Apulia (APP) Fanno gli spiritosi in pre apertura.....

  • Creatore Discussione Creatore Discussione ciro
  • Data di Inizio Data di Inizio
Il business del credito ai pensionati

Il decreto in arrivo a giorni consentirà a 11 milioni di ex lavoratori di acquistare a rate


Il decreto attuativo delle norme che disciplinano la cessione del quinto della pensione per chi è uscito dal mondo del lavoro sarà emanato dal ministero dell´Economia tra la fine di gennaio e l´inizio di febbraio. È la promessa fatta dal viceministro Roberto Pinza al convegno organizzato a Roma il 16 gennaio scorso dalla rivista Eichelos. Diventerà così del tutto operativa la legge 14 maggio 2005 che allargava anche ai pensionati la possibilità di cedere il quinto della propria pensione, una possibilità fino a quel momento riservata ai soli dipendenti della pubblica amministrazione e poi estesa anche ai lavoratori del settore privato.
La cessione del quinto, disciplinata per legge, offre particolari garanzie rispetto al semplice credito al consumo erogato da banche e finanziarie. L´estensione anche ai pensionati permetterà a questi ultimi di usufruire di prestiti per soddisfare esigenze di consumo. Il numero dei pensionati ammonta a oltre 19 milioni di soggetti. Di questi, soltanto 11 milioni hanno un potenziale diritto di accesso al credito: la cessione del quinto è infatti riservata a soggetti con età massima di 80 anni, e attualmente esclude i beneficiari di pensione sociale.
Il decreto attualmente in gestazione all´Economia (ma già vagliato dal Consiglio di Stato) prevede, in accordo con l´attuale tendenza del mercato del credito al consumo, una particolare attenzione alla trasparenza e alla tutela del consumatore. Condizioni migliorative sono poi riservate alla categoria dei pensionati.
Nonostante la mancanza del decreto, alcune banche e finanziarie hanno già erogato dei prestiti ai pensionati, ma senza ottenere dall´Inps la necessaria convenzione che permette di trattenere le rate dalla pensione. «Per tutti questi casi - ha detto al convegno Tommaso Di Tanno, del Comitato scientifico di Eichelos - si apre la questione dei rapporti medio tempore insorti, che restano - sulla base del testo noto del decreto - senza una definizione adeguata». Il viceministro Pinza ha tuttavia assicurato che «il problema verrà risolto con grande pragmatismo, riunendo nelle prossime tre o quattro settimane una commissione ristretta per individuare le soluzioni da adottare». D´altra parte, se il decreto che sta per essere emanato avesse tenuto conto di questo aspetto, si sarebbe dovuto riavviare dall´inizio il processo dei pareri dei vari organismi competenti, rimandando ancora l´attuazione della legge.
Con le cessione del quinto anche per i pensionati, cade un tabù che per tanti ani ha impedito a questa categoria di ottenere dei prestiti garantiti dal solo assegno pensionistico. C´è comunque da precisare che il finanziamento erogato viene rimborsato a rata fissa ed esclude ogni carico sugli eredi o sul patrimonio.
 
ricpast ha scritto:
come eems anche qui siamo compressi come non mai

Immagine sostituita con URL per un solo Quote: http://www.investireoggi.it/phpBB2/immagini/11690328572.gif


ti piacciono le emenems?

solitamente non "sgraffo" i grafici degli altri ma questo merita davvero :cool:

1169831433app3.gif
 
Abs Apulia Finance 5, Moody's assegna rating provvisorio 'Aaa'

Reuters - 30/01/2007 13:48:43



MILANO, 30 gennaio (Reuters) - Moody's ha assegnato il rating preliminare'Aaa' ai titoli della serie 2 classe A con scadenza 2020 che verranno emessi da Apulia Finance 5 Cessioni per 131,5 milioni di euro.

Lo comunica la stessa Moody's in una nota, specificando che non è invece stato assegnato il rating per l'emissione da 16,25 milioni serie 2 classe B con scadenza sempre 2020.

La serie 2, a cui appartengono entrambe le emissioni, è la seconda operazione lanciata da Apulia Prontoprestito (APP.MI), membro del gruppo bancario bancApulia che ha rating 'BBaa3'.

Riki sai per caso cosa comporta questo per app :-?
 
chiusura settimanale sopra la BB superiore

e la novità più interessante è che per il momento il solito ritracciamento sotto 1,90 non si è verificato :D :D

1170505520app.jpg
 
Economia: gli italiani vedono nero
Situazione peggiorata per uno su tre

Il 2006 è stato un anno nero per gli italiani dal punto di vista economico. E nel 2007 aumenta la percentuale di chi guarda al futuro con pessimismo. Da quanto risulta all'Eurispes nel suo rapporto Italia 2007 sulle aspettative e i comportamenti economici delle famiglie italiane, la situazione finanziaria è vissuta con molta paura. E, se il 5,9% ha percepito un miglioramento, per il 36,7% le cose sono peggiorate.

Intanto l'Eurispes sottolinea anche che il ceto medio è sempre più a rischio e indebitato. Un italiano su due, il 51,9%, ritiene che nel 2006 si sia verificato un generale peggioramento della situazione economica: tra questi, per il 27,8% il peggioramento è stato netto e per il 24,1% solo "leggero". D'altra parte, gli italiani hanno percepito, sempre quanto al 2006, un leggero miglioramento dell'economia nel 12,1% dei casi e un netto miglioramento nel 2,1%. Per quanto riguarda le aspettative di miglioramento dell'andamento dell'economia italiana nel 2007, è in crescita la quota di quanti guardano al futuro con pessimismo (erano il 30,1% agli inizi del 2006 contro il 36,2% nel 2007), parallelamente aumentano in modo consistente gli ottimisti (dal 13,2% del 2005 al 19,2% del 2006 fino al 35,6% nel 2007).

Il ceto medio ha subito pesanti penalizzazioni nell'ultimo quinquennio, sul piano economico e sociale, scontando una perdita di ruolo e una pesante crisi di identità: oltre il 50% delle famiglie italiane dispone di un reddito mensile inferiore ai 1.900 euro, un dato che conferma il progressivo impoverimento di una fascia di popolazione che sino a qualche anno fa si considerava garantita e immune dai rischi prodotti dalla lunga congiuntura negativa dell'economia italiana.

LE PAURE DEGLI ITALIANI
Tra le preoccupazioni degli italiani, nel 2007, per la prima volta dopo molti anni, l'elevato costo della vita non occupa più il primo posto (il 15,8%, contro il 23,1% del 2006, il 27,4% del 2005 e il 24,6% del 2004). La prima fonte di preoccupazione è la criminalità organizzata (il 18,7% nel 2007, mentre nel 2006 era al secondo posto con il 16,3%), seguita dal timore che il proprio diritto alla salute possa essere leso (il 16,7% contro l'11,9% dello scorso anno).

La paura per il terrorismo internazionale si colloca al quarto posto nella graduatoria (il 13,2%, mentre nel 2006 era il 15,8%), segue l'ansia di perdere il lavoro (il 13,1% contro il 10,1% dello scorso anno), mentre si fa più forte tra i nostri incubi la paura della guerra (il 10,1% contro il 7,5% del 2006).

QUASI RADDOPPIATE LE FAMIGLIE COSTRETTE A INDEBITARSI
Aumentano, da un lato, le famiglie che sono state costrette ad indebitarsi negli ultimi 12 mesi (si passa dal 2,9% del 2006 al 5% del 2007), ma dall'altro sono più numerosi i nuclei che riescono a risparmiare qualcosa (dal 17,1% del 2006 al 25,8% del 2007) o abbastanza (dal 2,8% del 2006 al 5% del 2007). Diminuiscono anche le famiglie che devono utilizzare i risparmi accumulati negli anni precedenti (dal 17% del 2006 all'11% del 2007), probabilmente perchè hanno esaurito le scorte finanziarie o perchè non hanno più necessità di ricorrere ai risparmi. Infine, si conferma l'elevata percentuale di famiglie (esattamente il 51,6% contro il 56,4% dello scorso anno) che riescono ad arrivare a fine mese, facendo quadrare il bilancio familiare con molta fatica.

Aumentano credito al consumo e indebitamento delle famiglie. In gran parte è l'esposizione debitoria verso banche e società finanziarie a determinare le difficoltà delle famiglie: i dati relativi al 2006 mostrano che gli italiani sono molto più indebitati rispetto allo scorso anno; mutui, prestiti per l'acquisto dei beni durevoli e rate per prodotti di consumo finiscono con il gravare pesantemente sulle spalle degli italiani.

La cifra più elevata per i prestiti si riferisce ai mutui per comprare casa: corrisponde a poco più della metà dell'indebitamento complessivo delle famiglie (431.016 milioni di euro), in aumento del 12,2% rispetto al 2005. Considerando i tempi di restituzione del mutuo per la casa, che si estingue nella maggior parte dei casi in venti o più anni (mentre la maggior parte del credito al consumo non supera i 24 mesi), è importante sottolineare che anche l'ammontare del credito al consumo registra volumi considerevoli, pari a circa 50mila milioni di euro, con un incremento del 13,4% rispetto al 2005.

Il restante indebitamento delle famiglie è costituito da prestiti concessi per altri motivi (spese mediche, spese per matrimoni, prestiti personali, ecc.) dalle banche per un ammontare di 137mila milioni di euro circa, un volume in crescita del 4,7% rispetto all'anno precedente. L'aumento del credito al consumo delle famiglie, erogato dalle sole banche tra il 2002 al 2006, è pari al 77%. Nel solo 2006 l'ammontare complessivo del credito al consumo alle famiglie risultava pari a 50 miliardi di euro. Analogamente, il credito al consumo erogato dalle società finanziarie è cresciuto, nel periodo 2002-2006, dell'84%; l'ammontare complessivo di credito al consumo, per il solo 2006, è stato di 34,2 miliardi di euro.

CREDITO AL CONSUMO, AUMENTANO I FINANZIAMENTI A LUNGA SCADENZA
I finanziamenti che pesano maggiormente sulle famiglie italiane sono quelli la cui restituzione è prevista entro i cinque anni. Negli ultimi anni però si è registrata una evidente crescita dei crediti al consumo che vanno oltre i cinque anni, passando dai 5.802 milioni di euro del 2001 ai 20 miliardi di euro circa del 2006, una crescita quindi di circa il 260%. Oltre la metà dell'indebitamento delle famiglie riguarda i mutui per l'acquisto degli immobili e in particolare quelli estinguibili in un arco temporale superiore ai cinque anni, così com'è nella loro natura. In particolare l'incremento percentuale dei mutui oltre i cinque anni è stato del 140% circa.

Complessivamente dal 2001 a oggi i prestiti per mutui sono aumentati di circa il 110% salendo dai 100 miliardi di euro circa del 2001 ai 243 miliardi circa del 2006. Per il 2007 si prevede un trend in crescita. Il credito al consumo continuerà a crescere, rappresentando ormai una forma stabile di integrazione del reddito. L'Eurispes stima che la percentuale delle famiglie italiane che faranno ricorso al credito al consumo aumenterà dell'11,9%. Anche i mutui registreranno un incremento pari all'11,6%.

Quanto all'inflazione, il 71,3% degli italiani ha riscontrato nell'ultimo anno un aumento dei prezzi; agli inizi dello scorso anno la percentuale era molto più elevata e pari all'85%. Raddoppia la componente di coloro che hanno percepito una stabilità dei prezzi (dal 12,7% del 2006 al 25,4% del 2007); contenuto, ma in leggero aumento, il numero di quanti hanno avvertito un decremento, l'1,4% contro lo 0,7% dello scorso anno. Mentre negli ultimi anni quasi un intervistato su due aveva denunciato un eccessivo aumento dei prezzi (aumento dei prezzi superiore all'8%) nel 2007 la percentuale di coloro che hanno questa convinzione scende al 29,4% (erano il 47% nel 2006, il 43,8% nel 2005 e il 59,1% nel 2004).

CONTRO IL CARO-VITA CI SI "ARRANGIA" TRA SCONTI E RINUNCE
Contro il carovita cambiano gli stili di consumo familiari. Si conferma la capacità di adattamento dei consumatori al fenomeno inflativo emersa lo scorso anno: ci si destreggia tra saldi e offerte promozionali, si tagliano le spese superflue, si riducono i beni non essenziali, privilegiando invece le spese alimentari.

Molto frequente la scelta di ridurre le risorse destinate ai regali (ridotti di molto nel 23,1% dei casi e "abbastanza" nel 39,9%) e di far quadrare il budget con l'acquisto di prodotti in saldo (il 40,8% lo fa abbastanza spesso e il 23,6% vi ricorre ancora più frequentemente). Più selettivi quando si tratta di acquistare prodotti alimentari: se il 34,4% degli italiani dichiara di essere abbastanza propenso a cambiare marca di un prodotto se questo è più conveniente, circa un consumatore su quattro (24,4%) afferma di non prendere assolutamente in considerazione questa possibilità.

Nel complesso il 56,3% si rivolge "molto" o "abbastanza" frequentemente ai punti vendita più economici come i discount. I grandi magazzini e gli outlet allettano i consumatori quando si tratta di abbigliamento: "molto" o "abbastanza" rispettivamente nel 24% e nel 43,2% dei casi. Per le spese destinate ai viaggi e al tempo libero, si evidenziano comportamenti contrastanti: il 26,5% degli intervistati ha tagliato drasticamente i viaggi, ma una percentuale molto simile (24,3%) afferma di non aver avuto alcuna necessità di questo tipo.

L'INCUBO DELLA "QUARTA SETTIMANA"
Poco più della metà del campione (51%) confessa che, a un certo punto del mese, incontra significative difficoltà a far quadrare il bilancio familiare, in modo "abbastanza" pesante nel 33,7% dei casi e in maniera "molto" pesante nel 17,3% dei casi. Si trova in una situazione migliore circa un italiano su quattro (23,6%) che afferma di non avere alcun problema nella gestione delle finanze familiari ed il 23,7% dichiara di tirare un po' la cinghia all'inizio della quarta settimana.

Il settore più penalizzato dai tagli dei consumatori risulta quello della ristorazione: complessivamente il 58% (sommando coloro che hanno ridotto "abbastanza" o "molto" le spese per i pasti fuori casa) rinuncia a pizzerie e ristoranti; invece, il 22,3% non rifiuta mai l'occasione di gustare un pasto fuori casa e il 17% ha imposto qualche limite alle uscite culinarie. Italiani "low cost". Molte famiglie italiane che continuano a vantare un discreto equilibrio economico hanno comunque dovuto abbassare il loro tenore di vita, rivedere i comportamenti di acquisto, ridimensionare le proprie aspirazioni, e, in qualche modo, vivere e sognare low cost. Il 20% dei turisti italiani appartengono ormai alla tipologia dei no frills (senza fronzoli): se quasi la metà degli italiani vanno all'estero scegliendo nel 2005 l'aereo come mezzo di trasporto (+6,6% la variazione nel 2004-2005) sono sempre più i viaggiatori che accordano la propria preferenza ai vettori low cost (il 20% del totale nel 2006).
 
Apulia offre seconda tranche 147 mln cartolarizzazione 500 mln

MILANO, 5 febbraio (Reuters) - Apulia Prontoprestito
ha perfezionato oggi una seconda tranche dell'importo di 147 milioni di euro di una cartolarizzazione 'revolving' con un plafond fissato a 500 milioni. Lo dice una nota del gruppo, precisando che la transazione è guidata da Deutsche Bank nel ruolo di arranger e lead manager. "Il portafoglio cartolarizzato è costituito da crediti derivanti da cessioni del quinto dello stipendio e da delegazioni di pagamento, per un valore nominale complessivo massimo, pari a circa 500 milioni, da realizzarsi attraverso l'emissione di più tranche" si legge nel comunicato. Tenendo conto della prima tranche collocata a inizio ottobre, il totale delle cessioni raggiunge così i 317 milioni. "La terza e ultima tranche di cessione dei crediti avverrà a fine aprile" spiega la nota. Anche sulla nuova emissione è stata confermata la valutazione Moody's di 'Aaa' sull'89% del portafoglio crediti ceduti, così come un margine di rendimento di 15 centesimi superiore al tasso Euribor trimestrale e scadenza legale 2020 come nel caso della classe 'senior' della prima tranche. "Il consiglio di amministrazione di Apulia prontoprestito ha inoltre esaminato la realizzazione nei prossimi mesi di una nuova operazione di cartolarizzazione 'revolving' per un importo pari a 500 milioni da perfezionarsi nella seconda metà dell'anno" si legge nel comunicato. L'operazione, conclude la nota, permetterà al gruppo "di inserirsi sul mercato internazionale con maggiore visibilità, svolgendo un ruolo primario nel settore dei finanziamenti al consumo e nell'ottica di un sempre crescente sviluppo dell'attività". ((Redazione Milano, Reuters messaging: [email protected], +39 02 66129854, [email protected]))
 
14:27-05/02
 
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto