tontolina
Forumer storico
RICHARD KOO…TUTTA COLPA DELLA GERMANIA!
Scritto il 10 maggio 2012 alle 14:30 da icebergfinanza
Ve lo ricordate Richard Koo l’economista di Nomura, massimo esperto del doppio decennio perduto giapponese uno che la sa lunga sulla dinamica che ha portato l’America e il mondo intero sulle tracce del Giappone, autore tralaltro di un splendido libro dal titolo “The Holy Grail of Macroeconomics: Lessons from Japan’s Great Recession” un’altra delle nostre stelle polari ovvero la crisi giapponese che mi ha permesso di comprendere quello che stava per accadere.
Koo massimo teorico della recession da balance sheet ci dice che la crisi giapponese differisce da quella ordinaria perché i soggetti economici privati – invece di cercare di massimizzare i profitti in base ai dettami dell’”economica” ortodossa – tendono a minimizzare il debito per riparare ai guasti della loro situazione patrimoniale dopo lo scoppio di una bolla di “asset”. Koo ci aiuta con un esempio espresso in forma didattica:
<<Se una famiglia ha un reddito di mille euro e risparmia il 10%, in teoria i 100 euro risparmiati saranno presi dal settore finanziario e prestati a chi li userà per il meglio facendo muovere l’economia. Se la domanda per questi 100 euro è insufficiente, i tassi di interesse saranno abbassati per incentivarne la richiesta; se eccessiva, i tassi saliranno. Ma se tutto il settore privato è concentrato a minimizzare il suo debito, non ci saranno richieste per questi 100 euro anche in un contesto di tassi zero: nell’economia circoleranno solo i 900 euro spesi e confluiti nel reddito di qualcun altro. Se però anche costui risparmia il 10% solo 810 euro saranno spesi. Poiché il ripristino di una sana situazione patrimoniale richiede molti anni , anche quei 90 euro non saranno erogati in credito, e l’economia si contrarrà a 810 euro, poi a 730 e così via >>. (…)
Koo sostiene insistendo …sul fatto che quando si entra in recessione da balance sheet è sbagliato focalizzarsi solo sui deficit di bilancio ignorando i surplus del risparmio privato e il deleveraging (2) bancario. Secondo l’economista giapponese il contrasto in Europa si risolve in una contrapposizione tra chi auspica che la Bce diventi prestatore di ultima istanza e chi, come la Germania, si oppone discutendo di “azzardo morale” e di rischi inflazionistici e proponendo l’imposizione preliminare di un risanamento fiscale ai Paesi più indebitati.
Koo ritiene che Draghi si stia districando abbastanza bene mentre le sue critiche, come tanti altri commentatori, si concentrano sulla Merkel e sull’Eba, ma soprattutto su quest’ultima, che sta costringendo ad una forte ricapitalizzazione le banche europee limitando ancora di più le possibilità di credito all’economia “reale”.
E a tale proposito egli ritiene che per limitare la stretta creditizia generalizzata (il credit crunch), ormai già in atto, potrebbe essere efficace una iniezione diretta di capitali pubblici negli istituti bancari e ancora, nel medio termine, propone addirittura che solo gli investitori dei singoli paesi possano comprare titoli pubblici emessi dal loro governo, evitando così che la fuga verso i Bund impedisca agli altri Stati di reinvestire il surplus di risparmio nazionale per combattere la recessione.
Per quanto mi è possibile capire questa impostazione che ha reso molto popolare Richard Koo anche in Europa, è una riproposizione del keynesismo adattata alle forme specifiche della lunga depressione in cui siamo immersi. E’ inevitabile che ad una politica economica deflazionistica e recessiva focalizzata sulla “postulata” necessità di ricondurre i debiti pubblici dei vari paesi alla “sostenibilità” e “credibilità”, soprattutto in Europa, si oppongano delle ragionevoli risposte e delle proposte alternative che – al di là del loro valore teorico e della loro possibile efficacia pratica – presentano ricadute politiche e sociali potenzialmente alternative e capaci di indirizzare i rapporti di forza tra paesi pre e sub-dominanti – nelle varie aree “regionali” della formazione sociale globale – in maniera tale da produrre “conflitti di interesse” tra i gruppi dominanti dei vari Paesi (e all’interno degli stessi). CONFLITTIeSTRATEGIE
Ora facciamo un passo indietro a due giorni fa e andiamo a vedere cosa dice Koo a proposito di quanto in realtà sta accadendo in Europa in un pezzo pubblicato su BusinessInsider…
La commozione è grande nell’apprendere che quanto vado sostenendo da mesi ovvero in riferimento alle gravi responsabilità della Germania sia confermato anche dalle tesi di Koo quando dice che l’introduzione dell’euro ha consentito al denaro a basso costo di fluire verso la periferia europea riducendo i rendimenti e creando una domanda vorace da indirizzare verso l’acquisto di merci tedesche.
E in questo giustamente i tedeschi ci marciano anche perchè intorno a loro hanno un manipolo di politici incompetenti o meglio legati alla leggenda metropolitana del politicamente corretto o dell’inevitabile diplomazia!
This was the bubble that burst. But then, why did the bubble form in the first place? In his new note out, Richard Koo adds more fuel to the ‘Blame Germany’ fire, exploring the source of this bubble.
Nella sua ultima analisi Koo getta benzina sul fuoco della colpa tedesca esplorando la fonte di questa bolla.
Main cause of southern European bubbles: low interest rates intended to save German economy
Tecnicamente i principali colpevoli di questa crisi è stato il basso livello dei tassi di questi anni necessari a salvare l’economia tedesca che veniva da una difficile riunificazione che noi tutti abbiamo pagato!
A careful examination of the facts shows a key cause of the housing bubbles in Ireland and southern Europe was the ECB’s decision to lower short-term interest rates to 2% to boost a moribund German economy.
Addirittura secondo Koo, recentemente ascoltato nella sede della Bundesbank, quella tedesca era un’economia moribonda …
Le circostanze all’epoca erano l’opposto di quello che sono oggi: l’Irlanda e l’Europa meridionale erano riusciti a scavalcare la bolla e avevano messo a segno forti performance economiche. Il livello dei tassi di interesse del 2% era troppo basso per loro, portando a bolle immobiliari che sono state ulteriormente aggravate dagli afflussi di capitali provenienti da banche tedesche e francesi in cerca di rendimenti più elevati.
Non vi sembra di aver già sentito da qualche parte in questi mesi questa tesi? ;-D
I fondi fluivano dalla Germania e dalla Francia, aggiungendo più aria alla bolla.
Ma ascoltate bene ora…
Meanwhile, there’s a new bubble forming, and that’s in German real estate.
Nel frattempo, c’è una nuova bolla ini formazione, e questa nell’immobiliare tedesco!
Of course, it’s the result of money from the periphery rushing out of countries like Italy and Spain and into Germany. No wonder the Germans can’t bear more monetary easing.
Si nessuna meraviglia in fondo è tutto così meravigliosamente perfetto solo che nessuno ve lo ha raccontato, nessuno sino ad oggi vi ha mai raccontato come in fondo sono andate le cose. Forse è meglio che la Germania scenda dal suo piedistallo di cristallo prima che qualche cigno nero le passi vicino alla velocità della luce infrangendo la barriera del suono!
Scritto il 10 maggio 2012 alle 14:30 da icebergfinanza
Ve lo ricordate Richard Koo l’economista di Nomura, massimo esperto del doppio decennio perduto giapponese uno che la sa lunga sulla dinamica che ha portato l’America e il mondo intero sulle tracce del Giappone, autore tralaltro di un splendido libro dal titolo “The Holy Grail of Macroeconomics: Lessons from Japan’s Great Recession” un’altra delle nostre stelle polari ovvero la crisi giapponese che mi ha permesso di comprendere quello che stava per accadere.
Koo massimo teorico della recession da balance sheet ci dice che la crisi giapponese differisce da quella ordinaria perché i soggetti economici privati – invece di cercare di massimizzare i profitti in base ai dettami dell’”economica” ortodossa – tendono a minimizzare il debito per riparare ai guasti della loro situazione patrimoniale dopo lo scoppio di una bolla di “asset”. Koo ci aiuta con un esempio espresso in forma didattica:
<<Se una famiglia ha un reddito di mille euro e risparmia il 10%, in teoria i 100 euro risparmiati saranno presi dal settore finanziario e prestati a chi li userà per il meglio facendo muovere l’economia. Se la domanda per questi 100 euro è insufficiente, i tassi di interesse saranno abbassati per incentivarne la richiesta; se eccessiva, i tassi saliranno. Ma se tutto il settore privato è concentrato a minimizzare il suo debito, non ci saranno richieste per questi 100 euro anche in un contesto di tassi zero: nell’economia circoleranno solo i 900 euro spesi e confluiti nel reddito di qualcun altro. Se però anche costui risparmia il 10% solo 810 euro saranno spesi. Poiché il ripristino di una sana situazione patrimoniale richiede molti anni , anche quei 90 euro non saranno erogati in credito, e l’economia si contrarrà a 810 euro, poi a 730 e così via >>. (…)
Koo sostiene insistendo …sul fatto che quando si entra in recessione da balance sheet è sbagliato focalizzarsi solo sui deficit di bilancio ignorando i surplus del risparmio privato e il deleveraging (2) bancario. Secondo l’economista giapponese il contrasto in Europa si risolve in una contrapposizione tra chi auspica che la Bce diventi prestatore di ultima istanza e chi, come la Germania, si oppone discutendo di “azzardo morale” e di rischi inflazionistici e proponendo l’imposizione preliminare di un risanamento fiscale ai Paesi più indebitati.
Koo ritiene che Draghi si stia districando abbastanza bene mentre le sue critiche, come tanti altri commentatori, si concentrano sulla Merkel e sull’Eba, ma soprattutto su quest’ultima, che sta costringendo ad una forte ricapitalizzazione le banche europee limitando ancora di più le possibilità di credito all’economia “reale”.
E a tale proposito egli ritiene che per limitare la stretta creditizia generalizzata (il credit crunch), ormai già in atto, potrebbe essere efficace una iniezione diretta di capitali pubblici negli istituti bancari e ancora, nel medio termine, propone addirittura che solo gli investitori dei singoli paesi possano comprare titoli pubblici emessi dal loro governo, evitando così che la fuga verso i Bund impedisca agli altri Stati di reinvestire il surplus di risparmio nazionale per combattere la recessione.
Per quanto mi è possibile capire questa impostazione che ha reso molto popolare Richard Koo anche in Europa, è una riproposizione del keynesismo adattata alle forme specifiche della lunga depressione in cui siamo immersi. E’ inevitabile che ad una politica economica deflazionistica e recessiva focalizzata sulla “postulata” necessità di ricondurre i debiti pubblici dei vari paesi alla “sostenibilità” e “credibilità”, soprattutto in Europa, si oppongano delle ragionevoli risposte e delle proposte alternative che – al di là del loro valore teorico e della loro possibile efficacia pratica – presentano ricadute politiche e sociali potenzialmente alternative e capaci di indirizzare i rapporti di forza tra paesi pre e sub-dominanti – nelle varie aree “regionali” della formazione sociale globale – in maniera tale da produrre “conflitti di interesse” tra i gruppi dominanti dei vari Paesi (e all’interno degli stessi). CONFLITTIeSTRATEGIE
Ora facciamo un passo indietro a due giorni fa e andiamo a vedere cosa dice Koo a proposito di quanto in realtà sta accadendo in Europa in un pezzo pubblicato su BusinessInsider…
La commozione è grande nell’apprendere che quanto vado sostenendo da mesi ovvero in riferimento alle gravi responsabilità della Germania sia confermato anche dalle tesi di Koo quando dice che l’introduzione dell’euro ha consentito al denaro a basso costo di fluire verso la periferia europea riducendo i rendimenti e creando una domanda vorace da indirizzare verso l’acquisto di merci tedesche.
E in questo giustamente i tedeschi ci marciano anche perchè intorno a loro hanno un manipolo di politici incompetenti o meglio legati alla leggenda metropolitana del politicamente corretto o dell’inevitabile diplomazia!
This was the bubble that burst. But then, why did the bubble form in the first place? In his new note out, Richard Koo adds more fuel to the ‘Blame Germany’ fire, exploring the source of this bubble.
Nella sua ultima analisi Koo getta benzina sul fuoco della colpa tedesca esplorando la fonte di questa bolla.
Main cause of southern European bubbles: low interest rates intended to save German economy
Tecnicamente i principali colpevoli di questa crisi è stato il basso livello dei tassi di questi anni necessari a salvare l’economia tedesca che veniva da una difficile riunificazione che noi tutti abbiamo pagato!
A careful examination of the facts shows a key cause of the housing bubbles in Ireland and southern Europe was the ECB’s decision to lower short-term interest rates to 2% to boost a moribund German economy.
Addirittura secondo Koo, recentemente ascoltato nella sede della Bundesbank, quella tedesca era un’economia moribonda …
Le circostanze all’epoca erano l’opposto di quello che sono oggi: l’Irlanda e l’Europa meridionale erano riusciti a scavalcare la bolla e avevano messo a segno forti performance economiche. Il livello dei tassi di interesse del 2% era troppo basso per loro, portando a bolle immobiliari che sono state ulteriormente aggravate dagli afflussi di capitali provenienti da banche tedesche e francesi in cerca di rendimenti più elevati.
Non vi sembra di aver già sentito da qualche parte in questi mesi questa tesi? ;-D
I fondi fluivano dalla Germania e dalla Francia, aggiungendo più aria alla bolla.
Ma ascoltate bene ora…
Meanwhile, there’s a new bubble forming, and that’s in German real estate.
Nel frattempo, c’è una nuova bolla ini formazione, e questa nell’immobiliare tedesco!
Of course, it’s the result of money from the periphery rushing out of countries like Italy and Spain and into Germany. No wonder the Germans can’t bear more monetary easing.
Si nessuna meraviglia in fondo è tutto così meravigliosamente perfetto solo che nessuno ve lo ha raccontato, nessuno sino ad oggi vi ha mai raccontato come in fondo sono andate le cose. Forse è meglio che la Germania scenda dal suo piedistallo di cristallo prima che qualche cigno nero le passi vicino alla velocità della luce infrangendo la barriera del suono!