Applausi al governo monti...
Da gennaio 2013 arriva la prima rata della Tares
La nuova
Tares si comincerà a
pagare prima delle attuali tasse e tariffe sui rifiuti, ed avrà un
costo più alto in quanto
finanzierà integralmente il
servizio di igiene ambientale, e si occuperà anche di
illuminazione pubblica e
manutenzione delle strade e attività connesse a questa sfera.
La
Tares, la nuova tassa sui rifiuti che ha sostituito la
Tarsu o la
Tia, a seconda del prelievo comunale, dal
2013 chiamerà i cittadini a pagare già da gennaio, quando sarà necessario versare la prima rata. Saranno coinvolti nell’ erogazione del contributo tutti i cittadini poiché questa tassa si applica a tutti coloro che
“occupano o detengono locali o aree scoperte”.
Dunque risulta essere piuttosto ampia la categoria di contribuenti cui le odierne
tasse e tariffe sui rifiuti mirano, e dall’ anno prossimo si aggiungerà anche il tributo per finanziare i
“servizi indivisibili”;
l’illuminazione, appunto, la
manutenzione delle strade, e tutte le attività diverse da quelle che, come
asili nido o assistenza domiciliare, sono effettuate «a domanda individuale».
E’ proprio questo dato che rende la
Tares più costosa più di tutte le tasse sui rifiuti che l’anno preceduta; infatti i Comuni applicheranno una maggiorazione al tributo sui rifiuti, pari a
30 centesimi al metro quadro ma che è
elevabile sino a 40. Ciò comporta un aumento nell’ ordine di qualche decina d’euro per
abitazioni e negozi, un incremento più sensibile invece per
imprese, uffici, centri commerciali e spazi più grandi.
I
contribuenti, in totale, verseranno
un miliardo di euro all’ anno, che lo
Stato risparmierà mediante un taglio uguale agli ex trasferimenti ai
Comuni ora rivoluzionati dalla
legge di stabilità. In varie circostanze, tuttavia, la componente rifiuti dovrà incrementare il conto rispetto a quello odierno. Il
tributo, infatti, dovrà anche occuparsi del finanziamento totale del costo del servizio rifiuti, cosa che oggi succede solo nei
Comuni che appongono la
tariffa Tia, sono circa
1.300 cioè il 16% del totale.
Il
rimanente 84% degli enti utilizza ancora la
Tarsu, la situazione cambia da caso a caso; in certi
Comuni gli incrementi degli scorsi anni hanno accorciato la distanza fra costi ed entrate fino a pareggiarli, in altri invece le cose non sono ancora a buon punto. La
Tarsu, ad esempio a
Milano, è già
aumentata nel 2012, passando da
209 a 256 milioni di incasso: per raggiungere i 271,4 milioni di costo del servizio, però, dovrà crescere ancora per raccogliere il 5,4% in più.
La
Tares è stata stabilita dal decreto
“Salva – Italia” nel
dicembre 2011, ossia la prima manovra del
governo tecnico; la sua entrata in vigore a partire dal
2013, invece, è dettata dai ritocchi alle basi imponibili e al sistema di riscossione decisi dagli emendamenti dei relatori al
Ddl di stabilità, che martedì dovrebbe ricevere la fiducia dal
Senato prima del ritorno alla
Camera per la delibera finale.
In principio la
Tares si fonderà sulle medesimi superficie dichiarate ai fini
Tarsu o
Tia, e solo quando sarà attivata l’interazione dei data base fra
Catasto e Comuni, la tassa avrà la propria base imponibile effettiva, cioè l’
80% della
superficie catastale dell’immobile. Il
pagamento verrà effettuato in
4 rate; gennaio, aprile, luglio e dicembre. Le
prime tre rate saranno divise secondo gli
importi pagati come Tarsu o Tia nel 2012, a cui si aggiungeranno i 30 centesimi al metro per i servizi indivisibili. Al saldo di
dicembre, come accade oggi con
l’Imu, gli importi potranno crescere in base alle scelte comunali.