, non ipotesi. La definizione di fare sesso/fare l’amore/rapporto sessuale completo, deve essere unica, semplice, facilmente comprensibile, clinicamente utile, specifica e che rifletta le correnti conoscenze scientifiche: orgasmo per entrambi i partner, con o senza il rapporto vaginale (definizione per tutti gli esseri umani)».
Grazie dottor Puppo.
 

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