Per apprezzare la notizia, il lettore tenga presente la deificazione in corso da anni, ed ora all’apice, di Mario Draghi, la sua sacralizzazione mediatica e politica: l’infallibile, il perfetto, depositario di una carica eccelsa, pontificale, a cui nessuno deve mancare di rispetto. Tenga presente le urla e le minacce di tutti gli ambienti politici e mediatici quando il governicchio ora presente ha provato a discutere le nomine direttive a Bankitalia (per poi rimangiarsi vilmente il tutto): scandalo! Orrore sui media nazionali e negli enti internazionali,nella Europa di Verhofstadt e di Emma Bonino. La “indipendenza” della banca centrale è stata violata! Essa era vergine e pura, ed ora i populisti l’hanno macchiata! Essa non deve essere criticata, nemmeno sfiorata con un petalo di rosa! Essa è sacra nella sua intangibilità …eccetera.
Ebbene, ci fu una volta in cui tutta questa inviolabilità, di colpo, sparì. Ed
un direttore della Banca d’Italia – si chiamava Paolo Baffi – fu incriminato per favoreggiamento e se sfuggì all’arresto, fu solo per la tarda età; ma il suo vice, si chiamava Sarcinelli, fu effettivamente tradotto a Regina Coeli per ordine di un giudice istruttore (Alibrandi) e un semplice sostituto procuratore, Infelisi.
Avvenne nel 1979, i giovani non possono ricordare. Ebbene: ecco qui sotto un rapporto della CIA, recentemente declassificato. Dice che nel novembre ’78 “il governatore Baffi, parlando con l’ambasciatore USA, s’è detto fortemente contrario all’entrata nel Sistema Monetario Europeo (SME), a meno che non vi entri anche il Regno Unito, e non vengano previsti “sostanziosi trasferimenti” all’Italia.
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(Grazie, Li mbo:
lim bo on Twitter)
Insomma semplifico: nel novembre ’78 Baffi mostra perplessità sull’entrata nella moneta unica; a
marzo ’79 viene incriminato dalla “giustizia italiana”, a ottobre deve dare le dimissioni. La Bankitalia resta nelle mani dei Ciampi – l’intoccabile, il divino, il vergine – e l’Italia entra nel tunnel che porta al “divorzio” fra banca centrale e Tesoro, e sboccherà nell’euro.
Un altro rapporto CIA poco posteriore (novembre ’79) riferisce addirittura di una “
rivolta dei tecnocrati” di fronte alla pretesa tedesca di entrare nel sistema monetario con cambi rigidissimi. “i tecnocrati, forti del bastione di Bankitalia, ribattono che la rigidità del tasso di cambio è la formula sicura per il disastro economico”…E infatti Baffi e Sarcinelli, in dure trattative con i banchieri centrali tedesco e francese, erano riusciti almeno a strappare una oscillazione “larga” del 6% invece di una stretta.