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Sequestro Green Hill: NO all'ADOZIONE. I cani resteranno nell'allevamento
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Sequestro Green Hill: NO all'adozione. I cuccioli resteranno nell'allevamento

I rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari insieme al sindaco di Montichiari e all'ASL locale

di Redazione 18/07/2012
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Green Hill - Attualmente non si conosce ancora l'entità numerica dei cani beagle sequestrati, in quanto la struttura da ispezionare è molto vasta.
I cuccioli di beagle non potranno comunque uscire dall'azienda, fa sapere la Forestale.

I rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari insieme al sindaco di Montichiari e all'ASL locale. Essi avranno l'obbligo di cura e alimentazione degli animali. Per adesso, dunque, sarà impossibile adottare i cuccioli presenti nella struttura.
- Firma la petizione per chiedere l'adozione

Alla decisione di lasciare ai vertici dell'azienda la tutela dei cuccioli si oppongono le associazioni animaliste: "Per il bene dei 2500 cani dell'allevamento, chiediamo che almeno la custodia giudiziaria dei beagle non venga affidata all'azienda e neppure ad una delle tante realtà improvvisate che sono nate negli ultimi mesi".

- Sequestro Green Hill: indagati i vertici dell'azienda
- Sequestro Green Hill, Procura: "Cani forse destinati a ricerca cosmetica"

E' questo l'appello che arriva dal Coordinamento fermare Green Hill dopo il sequestro dell'allevamento. "Abbiamo individuato l'associazione 'Vita da cani' che, a livello nazionale, si occupa della riabilitazione dei cani da laboratorio - spiegano dal Coordinamento. - Una realtà che sarebbe in grado di accudire i beagle di Green Hill".

"Il sequestro - fa sapere ancora il Coordinamento - è un altro tassello verso la chiusura dell'allevamento". Intanto a Montichiari stanno arrivando, alla spicciolata, diversi attivisti e simpatizzanti della causa anti-Green Hill.





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Claire

ἰοίην
Io vorrei che i cagnolini uscissero di là.
Come si può pensare di tenerli ancora prigionieri?
:down:

Vorrei tanto poterne adottare qualcuno. Non importa quanti. Anche in via provvisoria, non definitiva.
Ho tantissima voglia di dimostrare loro che gli uomini non sono tutti cattivi e ho voglia di giocare con loro e sommergerli di coccole che non hanno mai avuto.

Mi viene voglia di andare a prenderli, di trafugarli, di farli uscire da là.
 

Claire

ἰοίην
EVVIVA!
:clap:

La Procura ha firmato il decreto per il cambio della custodia giudiziaria dei 2700 beagle di Green Hill. I cani sono stati affidati a LAV, Lega Antivivisezione, e Legambiente che dovranno trovare strutture adeguate per ospitarli.
I cani saranno sotto la loro tutela finchè non sarà emesso il decreto di dissequestro. Solo allora i cani potranno essere affidati, alle famiglie nei prossimi giorni, ma non ancora adottati in via definitiva. Per quello bisognerà attendere la fine del procedimento processuale, eventualmente con la condanna dell'azienda.

Non saranno più dunque ASL e Green Hill a custodire i cani, come inizialmente indicato dalla Procura. E' questo uno dei passi della vicenda che nei giorni scorsi aveva portato al sequestro dell'allevamento di beagle di Montichiari, destinati alla ricerca scientifica, dopo l'esposto per maltrattamenti che era stato presentato proprio da LAV e Legambiente.
 

Claire

ἰοίην
Sono commossa :sad:

Montichiari. o di comprensibile enfasi il popolo animalista del web lo ha già ribattezzato il «giorno della liberazione». E, in effetti, si tratta del più imponente atto giudiziario in tema di diritti degli animali mai disposto in Italia. I 2.700 beagle allevati da Green Hill non finiranno la loro esistenza fra indicibili sofferenze nei laboratori di ricerca di mezzo mondo. Da ieri i segugi-cavia sono «adottabili». La procura di Brescia ha infatti firmato il decreto che autorizza l'affidamento giudiziario provvisorio dei beagle ospitati nella struttura di Montichiari posta sotto sequestro mercoledì scorso nell'ambito di un'inchiesta per maltrattamento di animali. A prendersi cura dei cani saranno la Lav e Legambiente, che hanno già iniziato a raccogliere sui loro siti le candidature per le successive adozioni. «Lo svuotamento della struttura sul colle di San Zeno sarà graduale - annuncia Giuseppe Tedeschi, commissario capo del Corpo forestale di Brescia che sta svolgendo le indagini -, ma entro breve Green Hill non potrà più ospitare altri animali». «Per adesso la priorità è riuscire ad affidare questi cani a delle famiglie, a toglierli dall'allevamento di Montichiari per garantire la loro sicurezza», incalza il responsabile adozioni della Lav Giacomo Bottinelli, a margine del complesso vertice nella sede romana dell'associazione animalista. Un summit durato fino a tarda sera, che ha sancito l'inizio dell'operazione «Sos Green Hill» che coinvolge a vario titolo tutte le realtà impegnate in questi anni nella battaglia per la chiusura della fabbrica di cavie. Fra gli altri il Comitato Montichiari, il Coordinamento fermare Green Hill, Occupy Green Hill e ancora le sigle della Federazione italiana diritti animali e ambiente. Il network di associazioni dovrà affrontare una corsa contro il tempo, considerato che le riserve di mangime posto sotto sequestro dai pm coprono un fabbisogno di 60 giorni. Legambiente e Lav, tengono a specificare dalla procura, sono gli unici custodi provvisori dei cani autorizzati a rivolgersi ad altre associazioni, che possano dar loro un aiuto nella ricerca di strutture idonee ad accogliere i beagle. Ed è qui che entrano in gioco i candidati all'adozione. «Vorremmo famiglie consapevoli, che si rendano conto che questi animali non sono normali - spiega Sara Gerevini del comitato di Montichiari -: hanno bisogno di estrema attenzione dal punto di vista comportamentale e fisico». Un concetto ribadito da Bottinelli: «Non cerchiamo chi, sull'onda dell'emozione, ci chiede un cucciolo pensando che si tratti di un affidamento qualsiasi. Anche perchè ciascun cane ha un microchip con un codice identificativo immodificabile: le sue condizioni verranno scritte nei verbali di consegna e la sua tracciabilità verrà sempre garantita». Il presidente della Regione Roberto Formigoni ha intanto disposto l'apertura di una indagine interna all'Asl di Brescia, per verificare come siano state condotte nel corso di questi anni le ispezioni sull'allevamento, «riservandosi di assumere tutti i provvedimenti del caso». Anche il governatore della Lombardia, come la procura, vuole capire il motivo della discrepanza riscontrata fra i verbali dei sopralluoghi della Asl e le presunte gravi irregolarità riscontrate dalla forestale in occasione del sequestro.
 

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