A margine del Meeting di Rimini il numero uno della società (
quotazioni e grafici di Eni), Paolo Scaroni, ha confermato
l’interesse della società petrolifera per le attività che il gruppo British Petroleum potrebbe decidere di cedere dopo il tremendo disastro ecologico causato dalla sua piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, al largo delle coste della Louisiana.
Il cane a sei zampe, in questa eventualità, sfrutterebbe l’esercizio del suo diritto d’opzione in quelle iniziative in cui è diretta socia con il colosso britannico. Ad esempio, ha indicato Paolo Scaroni,
per Eni sarebbero interessanti gli asset in Egitto e Indonesia. Ma non sembra, almeno attualmente, che British Petroleum intenda cedere tali attività.
Il manager ha poi confermato le voci di una trattative, con il governo kazako, su
un possibile ingresso della compagnia kazaka KazMunaiGas nel consorzio per lo sfruttamento del giacimento di Karachaganak. Questo giacimento è l’unico, tra quelli kazaki, che non vede la presenza della compagnia nazionale e l’esecutivo di Astana, quando si è conclusa la trattativa per il giacimento del Kashagan, ha espresso la volontà di entrare anche nella quota del Karachaganak. Le percentuali di partecipazione, però, non sono ancora state definite.
Sul futuro, infine, Paolo Scaroni ha dichiarato di essere
disposto ad accettare un altro mandato alla guida di Eni, smentendo di fatto chi lo dava interessato a scendere in campo per la futura presidenza di Confindustria.
un boccone... a dopo...