tontolina
Forumer storico
L’ETF sotto la lente – DB-X-TRACKERS SMI ETF (CHF)
29 Mar 2007
di Francesco Savona
Poca Volatilità e buone performance per l’indice delle “blue-chip” svizzere
Eccoci al secondo appuntamento con “L’ETF sotto la lente”. Questa settimana abbiamo deciso di analizzare per voi un’altra novità solo recentemente apparsa sul segmento MTF di Borsa Italiana: si tratta del “DB-X-TRACKERS SMI ETF (CHF)”, prodotto lanciato il 5/1/2006 in Germania e il 23/1/2007 sul mercato italiano.
Questo Exchange Traded Fund è un comparto di una SICAV di diritto lussemburghese (DB-X-TRACKERS, appunto) gestito dalla DB Platinum Advisors. Il tutto fa dunque riferimento al gruppo Deutsche Bank.
Il patrimonio del fondo è espresso in franchi svizzeri ed è di circa 17.592.000 CHF. La valuta di negoziazione sulla Borsa Italiana è però l’euro. Esiste quindi un rischio cambio, anche se bisogna tener presente che il franco svizzero non risulta essere una divisa molto volatile.
Sinteticamente, potremmo dire che questo ETF è una sorta di indice delle blue-chip svizzere: è infatti composto da un paniere di max. 30 azioni (attualmente sono 25) di grandi/medie società, le più liquide della borsa svizzera, che rappresentano oltre il 90% della capitalizzazione di quel mercato.
La composizione dello SMI viene rivista una volta l’anno e storicamente si caratterizza per la presenza di grandi gruppi bancari, farmaceutici e alimentari (Nestlè). E’ un indice piuttosto concentrato: UBS, Novartis, Roche e Nestlè insieme pesano per circa il 60% del totale.
Fino a qualche anno fa la borsa svizzera veniva vista dagli addetti ai lavori come una borsa più “difensiva” rispetto alle altre borse europee, anche per la presenza di grandi gruppi bancari. C’è però da tener presente, oltre alla correlazione fra i mercati mondiali che va via via crescendo negli anni e che quindi fa venir meno nel tempo le peculiarità delle singole piazze finanziarie, anche la presenza dei grandi gruppi farmaceutici, la sorte dei cui titoli è spesso fortemente legata nel breve-medio termine ad una concessa o mancata autorizzazione alla commercializzazione di un determinato farmaco, il che, di conseguenza, è causa di una volatilità non indifferente.
Le performance degli ultimi anni confermano l’aumentata correlazione di cui si diceva: dopo un declino (condiviso a livello mondiale) fino a fine 2002-inizio 2003, dal Marzo-Aprile 2003 l’indice SMI è risalito fino quasi ad oggi, condividendo con le borse del resto del mondo anche la correzione del Maggio dello scorso anno e la discesa attuale. Seppur ridotte nella loro portata rispetto al passato, le caratteristiche di questo indice fanno sì che esso risulti comunque un valido strumento da inserire all’interno di un portafoglio al fine di diminuirne la componente ciclica (l’investimento dovrebbe risultare dunque maggiormente premiante durante le fasi laterali/incerte dell’economia internazionale, in particolare di quella europea e di quella americana).
Altro fattore positivo, la dinamica dei tassi d’interesse ha un impatto più contenuto, rispetto ad altri ETF, visto il ridotto tasso d’indebitamento delle singole aziende.
Il “DB-X-TRACKERS SMI ETF (CHF)”, che distribuisce i dividendi una volta l’anno dopo Ottobre, prevede una commissione di gestione annua dello 0,30% (TER 0,30%/anno). Confrontando questo dato con una media dei comparti SICAV a gestione attiva presenti in Italia (1,5% circa), possiamo notare come i costi del prodotto oggi oggetto della nostra analisi siano notevolmente inferiori.
I primi 10 titoli dello SMI
29 Mar 2007
di Francesco Savona
Poca Volatilità e buone performance per l’indice delle “blue-chip” svizzere
Eccoci al secondo appuntamento con “L’ETF sotto la lente”. Questa settimana abbiamo deciso di analizzare per voi un’altra novità solo recentemente apparsa sul segmento MTF di Borsa Italiana: si tratta del “DB-X-TRACKERS SMI ETF (CHF)”, prodotto lanciato il 5/1/2006 in Germania e il 23/1/2007 sul mercato italiano.
Questo Exchange Traded Fund è un comparto di una SICAV di diritto lussemburghese (DB-X-TRACKERS, appunto) gestito dalla DB Platinum Advisors. Il tutto fa dunque riferimento al gruppo Deutsche Bank.
Il patrimonio del fondo è espresso in franchi svizzeri ed è di circa 17.592.000 CHF. La valuta di negoziazione sulla Borsa Italiana è però l’euro. Esiste quindi un rischio cambio, anche se bisogna tener presente che il franco svizzero non risulta essere una divisa molto volatile.
Sinteticamente, potremmo dire che questo ETF è una sorta di indice delle blue-chip svizzere: è infatti composto da un paniere di max. 30 azioni (attualmente sono 25) di grandi/medie società, le più liquide della borsa svizzera, che rappresentano oltre il 90% della capitalizzazione di quel mercato.

La composizione dello SMI viene rivista una volta l’anno e storicamente si caratterizza per la presenza di grandi gruppi bancari, farmaceutici e alimentari (Nestlè). E’ un indice piuttosto concentrato: UBS, Novartis, Roche e Nestlè insieme pesano per circa il 60% del totale.
Fino a qualche anno fa la borsa svizzera veniva vista dagli addetti ai lavori come una borsa più “difensiva” rispetto alle altre borse europee, anche per la presenza di grandi gruppi bancari. C’è però da tener presente, oltre alla correlazione fra i mercati mondiali che va via via crescendo negli anni e che quindi fa venir meno nel tempo le peculiarità delle singole piazze finanziarie, anche la presenza dei grandi gruppi farmaceutici, la sorte dei cui titoli è spesso fortemente legata nel breve-medio termine ad una concessa o mancata autorizzazione alla commercializzazione di un determinato farmaco, il che, di conseguenza, è causa di una volatilità non indifferente.
Le performance degli ultimi anni confermano l’aumentata correlazione di cui si diceva: dopo un declino (condiviso a livello mondiale) fino a fine 2002-inizio 2003, dal Marzo-Aprile 2003 l’indice SMI è risalito fino quasi ad oggi, condividendo con le borse del resto del mondo anche la correzione del Maggio dello scorso anno e la discesa attuale. Seppur ridotte nella loro portata rispetto al passato, le caratteristiche di questo indice fanno sì che esso risulti comunque un valido strumento da inserire all’interno di un portafoglio al fine di diminuirne la componente ciclica (l’investimento dovrebbe risultare dunque maggiormente premiante durante le fasi laterali/incerte dell’economia internazionale, in particolare di quella europea e di quella americana).
Altro fattore positivo, la dinamica dei tassi d’interesse ha un impatto più contenuto, rispetto ad altri ETF, visto il ridotto tasso d’indebitamento delle singole aziende.
Il “DB-X-TRACKERS SMI ETF (CHF)”, che distribuisce i dividendi una volta l’anno dopo Ottobre, prevede una commissione di gestione annua dello 0,30% (TER 0,30%/anno). Confrontando questo dato con una media dei comparti SICAV a gestione attiva presenti in Italia (1,5% circa), possiamo notare come i costi del prodotto oggi oggetto della nostra analisi siano notevolmente inferiori.
I primi 10 titoli dello SMI

