Sono commossa
Montichiari. o di comprensibile enfasi il popolo animalista del web lo ha già ribattezzato il «giorno della liberazione». E, in effetti, si tratta del più imponente atto giudiziario in tema di diritti degli animali mai disposto in Italia. I 2.700 beagle allevati da Green Hill non finiranno la loro esistenza fra indicibili sofferenze nei laboratori di ricerca di mezzo mondo. Da ieri i segugi-cavia sono «adottabili». La procura di Brescia ha infatti firmato il decreto che autorizza l'affidamento giudiziario provvisorio dei beagle ospitati nella struttura di Montichiari posta sotto sequestro mercoledì scorso nell'ambito di un'inchiesta per maltrattamento di animali. A prendersi cura dei cani saranno la Lav e Legambiente, che hanno già iniziato a raccogliere sui loro siti le candidature per le successive adozioni. «Lo svuotamento della struttura sul colle di San Zeno sarà graduale - annuncia Giuseppe Tedeschi, commissario capo del Corpo forestale di Brescia che sta svolgendo le indagini -, ma entro breve Green Hill non potrà più ospitare altri animali». «Per adesso la priorità è riuscire ad affidare questi cani a delle famiglie, a toglierli dall'allevamento di Montichiari per garantire la loro sicurezza», incalza il responsabile adozioni della Lav Giacomo Bottinelli, a margine del complesso vertice nella sede romana dell'associazione animalista. Un summit durato fino a tarda sera, che ha sancito l'inizio dell'operazione «Sos Green Hill» che coinvolge a vario titolo tutte le realtà impegnate in questi anni nella battaglia per la chiusura della fabbrica di cavie. Fra gli altri il Comitato Montichiari, il Coordinamento fermare Green Hill, Occupy Green Hill e ancora le sigle della Federazione italiana diritti animali e ambiente. Il network di associazioni dovrà affrontare una corsa contro il tempo, considerato che le riserve di mangime posto sotto sequestro dai pm coprono un fabbisogno di 60 giorni. Legambiente e Lav, tengono a specificare dalla procura, sono gli unici custodi provvisori dei cani autorizzati a rivolgersi ad altre associazioni, che possano dar loro un aiuto nella ricerca di strutture idonee ad accogliere i beagle. Ed è qui che entrano in gioco i candidati all'adozione. «Vorremmo famiglie consapevoli, che si rendano conto che questi animali non sono normali - spiega Sara Gerevini del comitato di Montichiari -: hanno bisogno di estrema attenzione dal punto di vista comportamentale e fisico». Un concetto ribadito da Bottinelli: «Non cerchiamo chi, sull'onda dell'emozione, ci chiede un cucciolo pensando che si tratti di un affidamento qualsiasi. Anche perchè ciascun cane ha un microchip con un codice identificativo immodificabile: le sue condizioni verranno scritte nei verbali di consegna e la sua tracciabilità verrà sempre garantita». Il presidente della Regione Roberto Formigoni ha intanto disposto l'apertura di una indagine interna all'Asl di Brescia, per verificare come siano state condotte nel corso di questi anni le ispezioni sull'allevamento, «riservandosi di assumere tutti i provvedimenti del caso». Anche il governatore della Lombardia, come la procura, vuole capire il motivo della discrepanza riscontrata fra i verbali dei sopralluoghi della Asl e le presunte gravi irregolarità riscontrate dalla forestale in occasione del sequestro.