Fare funzionare veramente uno Stato

COME FARSI LA PENSIONE

FONTE: WWW.ITALIAOGGI.IT


9-ott-2007
In pensione dopo un giorno
Ci sono quattro ex parla­mentari della Repubblica italiana che ricevono dalle casse di camera e senato un as­segno di 1.733 euro netti men­sili, il cosiddetto vitalizio, che continueranno a ricevere fin­ché resteranno in vita per ave­re lavorato un solo giorno. Anzi, forse un solo minuto. Tutti e quattro. Angelo Pezzana, Piero Craveri , Luca Boneschi e Renè Andreani hanno conquistato la loro pensione sem­plicemente correndo nelle ele­zioni 1987 nelle liste radicali e dimettendosi il giorno stesso della loro proclamazione. L’unica cosa che hanno fatto è stata recarsi in tre a Montecitorio e uno a palazzo Madama il primo giorno di scuola. Hanno preso la parola e annunciato le dimissioni. Ottenendo il vitalizio.

Tutti e quattro non hanno avuto bisogno di ver­sare una sola lira dell’epo­ca di contributi per ottene­re quell’assegno a vita di 1.733 euro netti (più ade­guamenti vari). All’epoca era in vigore infatti una sor­ta di assicurazione contro la chiusura anticipata del­la legislatura (accadeva spesso): i contributi sareb­bero stati versati figurati­vamente a loro nome a spe­se della collettività. I quat­tro null’altro hanno da fa­re se non godersi la pen­sioncina integrativa. Che per altro non è l’unica loro corrisposta dalle casse pub­bliche. Pezzana può ag­giungervi il vitalizio di con­sigliere regionale, essendo stato eletto in Piemonte. Craveri, che nella vita «ci­vile» fa anche il professore universitario, sedendo nel consiglio direttivo della So­cietà napoletana di storia patria, è stato consigliere regionale della Campania oltre che consigliere comu­nale a Napoli durante la Pri­ma repubblica. Vivono, la­vorano, si godono il meri­tato frutto delle loro fati­che e anche l’immeritata, ma sostanziosa, conseguen­za dell’assoluto ozio. Inten­diamoci, quel che è a loro assegnato non è in viola­zione della legge, anzi. Co­me si dice è legittimo, per quanto illogico. Ma segna­la come la casta non sia un’invenzione dell’ultima ora. È assai antica, e ne ha combinate di cotte e di cru­de con leggi e leggine a pro­prio favore, eludendo inve­ce quasi sempre le leggi che valevano per tutti gli altri. Si possono toccare queste assurdità? A qualsiasi par­lamentare voi rivolgeste questa domanda oggi, ot­terreste una sola risposta: «Le regole sono cambiate. Non potrebbe più accadere. Ma non si possono toccare diritti acquisiti». Beh, se i diritti sono di questo tipo, non solo si devono cambia­re, ma proprio cancellare. Non per risanare i bilanci dello stato (anche se i costi della politica fossero zero, si tratterebbe di una goccia nel mare), ma per un mini­mo di senso della realtà. Ta­gliate quei vitalizi…
 
mastella a ballarò si chiedeva perchè sul suo blog una persona aveva scritto mastella ti odio.chissa perchè?mastella ti vedo bene a fare il comico

Ma perchè nella politica non c'è nessuno che ha i coglioni perfino il presidente della repubblica la carica più alta dello stato sta per i fatti suoi ogni tanto se ne esce con qualche messaggio.Poverino non c'è la più a parlare ha la sua età
:lol: :P :P :P :P :P :P :P :P :P :P
 
IN ITALIA CI SONO MOLTE FORESTE

Un’inchiesta del Sole24ore torna infatti a squarciare il velo sul Corpo forestale dello Stato rivelando la straordinaria ed ingiustificabile disomogeneità tra il numero degli addetti in servizio nelle regioni del Mezzogiorno e quelli in servizio nelle regioni del Settentrione. Complice la molteplicità e la discordanza dei dati nazionali le cifre esatte non sono disponibili ma c’è abbastanza materiale per concludere - come ha titolato il quotidiano di Confindustria - che, per quanto riguarda i forestali, esistono “due Italie”. C’è l’Italia del Nord, dove il numero di addetti è compreso in una forbice che varia tra i 50 e i 1050, e l’Italia del Sud, dove la forbice può aprirsi fin sopra quota 30 mila. È il caso della Sicilia dove, secondo le stime della Flai Cgil, operano attualmente 30 mila e 754 forestali. Una cifra di per sè eclatante che tuttavia diventa ancora più singolare se rapportata ai 68 mila 308 forestali complessivamente censiti nel Belpaese. Dunque la Sicilia assorbe da sola la metà del corpo forestale dello Stato.
Il caso siciliano, tuttavia, non è isolato e semmai è la punta di un iceberg che, con la sola eccezione della Puglia (dotata di 990 addetti), si estende uniformemente per tutto il Mezzogiorno: 11 mila e 200 forestali in Calabria, 7 mila in Basilicata, 6 mila e 500 in Sardegna, 5 mila e 40 in Campania. Risultato: cinque regioni del Sud impiegano da sole 60 mila dei circa 68 mila forestali italiani. La sproporzione, visibilissima, è accentuata ulteriormente dal rapporto tra la superficie forestale regionale e il numero di addetti. Fatti due calcoli, infatti, si scopre che in Sicilia ogni operaio ha un raggio di competenza di 12 ettari, in Calabria di 56, in Basilicata di 52, in Campania di 97, in Sardegna di 191. Una bazzecola in confronto ai 7000 ettari a testa che toccano a un forestale friulano o ai 4 mila 220 del collega emiliano o ai 3 mila 910 del tapino ligure.
Dunque al Nord i forestali sono pochi e devono sgobbare come matti mentre al Sud sono tantissimi con poco o nulla da fare.
Inutile chiedersi perché lo Stato non metta a mano questo squilibrio. È del tutto evidente, infatti, che il Corpo Forestale viene adoperato come una soluzione politica a metà tra l’ammortizzatore sociale e il voto di scambio, garantendo livelli minimi d’occupazione da un lato e livelli massimi di consenso ai partiti dall’altro. Domanda: nei panni di un candidato alle elezioni amministrative in Sicilia ignorereste un bacino elettorale di 30 mila voti che, per l’indotto delle schede dei familiari, può moltiplicarsi fino a due, tre, quattro o cinque volte? Certamente no ed infatti così, a quanto pare, funziona in meridione dove nessuno pare avere intenzione di scalfire i privilegi di casta e chi ci prova incorre in clamorose sconfitte. Basti dire che in Calabria un accordo sindacale è stato in grado di bloccare una legge regionale che aveva stabilito il trasferimento di un migliaio di forestali dalla Regione alle Comunità Montane. E a nulla, per ora, è servito il biasimo della Corte dei Conti che ha eccepito sul fatto che “un semplice verbale, neppure ascrivibile tra le fonti secondarie del diritto, abbia disatteso il contenuto di una fonte primaria come la legge regionale”.
 
PERCHE IN ITALIA CI SONO TANTE TASSE SUL COSTO DEL LAVORO?

Sta passando adesso un servizio di Ballaro' dove c'è Bombassei che spiega che ci sono un sacco di tasse e contributi sullo stipendio di un lavoratore per cui in Italia gli stipendi sarebbero molto piu' elevati se vi fossero altre condizioni.

Ma secondo Voi perche ci sono cosi tante tasse in Italia?
 
in italia va cambiato il sistema politico,bancario,fiscale,politico giudiziario,sanitario
in poche parole tutto
stiamo messi male male male
 
in italia va cambiato il sistema politico,bancario,fiscale,politico giudiziario,sanitario
in poche parole tutto
stiamo messi male male male
 
Re: LA NUOVA SEDE DEI ROM IN EUROPA???

leganord ha scritto:
Grazie ad una politica lungimirante, l'Italia si appresta a diventare la nuova
sede dei Rom in Europa.

Se non lavorano ma mangiano come fanno?
vengono in italia dove la giustizia non funziona grazie anche alle leggi salvakulo di berlusconi
ovviamente volute anche dalla LEGANORD

a cui fa comodo cavalcare l'onda del disgusto
ma poi la alimenta per bene quando avrebbe il potere di modificare in favore del popolo la legge


ovvio che bisogna chiedere prima a ai vari misnitri che fanno PORCATE
 
Lascia perdere Berlusconi e la leganord; non è un discorso politico adesso da fare.
Sotto ho scritto di come fa la Germania e altri paesi con i nuovi comunitari.
Tu cosa faresti in Italia ? (a parte il discorso giustizia importantissimo che condivido).
 

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