Un breve riassunto a scanso di equivoci: i tanti motivi «Perché la previdenza complementare è rischiosa e non conviene»
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Quindi l’autore dell’articolo, che esprime la sua legittima opinione denigrando la previdenza complementare sostiene implicitamente che:
- L'INPS sarà in grado di pagare pensioni degne di questo nome, nonché capaci di garantire (vocabolo abusato) un tenore di vita adeguato e consono al suo significato tra 40-50 anni?...ma le dichiarazioni dei vari esponenti della stessa INPS rilasciato negli ultimi anni, che sostanzialmente sono un grido di allarme in quanto mancano i soldi, per vari motivi, tra cui il fatto che il Paese invecchia, ergo ci sino più pensionati che giovani che lavorano e che versano i contributi in proporzione, le ha sentite?
- omette di ricordare che un fondo pensione garantisce mediamente un risparmio fiscale del 30% annuo a prescindere.
- Io ho un fondo pensione da 23 anni e ad oggi ho risparmiato circa 35.000 di tasse che diversamente avrei versato, senza contare il rendimento medio annuo pari al 4% circa, compresi gli anni in cui il fondo ha perso, essendo azionario.
- inoltre, la tassazione dei fondi pensione a scadenza mi pare più convivente rispetto alla tassazione ordinaria del tfr o sbaglio?
- l’autore parla di mancanza di garanzie, di certezze etc....è forse certo il pagamento della pensione tra 40-50 anni per quei ragazzi che entrano ora nel mondo del lavoro, con lo scenario attuale e il debito pubblico che sta esplodendo?
- ancora sui rischi dei mercati finanziari: ma qualcuno si è guardato la performance dei mercati americani, europei (Italia esclusa) o cinesi solo dal 2000 ad oggi?...perché è chiaro che se si guarda solo al proprio orticello, cioè all’Italia e alla nostra borsetta, lo scenario è deprimente, ma per fortuna il mondo è grande, i mercati e le rispettive economie crescono sempre, anche dopo le diverse crisi affrontate dal 2000 ad oggi, che sono state diverse e con profonde correzioni, ma alla fine i valori sono salito e non di poco, dati alla mano.
- ed infine, se io fossi nato nel 1950, come l’autore dell’articolo, quindi alle soglie della pensione, se non già in pensione, nonché cresciuto in un mondo del lavoro profondamente diverso da quello con cui è chiamato a confrontarsi un ragazzo di 20 anni o poco più, per il resto della sua vita, ci andrei cauto a dare giudizi così trancianti.
Poi ognuno con la sua testa e i suoi soldi, ma per quanto mi riguarda la scelta di non decidere del proprio futuro equivale alla scelta di accettare passivamente che qualcun altro, lo Stato in primis...e che Stato...prenda le decisioni per me.
No grazie. Preferisco assumermi le mie responsabilità per quanto riguarda la mia vita, professionale, contributiva e previdenziale...e ad oggi dopo 23 anni di versamenti, i numeri dicono che sto facendo bene, le tasse le ho già risparmiatore e ho un rendimento che si subirà variazioni in +/- ma se vi sarà ancora un mondo fatto di economie e di bisogni-consumi-servizi, come credo che sarà, visto che tutti noi, tutti i giorni, contribuiamo con le nostre spese a sostenere economie ed aziende...beh lascio a te le ovvie considerazioni.
Vivere con la paura costante del "finirà tutto...perderò tutto"...non mi appartiene e la storia è lì a confermarlo, nei fatti e nei numeri. Se uno cerca, vuole e pretende garanzie al giorno d’oggi, mi sa che farebbe bene a cercarsi un altro pianeta, ma è solo la mia opinione,
Mi scuso per eventuali errori grammaticali dovuti al correttore.