Rcs Mediagroup (RCS) Fino a dove la spingeranno?

Rcs/ Quote Ricucci: e se non se ne facesse nulla?
Colao ha arrotondato il proprio pacchetto di titoli acquistando
Mercoledí 22.03.2006 18:30
Il “tormentone” Rcs torna d’attualità a Piazza Affari. Mentre gli operatori si interrogano sul destino del 14,7% di Via Solferino in mano a Bpi (trattasi del pacchetto del valore di 488 milioni di euro di proprietà della Magiste di Stefano Ricucci dato in pegno all’ex Popolare Lodi a fronte di un finanziamento da 791 milioni di euro scaduto a gennaio) e mentre l’avvicinarsi della scadenza elettorale rende sempre più rovente il clima intorno al principale quotidiano italiano e al suo direttore, Paolo Mieli, alcuni segnali importanti giungono a conforto del titolo, che subito reagisce positivamente tornando sopra i 4,61 euro per azione con un rialzo di oltre 4 punti nonostante le giornata grigia del listino italiano.

A dare il là agli acquisti è la notizia che l’amministratore delegato del gruppo, Vittorio Colao ha arrotondato il proprio pacchetto di titoli acquistando ieri con una serie di transazioni sul mercato altri 44.800 azioni Rcs, per complessivi 200.465 euro a prezzi compresi tra 4,4675 e 4,48 euro euro a titolo. Azioni che vanno a sommarsi ai 100 mila titoli acquistati il 13 settembre 2004 ad un prezzo compreso tra 3,79 e 3,84 euro e ai 187 mila titoli acquistati due giorni dopo ad un prezzo medio tra 3,75 e 3,83 euro.

Colao punta dunque su Rcs, che l’amministratore ha in portafoglio a circa 3,9 euro per azione (dunque con una plusvalenza potenziale di circa 235 mila euro) e con una sola mossa spazza via sia le voci di un possibile ritorno a Vodafone sia delle presunte difficoltà che avrebbe registrato il Corriere dopo l’editoriale di Mieli dell’8 marzo scorso. Come del resto ha ribadito la stessa Rcs parlando di un venduto stabile nella settimana successiva alla presa di posizione del suo direttore, in risposta all’affermazione del premier Silvio Berlusconi che aveva parlato di un calo di 50 mila copie giornaliere.

L’unico problema sembra dunque essere il definitivo collocamento delle ultime scorie della stagione dei “furbetti del quartierino”, dopo che i veti incrociati delle mille anime del patto di sindacato (appena rinnovato fino al 2009), che col 63,52% governa il gruppo editoriale hanno bruciato prima Romain Zalesky, troppo “filo-bazoliano”, quindi il fondo Clessidra di Claudio Sposito (ritenuto troppo vicino al Cavaliere), poi i Benetton, “rei” di essere già soci di Marco Tronchetti Provera in Olimpia.

Il tutto sempre con sapienti indiscrezioni fatte filtrare a trattative in corso col puntuale risultato di far risalire ogni volta il prezzo del titolo in Borsa (tornato a valere quasi 22 volte gli utili attesi per quest’anno contro le 17 volte dell’Espresso o le 19 volte di Mediaset) e far saltare la definizione degli accordi tra venditori e potenziali acquirenti.

Così si fa strada l’ipotesi che se anche per Stefano Ricucci dovesse giungere il sospirato via libera della Procura di Milano per apportare il 4,66% di Antonveneta all’Opa di Abn Amro in scadenza a fine mese (come appena accaduto a Danilo Coppola che dunque si libererà dell’1,4% della banca padovana) per Magiste, che recupererebbe così poco più di 381 milioni di euro di liquidità, si potrebbe allontanare lo spettro del fallimento. E su tutti o parte dei titoli Rcs in pegno a Banca popolare italiana, iscritti in bilancio a 4 euro per azione, si potrebbero studiare operazioni di collocamento sul mercato a medio termine, ad per esempio tramite bond convertibili.

Una soluzione che accontenterebbe tutti, manager, azionisti e investitori, dato che il Cda di Rcs ha già deciso di proporre alla prossima assemblea dei soci l’autorizzazione a proseguire il buy-back sui propri titoli fino al massimo consentito dalla legge (il 10%, rispetto all’attuale 2,65%) e che alcuni soci come il gruppo Merloni hanno già detto di essere disposti, col consenso del patto, ad arrotondare la propria partecipazione. Alla fine, insomma, la montagna potrebbe partorire il classico topolino, con buona pace dei “fuochisti” di Piazza Affari che in cuor loro sognano un “bis”, quasi impossibile, della “rovente” estate 2005.

http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/rcsquotericucci.html
 
Rcs/ Ricucci fa il nome di Berlusconi: "Mi ha appoggiato nella scalata"
Mercoledí 07.06.2006 11:13
"Ho chiesto appoggio al Cavaliere e l'ho trovato". Stefano Ricucci, interrogato ieri per l'ennesima volta dai pm, ha fatto il nome di Silvio Berlusconi. Ci sarebbe anche l'ex premier, insomma, tra i soci occulti che aiutarono l'immobiliarista di Zagarolo nella scalata al gruppo Rcs. A rivelarlo, il quotidiano la Repubblica.

Anna Falchi e Stefano Ricucci

A fare da intermediario tra Ricucci e Berlusconi, il senatore di Forza Italia Romano Comincioli, eletto a Lodi nella scorsa legislatura. Con lui, il marito di Anna Falchi parlava al telefono esortandolo a metterlo in contatto con Berlusconi. Il tutto è provato dalle intercettazioni da cui emerge anche l'estrema confidenza tra i due: Ricucci chiamava il senatore "zio Romi".
Altro intermediario sarebbe stato il banchiere, già amministratore delegato di Fininvest, Ubaldo Livolsi, che nelle prime fasi della scalata al gruppo di via Rizzoli è stato advisor dell'immobiliarista.

Come è ovvio, Livolsi ha confermato ai pm la sua partecipazione alle prime fasi della scalata e ha ribadito di aver cercato "forze da aggregare". Ma quanto ad una partecipazione di Berlusconi, il banchiere ha smentito : "Non mi pare che lui e Ricucci possano essere considerati così vicini". Anzi, già durante l'estate scorsa Livolsi, in un'intervista, dichiarò che aveva cominciato ad occuparsi della scalata per tentare di sottrarre Ricucci all'attrazione gravitazionale del centrosinistra, di Giovanni Bazoli e di Banca Intesa

Insomma, il quadro si va facendo sempre più chiaro agli occhi dei pm, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli: i finanzieri intercettati l'estate scorsa mentre parlavano di Antonveneta, Bnl e Rcs sono sempre gli stessi. Solo che la scalata a via Rizzoli meritava di allargare i contatti.
Per conquistare il gruppo che edita il Corriere della Sera, si sarebbe creata una serie di contatti intermedi che unisce il mondo degli affari e quello della politica. E al centro del quadro, ci sarebbero appunto il senatore Comincioli, ex compagno di scuola del Cavaliere, e Livolsi, consigliere personale per gli investimenti di casa Berlusconi.

Nell'intercettazione del 5 luglio dell'anno scorso, Ricucci chiama "zio Romi": "Mica posso aspettare sette giorni per dirgli una cosa... Deve intervenire lui direttamente altrimenti non c'è via d'uscita, è importante che lo incontri perché devo dirgli delle cose che nemmeno Livolsi conosce".

http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/rcsricucciberlusconi.html?pg=1
 
Travaglio l'aveva detto ;) se non lo fanno uscire in fretta (come Fiorani) alla fine avrebbe potuto rivelare il nome del mandante...

se le cose stessero così, gli sviluppi si fanno sempre più interessanti. Ma sono certo che qualche garantista al contrario sosterrà che Ricucci ha dichiarato il falso pur di accontentare i giudici aguzzini che lo tenevano a chiagne in carcere
 
RCS MediaGroup S.p.A.: Già: perchè?



Con l'acquisto di azioni RCS dalla Magiste di Ricucci, sono entrati nell'azionariato RCS i Benetton ed il Gruppo degli imprenditori romani Toti.

Queste partecipazioni che, se pur rilevanti, non consentono ai nuovi soci di entrare a far parte del sindacato che governa la RCS, sono state ampiamente commentate da Paolo Panerai nella rubrica '"Orsi e Tori" del 10 giugno u.s.

Panerai ha posto il quesito sui "perchè" i Benetton ed i Toti abbiano avuto interesse ad investire (immobilizzandole) somme rilevanti in un investimento azionario che non ha significative prospettive sotto il profilo finanziario.

La versione di Panerai è che l'ingresso nella RCS (editrice del Corriere della Sera), "conferisce" un rafforzamento dell'immagine, dalla quale, deriva un effettivo "potere" sugli scacchieri dell'economia e della finanza che contano.

Per i Benetton l'ingresso in RCS dovrebbe consentire di mitigare il "sotto scacco" con Autostrade per l'accordo con la spagnola Abertis.

Per i Toti la partecipazione in RCS (dovrebbe) in qualche misura reggere al potere (e/o strapotere) romano di Gaetano Caltagirone, fra l'altro editore del "Messaggero" e con ingente liquidità.

L'articolo di Panerai merita di essere letto con particolare attenzione in quanto affronta (senza se e senza ma) un tema molto importante ed attuale: il rapporto fra imprenditori ed editori e le conseguenze che si determinano in Italia con la "distorsione" dello stesso sistema democratico.

Molti si sono chiesti e si chiedono (ingenuamente?) per quale motivo Società ed imprenditori detengano partecipazioni in banche, pur essendo le loro aziende "inguaiate" di debiti. Perchè e per come, invece, di investire nelle aziende che amministrano, acquistino - con soldi in prestito - azioni la cui redditività (quando c'è) è più che modesta.

L'argomentato articolo di Panerai risponde, anche, a questo quesito.

Per "moralizzare" (ammesso che lo si possa!) dovrebbe essere precluso l'accesso ai Consigli di Amministrazione (e a maggior ragione ai Comitati Esecutivi) a chi per acquistarne le azioni ha fatto ricorso all'indebitamento. Analogamente la "vigilanza" dovrebbe intervenire quando il sistema del credito finanzia investimenti estranei al "core business" di un'azienda e/o di una compravendita.

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Lupus in fabula


"Milano Finanza" del 13 giugno u.s. titola:







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Non si sapeva che i Toti per "fare cassa" avessero contratto una esposizione con Capitalia garantita dal pegno dei titoli RCS. Capitalia (salvo errore) è importante azionista di RCS. Una domanda forse fin troppo banale è quella di chiedersi perchè la Banca romana ha finanziato un proprio azionista e, per di più, Consigliere di Amministrazione, consentendogli l'acquisto di una partecipazione in RCS.

Gia: perchè?


perchè Fiorani ha operato nello stesso modo con Ricucci ?
 

Rcs tra i peggiori media, l'uscita di Colao sarebbe prematura


14/07/2006 14.15

Rcs tra i peggiori media di piazza Affari. L'azione cede l'1,86% a 3,8575 euro, testando il minimo intraday a 3,85 euro, per nulla confortata dai dati Nielsen. Se infatti il valore degli investimenti pubblicitari netti nei primi 5 mesi del 2006 è ammontato a 3.975 milioni di euro, +3,7% rispetto all'analogo periodo del 2005, la raccolta dei media/editoria ha segnato un decremento del 14%.

Non aiutano il titolo neppure le voci, non nuove a piazza Affari, dell'uscita dell'Ad Vittorio Colao da Rcs, tra i candidati, secondo fonti di stampa, a sostituire Giancarlo Cimoli alla guida di Alitalia. Le motivazioni alla base di un addio di Colao a Rcs potrebbero essere legate ai rapporti non propriamente idilliaci con il presidente Piergaetano Marchetti e con la redazione.

Un'ulteriore ipotesi potrebbe essere quella di una rivalsa dei gruppi bancari azionisti de Il Corriere della Sera verso un uomo vicino a Giovanni Bazoli. Tuttavia l'ipotesi di un'uscita di Colao da Rcs può essere prematura vista la difficile ricerca di un degno successore, il riconoscimento del buon lavoro svolto nel segmento dei periodici e l'impossibilità di esercizio delle stock option da parte di Colao.

"Trattandosi di ipotesi avanzate da un giornale, che non rivestono carattere di ufficialità nè di indiscrezione, riteniamo che la notizia non dovrebbe provocare alcun impatto negativo sul titolo", sostiene Stefania Forti di RasBank. "L'eventuale conferma della notizia nelle prossime settimane potrebbe, invece, determinare qualche pressione sul titolo".

"Sono infatti evidenti i progressi compiuti dalla società dall'insediamento di Colao come Ad, soprattutto nel segmento dei periodici dove grazie alle numerosi iniziative di restyling e di nuovi lanci la crescita del fatturato è stata del 7,7% nel 2005 e nel segmento pubblicitario: +3% nel 2005", prosegue l'esperta della banca d'affari. "Dal punto di vista dei fondamentali, segnaliamo che sul titolo Rcs l'attuale rating di underperform (farà peggio del mercato, ndr) è in revisione".

Francesca Gerosa
 
GIUSEPPE ROTELLI INDAGATO PER CONCORSO IN “TRUFFA AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” - ROTELLI CHI? QUALCUNO SI RICORDA CHE È LO STESSO CHE LO SCORSO NOVEMBRE IN POCHE ORE MISE SUL PIATTO OLTRE 100 MILIONI DI EURO E SI PORTÒ A CASA IL 5,06% DI RCS?...
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_29156.html

1 - TRUFFA SANITÀ, NEI GUAI ROTELLI IL RE DEGLI OSPEDALI PRIVATI…
E. R. Da “la Repubblica”

Un trattamento in day hospital che si trasforma per magia in un più costoso intervento chirurgico.
La cura per una ferita in qualcosa di ben più grave, che fa risultare l´ignaro paziente ricoverato più giorni in ospedale.
Ci sarebbe anche questo tra le migliaia di richieste di rimborso ottenute negli ultimi due anni da diverse cliniche private lombarde convenzionate con il Servizio sanitario nazionale.
E´ questo lo spaccato di un´inchiesta dei pm di Milano e che ieri si è materializzata con un primo risultato: 4 cliniche perquisite. Uno dei re incontrastati della sanità privata, Giuseppe Rotelli, 61 anni, indagato insieme a 4 direttori sanitari e a un suo fidato manager per concorso in «truffa al servizio sanitario nazionale».

Potrebbe trasformarsi in una vera e propria bufera l´inchiesta dei pm Raimondi e Siciliano. Perché a distanza di dieci anni dallo scandalo che travolse il professore Poggi Longostrevi, arrestato per aver gonfiato migliaia di esami, il meccanismo sarebbe identico. Per adesso le verifiche si stanno effettuando sul Galeazzi, il Policlinico di San Donato milanese e gli istituti Sant´Ambrogio e San Siro. Ma la sensazione è che siamo solo all´inizio. Ieri le fiamme gialle si sono presentati nelle 4 strutture esibendo un ordine di sequestro per ottenere le cartelle cliniche rimborsate. Perché «è stato accertato che in numerosissimi interventi effettuati presso le cliniche è stato inserito il codice "864" che prevede un´asportazione radicale di organi e/o tessuti». Interventi non necessari rispetto alla diagnosi messa a referto, ma che prevedono rimborsi più sostanziosi.

2 - FLASHBACK: CHI È ROTELLI? QUALCUNO SI RICORDA CHE È LO STESSO CHE LO SCORSO NOVEMBRE IN POCHE ORE MISE SUL PIATTO OLTRE 100 MILIONI DI EURO E SI PORTÒ A CASA IL 5,06% DI RCS?
Il re delle cliniche Giuseppe Rotelli oggi nei guai con la magistratura, è lo stesso che lo scorso novembre in poche ore mise sul piatto oltre 100 milioni di euro e si portò a casa il 5,06% del Gruppo Rcs, un dì nelle manine di Ricucci. Chirurgo di Pavia, innamorato dei giornali, spiazzò tutte le previsioni. Fino ad allora anonimo, Giuseppe Rotelli controlla 17 ospedali in Lombardia e il suo Gruppo ha fatturato lo scorso anno 650 milioni di euro. Vent'anni fa è stato tra i soci fondatori del quotidiano "La Voce" di Montanelli, e l'anno scorso aveva cercato di mettere le mani sulle antenne di Telelombardia e Antenna3 Lombardia. Di lui si sa che è grande amico di Totuccio Ligresti, Formigoni e dell'ex-ministro Sirchia. Seguendo questi nomi si potrebbe arrivare, come Pollicino con le molliche di pane, fino ai cancelli di Arcore.



Dagospia 25 Gennaio 2007
 
02.03.07 13:47 - Usa: carta stampata, per Buffett e' un settore finito

NEW YORK (MF-DJ)--"Il mercato della stampa e' alla frutta".


Lo dice Warren Buffett, numero due mondiale dei super ricchi dietro al collega e amico Bill Gates e anche editore tramite la testata Buffalo News controllata dalla sua Berkshire Hathaway. "Continuate pure a leggerli - ha detto Buffett - ma io credo che il settore dei giornali sia ormai finito". Il tycoon ha detto che "qualunque editore si rende conto che il mercato e' sempre piu' difficile".

"Sinceramente credo che se ci fossero stati prima Internet e il satellite, i giornali non sarebbero mai nati" ha detto il miliardario. "C'e' comunque chi continua a interessarsi del settore. Ma chi compra testate lo fa non per guadagnarci ma per trovare un posto al sole, per prestigio". "Ci vorrebbe un'iniezione di energia nuova - conclude - ma sinceramente credo che il tempo dei grandi profitti per la carta stampata sia ormai dietro le spalle". mm





(END) Dow Jones Newswires

March 02, 2007 07:47 ET (12:47 GMT)

© 2007 MF-Dow Jones News Srl.
 
Venerdì 2 Marzo 2007, 14:33


Buffett: "La carta stampata è alla frutta"

Visita il sito di Finanza.com


"La gente continui pure a leggerli ma io sono convinto che il settore della carta stampata sia ormai finito, alla frutta". Non usa mezzi termini Warren Buffett, che tra i suoi molteplici ruoli riveste anche quello di editore, attraverso la testata Buffalo News. Il magnate statunitense ha rimarcato che dovrebbe ormai essere evidente a qualsiasi editore che il mercato della stampa è sempre più difficile, tempi dei grandi profitti per il settore sono ormai un lontano ricordo. "Sono convinto che se ci fossero stati prima internet e il satellite, i giornali non sarebbero mai nati", ha aggiunto Buffett sottolineando come secondo lui al giorno d'oggi chi compra testate lo fa non per guadagnarci ma per trovare un posto al sole". Da ricordare che circa un mese, a palesare un futuro unicamente via web era stato il New York Times per bocca del suo editore, Arthur Sulzberger Jr, che ha prospettato un futuro esclusivamente via web del suo giornale entro 5 anni.
Per ulteriori informazioni visita il sito di Finanza.com
 
Rcs: ad ottobre record di contatti per corriere.it

Rcs: ad ottobre record di contatti per corriere.it

MILANO (MF-DJ)--Ottobre record per corriere.it, il sito online del Corriere della Sera, che ha registrato, nel mese appena concluso, il piu' alto numero di lettori di sempre. Sono stati 1.045.566 (+33% rispetto a ottobre 2007) i lettori unici che hanno visitato, nel giorno medio, il sito del quotidiano (1.175.245, +31%, quelli nel giorno medio feriale), mentre nel corso del mese sono stati complessivamente 12.838.635 i lettori unici (+37%).

Secondo una nota, protagonisti della crescita si sono rivelati in particolare la sezione Politica (2,1 mln i lettori unici, +49% su ottobre 2007), la sezione Esteri (1,7 mln, +47%) e Corriere Economia.it (1,9 mln, +83%). Proprio Corriere Economia.it e' stato tra l'altro al centro di una profonda rivisitazione in termini grafici, di contenuti e di maggiore usabilita'.

Altra importante novita' e' rappresentata dal rinnovato sito Mobile che si presenta ora in una nuova veste grafica. La nuova versione di Corriere della Sera Mobile nasce con uno Speciale sulle elezioni americane, che comprende news dedicate, curiosita' sul voto, previsioni e risultati in tempo reale. Com/mur
 

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