Carraristi siete pronti..cvd...vero Bosco....?
Carraro: presto il piano industriale di rilancio
il Piccolo — 24 gennaio 2010 pagina 09 sezione: ATTUALITÀ
di ANDREA DEUGENI MILANO ”È stato un piccolo incidente dovuto a un difetto di comunicazione. Una comunicazione mal interpretata da un analista che ha fatto cadere il titolo in quel modo. Non ci sono stati altri motivi. Siamo rimasti tutti molto sorpresi. Lunedì valuteremo con la Consob se emettere qualche comunicato per smentire, ma non credo. Anche perché penso che il tutto sia stato fatto in buona fede. C'è da dire, però, che il titolo ha pagato anche l'andamento negativo di tutti gli indici di borsa e dei principali big player del settore. Come Caterpillar e Cnh”. Mostra grande tranquillità Mario Carraro, presidente dell'omonimo gruppo padovano che produce assali e componenti per trattori e macchine agricole. Multinazionale presente anche in Friuli Venezia Giulia con due stabilimenti. Uno a Maniago, con 320 dipendenti di cui 167 finiti in cassa integrazione e l'altro a Gorizia. Anche questo non funzionante a pieno regime a causa della crisi che nel 2009 ne ha ridotto drasticamente gli ordini (-50% circa), con solamente 46 lavoratori attivi su 120. L'industriale padovano è stato contattato dal Piccolo dopo la brutta performance di venerdì del titolo sul segmento Standard di Borsa Italiana. Giornata in cui il prezzo delle azioni del gruppo, al termine della seduta, ha perso oltre il 9%. Un tonfo che è costato all'azienda circa 11 milioni di capitalizzazione. Il peggior andamento registrato al listino milanese. Il motivo che ha fatto scattare le vendite sul titolo Carraro è stato un articolo di Websim, sito internet d'informazione finanziaria legata ad Intermonte, una delle principali Sim che operano su Piazza Affari, in cui gli analisti hanno fatto sapere che il gruppo veneto ”ha rimandato la presentazione del piano industriale che avrebbe dovuto tenersi entro gennaio”. Facendo slittare l'incontro con la comunità finanziaria ”ad una data che al momento non è ancora possibile indicare, neanche in linea di massima”. ”Non c'è nessun problema, sono sereno”, spiega al contrario Carraro. Che fa invece capire che il piano industriale con le strategie per il prossimo triennio è ”pronto” e ”sarà efficace”. ”É solo una questione formale”, aggiunge. ”Al nostro interno abbiamo già definito le linee d'azione. Stiamo solo aspettando di avere il quadro completo su alcuni aspetti industriali che stiamo definendo, per mettere tutto sul tavolo con le banche e, con l'avallo delle parti coinvolte, comunicare il piano alla comunità finanziaria. Ragionevolmente, credo che potremo farlo entro febbraio”. O al più tardi ”i primi di marzo”. Quando parla di aspetti industriali, oltre alle tradizionali commesse del gruppo americano Caterpillar, Carraro fa riferimento ad alcuni ordini di ”clienti nuovi che dovrebbero arrivare a partire dal secondo semestre di quest'anno. Ci sono importanti segni di ripresa soprattutto in Cina, Brasile e in India”, spiega a questo proposito l'imprenditore di Campodarsego. Ordini che potrebbero riguardare non i tradizionali settori legati al core business dei trattori (“stiamo ampliando il raggio d'azione con strategie diversifi cate, che porteranno dei risultati nel lungo periodo”, dice infatti). Secondo quanto da lui dichiarato in passato, la ristrutturazione industriale messa in atto dopo la crisi dovrebbe prevedere un ridimensionamento del core business degli assali per trattori e per ruspe a favore degli ingranaggi e delle trasmissioni. Anche in settori completamente nuovi, come quello delle energie rinnovabili. ”Il fotovoltaico – aggiunge a questo proposito Carraro, riferendosi ad Elettronica Santerno, società emiliana acquisita nel 2006 ed attiva nel comparto dell'energia 'pulita'– sta andando molto bene”. In sostanza, l'industriale sta attendendo di portare a casa delle commesse (accordi di cui si dice ”sicuro di concludere”) che consentano di definire meglio le linee di azione e le stime soprattutto per il 2011 e 2012. In più, dopo aver agito dal lato dei costi, con un piano d'emergenza che ha previsto la cassa integrazione straordinaria per 700 dei 3.670 dipendenti (di cui 2050 in Italia), sta aspettando di firmare con Friulia il contratto che prevede il lancio di una joint venture per salvare i due stabilimenti regionali. Coinvolgendo anche altri partner. Definiti questi aspetti, Carraro potrà rinegoziare con le banche i covenant e cioè i vincoli finanziari posti dagli istituti di credito per concedere i prestiti all'azienda, travolti lo scorso anno dalla crisi (”un normale aggiustamento che sono sicuro di portare a termine”, dice l'imprenditore a questo propositi). Step, al termine del quale, ufficializzare il piano industriale.