Euronext verso fusione con Nyse, accordo con Borsa Italiana?

Fleursdumal

फूल की बुराई
Euronext verso fusione Nyse, pronto accordo con Borsa spa

martedì, 16 maggio 2006


MILANO, 16 maggio (Reuters) - Il risiko tra le borse internazionali si rimette in moto, secondo alcuni quotidiani, con al centro degli interessi l'operatore pan-europeo Euronext .

Il Nyse , secondo quanto riportato dal Wall Street Journal di oggi, avrebbe fatto un passo in avanti verso la fusione con Euronext, portandosi in vantaggio nei confronti del rivale Nasdaq , che pure ha mire di espansione in Europa, in particolare sul Lse di Londra.

Oggi Boersen Zeitung scrive che Euronext e Borsa italiana avrebbero raggiunto un accordo per rafforzare la collaborazione (sull'onda dell'operazione di acquisizione di Mts da parte della joint-venture Mbe). I due operatori starebbero comprando l'una azioni dell'altro.

Borsa Italiana non commenta l'indiscrezione. Un portavoce si limita a ricordare il cda in agenda per il 18 maggio per esaminare lo stato di avanzamento del progetto Ipo.

Il progetto ipo non dovrebbe essere lasciato cadere e il cda potrebbe essere l'occasione anche per un esame della situazione internazionale, riferisce una fonte finanziaria.

Secondo Boersen Zeitung, l'accordo sarebbe già stato raggiunto e approvato e starebbe per essere annunciato. L'Ad di Euronext Jaen-Francois Theodore vorrebbe presentarlo agli azionisti il 23 maggio, riporta il giornale, che non cita fonti ma gode di ampia credibilità.

In passato erano circolate voci di un possibile interessamento di Borsa Italiana anche per il London Stock Exchange (Lse) oltre che per Euronext.

In un incontro a New York, secondo fonti vicine al dossier citate dal Wall Street Journal, si sarebbe già delineato invece lo scenario dell'accordo di merger transoceanico: Nyse ed Euronext si fonderebbero per formare una nuova società, con una quotazione primaria negli Usa. Agli azionisti delle due società di origine potrebbe essere offerto un mix di contante e azioni della nuova società.

La fusione transoceanica sarebbe però osteggiata da un gruppo di hedge fund americani e britannici, che auspicano invece una fusione tra Euronext e Deutsche Borse .
 
Sole24Ore: Parigi Chiama Piazza Affari

Sole24Ore: Parigi Chiama Piazza Affari

(ASCA) - Roma, 17 mag - I vertici di Euronext temono la
''germanizzazione'' e sono corsi ai ripari per contrastare
l'ipotesi di fusione con Deutsche Boerse, sostenuta dai soci
di un gruppo di hedge fund, accreditato di detenere una
partecipazione del 20% nella federazione delle Borse di
Parigi, Benelux e Lisbona.
In particolare - scrive stamattina 'Il Sole 24 Ore' - il
presidente, Jean Francois Theodore, in vista dell'assemblea
di martedi' prossimo, starebbe tessendo la tela nella
direzione della Borsa Italiana e del Nyse, per una alleanza
strategica.
La Borsa italiana finora ha preso tempo in attesa che si
delineassero gli schieramenti in campo. Cruciale, spiega il
Sole, il Cda in programma domani, ''nonostante sia da
escludere l'annuncio di un accordo con Euronext''. Il Cda,
indica il quotidiano, ''dovra' probabilmente prendere atto
del fatto che la strada di un'intesa con il London Stock
Exchange non e' al momento percorribile'', mentre e'
probabile che a Ubs, advisor per l'Ipo, si affianchi un
secondo advisor, questa volta presumibilmente italiano, ''con
mandato specifico a studiare le diverse opzioni per
un'alleanza strategica della Borsa''.
 
(ASCA-AFP) - Parigi, 19 mag - Euronext e' ''soddisfatta'' di
essere la prima scelta di Borsa Italiana per le alleanze
internazionali e avviera' le discussioni con la piazza
finanziaria italiana ''appena possibile''. Cosi' Euronext, in
un comunicato, dopo le dichiarazioni rese stamattina dal
presidente di Borsa Italiana, Angelo Tantazzi, secondo il
quale la piattaforma che riunisce le borse di Benelux, Parigi
e Lisbona e' la ''prima scelta'' per una alleanza.
Le parole di Tantazzi - precisa il comunicato -
''rafforzano la nostra convinzione che il modello aperto e
federato di Euronext possa adattarsi ad altri mercati europei
nel rispetto della loro identita' e delle loro
caratteristiche specifiche''.
 
EURONEXT: NYSE PRONTA A CHIUDERE, 7 BIG PER SUPERBORSA/ANSA
(ANSA) - MILANO, 16 NOV - Sempre più avvincente, il risiko
delle Borse europee, con Euronext a filare dritta nelle braccia
del New York Stock Exchange dopo la rottura tra Milano e
Francoforte e la decisione della stessa piazza tedesca di non
proseguire sulla strada di una fusione con Parigi. Il panorama
continentale si appresta anche ad accogliere una nuova
piattaforma di scambi creata non da mercati nazionali ma da
sette grandi istituti di credito a livello mondiale.
Quattro americani, Citigroup, Goldman Sachs, Merrill Lynch e
Morgan Stanley, e tre europei Credit Suisse, Deutsche Bank e Ubs
- titolari del 50% dei volumi negoziati sui principali mercati
del Vecchio Continente - che sono pronti a dare vita a una sorta
di Superborsa sfruttando le aperture concesse dalla direttiva
Mifid (direttiva dell'Unione Europea sul mercato e gli strumenti
finanziari) in vigore dal novembre del 2007. Anno in cui verrà
lanciata, secondo i piani, la nuova realtà.
"Ad oggi - viene spiegato in una nota da un portavoce
congiunto delle sette banche - gli scambi azionari sono
concentrati su un numero di Borse domestiche. In questo modo -
ha aggiunto - stiamo rispondendo alla normativa Mifid creando
una piattaforma di scambi integrata e paneuropea sulla quale i
titoli possano essere scambiati in maniera più economica,
ottenendo una liquidità significativa con maggiore efficienza
per ognuno dei partecipanti ai mercati azionari".
Nel dettaglio, i sette big del credito mondiale, puntano a
costituire una realtà guidata da un proprio management e
indipendente dalle banche fondatrici che ricopriranno, comunque,
il ruolo di azionisti. Per fare questo è stato creato un
consorzio deputato ad attrarre liquidità da altri partecipanti
al mercato. La mossa dei sette giganti del credito arriva in un
momento di impasse sul fronte della creazione di un listino di
Borsa paneuropeo, vagheggiato dai vertici politici continentali
e, sempre più lontano, dopo la scelta di Deutsche Boerse di far
naufragare, prima, i colloqui con Milano per muoversi insieme
verso Euronext e, poi, di abbandonare anche una strategia
solitaria sulla strada per Parigi.
Questo, è stato osservato in una nota da Francoforte nelle
scorse ore, poiché non appare più raggiungibile una unità di
intenti con il listino francese e, in secondo luogo, poiché non
appare più vantaggioso dal punto di vista economico "La
crescita esterna - ha puntualizzato, il numero uno di Deutsche
Boerse Reto Francioni - è una opzione ma non è una necessità.
Siamo convinti che, nel nostro comparto, le fusioni possono
avere successo solo con il sostegno di entrambi i management.
Abbiamo investito tempo e impegno ma è nostra responsabilità
riconoscere quando nuovi sforzi non hanno senso".
A scanso di nuovi colpi di scena Euronext - fresca di una
trimestrale da 77,4 milioni di euro di utili - sembra ora pronta
all' abbraccio con il New York Stock Exchange (da sancire nel
corso dell'assemblea degli azionisti in programma a dicembre).
La compagine di cui fanno parte le Borse di Bruxelles, Parigi,
Amsterdam, Lisbona, Lussemburgo, secondo l'ambasciatore
americano a Roma, Ronald P. Spogli, potrebbe anche essere
affiancato da Borsa Italiana poiché - ha osservato nei giorni
scorsi - "ci sono le condizioni per la fusione tra la New York
Stock Exchange e Piazza Affari".
Da parte sua, il Nyse anche auspica a questo punto tempi
brevi. I colloqui sono giunti al punto che saranno gestiti
insieme anche i mercati relativi ad option e futures a San
Francisco e Londra, Euronext, Oltreoceano, è valutata 13,6
miliardi, ma la cifra potrebbe essere superiore se anche Milano
si accoderà. "A questo punto - dice il direttore finanziario
del Nyse Nelson Chai - noi speriamo che in un paio di settimane
tutto sarà chiaro". Sul fronte milanese, intanto, dopo la
rottura delle trattative con Deutsche Boerse, l'occasione per
riflettere - ha osservato il numero uno, Massimo Capuano
 
17 novembre 2006 www.ilsole24ore.it

«Borsa Spa si muova, Euronext è pronta»
di Antonella Olivieri

Euronext rilancia l'invito a Borsa italiana di unirsi al circuito paneuropeo che già comprende le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona e il mercato londinese dei derivati Liffe. «La nostra offerta è sempre valida »,dice in questa intervista il presidente e amministratore delegato Jean François Théodore.

Sette banche internazionali hanno annunciato che daranno vita a una piattaforma per negoziare le blue chip europee e abbassare i costi di trading. È una sfida o una minaccia per le Borse?
Non dimentichiamo che le Borse hanno già avuto concorrenza da parte di circuiti elettronici come Trade point, Virtx, Instinet. Queste iniziative, secondo la direttiva Mifid, devono osservare il rispetto delle regole, che sono per esempio quella di assicurare la best execution. Da parte nostra riteniamo di essere ben posizionati per competere,da una parte mantenendo e aumentando l'efficienza dei nostri sistemi di negoziazione e dall'altra sviluppando nuove iniziative quali l'internalizzazione sul libro ordini centrale, un'idea che stiamo attualmente studiando e che permetterà di ridurre i costi di clearing e di settlement. Un altro punto da sottolineare è che se la competizione diventa globale con l'ingresso di questi nuovi sistemi, la risposta da parte delle Borse deve essere globale. Da qui l'importanza del consolidamento: con il consolidamento del settore si aumenta la liquidità ei costi diminuiscono,a vantaggio di tutti gli utenti del mercato. Come Euronext abbiamo appena annunciato che ridurremo le tariffe del 10-15% entro i prossimi 2-3 anni, grazie all'alleanza con il Nyse.

Non temete di perdere volumi a favore dei nuovi entranti?
Se saremo efficienti e riusciremo a sviluppare sinergie con le aggregazioni,saremo certamente in grado di trattenere il grosso della liquidità sulle Borse.

In questo quadro, ritiene che una societàcome Borsa italiana possa permettersi una strategia standalone?
Non sono io che devo suggerire le strategie di Borsa italiana. Abbiamo buone relazioni con il vertice di Borsa italiana, siamo partner in Mts. Posso solo dire che noi abbiamo proposto a Borsa italiana di associarsi all'organizzazione federale Euronext Nyse.Una proposta che è ancora lì, è ancora valida, e che tiene conto delle specificità di Borsa italiana.

Cosa significa tener conto delle specificitàdi Borsa italiana? Può spiegare meglio?
È una proposta federale, che prevede una rappresentanza adeguata sia nel supervisory board che nel management board della struttura europea Euronext e una rappresentanza dello stesso tipo nella struttura NyseEuronext. Tenendo conto delle specificità della Borsa italiana, per esempio nel segmento delle obbligazioni, degli Etf e dei warrant,e dei legami con Montetitoli. A Borsa italiana sarebbe riconosciuto il ruolo di senior partner.

Avrete certamente saputo che Borsa italiana ha lavorato negli ultimi mesi a un progetto di Borsa federale europea in alternativa all'alleanza transatlantica con il Nyse. La ritenete un'ipotesi ancora praticabile o una questione chiusa?
Sappiamo glisforzi che Borsa italiana ha fatto per portare avanti un progetto di Borsa europea. Siamo stati costantemente informati direttamente da Borsa Italiana sui lavori e sul modello di business. Borsa italiana ha cercato di fare qualcosa di interessante, ma, alla luce dell'interruzione delle negoziazioni con Borsa Italiana da parte di Deutsche Börse il 6 novembre, riteniamo che l'ipotesi non sia più percorribile. Noi però siamo sempre aperti a un'alleanza con Borsa italiana e rinnoviamo l'invito a unire le forze. Più Borse europee si aggregano e meglio è. Non c'è contraddizione tra una federazione europea di Borse più forte e l'alleanza con il New York StockExchange.

A che punto è la fusione Euronext Nyse? Qual è la tempistica?
Siamo nell'ultima fase delle discussioni con i regulator. Come abbiamo già indicato, ci sarà un'assemblea straordinaria prima dell'Offerta pubblica che comincerà a inizio 2007.
 
Euronext-Nyse, in cda numero uguale di consiglieri Usa, Europa
martedì, 21 novembre 2006


PARIGI, 21 novembre (Reuters) - Il cda della società che nascerà dalla fusione di Euronext (ENXT.PA: Quotazione, Profilo) e NYSE (NYX.N: Quotazione, Profilo) avrà un numero uguale di consiglieri americani ed europei.

"Nell'ambito del progetto di fusione, NYSE Group ed Euronext NV hanno concordato che il cda di NYSE Euronext sarà composto da un numero uguale di Americani (11) ed Europei (11)", dice una nota congiunta.
 
Mts, Borsa verso opzione call, mira a controllo -fonti
venerdì, 15 dicembre 2006

MILANO, 15 dicembre (Reuters) - Borsa italiana punta a divenire l'unico azionista di controllo di Mts, la società-mercato dei titoli di Stato, se l'attuale socio Euronext (EXNT.PA: Quotazione, Profilo) si fonderà con il Nyse.

Lo dicono alcune fonti vicine alla situazione, spiegando che se i soci Euronext, riuniti ad Amsterdam martedì prossimo, diranno sì agli americani del Nyse, la società guidata da Massimo Capuano intende esercitare l'opzione call che la porterebbe a controllare oltre il 60% di Mts.

"Nelle scorse settimane Capuano ha manifestato al Tesoro l'intenzione di esercitare la call se Euronext si fonde effettivamente con il Nyse" dice una delle fonti.

Non è stato possibile avere un commento dal Tesoro, che senza essere socio, è presente nel consiglio di sorveglianza di Mts con Ignazio Angeloni. Borsa spa, che giovedì 21 ha in programma assemblea e cda, rimanda al "non ne abbiamo proprio discusso" dichiarato recentemente da Capuano.

Mts è controllata al 60,4% da Mbe, joint-venture tra Euronext che ne detiene il 51% e Borsa italiana che possiede il restante 49. I due soci hanno sottoscritto un patto parasociale che, in caso di cambiamanto dell'assetto di controllo di uno dei due, permette all'altro di rilevarne la quota in Mbe esercitando un'apposita opzione call.

"Si, è vero c'è l'intenzione (di esercitare la call)" risponde una seconda fonte vicina al dossier. "Se l'operazione americana su Euronext andrà in porto credo proprio che Borsa italiana ci proverà. I legali hanno già dato conferma della possibilità di esercizio".

Secondo le fonti, c'è la possibilità di uno scontro legale tra la società-mercato italiana, che dispone anche di un'opzione put per uscire da Mts, e quella francese sul mutamento o meno dell'assetto di controllo di Euronext a seguito della fusione con la società Usa.

"Come andrà a finire (tra Euronext e Borsa) è difficile da prevedere: ai tempi del contratto si è scritto che se cambia la proprietà Borsa spa ha l'opzione. Ovviamente a seconda degli avvocati con cui si parla si hanno letture diverse" dice la seconda fonte.

L'assemblea straordinaria di Euronext che voterà sulla fusione con il Nyse è in programma il 19 dicembre. Il giorno dopo è in programma quella del Nyse, che ha lanciato la proposta. La fusione prevede un board paritario tra rappresentanti europei e statunitensi e la creazione di una fondazione olandese per la gestione del trading europeo sottoposta quindi alle autorità di controllo continentali. L'operazione ha avuto un primo ok dall'autorità di controllo olandese, ma ancora mancano gli ok definitivi sia dell'Europa che degli Usa.

"Euronext probabilmente proverà a sostenere che non c'è cambiamento nel suo assetto ma mi pare veramente una tesi difficile da portare avanti" commenta la prima fonte. "In ogni caso un unico azionista di controllo porterebbe chiarezza nelle strategie di Mts. Il Tesoro per primo sembra contrario al binomio Euronext/Borsa perchè così nessuno gestisce veramente Mts" aggiunge.

Secondo una terza fonte, il Tesoro "tra i due soci preferirebbe il soggetto italiano". Mts è una società di diritto italiano, sottoposta quindi alla legge italiana.

"Tenendo conto dei tempi della fusione di Euronext il nuovo assetto di controllo di Mts potrebbe chiarirsi a marzo/aprile" ipotizza la prima fonte.

MTS AL BIVIO, STRATEGIE FUTURE LEGATE A ASSETTO CONTROLLO

Le vie diverse prese da Euronext e da Borsa italiana per i loro futuri assetti azionari, con i primi che hanno preso la via del merger oltreoceano e con i secondi che hanno davanti a sè come ipotesi più probabile l'ipo, differenziano i possibili sviluppi futuri di Mts a seconda di chi ne deterrà il controllo.

Mts nell'orbita Euronext/Nyse avrebbe un ruolo nel gruppo testimoniato dalla presenza di un suo membro tra i 22 nel board, probabilmente il presidente del comitato di sorveglianza Luigi Spaventa. In questa chiave è visto crescere il ruolo di Gianluca Garbi, a capo del comitato di gestione di Mts, forte di un solido rapporto con il presidente francese Jean-Francois Theodore. Dal lato operativo l'apertura al mercato obbligazionario Usa via Nyse è giudicata in modo contrastato.

"Le banche d'affari Usa che vogliono lavorare sui titoli di 1Stato europei lo fanno da sempre dai loro desk europei, non mi aspetto grandi novità. Il core business di Mts rimarrebbe l'Europa" dice uno degli scettici. Mts entrerebbe in un gruppo leader mondiale mantenendo il suo brand e si affaccerebbe sul grande mercato di quegli investitori che, pur di grandi dimensioni, non considerano nulla che non sia scambiato negli Usa, si controbatte dal lato dei favorevoli.

Nell'attuale fase di Borsa italiana, dopo l'allontanarsi delle ipotesi di alleanze europee, il controllo di Mts rappresenterebbe in primo luogo il possesso di un asset importante in vista della quotazione del gruppo. A luglio 2005 la valutazione di Mts da parte di Borsa ed Euronext era stata pari a 245 milioni di euro. Il controllo esclusivo di Mts potrebbe servire anche a bilanciare le prospettive dell'asset post-trading - Montetitoli e Cassa di compensazione e garanzia - indebolito dallo scenario europeo che vede l'ipotesi di un sistema di post-trading della Bce - Target 2-Securities - e dalla probabile apertura dei post-trading nazionali alle operazioni cross-border su impulso della commissione europea. Dal punto di vista gestionale, dice più di una fonte, vi sarebbe subito sul tavolo il tema del vertice di Mts alla luce delle differenti visioni di Capuano e Garbi.
 
Euronext, assemblea vota a favore di fusione con Nyse
martedì, 19 dicembre 2006

AMSTERDAM, 19 dicembre (Reuters) - Gli azionisti di Euronext (ENXT.PA: Quotazione, Profilo) hanno votato a larghissima maggioranza a favore della fusione da 14 miliardi di dollari con Nyse Group (NYX.N: Quotazione, Profilo), rimuovendo uno degli ultimi ostacoli al completamento della prima integrazione transatlantica di società mercato.

Circa il 98,2% dei soci presenti o rappresentati in assemblea ha sostenuto l'operazione di fusione, mentre l'1,8% ha espresso voto contrario. Era presente il 64,9% del capitale.

"Abbiamo fatto insieme un importante passo avanti verso il nostro obiettivo finale ma non ci siamo ancora arrivati", ha detto il presidente di Euronext Jan-Michiel Hessels agli azionisti, riferendosi all'approvazione delle autorità competenti che ancora mancano.

Il portavoce del New York Stock Exchange Rich Adamonis ha intanto accolto con soddisfazione il voto dei soci di Euronext. L'assemblea della borsa Usa si riunirà domani.

L'Ad dell'operatore europeo Jean-Francois Theodore ha spiegato all'assemblea, prima del voto, che le due società sono sicure di raggiungere l'obiettivo di ricavi e sinergie per 375 milioni di dollari annunciato a giungo insieme all'accordo di integrazione.

Theodore ha anche sottolineato che "è ancora aperta" la porta per la Borsa Italiana, con cui c'erano stati dei contatti all'inizio dell'anno. Milano si era poi rivolta a Deutsche Boerse (DB1Gn.DE: Quotazione, Profilo) per promuovere un'alleanza paneuropea con Euronext. A novembre Francoforte ha però chiuso i colloqui con Borsa Italiana e ha ritirato l'offerta per Euronext.
 
EURONEXT: SI' A FUSIONE CON NYSE, PORTE APERTE A MILANO/ANSA
(ANSA) - MILANO, 19 DIC - La nascita della prima realtà
borsistica transoceanica, un colosso da 4.000 società quotate
con una capitalizzazione complessiva di oltre 20.000 miliardi di
dollari, appare ormai solo una questione di ore. L'assemblea dei
soci di Euronext riunitasi ad Amsterdam ha approvato a
larghissima maggioranza la fusione con il New York Stock
Exchange: domani, toccherà a quelli di Wall Street pronunciarsi
su un matrimonio già benedetto dall'americana Sec, dalle altre
autorità competenti e, nella giornata ieri, pure dal ministro
delle finanze olandese, Gerrit Zalm.
Gli azionisti del listino che raggruppa i mercati di Parigi,
Amsterdam, Bruxelles, Lisbona e il Liffe di Londra hanno
espresso in maniera quasi plebiscitaria - con una percentuale
del 98,2% - la propria adesione al progetto di integrazione con
la Grande Mela cancellando, con un colpo di spugna, i timori
della vigilia legati ad un possibile strapotere statunitense
capace di trasformare Euronext in una sorta di 'America Next'.
Incassato il via libera dai soci transalpini, domani saranno
gli azionisti a stelle e strisce a pronunciarsi sulla fusione
transatlantica, attesa all'operatività nel giro dei prossimi
tre-quattro mesi e aperta anche ad accogliere nuovi partner
interessati.
Il numero uno di Parigi, Jean Francois Thedore, nel corso
dell'assemblea, infatti, non ha mancato di lasciare le "porte
aperte" ad un eventuale ingresso anche di Borsa Italiana
mentre, nelle scorse settimane, un portavoce del Nyse aveva
definito "benvenute, Milano o altre Borse che volessero unirsi
a noi".
E l'occasione per riflettere sulla disponibilità espressa
dall'asse Parigi-New York, Piazza Affari l'avrà proprio nelle
prossime ore. Il 21 dicembre Borsa Italiana riunirà il cda a
poco più di un mese dal board del 23 novembre al termine del
quale, "fatta una valutazione a 360 gradi di quello che è
successo e potrebbe succedere in futuro" sul panorama dei
mercati internazionali, l'amministratore delegato Massimo
Capuano aveva precisato di non avere addosso "la pressione di
dover prendere una decisione immediata, poiché siamo
assolutamente tranquilli".
Prima di muoversi in una direzione precisa il mercato
milanese sembra poter disporre di tempo, perché Nyse-Euronext
non sarà operativa prima di qualche mese e per la resistenza
che il London Stock Exchange sta opponendo, ormai da tempo,
all'avanzata del Nasdaq. Interrotte le trattative con Deutsche
Boerse per sfilare Euronext all'abbraccio con New York e creare
un listino paneuropeo, la Borsa londinese potrebbe essere un
buon partner per Milano e, magari, costituirne uno interessante
anche per Francoforte.
Proprio oggi, il London Stock Exchange ha respinto l'offerta
ostile da 2,7 miliardi di sterline del Nasdaq. Uno schiaffo già
allungato in passato e che non dovrebbe mutare la proposta fatta
dagli americani che la ritengono favorevole e non modificabile.
Una soluzione alla vicenda Nasdaq-Lse è attesa entro l'11
gennaio. Lasso di tempo utile anche per Borsa Italiana: "Siamo
alle battute finali per vedere se due borse Usa riusciranno a
comprare due borse europee - aveva osservato Capuano -. Per
quanto riguarda Borsa Italiana siamo ben preparati".
 
EURONEXT: NYSE APPROVA FUSIONE, MILANO DECIDA COSA FARE/ANSA
(ANSA) - NEW YORK, 20 DIC - Appena venti minuti di riunione,
più per gli adempimenti delle formalità che per la discussione
dell'argomento: l'assemblea dei soci di Nyse Group segue il
copione già scritto alla vigilia e approva quasi all'unanimità
la fusione con Euronext. La Borsa transoceanica, ufficialmente
nata, attende le decisioni strategiche di Borsa Italiana, cui
rinnova il benvenuto in caso d'adesione alla piazza finanziaria
globale sull'asse New York-Parigi, e valuta come 'naturale e
obbligata' la crescita in Asia.
"Aspettiamo di vedere cosa decideranno di fare, visti i vari
progetti in corso, come l'Ipo", spiega il numero uno della
società statunitense John Thain, in merito al futuro di Piazza
Affari. "Siamo sempre disponibili ad allargare l'alleanza - ha
detto l'ex banchiere di Goldman Sachs interpellato dall'Ansa - e
crediamo che sia una buona occasione di crescita".
Intanto, Borsa Italiana riunisce domani cda e l'assemblea dei
soci per quella vuole essere l'occasione per riflettere sulle
opzioni a disposizione, che spaziano dalla scelta Nyse-Euronext
alle ipotesi Deutsche Boerse e London Stock Exchange (sotto
pressione per l'offerta ostile da 5,3 miliardi di dollari del
Nasdaq) sempre all'interno del processo di consolidamento tra le
società-mercato internazionali, fino al varo del progetto di
quotazione della società. L'amministratore delegato di Piazza
Affari, Massimo Capuano, ha detto di recente di non sentire "la
pressione di dover prendere una decisione immediata, poiché
siamo assolutamente tranquilli". Di certo c'é, quanto a un
possibile incontro con Capuano, che Thain esclude possa esserci
a breve: "al momento - assicura - non c'é nulla".
Quella che si consuma al settimo piano, tra gli ottoni e le
decorazioni in stile Liberty del salone di rappresentanza di uno
degli edifici storici del Nyse, nel cuore di Wall Street, è la
seconda rivoluzione nel 2006 per la compagnia che gestisce la
prima piazza azionaria al mondo. A febbraio, dopo più 120 anni
dalla fondazione, il Nyse ha optato per l'abbandono dello status
di associazione no profit per sposare il fine di lucro, in vista
della fusione con l'acquisita Archipelago Holding e dell'esordio
sul listino di Borsa, avvenuto l'8 marzo.
Il via libera dei soci (99,7% di sì su votanti pari al 75,4%
del capitale) giunge all'indomani dell'analoga approvazione di
Euronext e porta alla creazione della prima Borsa transoceanica,
la più liquida al mondo con una transazione da 14 miliardi di
dollari: "Il valore delle compagnie su Nyse-Euronext sale a
26.000 miliardi, con scambi giornalieri per 100 miliardi".
L'operazione sarà chiusa "alla fine del primo trimestre",
dice Thain, soddisfatto per l'esito della battaglia di oltre sei
mesi grazie dalla quale prende corpo "una società da 26-27
miliardi di dollari di valore di Borsa". Un anno circa, invece,
per completare l'integrazione e per ottenere risparmi da 275
milioni. In attesa delle ultime autorizzazioni, resta fermo il
proposito di un board Nyse-Euronext diviso tra 11 rappresentanti
europei e 11 americani.
L'Asia, a partire dal Tokyo Stock Exchange, è "la naturale
e obbligata area di espansione, che potrà avvenire con joint
venture o incroci azionari fino a quando le società mercato
dell'area non abbandoneranno l'assetto mutualistico". Quanto
all'acquisto di altri mercati, come il Cme (Chicago Mercantile
Exchange), Thain sottolinea che la presenza del Liffe, il primo
mercato europeo dei future portato in dote da Euronext.
 

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