FIAT......SEMPRE PEGGIO !!!!!!!!!!!

SINIBALDO

Forumer attivo
I primi di settembre erano usciti dei dati sulle vendite delle automobili e dai primi risultati sembrava in aumento tutto il mercato del settore,

anche calcolando il blocco delle consegne nel primo semestre dell’anno, a causa degli scioperi, che di fatto avevano fatto concentrare nel periodo estivo le vendite.

Tutte le aziende automobilistiche sembravano soddisfatte, alcune a ragione, altre a torto.

Anche la Fiat aveva esultato per queste ricerche.

Ma in settimana sono arrivati i dati più specifici e udite udite, anche in questo periodo di ripresa, la Fiat ha fatto flop!!!!!!!!!!!!!!!!

Ad agosto le immatricolazioni sono scese dell’8,2%.

Anche l’estate non ha portato bene alle vendite di Fiat in Europa.

Nonostante un mercato in decisa crescita (+7,5%), le immatricolazioni del gruppo torinese hanno accusato una flessione dell’8,2%.

Nei primi otto mesi del 2005 le immatricolazioni del gruppo Fiat sono state pari a 674.270 unità, con un calo del 15,8% rispetto a gennaio-agosto 2004.

In netto calo anche Alfa Romeo (-26,2% e 6.376 unità).

Questi dati vanno a confermare ancora la crisi profonda in cui versa il gruppo torinese, al di là delle dichiarazioni dei vertici aziendali e delle presentazioni show delle nuove vetture, solo fumo negli occhi !!!!!!!!!!!!

Intanto la Fiat da tempo aveva annunciato un nuovo socio per uscire dallo stagno e in settimana, dopo giorni di mistero, Montezemolo è uscito allo scoperto e ha comunicato il nome del nuovo partner: la Ford.

Quindi nuovo matrimonio americano per la Fiat ??????????

Ma non solo questo: ieri dopo l’annuncio dell’Ifil, (la finanziaria di casa Agnelli) che aveva confermato la scelta di investire 535 milioni di euro

per mantenere la quota del 30,06% nel capitale del Lingotto, il titolo Fiat è caduto a Piazza Affari, dopo settimane di ottime performance, e ha perso oltre il 3%.

Insomma, pare che al mercato non sia piaciuta la mossa della famiglia di Torino per blindare il controllo dell’azienda.

Gli Agnelli sembrano dunque, apparentemente, ben decisi a non mollare la presa su Fiat, dopo che il Cda ha dato il via libera all’aumento di capitale da tre miliardi di euro per le banche del convertendo.

Il colpo di scena è arrivato nella tarda serata di ieri l’altro, al termine di un lungo Cda della finanziaria controllata dagli Agnelli.



LA FAMIGLIA AGNELLI RESTA AL TIMONE

Un epilogo tutto sommato inaspettato, soprattutto dopo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal giovane Andrea Agnelli, che rappresenta gli eredi di Umberto, che andavano nella direzione opposta:

“L’ingresso delle banche nel capitale non deve spaventarci”.

Quindi l’annunciata “guerra” tra gli Agnelli sembra reale.


I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE IFIL

L’operazione che consente agli Agnelli di mantenere il 30,06% delle azioni Fiat è stata così congegnata:

Ifil acquista da Exor 82 milioni e 250 mila azioni ordinarie per 535 milioni ; Exor le ha avute da Merrill Lynch a seguito di un’operazione finanziaria pattuita nell’aprile scorso.

Il prezzo di cessione è di 6,5 euro per azione, assai inferiore non solo al valore di Borsa attuale (7,82), ma soprattutto a quello fissato per le otto banche del convertendo (10,3).

Ma per mantenere invariata la sua quota la finanziaria ha anche acquistato direttamente sul mercato 5,5 milioni di titoli il 7,8 e 9 settembre per un esborso di 41 milioni.



TIMORI DI SCALATE DIETRO LA MOSSA ?????????

L’operazione, che non ha lasciato soddisfatti gli erede di Umberto, consente dunque a Ifil di rimanere sopra la soglia fatidica del 30% e di

rimanere il primo azionista, visto che il pacchetto azionario delle otto banche (se considerato complessivamente) è di circa il 27%.

Una mossa antiscalate, un pericolo questo temuto dall’altra parte della famiglia (“C’è in azienda chi ritiene che questo sia un rischio”, aveva

ammesso Andrea Agnelli) visto che la maggior parte delle banche (Sanpaolo Imi escluso) non ritiene strategica la sua quota e sarebbe

quindi disposta a metterla sul mercato (Intesa, la più esposta con 650 milioni, l’ha già dimostrato coprendo il convertendo tramite strumenti derivati).

Per i vertici Fiat quindi il risanamento prosegue e al Cda del Lingotto, che ha anche approvato i dati del primo semestre (resi già noti a luglio),

il presidente Luca Montezemolo e l’amministratore delegato Sergio Marchionne hanno ribadito l’impegno a conseguire gli obiettivi già annunciati per il 2005.

I dirigenti torinesi hanno parlato di risultati positivi nei primi sei mesi dell’anno, risultati che hanno visto solo loro !!!!!!!!!!!

Noi non possiamo che constatare, ancora una volta, il tracollo del mercato automobilistico Fiat, business considerato, al di là delle dichiarazioni, di

minore importanza rispetto alla borsa e ad altri tipi di investimenti, come lo smaltimenti rifiuti, l’energia e la gestione dell’acqua.

Questo tipo di operazioni, come la scelta dei partner, sono solo giochi intestini per il controllo del marchio, da utilizzare in altri settori, non certo in quello automobilistico.

E non è un caso che gli eredi “umbertini” avrebbero voluto consegnare la Fiat alle banche.

Processo che per ora è stato bloccato, ma che sarà possibile e più "proficuo" nell’immediato futuro !!!!!!!!!!!!

Noi lo diciamo da tempo: la strategia degli Agnelli, più o meno legittima, è quella di ridurre all’osso il personale auto, convertire gli impianti e puntare forte su altri mercati e altri investimenti.

Tutta la campagna filo-Fiat, fatta su tutti i media addomesticati (vi ricordate i grandi titoli dopo il divorzio da General Motors, oppure quelli sulla nuova Punto?),

è solo frutto di una strategia ben precisa: quella di continuare a far mantenere il mercato auto dallo Stato, con la solita scusa dei posti di lavoro e dell’italianità del marchio.

Fattori ormai di secondo piano: i lavoratori Fiat, purtroppo, non sono più le decine di migliaia dei decenni scorsi e per quanto riguarda l’italianità

solo sciocchezze da vendere ai connazionali, visto che ormai la Fiat “presta” il marchio, a “strozzo”, in ogni angolo del globo e “sistematicamente” si sposa con marchi stranieri.

La soluzione? Invertire il processo Fiat: insomma non socializzare più le perdite con gli italiani (e privatizzare i profitti), e cambiare rotta, come

d’altronde hanno anche fatto in Francia ed in Germania, Renault (statale) e Volkswagen (privata), dove la coegestione e la socializzazione hanno fatto rinascere le aziende.

La cosa peggiore? Che confederati e partiti continuano ad essere i camerieri di Confindustria e del suo multi-presidente, nonché presidente di Fiat e Ferrari.(di G.Castellino)
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SINIBALDO
 
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I FURBONI DEL.............MERCATONE !!!!!!!!!!!!
 

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