ETF Smart Beta (1 Viewer)

alingtonsky

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Cosa sono gli ETF Smart Beta e come funzionano | Blog-Investimenti.it

Redazione , 17 luglio 2014

Nell’ultimo periodo gli ETF Smart Beta stanno prendendo sempre più piede. Ma che cosa sono esattamente? Come si distinguono dai normali ETF? Quali sono vantaggi e svantaggi?

... Il termine ETF sta ad indicare una particolare tipologia di fondi negoziati in borsa come fossero azioni, a gestione passiva e che replicano fedelmente il benchmark a cui si riferiscono.
Tra i principali vantaggi di questi strumenti ci sono: diversificazione, flessibilità e riduzione del rischio rispetto alle azioni tradizionali.

Che cosa sono gli ETF Smart Beta?

Quando si parla di Smart Beta non esiste una definizione univoca, tuttavia possiamo affermare che con questo termine si identificano gli ETF che cercano di fornire una over performance sul benchmark di riferimento.
Gli ETF Smart Beta si caratterizzano in quanto non si limitano a replicare passivamente la capitalizzazione del benchmark (indice di riferimento). La loro nascita, ed il relativo sviluppo, deriva proprio da questa loro capacità di contrastare la debolezza degli indici basati sulla capitalizzazione di mercato.

Quali sono le tipologie di Smart Beta?

Di tipologie ETF Smart Beta ne esistono 5, vediamo caratteristiche e differenze:
Momentum: indici che utilizzano titoli che hanno mostrato, in un determinato periodo, un miglior rendimento e ai quali viene stabilito una sorta di punteggio, il momentum appunto.
Low Volatility: volatilità ed ampia esposizione sul mercato azionario queste sono le caratteristiche principali di questi ETF i quali risultano particolarmente indicati per chi è alla ricerca di maggior stabiltà del proprio portafoglio.
Equal weighted: i titoli hanno lo stesso peso indipendentemente dalla loro dimensione economica, in altre parole ogni società (piccola o grande che sia) viene considerata allo stesso modo. Questi indici riducono la volatilità ma richiedono un continuo bilanciamento del portafoglio che comporta costi di transazione.
Dividend weighted:i titoli di questi indici vengono selezionati in base ad un unico criterio, ossia la politica di stacco dei dividendi. In altri termini vengono selezionate solo le società stabili e consolidate.
Fundamental weighted: questi indici selezionano i sottostanti in base a specifiche misure finanaziarie fondamentali (es. cash flow, book value ecc.) ed il loro obbiettivo è quello di ridurre gli effetti di eventuali bolle di mercato.
Pro e contro degli ETF Smart Beta

Una posizione ferma in base a questa nuova tipologia di ETF non esiste. I principali esperti si dividono tra chi li ritiene dei validi strumenti e chi, al contrario, dubita dell’efficienza degli ETF Smart Beta. Anzi molti non ci vedono nulla di speciale.

Rob Arnott, presidente Research Affiliates, definisce astuto il nome che è stato dato a questi strumenti ma sottolinea come questi non siano altro che “beta alternativi, diversi” e nulla più.
http://www.blog-investimenti.it/category/investimenti-finanziari/
Della stessa idea sembra Ursula Marchioni - Head of iShares EMEA Equity Strategy & ETP Research - la quale dichiara che “non ha senso definire smart (intelligente, furbo) questi strumenti perché per ciascuno di essi esistono situazioni di mercato in cui risultano vincenti, ma anche altre da cui escono perdenti”.
La verità, come spesso succede in questi casi, sta nel mezzo. Per utilizzare le parole di Arnott ”gli etf smart betain realtà non sono più intelligenti o più stupidi degli altri, semplicemente funzionano in modo diverso”.
Questi strumenti si collocano a metà strada tra una gestione passiva ed una gestione attiva.

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alingtonsky

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https://www.justetf.com/it/news/etf/che-cos-e-un-etf-smart-beta.html


4 giugno 2015 Petra Dentlinger
Un prodotto che cerca di combinare il meglio dell'investimento attivo e passivo sembra troppo bello per essere vero, ma è veramente così? Ecco cosa c'è da sapere.

L'obiettivo dell’Exchange Traded Fund (ETF) Smart Beta è quello di battere il mercato o replicarlo assumendosi meno rischi. Ciò è esattamente ciò che spera di fare un prodotto di investimento attivo. Tuttavia gli ETF Smart Beta seguono anche un indice ed offrono la semplicità, la trasparenza ed i bassi costi che sono i tipici vantaggi dei veicoli di investimento passivo che hanno l'unico scopo di eguagliare il mercato.

Possiamo veramente avere il meglio di entrambi i mondi?

Gli ETF Smart Beta cercano di esplorare le anomalie degli investimenti in quanto si sa che nel lungo periodo battono il mercato.

Per esempio, il gruppo di società sottovalutate, di società ad elevata redditività, di piccole società e società i cui prezzi azionari sono saliti nel corso degli ultimi 12 mesi, che hanno una lunga storia di performance extra.

Il segreto è creare un indice che scarti le società che non sono conformi al profilo Smart Beta e che si concentri su quelle che lo sono.

Per comprendere meglio questo concetto, consideriamo come lavora un ETF puramente passivo. Esso di solito segue un indice di capitalizzazione di mercato, per esempio il FTSE MIB o l'S&P 500.

I titoli azionari presenti in questi indici vengono seguiti in modo direttamente proporzionale al loro valore di mercato. In altre parole, se Apple vale il 5% del valore di mercato di tutte le società dell'indice allora, si darà ad esso il 5% della quota dell'indice.

Un ETF che replica questo indice deterrà pertanto il 5% delle sue attività in Apple.

E' detenendo gli stessi titoli azionari del mercato (nella misura dell'indice) e nella stessa misura, che permette ad un ETF passivo di cercare di offrire gli stessi rendimenti del mercato.

Questo è un processo relativamente semplice in quanto è l'indice stesso che automaticamente determina le decisioni di investimento del gestore del fondo. E' per questo che gli ETF possono caricare commissioni estremamente basse.

Per contro, un indice Smart Beta che segue, per esempio le società sottovalutate, applica una formula all'indice di mercato al fine di sovrappesare i titoli azionari che sembrano a sconto e sottopesare quelli che sembrano a premio.

Apple può fare solo l'1% di questo indice Smart Beta o può non essere detenuto o potrebbe essere pesato al 10% se la formula ha valutato Apple come sottovalutata rispetto al resto del mercato.

Facendo uso della formula per pesare il suo indice in favore delle società a sconto, l'ETF spera di battere il mercato detenendo maggiormente quelle tipologie di titoli azionari che storicamente hanno registrato performance extra.

Tuttavia, si deve tener conto del fatto che i concetti dell'indice smart beta possono essere di per se complessi e richiedono un accurato studio. Inoltre, gli indice Smart Beta tendono ad essere più costosi ed a mostrare più elevati volumi di affare dei sottostanti. Ciò nonostante, tendono ad essere più economici rispetto alle loro controparti attive.

Perché dovrebbe funzionare?

Perché gli analisti e gli accademici leader del mondo finanziario hanno studiato in profondità i dati per scoprire quali tipologie di strumenti finanziari hanno dato i migliori rendimenti lungo il corso della vita dei mercati.

Allo stesso modo, i titoli azionari battono i titoli di stato e le obbligazioni nel corso del tempo perché gli investitori si aspetto di essere ricompensati per aver investito in attività più rischiose. Gli accademici hanno scoperto che gli strumenti finanziari hanno registrato performance extra superiori rispetti ai loro concorrenti perché sono più rischiosi o perché in qualche modo confondono il comportamento umano facendoli essere sottovalutati.

Gli accademici hanno sviluppato anche delle formule che ci aiutano ad identificare queste categorie speciali di strumenti finanziari conosciute come gli stili o fattori di investimento. Sono questi fattori o formule che supportano gli ETF Smart Beta.

Ci sono svariati fattori la fuori ma i seguenti sono i cinque fattori più validi e di successo:

Valore - le società di valore sono aziende lente, non attraenti che sono spesso accollate dal debito, da dividendi volatili e da alti tassi di rischio di profitto. La loro posizione sembra debole e tendono a essere pesantemente puniti durante i periodi di recessione. Gli investitori sono noti per sottovalutare questi titoli azionari rispetto alle aziende più attrattive ad alta crescita come le start up tecnologiche. Ciò dimostra perché la relativa economicità delle aziende di valore può essere fonte di sostanziosi rendimenti futuri.

Bassa capitalizzazione - le aziende più piccole sono più rischiose rispetto a quelle ad elevata capitalizzazione in quanto sono più vulnerabili agli eventi sfavorevoli. Per esempio, una gestione sbagliata, un perdita di personale chiave, un cambiamento di regolamentazione o predazioni da parte dei più grandi concorrenti può danneggiare l'outlook di un'azienda piccola. Gli investitori che puntano su di esse si aspettano un più sostanzioso rendimento dell'investimento per aver assunto un maggiore rischio.

Qualità - nel lungo periodo le società che utilizzano il loro capitale nel modo più efficace tendono a registrare performance extra rispetto ai concorrenti meno efficienti. Per esempio, una società che sta investendo molto nella ricerca e sviluppo è più probabile che possa generare prodotti innovativi che la rendono capace di cogliere l'occasione negli anni a venire. Ciò nonostante, gli investitori spesso sottovalutano le aziende di qualità perché la loro politica di spesa le fa sembrare più propense a registrare un performance inferiore rispetto ai concorrenti che tagliano le spese.

Momentum - I titoli azionari in salita tenderanno a salire nel breve periodo (12 mesi o meno) mentre quelli in discesa continueranno a scendere. Ciò sembra essere dovuto al fatto che gli investitori tendono a reagire eccessivamente o troppo poco alle notizie. Per esempio, si spingono i prezzi di una società apprezzata a nuovi massimi con scarse evidenze, mentre si resta ostinatamente aggrappati ad una perdente, anche a fronte di altre cattive notizie.

Bassa volatilità - titoli azionari a bassa volatilità hanno storicamente offerto rendimenti simili a quelli del mercato ma con un rischio significativamente più basso. Le società a bassa volatilità tendono ad essere gruppi grandi e non ciclici che resistono alle recessioni. Per esempio, abbiamo bisogno di società di servizi per mantenere l'energia elettrica nelle nostre case a qualunque costo, pertanto, i loro profitti non vengono colpiti negativamente anche durante i tempi difficili. Ciò nonostante, i profitti difficilmente salgono durante i periodi di boom in quanto, per esempio, le persone non tendono a mantenere il riscaldamento durante l'intera giornata solo perché possono.

Sebbene tutti e cinque i fattori sopra citati hanno registrato storicamente significative performance extra rispetto al mercato, non vi è garanzia che esse continuino a farlo in futuro. Inoltre, i fattori possono cadere in disgrazia ed essere in ritardo rispetto al mercato per molti anni.

Assumendosi questi rischi, gli investitori si aspettano di essere compensati con maggiori rendimenti nel momento in cui le condizioni economiche ed il sentiment causano fattori individuali di ripresa.

Storicamente, i fattori "Valore", "Momentum" e "Bassa capitalizzazione " sono pro-ciclici. Loro rendono particolarmente bene nei periodi di crescita economica e di salita dell'inflazione e dei tassi di interesse. Dall'altro lato, "Qualità" e "Bassa volatilità" sono difensivi ed offrono performance extra nei periodi di crisi.

I nuovi investitori dovrebbero pertanto comprendere che la promessa dello Smart Beta di offrire rendimenti superiori a quelli di mercato non necessariamente si traduce in realtà e potrebbero dover sopportare anni di performance inferiori prima di rientrare dell’investimento fatto.

Ciò nonostante, i principali fattori citati qui sopra hanno mostrato di lavorare su molteplici paesi, classi di attività e decadi. E' per questo che Smart beta è diventato così popolare.

O meglio ancora, alcuni di questi fattori hanno basse correlazioni tra di loro pertanto, la performance inferiore di uno può spesso essere compensata con la performance superiore di un altro. Per esempio, il valore è noto per avere una correlazione bassa o negativa con la profittabilità ed il momentum.

...

https://www.justetf.com/it/news/etf/che-cos-e-un-etf-smart-beta.html




http://www.ilsole24ore.com/art/fina...convengono-davvero-203620.shtml?uuid=ABKWDKbBhttp://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-07-16/investire-gli-etf-smart-beta-ecco-che-cosa-sono-e-perche-piacciono-ma-convengono-davvero-203620.shtml?uuid=ABKWDKbBhttp://www.ilsole24ore.com/art/fina...convengono-davvero-203620.shtml?uuid=ABKWDKbB


http://www.investopedia.com/terms/s/smart-beta.asp
 

alingtonsky

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16/02/2015|18:30
iShares amplia la gamma di Etf smart beta quotati sul mercato italiano
Otto Etf sono focalizzati sui fattori di rendimento (value, size, quality e momentum), mentre quattro sono di tipo minimum volatility; per tutti i fondi la replica è fisica, e i dividendi sono capitalizzati

iShares, piattaforma Etf di BlackRock, espande la propria offerta disponibile su Borsa Italiana quotando oggi 12 nuovi smart beta Etf a replica fisica.
Il lancio di questi Etf risponde a un'effettiva esigenza degli investitori di accedere a fonti di rendimenti che non possono essere isolate tramite i tradizionali indici ponderati sulla capitalizzazione di mercato.
Otto dei nuovi prodotti rientrano nella gamma Factor Etf, mentre gli altri 4 in quella Minimum Volatility.


Isin Etf
ticker
Ter (bps)
IE00B8KGV557 iShares Msci Emerging Markets Minimum Volatility Ucits Etf
EMMV​
40​
IE00B86MWN23 iShares Msci Europe Minimum Volatility Ucits Etf
MVEU​
25​
IE00BQN1K786 iShares Msci Europe Momentum Factor Ucits Etf
IEFM​
25​
IE00BQN1K562 iShares Msci Europe Quality Factor Ucits Etf
IEFQ​
25​
IE00BQN1KC32 iShares Msci Europe Size Factor Ucits Etf
IEFS​
25​
IE00BQN1K901 iShares Msci Europe Value Factor Ucits Etf
IEFV​
25​
IE00B8FHGS14 iShares Msci World Minimum Volatility Ucits Etf
MVOL​
30​
IE00BP3QZ825 iShares Msci World Momentum Factor Ucits Etf
IWMO​
30​
IE00BP3QZ601 iShares Msci World Quality Factor Ucits Etf
IWQU​
30​
IE00BP3QZD73 iShares Msci World Size Factor Ucits Etf
WSZ​
30​
IE00B6SPMN59 iShares S&P 500 Minimum Volatility Ucits Etf
SPMV​
20​
IE00BP3QZB59 iShares Msci World Value Factor Ucits Etf
IWVL​
30​


In particolare, i Factor Etf rappresentano strumenti in grado di rispondere alla ricerca da parte degli investitori di esposizioni azionarie capaci di cogliere specifici driver di rischio/rendimento.
I nuovi fondi consentono un accesso ai mercati azionari globali ed europei, con l’obiettivo di offrire un'esposizione mirata a uno specifico fattore che storicamente ha registrato un rendimento corretto per il rischio più elevato. Tali fattori sono i seguenti: value, size, quality e momentum.
Grazie a questi fondi gli investitori possono adottare una visione specifica su un singolo fattore per tutto il ciclo economico. Essi possono essere inseriti all’interno di un ampio portafoglio, per diversificarne il rischio complessivo, oppure utilizzati come esposizioni di nicchia, con l’obiettivo d’incrementarne la performance.
I fondi della gamma Minimum Volatility sono adatti per gli investitori alla ricerca di esposizioni azionarie che presentino livelli di volatilità inferiori rispetto a quelli degli indici tradizionali, e che possono quindi contribuire a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
La strategia minimum volatility mira a selezionare dei sottoinsiemi di titoli con la volatilità dei rendimenti più bassa in termini assoluti, tenendo conto di criteri di diversificazione in termini di rischi.

Emanuele Bellingeri , responsabile iShares per l’Italia, ha dichiarato: “Gli investitori si stanno evolvendo nella costruzione del proprio portafoglio, con esigenze sempre più distinte in termini di rischio e investimento. Questi fondi, che offrono la possibilità di accedere a simili esposizioni, in modo efficiente, semplice, trasparente ed economico, rappresentano una forte area di crescita per l’industria degli Etp. Di fatto, consentono agli investitori di costruire un portafoglio ampiamente diversificato e di scomporre le parti di alfa, combinando le stesse per costruire portafogli più efficienti tramite l’attività di asset allocation. Ci troviamo di fronte a una nuova era per quanto riguarda gli Etf, e le previsioni per il futuro di questa industria continuano a essere estremamente positive".


iShares amplia la gamma di Etf smart beta quotati sul mercato italiano



La Mia Finanza


https://www.ishares.com/it/investitore-privato/it/prodotti/etf-product-list#!type=emeaIshares&tab=overview&view=list&f2=50584
 

alingtonsky

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ETF Factor di db X-trackers

15/09/2015|18:03
Deutsche Asset & Wealth Management ... Etf in Italia
Tra le novità che hanno debuttato sull’ETFplus il 9 settembre scorso, si segnalano i primi due Etf di Etf che adottano una strategia multi-asset, e quattro Etf Strategic Beta che offrono un’esposizione agli equity factor

Per rafforzare ulteriormente la sua offerta e facilitare l'esposizione alle diverse classi di attività, Deutsche Asset & Wealth Management (Deutsche AWM), la divisione del Gruppo Deutsche Bank dedicata ai prodotti di risparmio gestito e ai grandi patrimoni, ha quotato su Borsa Italiana otto nuovi Etf: due Etf di Etf multi asset, quattro Etf Strategic Beta, un Etf sull’Msci World Index e un Etf sui Cina Sovereign Bond.


Isin Etf ticker
Ter
dividendi
LU0397221945 db x-trackers Portfolio Total Return UCITS ETF (1C) XQUI
0.72%​
reinvestiti​
IE00B3Y8D011 db x-trackers Portfolio Income UCITS ETF (1D) XS7W
0.65%​
semestrali​
IE00BL25JL35 db x-trackers Equity Quality Factor UCITS ETF (DR) XDEQ
0.25%​
reinvestiti​
IE00BL25JM42 db x-trackers Equity Value Factor UCITS ETF (DR) XDEV
0.25%​
reinvestiti​
IE00BL25JP72 db x-trackers Equity Momentum Factor UCITS ETF (DR) XDEM
0.25%​
reinvestiti​
IE00BL25JN58 db x-trackers Equity Low Beta Factor UCITS ETF (DR) XDEB
0.25%​
reinvestiti​
IE00BJ0KDQ92 db x-trackers MSCI World Index UCITS ETF (DR) 1C XDWD
0.19%​
reinvestiti​
LU1094612022 db x-trackers II Harvest CSI China Sovereign Bond UCITS ETF (DR) CGB
0.55%​
trimestrali​


Mauro Giangrande, head of Passive Distribution Southern Europe di Deutsche AWM, ha dichiarato: "In Italia cresce sempre di più l’interesse per gli investimenti passivi come gli Etf. Inoltre, è sempre più evidente la domanda nei confronti di prodotti multi asset caratterizzati da un track record significativo".

Primo nel suo genere per il mercato italiano, ma con un track record di sette anni, il db x-trackers Portfolio Total Return Ucits Etf si pone l’obiettivo di soddisfare entrambe le esigenze. Questo prodotto, infatti, consente ai clienti di delegare l'asset allocation in Etf a un comitato d’investimento professionale, a costi molto competitivi. È disponibile anche una versione più conservativa di questo portafoglio, a distribuzione dei proventi, denominata “Income”.
Deutsche AWM ha, inoltre, lanciato quattro Etf Strategic Beta (o Smart Beta, ndr.), che offrono agli investitori un approccio all’investimento basato su fattori ben consolidati: Value, Momentum, Low Beta e Quality.

...

Deutsche Asset & Wealth Management rafforza la sua offerta di Etf in Italia


https://etf.deutscheam.com/ITA/ITA/...entum-Factor-UCITS-ETF-(DR)/Dati del fondo-27

https://etf.deutscheam.com/ITA/ITA/ETF/IE00BL25JL35/-/Equity-Quality-Factor-UCITS-ETF-(DR)

https://etf.deutscheam.com/ITA/ITA/ETF/IE00BL25JN58/-/Equity-Low-Beta-Factor-UCITS-ETF-(DR)

https://www.db.com/italia/it/content/3863.html


https://etf.deutscheam.com/ITA/ITA/ETF/IE00BL25JM42/-/Equity-Value-Factor-UCITS-ETF-(DR)



Deutsche Bank porta in Italia la gamma Strategic Beta e primi ETF di ETF | www.etfnews.it
 

alingtonsky

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Ossiam Shiller Barclays CAPE® Europe Sector Value TR UCITS ETF 1C EUR

25/02/2015
By redazione

Ossiam, asset manager specializzato in soluzioni di investimento alternative beta e filiale di Natixis Global Asset Management (NGAM), ha quotato su Borsa Italiana un nuovo ETF UCITS che replica lo Shiller Barclays CAPE® Europe Sector Value Net TR Index.

Ossiam Shiller Barclays CAPE® Europe Sector Value TR UCITS ETF 1C (EUR) è il primo ETF al mondo basato sugli indici Shiller Barclays CAPE® Sector, realizzati congiuntamente da Barclays e dal Professor Robert Shiller, che utilizzano il rapporto Cyclically Adjusted Price Earnings (CAPE®) come fattore di valutazione in una strategia di rotazione settoriale. Ossiam prevede di lanciare, nel corso del 2015, ulteriori ETF basati su questi indici.

Elaborato nel 1981 da Robert Shiller insieme al suo allievo John Campbell, l’originale rapporto CAPE® è un metro di valutazione largamente utilizzato per avere una view sulla sopravvalutazione o sottovalutazione del mercato azionario; il rapporto compara il valore corrente di un portafoglio con i rendimenti complessivi adeguati per l’inflazione dei suoi componenti sulla media degli ultimi dieci anni per eliminare gli effetti dei cicli economici. Ciò rende tale rapporto adatto alle decisioni di investimento con un obiettivo di lungo termine.

Il Professor Shiller ha esteso il rapporto CAPE® ai settori azionari e, in collaborazione con Barclays, ha progettato una strategia di selezione settoriale basata su di esso. La strategia utilizza l’indicatore Relative CAPE®, una versione normalizzata del coefficiente CAPE®, integrata con un filtro di momentum. Partendo con l’analisi d’insieme di dieci settori merceologici, l’indice identifica sistematicamente i quattro settori più sottovalutati. La strategia punta a evitare settori sopravvalutati così come a eliminare potenziali “value traps”, cioè trappole del valore, creando un portafoglio settoriale con un orientamento al value che aiuta a selezionare i settori corretti nel momento più propizio.

Bruno Poulin, CEO di Ossiam, ha dichiarato: “Siamo fieri del sodalizio con Barclays e con il Professor Robert Shiller che ha permesso di sviluppare ulteriormente la nostra gamma di fondi innovativi. Questa è una partnership di lungo periodo che intendiamo riproporre per progetti futuri. Ossiam Shiller Barclays CAPE® Europe Sector Value TR ETF fornisce agli investitori con un orizzonte di lungo periodo la possibilità di investire sistematicamente nei settori azionari europei sottovalutati, utilizzando un indice altamente rinomato per la sua eccellenza e attraverso una modalità che non è stata adottata da altre metodologie fondamentali di ponderazione alternativa di un indice”.
L’ETF ha 28 milioni di euro di asset ed è negoziato in euro in Borsa Italiana (codice: CAPE); presenta un Total Expense Ratio (Ter) dello 0.65% annuo e può essere idealmente impiegato in sostituzione o integrazione di un portafoglio value o di una strategia di rotazione settoriale.

...
]Ossiam lancia lo Shiller Barclays CAPE® Europe Sector Value ETF | ETFitalia


Ossiam porta a sette Etf la gamma quotata su Borsa Italiana


Ossiam lancia il primo ETF basato su indici Shiller Barclays CAPE | www.etfnews.it


Ossiam Sh Bar Cape Eu Sect Val Ucits Etf - Borsa Italiana
 

alingtonsky

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2 ETF PowerShares High Dividend Low Volatility

01/02/2016|15:23

Invesco PowerShares lancia su Borsa Italiana il primo Etf sui titoli ad alto dividendo e bassa volatilità dell’area Euro
Avviato alle negoziazioni, stamane, sull’ETFplus, il PowerShares Euro Stoxx High Dividend Low Volatility Ucits Etf dà accesso alle 50 società incluse nell’indice Euro Stoxx che presentano uno storico di rendimenti dei dividendi elevati e la minore volatilità


Invesco PowerShares, uno dei maggiori gestori internazionali di Etf, ha annunciato la quotazione sulla Borsa di Milano del primo Etf sui titoli ad alto dividendo e bassa volatilità dell’indice Euro Stoxx.
Il nuovo fondo, che è il primo al mondo di questo tipo, è denominato PowerShares Euro Stoxx High Dividend Low Volatility Ucits Etf (Isin: IE00BZ4BMM98, Bbg code: EUHD IM), ha un costo totale (Ter) dello 0,30% annuo e distribuisce trimestralmente i dividendi.

L’operatore specialista a garanzia della liquidità dello strumento in Borsa Italiana, nel rispetto degli obblighi di quote minime esposte (Ems, pari a 6.300 quote) e differenziali massimi dei prezzi bid/ask (Spread max, pari all’1,5%) con essa concordate, è Susquehanna International Securities Limited (IT2748).

Questo Etf, gestito con la replica fisica completa, mira a riflettere la performance dell’indice Euro iStoxx High Dividend Low Volatility 50 Net Total Return (Bbg code: SXEDV5R), prendendo posizione sulle principali società dell’Eurozona con uno storico di rendimenti dei dividendi elevati, cercando di minimizzare i rischi associati alla volatilità del mercato.
In concreto, l’indice di riferimento analizza tutti i titoli inclusi nell’indice Euro Stoxx, riclassificandoli in ordine discendente in base al dividendo sullo storico di 12 mesi, quindi estrae i primi 75 titoli, con un massimo di 10 titoli per paese (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna); infine, seleziona i primi 50 titoli che presentano la minore volatilità su 12 mesi, con una ponderazione massima del 3% per singolo componente.

L’indice, calcolato anche in dollari, oltre in euro, e nelle versioni, Price, Net e Gross Return, è rivisto trimestralmente, in marzo, giugno, settembre e dicembre, e ha uno storico disponibile dal 22 marzo 2004.

Il lancio del PowerShares Euro Stoxx High Dividend Low Volatility Ucits Etf rientra nella strategia di Invesco PowerShares volta a offrire nuove soluzioni Smart Beta in grado di produrre risultati d’investimento mirati, e segue la quotazione del PowerShares S&P 500 High Dividend Low Volatility Ucits Etf, avvenuta nel maggio 2015, come parte dello sviluppo di queste strategie d’investimento in Europa.

“Sia la nostra ultima European Investor Research sia i dati di raccolta forniti da Morningstar dimostrano che le strategie basate sui dividendi e quelle sulla bassa volatilità sono tra le più popolari nella creazione di prodotti Smart Beta”, spiega Sergio Trezzi, managing director, head of distribution, Europe (ex UK), ME and Latam di Invesco: “combinando le selezioni ad alto dividendo con quelle a bassa volatilità, tentiamo di offrire il meglio dei due sistemi per l’esposizione sull’azionario europeo”.

Invesco PowerShares è stato il primo operatore a introdurre sul mercato gli Etf Smart Beta, offrendo, dal 2003 negli Stati Uniti e dal 2007 in Europa, una selezione di fondi che replicano indici di nuova generazione. Tali indici non si limitano alla semplice replica di un particolare mercato, e propongono un’efficace alternativa alla tradizionale indicizzazione ponderata per la market cap, offrendo soluzioni che mirano a conseguire un’extraperformance attraverso strategie di selezione e ponderazione “intelligente” dei titoli.

Invesco PowerShares lancia su Borsa Italiana il primo Etf sui titoli ad alto dividendo e bassa volatilit dellarea Euro

Powersh Eustx High Div Low Vol Ucits Etf (EUHD) - IE00BZ4BMM98 - ETF Italia - Quotazioni | Teleborsa.it


Powersh Eustx High Div Low Vol Ucits Etf - Borsa Italiana



IE00BWTN6Y99
PowerShares S&P 500 High Dividend Low Volatility UCITS ETF

https://www.justetf.com/it/etf-profile.html?isin=IE00BWTN6Y99


Invesco PowerShares quota a Milano il primo Etf sull’S&P 500 High Dividend Low Volatility

Quotazione Titolo Powers S&P500 High Div Low Vol Ucits Etf - Qui Finanza


PowerShares S&P 500 High Dividend Low Volatility UCITS ETF (F00000VSO5) - IE00BWTN6Y99 - Quotazioni | Teleborsa.it

Powers S&P500 High Div Low Vol Ucits Etf - Borsa Italiana
 

alingtonsky

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PowerShares Ftse Rafi All-World 3000 Ucits ETF
replica l’andamento dell'indice Ftse Rafi All-World 3000 TRN, costituito da titoli delle società quotate sui principali mercati mondiali, sia sviluppati che emergenti selezionate adottando criteri fondamentali (dividendi, reddito, vendite e valore contabile). Questo Etf permette quindi all’investitore di accedere attraverso l’acquisto di un singolo strumento finanziario a un portafoglio dei titoli più importanti su scala mondiale cogliendo anche le performance offerte dai Paesi emergenti.

http://www.borse.it/quotazioni/valo...23LNQ02/?_ga=1.192871459.807282729.1453203322


http://www.borsaitaliana.it/borsa/etf/scheda/IE00B23LNQ02.html?lang=it


https://www.justetf.com/it/etf-profile.html?isin=IE00B23LNQ02
 

alingtonsky

Forumer storico
gennaio 15, 2015
Autore: Analisi Fondamentale
...

Oggi volevo introdurre l’argomento “smart beta”, dato che molti fondi d’investimento stanno pubblicizzando questi prodotti e dal 2007 in poi è diventato argomento di interesse sempre crescente.

Alcuni investitori e fondi d’investimento illustri sono da sempre schierati a favore:

Altri invece ne sono scettici, se non addirittura critici, come il solito James Montier di GMO, che ha definito Smart Beta come Smart Marketing + Dumb Beta (vedere Montier 2013).

Partiamo comunque dallo spiegare il perchè del nome. L’approccio più comune per cercare di spiegare il rendimento osservato di un determinato titolo (o gestore) consiste nell’individuare i diversi fattori che possono aver contribuito al realizzarsi di quel determinato rendimento. Ad esempio, uno dei fattori più comuni è quello legato al rendimento del mercato di riferimento: se un’indice sale è più probabile che un titolo facente parte di quell’indice sia salito, se l’indice scende, il titolo probabilmente sarà sceso, questo a prescindere da notizie sui fondamentali del titolo in questione. Il termine “beta” proviene dalla statistica e serve per quantificare quanto un titolo salirà o scenderà rispetto al fattore in questione. Non voglio entrare nei dettagli tecnici, ma ad esempio quando si considera il beta di un titolo nei confronti del mercato, un beta pari ad 1 significa che il titolo si muoverà nella stessa direzione e con la stessa magnitudo del mercato (vedere qui per saperne di più).

Mi perdonino i lettori più rigorosi, ma non voglio entrare troppo nel merito di come son costruiti i diversi fattori, poichè non vuole essere questo lo scopo del post.

Concettualmente, quindi, si cercano dei fattori in grado di spiegare il rendimento di un titolo. Alcuni esempio sono: titoli poco cari rispetto ai propri fondamentali (“value”) rendono più dei titoli cari (“growth”) (Basu 1977, l’avevamo introdotto qui), titoli che hanno performato meglio negli ultimi 12 mesi continueranno a farlo nel mese successivo (Jegadeesh and Titman 1993, ne avevo parlato qui), titoli di maggiore qualità rendono meglio di titoli di bassa qualità (Frazzini 2013, lo avevamo visto qui), titoli a piccola capitalizzazione perforamo meglio di titoli ad alta capitalizzazione (Banz 1981) e titoli il cui totale dell’attivo è cresciuto molto faranno peggio di titoli in cui è cresciuto poco (Cooper, Gulen, Schill 2009).

I fattori che offrono rendimenti significativamente diversi da zero e positivi sono in realtà tantissimi: titoli a bassa volatilità sovraperformano titoli ad alta volatilità (Haugen and Heins 1972 e ancora Haugen and Baker 2012, oppure Ang, Hodrick, Xing e Zhang 2009), titoli poco liquidi sovraperfomano titoli molto liquidi (Pastor and Stambaugh 2003 e Ibbotson 2013), titoli con alta redditività sull’attivo sovraperformano titoli a bassa redditività (Novy-Marx 2012) e così via. Consiglio a riguardo la lettura di “…and the Cross-Section of Expected Returns” di Harvey, Liu e Zhu del 2015, dove si elencano ben 316 fattori al 2012 (!), mettendo in guarda del rischio di data-mining e di utilizzare la statistica tradizionale per considerare un’anomalia significativa o meno.

In ogni caso, nonostante esistano così tanti fattori che sembrerebbero suggerire che sia facile sovraperformare il mercato, sono in realtà pochi gli investitori che ci riescono su orizzonti temporali lunghi. Le ragioni possono essere:

  • La maggior parte di questi studi ignorano le commissioni di acquisto/vendita, l’eventuale slippage durante le transazioni e le tasse
  • Sfruttare queste anomalie 40 anni fa fosse più facile di oggi (i.e. l’extra-rendimento si potrebbe essere ridotto negli anni, guardare ad esempio Erb 2014)
  • Molte di queste “anomalie” rendono di più nei titoli a bassa capitalizzazione e poco liquidi dove gli investitori istituzionali fanno più fatica a costruire posizione significative (i.e. fare “arbitraggi” è più difficile, guardare ad esempio Israel and Moskowitz 2012).
  • Infine, molte di queste strategie hanno tracking error notevoli rispetto al mercato (ovvero periodi in cui la performance di questi fattori è significativamente diverse da quella del mercato di riferimento, ovviamente nel bene e nel male), il che non rende così facile attenersi alla strategia e insieme a drawdown significativi che possono portare a liquidare la posizione nel momento peggiore possibile, aumentano il career risk per molti istituzionali.
L’idea sottostante è comunque meritevole. Molti di questi fattori hanno in passato offerto rendimenti davvero notevoli (anche se non sempre si è d’accordo sulla ragione). Inoltre la loro costruzione ed implementazione è in chiaro e sistematica (ovvero segue regole fisse) e quindi piuttosto trasparente (e di conseguenza il fattore “gestore fortunato in un bull market” non entra in gioco).

Qui un esempio con dati USA, presi dal sito del Professor French (per quanto riguarda i portafogli value, momentum, investment e size) e del Professor Frazzini (per quanto riguarda i portafogli quality). La performance ignora commissioni di acquisto vendita, slippage e tasse, quindi è puramente teorica. Inoltre non sono i fattori tradizionali “long-short”, ma solo la “gamba” long è considerata.

  • Il portafoglio value investe long nel 10% dei titoli US con Cash Flow to Price maggiore, ribilanciato mensilmente – High CFtoP
  • Il portafoglio momentum investe long nel 10% dei titoli US con rendimento nei 12 mesi precendenti maggiore di tutti gli altri, ribilanciato mensilmente –High Mom (in realtà negli 11 mesi precedente all’ultimo)
  • Il portafoglio investment investe long nel 10% dei titoli US con minore crescita del totale dell’attivo, ribilanciato mensilmente – Low Inv
  • Il portafoglio size investe long nel 10% dei titoli US, ribilanciato mensilmente – Small Size
  • Il portafoglio quality investe long nel 10% dei titoli US con maggiore qualità (definizione da Frazzini 2012), ribilanciato mensilmente – High Quality
  • Combo è un portafoglio che investe ogni mese il 20% del capitale in ciascuno dei 5 portafogli soprastanti
  • Mkt non sarebbe altro che il mercato US, con titoli pesati per capitalizzazione
Questo il risultato di $1000 investiti il 30 giugno 1963 3 tenuto fino al 31 luglio 2014 con statistiche relative riferiti a dati mensili (clic per ingrandire e aprire in una nuova scheda):

http://analisifondamentale.investireoggi.it/files/2015/01/growth-of-1000.png

http://analisifondamentale.investireoggi.it/files/2015/01/statistics.png


Come si vede tutti i fattori fanno meglio del mercato sia in termini di rendimento assoluto, che in termini di Sharpe Ratio (tranne i titoli a bassa capitalizzazione). Tuttavia la volatilità e i drawdown rimangono elevati e non per i deboli di cuore (peraltro, nella versione “long-only”, i benefici dovuti alla diversificazione sui diversi fattori non sono molti, infatti il portafoglio “Combo” non è quello con maggiore Sharpe Ratio o maggiore Calmar, anche se mancano molti altri fattori).

Concludendo:

  • Gli smart beta hanno sicuramente un’idea sottostante solida e fondata su anni di rigorosa ricerca, ma questo non può escludere che alcuni di questi non siano il risultato di semplice data mining.
  • Una volta che i fattori sono stati scoperti, possono essere sfruttati da chiunque e quindi il rendimento prospettico potrebbe essere diverso, in peggio, da quello offerto in passato (vedere ad esempio McLean and Pontiff 2014).
  • Una volta che un prodotto viene “commoditized” (ovvero standardizzato e reso accessibile a basso costi a tutti) dal mondo istituzionale, spesso il rendimento atteso diminuisce e la correlazione con gli indici tradizionali aumenta.
  • Il fatto di seguire regole sistematiche ed aumentare la trasparenza, non significa necessariamente maggiore rendimento o seguire la performance teorica soprastante (ad esempio, l’AQR Momentum Fund investe nel 50% dei titoli con maggiore momentum, che hanno performance ben diversa dal 10% con maggiore momentum, oltre ad incorrere in un turnover e costi commissionali maggiori).
  • La sovraperformance non è sempre così elevata (il portafoglio “high quality” rende l’1.25% in più del mercato di riferimento, bastano management fee all’1%, più tasse e commissioni per azzerarne il vantaggio), sopratutto considerando le elevate volatilità.
  • Per ognuno dei fattori esistono diverse defizioni (ad esempio per il fattore “quality” abbiamo Frazzini 2013, Fama and French 2014 e Novy-Marx 2012 per citarne i primi tre che mi vengono in mente), oppure diversi indici/misure da guardare (Value è in base al P/BV, P/E, P/CF oppure EV/EBIT? Volatilità in base a quella storica, all’implied, quella idiosincratica o guardando al Beta?)
  • L’implementazione pratica, quando entrano in gioco commissioni, slippage e tasse è critica nel riuscire a mantenere l’extra-performance rispetto al mercato di riferimento e a ben pochi riescono a mantenerla.
Quindi, come al solito nel mondo della finanza, attenzione all’applicazione pratica della teoria sottostante e soprattutto alle aspettative sui risultati dei fondi “smart beta”. Non voglio assolutamente dire che sarà deludente e non possa aver spazio in un portafoglio, ma bisogna essere ben consci dei limiti e potenziali rischi.

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Smart Beta: cosa significa? | Analisi Fondamentale
 

alingtonsky

Forumer storico
Redazione
mercoledì 20 aprile 2016 12:31

iShares, piattaforma Exchange -Traded Fund (ETFs) di BlackRock Inc. (NYSE: BLK), amplia la propria offerta di fondi smart beta disponibili su Borsa Italiana con tre nuovi FactorSelect ETF, prodotti che offrono un'esposizione mirata ad uno specifico tema di investimento. I nuovi ETF a replica fisica, le cui contrattazioni inizieranno in data odierna, sono:

· iShares FactorSelectT MSCI World UCITS ETF

· iShares FactorSelectT MSCI Europe UCITS ETF

· iShares FactorSelectT MSCI USA UCITS ETF



I FactorSelect ETF di iShares replicano indici che massimizzano l'esposizione ai quattro fattori di stile specifici (valore, qualità, momentum e capitalizzazione), mantenendo un rischio di mercato simile a quello dell'Indice tradizionale MSCI. Gli indici FactorSelect hanno storicamente fornito sul lungo periodo rendimenti, corretti per il rischio, superiori a quelli degli indici tradizionali MSCI. I tre nuovi FactorSelect ETF di iShares adottano una strategia ampiamente diversificata all'interno dei mercati azionari a livello globale, europeo e statunitense, con un analogo livello di rischio rispetto ai loro indici principali. Attualmente la gamma di prodotti di iShares disponibili su Borsa Italiana annovera 134 ETF totali.

Emanuele Bellingeri, responsabile iShares per l'Italia, ha dichiarato: "Il rafforzamento della gamma di ETF smart beta rientra nell'ambito di una strategia volta ad offrire agli investitori prodotti complementari ai fondi con indicizzazione tradizionale, al fine di creare portafogli sempre più diversificati e generare extra-rendimenti rispetto alla media del mercato. L'innovazione di prodotto e la possibilità di accedere a nuove esposizioni con un approccio granulare ed efficiente dal punto di vista dei costi rappresentano importanti driver per la crescita dell'adozione degli ETF in ottica di portfolio allocation e per lo sviluppo dell'industria degli ETP nel suo complesso".

BlackRock: tre nuovi ETF smart beta


BlackRock quota tre nuovi ETF Smart Beta su Borsa Italiana

Blackrock amplia la gamma di Etf Smart Beta disponibili su Borsa Italiana

iShares porta in Italia tre nuovi FactorSelect ETF | www.etfnews.it

iShares - Borsa Italiana

Tre nuovi Etf FactorSelect da iShares - Fondi e Sicav
 

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