Gli USA e la Legge Talmudica sionista

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Forumer storico
Sgretolmenti irresistibili dell’Ordine Mondiale ed eurocratico.
Maurizio Blondet 22 dicembre 2017 19


Sgretolmenti irresistibili dell'Ordine Mondiale ed eurocratico. - Blondet & Friends

Poche ore, e l’ordine globalista, unilateralista è cambiato, quello eurocratico-atlantico è sgretolato tutto d’un colpo.

In Catalogna, i separatisti vincono la maggioranza. E’ cominciata una frammentazione irreversibile non solo della Spagna (non si potrà formare un governo per mesi), ma dell’Europa che cova i suoi secessionismi e particolarismi: fremono già la Corsica, la Scozia, perché no il Sudtirolo o il Donbass o la Sardegna — e se un voto ha legittimato una secessione, perché non vale anche per la Crimea?

La Polonia scavalca la UE e stringe accordi militari con la Gran Bretagna. Ciò, nonostante l’ordine eurocratico (dunque di Merkel) che tutti i rapporti con Londra fossero negoziati direttamente da Bruxelles nel quadro del Brexit e non unilateralmente da stato a stato. Ma Varsavia vuole meno Europa e più NATO: la sua insubordinazione mette fine alla finzione che UE e NATO siano la stessa cosa.


Il nuovo primo ministro polacco Mateusz Morawiecki e il premier britannico Theresa May il 21.12.2017 a Varsavia. (Foto: dpa)
In Austria, il nuovo governo si propone un taglio massiccio dei benefici ai richiedenti asilo, particolarmente dando solo più benefici in natura (oggi ricevono prestazioni in denaro, 840 euro mese) e nessun alloggio individuale, identificazione accurata di coloro che non hanno dato una chiara identità, attraverso “la lettura o il ripristino dei dati del telefono cellulare e altri mezzi di comunicazione come i social media, per ricostruire l’itinerario” del sedicente richiedente asilo. E rimpatrio rigoroso per quelli che non vengono da paesi in guerra. Se l’Austria si unisce al Gruppo di Visegrad, darà al blocco dell’Est una forza reale e simbolica impossibile da contornare – e con ciò ai sovranisti del resto d’Europa, che l’eurocrazia aveva “sconfitto”.

Notevole che ciò avvenga mente la Germania è in catalessi politica, assente, non ha nulla da dire perché non ha un governo – come non lo avrà la Spagna , e da marzo nemmeno l’Italia: è la frammentazione estrema delle opinioni pubbliche conseguente all’individualismo liberista come pensiero unico economicista e consumista: che “ha liberato l’uomo occidentale di ogni forma di identità collettiva: religione, valori tradizionali, la gerarchia, a coscienza nazionale, per cui ognuno scegliere la propria religione, la propria nazione, e oggi il proprio sesso”. Per quale motivo allora “stare insieme” se conviene “ognuno per sé”? I puri interessi non uniscono mai, dividono.

All’Onu, gli Usa sono rimasti per la prima volta isolati sulla questione di Gerusalemme capitale ebraica. Hanno ricevuto uno schiaffo in piena faccia da 128 paesi, e sono rimasti a votare con Sion e alcune isole della Micronesia.


Verdi i voti contro Usrael
Il voto all’Onu contro Washington e Tel Aviv è un fallimento politico senza precedenti: persino la Gran Bretagna non ha votato secondo i desideri di Trump, persino l’Italia e la Germania. Il Canada s’è astenuto. E ciò, nonostante Nikki Haley, la sciagurata ambasciatrice all’ONU, sia scesa ai livelli più infimi della bassezza minacciando “mi segno i nomi” di quelli che non voteranno come voglio io, e il taglio degli aiuti americani ai paesi disobbedienti. “Voglio che sappiate che il presidente e gli Stati Uniti prendono questo voto personalmente”, ha annunciato: “Il presidente osserverà questo voto con molta attenzione …e ha richiesto che io gli riferisca su quei paesi che voteranno contro di noi”.


Nikki Haley: “Mi segno i nomi!”
La sciagurata Niki è così riuscita a porre le basi per aggravare il fallimento diplomatico: mostrando ciò che sarebbe meglio dissimulare più a lungo, che la Superpotenza non fa più paura al resto del mondo, e i suoi ruggiti sono quelli della tigre di carta. Una Casa Bianca ragionevole dovrebbe sostituire al più presto la fanatica incapace dannosa per la nazione. Invece Trump ha sostenuto la Nikki rincarando la minaccia: “Questi ci prendono centinaia di milioni di dollari, anche miliardi, e poi ci votano contro. Che votino contro di noi, e noi risparmieremo un sacco. Che ci frega”.

E la Haley che, appena subìto il disastro, ha rincarato: “Noi ci ricorderemo quando ci si chiederà ancora una volta di versare il più importante contributo alle Nazioni Unite. E ce ne ricorderemo quando numerosi paesi verranno a chiederci, come fanno tanto spesso, di pagare di più e di impiegare la nostra influenza a loro vantaggio”.

Che dire? Sembra che la lobby israeliana abbia portato gli Usa allo scacco. Sembra la crisi del ”diritto talmudico” internazionale basato sul delirio di onnipotenza israelo-americano, che possiede l’America dall’11 Settembre e dal mega-false flag criminoso. Il diritto talmudico poggia sull’ideologia o teologia che il popolo eletto essendo l’unica umanità, e gli Usa la sola “nazione necessaria” (come ripetuto molto da Obama), essi dettano la legge ai goym e ai noachici che sono animali parlanti. Applicano le leggi americane (ebraiche) al pianeta.

Lo ha ben notato Dimitri Orlov, vedendo nelle decisioni di Trump “un insieme di tratti che non sono specificamente suoi ma più generalmente americani [ebraici] e vengono sempre più esibiti via via che gli Stati Uniti entrano nella fase terminale della degenerazione”.

Premessa: lo status di Gerusalemme come corpo separato perché sacro alle tre religioni è “riconosciuto in diritto internazionale e de jure”, nonostante la città sia illegalmente occupata “de facto” da Israele dal 1967. La decisione unilaterale di Sion di farne propria capitale è stata condannata dalla risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza (dunque anche dagli Usa) del 1980.

Il primo tratto generale della Superpotenza in degenerazione è “che il diritto internazionale è ignorato, come fanno generalmente gli Stati Uniti. In forza di quale autorità giuridica le truppe americane sono piazzate sul territorio siriano, che è il territorio di una nazione sovrana membro dell’ONU? Nessuna”.

Avevano giurato a Gorbachev: “Mai allargheremo la NATO”.
Ben più grave: come risulta da documenti recentemente scoperti, nel 1990-91, il presidente Bush padre promise a Gorbachev che la NATP non si sarebbe mai allargata ad Est inglobando i paesi dell’ex Patto di Varsavia. L’allora segretario della NATO, il tedesco ed ex ministro della Difesa Manfred Woerner, ripeteva nel 1990 che considerava questo impegno come una “garanzia di sicurezza” data all’URSS in cambio dell’assenso di Mosca alla riunificazione delle due Germanie.

Il segretario di stato James Baker, in una lettera ad Helmut Kohl, aveva scritto che la NATO “non si sarebbe mossa di un pollice” dalla posizione che aveva allora. Tutti i capi europei, da Mitterrand alla Thatcher ai tedeschi fino al capo della CIA Robert Gates, si premurarono di rassicurare Gorbachev: garantiamo noi! Tranquillo! Il russo non si fece mettere per iscritto l’impegno: come dubitare di questi paladini e maestri del diritto? Così Bill Clinton nel ’94 ha cominciato a violare la parola allargando la NATO.


Bush assicurò Gorby: ma non per iscritto….
Questo è specificamente diritto internazionale talmudico: doppiezza, inganno, malafede, disprezzo degli esseri inferiori, violazione della parola data – data a chi? Ad animali parlanti?

(dobbiamo la scoperta a due ricercatori del “Washington University National Security Archives”, Svetlana Savranskaja e Tom Blanton)

"Sorry Chump, You Didn't Have It In Writing"

Altro caso segnalato da Orlov:

“Per esempio, il segretario di Stato Rex Tillerson esorta la Russia ad adempiere ai suoi obblighi previsti dagli accordi di Minsk sull’Ucraina. Voi potete domandare: quali sono gli obblighi della Russia in base agli accordi di Minsk? Ebbene: non ci sono. Leggete i testi degli accordi: non ne troverete uno”. Qui, la totale indifferenza e ignoranza verso il diritto internazionale si unisce all’altro tratto caratteristico che Orlov segnala: “Negli Stati Uniti, la realtà non ha più importanza” . Tratto che è proprio della mentalità talmudica: essendo il Regno d’ISraele già realizzato ed avendo il potere sul mondo e sulla realtà, “i fatti sono cose imbarazzanti che possono contraddire la narrativa preferita forzandovi a cambiarla”. Ma un potere talmudico-imperiale non può riconoscere di essere soggetto alla realtà, perché equivarrebbe a riconoscersi non divino.

Tipicamente, la ostilità bellicista verso Mosca basata sulla narrativa che “Putin ha fatto eleggere Trump”, racconto senza alcun indizio ma ripetuto all’infinito, ha imposto al Comitato Olimpico di vietare “agli atleti russi di partecipare alle Olimpiadi invernali. Ciò, sulla base di false prove comprate dagli americani ad un criminale latitante russo di nome Rodchenkov.”

Ora, questo disprezzo del diritto internazionale, il calpestare il diritto di Westfalia, la persecuzione e distruzione bellica di Stati legittimi con false prove, l’imposizione delle proprie “leggi” al mondo, ha successo (limitato) solo finché gli Stati Uniti e il suo Suggeritore e Falso Agnello sono percepiti come ultra-potenti, e pronti a schiacciare i deboli (animali parlanti) in guerre e stragi senza fine.

Ma ecco che di colpo “tutti sanno che gli USA non hanno assolutamente nessuna opzione per forzare la Corea del Nord al disarmo nucleare”. Avendo visto cosa è accaduto a Irak e Libia “che avevano volontariamente disarmato” credendo (come Gorbachev) alla parola di Washington, i nord coreani hanno preferito elevarsi al rango di potenza atomica e l’hanno dimostrato. “La realtà è che non resta che una strada: negoziare”. Ma negoziare con animali parlanti? “Gli preferiscono vivere in un mondo immaginario in cui potrebbero distruggere totalmente la Corea el Nord con uno schiocco di dita”

Isolata nel suo mondo
Washington è sempre più chiaramente esclusa dai negoziati più essenziali nel Medio Oriente (ovvio: come credere alla sua parola?) tanto che alle discussioni per la pacificazione della Siria partecipano la Russia, l’Iran e la Turchia, ma gli Usa non sono presenti. Non sono presenti nemmeno ai colossali progetti della Cina, nuova via della Seta, One Belt One Road. E Pechino sta per lanciare un “future” per comprare petrolio in yuan [non in dollari!], per di più convertibile in oro; con ciò, minando la base stessa dell’egemonia mondiale ed economica americana, basata sull’obbligo per i goym di comprare e vendere le materie prime (anzitutto il petrolio) in dollari, ciò che consente a Washington di stampare la sola moneta “di riserva” mondiale, esportando fra l’altro i suoi deficit e le sue svalutazioni agli altri paesi.

In mancanza di diritto internazionale, l’America (come Sion) e avendo perso la forza assoluta di minaccia, “non fanno che dappertutto esacerbare e favorire i conflitti, all’estero ma anche alll’interno”. Istigate guerre civili in Libia, Siria, Irak, Somalia, Sudan, e in Ucraina nel cuore d’Europa, adesso il governo Trump ha firmato, il 13 dicembre, una vendita di specifiche armi al regime di Kiev – decidendo dunque di invelenire anziché acquietare la ferita aperta del Donbass, sperando di giungere a una guerra mondiale – che le consentirebbe di recuperare l’assoluta egemonia perduta, il prestigio che ha buttato nella fogna e la primazia economica basata sulla moneta falsa, il capitalismo finanziario da rapina in sé distruttore di risorse, e le manipolazioni dei mercati monetari.

Se tra il 1948 e il 1991 gli Stati Uniti hanno compiuto 46 interventi militari, dal 1992 al 2017 ne hanno fatto il quadruplo, 188 interventi bellici.

Il bello è che gli Usa incendiano i conflitti anche in patria: donne contro uomini (con la isteria delle molestie sessuali), bianchi contro neri (Black Lives Matter), liberals contro conservatori. Per Orlov, questa guerra di tutti contro tutti “è attivamente promossa con un obbiettivo unico e semplice: generare una cortina fumogena abbastanza spessa da nascondere quello che è il conflitto principale, quello tra l’oligarchia kleptocratica e la popolazione americana. L’obiettivo è di portare la popolazione – il cui lavoro non è più necessario e il cui mantenimento è semplicemente un costo – a scomparire il più rapidamente possibile. I conflitti internazionali servono allo stesso titolo della epidemia di oppiacei (59 mila morti americani nel 2016), i i suicidi aumentati del 25% dall’11 Settembre ad oggi (43 mila morti l’anno), i pazzi solitari che fanno stragi in scuole e concerti (sicuramente in numero maggiore dei 103 americani uccisi all’interno del paese dal terrorismo “islamico” o etichettato come tale negli ultimi 16 anni dall’11 Settembre 2001 ad oggi.

Comincia il disordine mondiale.
Il perché la “Kleptocrazia” abbia bosogno di far questo, Orlov lo dice con un aforisma magistrale: “Una regola fondamentale della kleptokrazia è che meno resta da rubare, più bisogna rubare”. Aforisma che vediamo applicare dalla cleptocrazia italiana e dai parassiti politici pubblici: da due settimana ci strillano nelle orecchie della Boschi ed e di Banca Etruria, e intanto tacciono del mezzo miliardo che De Benedetti non restituisce al Montepaschi, né dei regali che i politicanti hanno fatto a se stessi e alle loro clientele di parassiti pubblici con la legge di bilancio finale di questa dittatura dei ladri.

Tutto ciò, per concludere: sicuramente adesso comincia un periodo di sgretolamento finale degli “ordini” precedenti, globalisti ed burocratici, dominati dall’unilateralismo planetario americano ; tali “ordini” dal governo mondiale dell’economia tramite Organizzazione mondiale del Commercio, dollaro, “lotta al riscaldamento climatico”, “lotta al terrorismo globale” (armandolo) “E’ colpa di Putin” sono caduti nella crisi terminale non solo di legittimità, ma anche di efficienza. Per tutti noi sarà un periodo di turbolenze incalcolabili, di perdite di certezze e di alleanze (falsamente) credute solide, di leadership mancanti e di particolarismi virulenti. L’egemone folle americano, farà una fine sicuramente “cattiva e brutale”. Con Orlov, possiamo solo pregare che sia anche”corta”.
 
Lo strano blackout all’aeroporto di Atlanta. E cosa portava il solo cargo (israeliano) fatto decollare?
Di Maurizio Blondet , il 20 dicembre 2017 187 Comment
Lo strano blackout all’aeroporto di Atlanta. E cosa portava il solo cargo (israeliano) fatto decollare? - Rischio Calcolato

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Domenica 17 dic.2017 all’aeroporto di Atlanta – il più trafficato del pianeta – è mancata la luce, totalmente e per molte ore. Un incendio ha messo fuori uso i generatori di riserva nello stesso tempo. L’oscuramento è durato dalle 1:06 di notte fino a mezzanotte e 56 del giorno dopo. Telecamere di sorveglianza spente, blocco di tutti i servizi, nessuna luce sulle piste, quindi migliaia di voli sono stati cancellati. Per ordine della FAA (Federal Aviation Administration) e le autorità cittadine,

nessun aereo ha potuto prendere il volo o atterrare.

Correggiamo: tutti tranne uno.
Un grosso aereo da carico, 4X-ICB, arrivato da Mexico City e atterrato ad Atlanta alle 1 di notte, proprio giusto giusto pochi minuti prima che si producesse il blackout. Poi l’aereo è stato fatto decollare alle 6:27, prima dell’alba, letteralmente a metà dell’oscuramento. Unico: il primo volo regolare cui è stato permesso il decollo dopo le riparazioni e il ritorno della corrente, ha preso il volo alle 12:56.





L’aereo solitario lasciato decollare al buio, prima dell’alba, nonostante i guasti, un aereo da carico appartenente alla Cal Cargo Airlines. Una compagnia ebraica con sede all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.







Specializzata in trasporti di carichi insoliti, dagli “animali vivi” ai “beni pericolosi”. Con dirigenti che vengono dagli alti gradi dello stato israeliano: come il vicepresidente Muli Ravini, che è stato assistente al direttore generale del Ministero Finanze di Israele. Rvini, oltre che della CAL, è presidente di una ditta collegata alla prima, LACHS, che opera nell’aeroporto di Atlanta al carico e scarico degli aerei. Fatto singolare, la compagnia vanta nel suo sito di mettere le merci sugli aerei “senza la presenza di un doganiere”, di “stampare i documenti di viaggio localmente anziché andare fino all’ufficio doganale”, e far rilasciare documenti doganali “in modo più semplice e rapido che mai prima”. Una specialità non da poco. Significa che quella notte di blackout, nessun agente e guardia di frontiera o funzionario pubblico sa cosa l’aereo abbia scaricato o caricato a bordo.



Ciò ha scatenato le ipotesi e le indagini dei frequentatori di 4Chan, il sito web di discussioni sul quale – ricordiamolo – un “John”, il 10 settembre scorso, “pre-narrò” la sparatoria di Las Vegas che poi avvenne il 1° ottobre. Che tipo di merci ha caricato il cargo israeliano, da richiedere un così elaborato stratagemma come un (improbabile) disastro elettrico nel maggior aeroporto del mondo? Si è avviata una gara: le ipotesi che hanno vinto sono : o bio-armi vietate, o testate nucleari, per la precisione W80, bombe termonucleari di piccole dimensioni, concepite per stare nei missili da crociera, di potenza variabile da 5 a 150 kiloton.


Una testata atomica W80
Non si tratta di complottiamo gratuito, purtroppo.

Molti hanno ricordato il Boeing 747 della El Al, precipitato il 4 ottobre 1992 presso Amsterdam in fase d’atterraggio (43 morti): si disse che l’aereo portava frutta e profumi, invece solo nel 1998 gli israeliani ammisero che portava anche 190 litri di dimetil-metilfosfonato, una sostanza soggetta a limitazioni severissime perché è il componente per sintetizzare il gas nervino Sarin.

Altri hanno ricordato l’ancor più allarmante e mai spiegato evento chiamato “Bent Spear”: nell’agosto del 2007 un B-52, bombardiere strategico, decollò dalla base Minot dell’Air Force in Nord Dakota, per fare scalo, tre ore dopo, nella base di Barksdale in Louisiana. Solo dopo altre ore un ufficiale della base si accorse che il bombardiere strategico aveva sotto le ali sei missili da crociera, con testate atomiche (appunto W80) sulle punte; mentre le testate dovrebbero essere rimosse dai missili prima che questi vengano tirati fuori dai loro bunker-magazzini, o se rimangono montate, attorno all’aereo deve formarsi un cerchio di vigilanza severissimo, e tutte le precauzioni obbligatorie del caso. Inoltre nessuno alla base di partenza, Minot, aveva segnalato o registrato lo spostamento delle testate atomiche dal magazzino. Domande senza risposta: chi aveva alterato la catena di comando da poter ordinar, scavalcandola, l’armo di sei missili da crociera atomici? E dove era destinato il B-52 con le sei testate, se gli ufficiali di Barksdale non l’avessero fermato?

Il NewsWeek riportò allora un fatto che ha relazione con l’incidente: David Wurmser (J), il consigliere per il Medio Oriente vicepresidente Dick Cheney, aveva raccontato ad un gruppo ristretto di intimi del governo Bush jr., che Cheney “aveva pensato di chiedere ad Israele di lanciare un attacco missilistico alla centrale atomica iraniana di Natanz, in modo che la rappresaglia iraniana avrebbe dato agli USA ampi motivi per lanciare il suo attacco, scatenando la guerra all’Iran. Di fatto resta il fondato sospetto che le sei testate fossero state “deviate” da Cheney per cominciare ad attuare il piano – andato a monte perché gli ufficiale di Barksdale non stettero al gioco.



Stavolta l’aereo israeliano della ditta specializzata in carichi pericolosi, non è stato fermato. Anzi sembra proprio che l’incidente del guasto alla corrente sia stato pensato apposta per portare sotto l’apparecchio un carico che nessuno doveva vedere. Secondo gli investigatori spontanei di 4Chan, l’incredibile durata dell’oscuramento si può spiegare col fatto che bisognava aspettare si scaricassero le batterie degli apparecchi di sorveglianza del personale di sicurezza; per esempio i rilevatori di radioattività ( raggi gamma), la quale è evidentemente una caratteristica che non viene trascurata negli aeroporti.

Qualunque merce abbia portato l’apparecchio, l’ha portata a Liegi sulla Mosa:a poca distanza dalle frontiere di Germania, Olanda e Lussemburgo, dotata del terzo porto fluviale d’Europa, oltre che collegata al grande porto di Anversa dal canale Alberto. Le “cose” esportate in segreto possono essere finite dovunque. Un possibile false flag nei prossimi giorni o settimane ce lo dirà?

…e senza controlli doganali.

L’articolo Lo strano blackout all’aeroporto di Atlanta. E cosa portava il solo cargo (israeliano) fatto decollare? è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 

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