Gloria ai Bastardi - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Wall Street: atteso per oggi il ritorno agli scambi della piazza azionaria americana che ieri è rimasta chiusa per la festività del President's Day.

Ricordiamo che venerdì scorso il Dow Jones e l'S&P500 sono saliti rispettivamente dell'1,74% e dell'1,09%, mentre il Nasdaq Composite si è fermato a 7.472,41 punti, in progresso dello 0,61%.

Dati Macro ed Eventi Usa: previsto un solo dato e si tratta dell'indice Nahb che a febbraio dovrebbe salire da 58 a 59 punti.
In calendario anche un discorso di Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland.

Risultati trimestrali Usa: da seguire prima dell'apertura di Wall Street i risultati degli ultimi tre mesi di Wal-Mart e di Medtronic, dai quali ci si attende un utile per azione di 1,33 e di 1,24 dollari.

Dati Macro ed Eventi Europa: si guarderà alla Germania dove è atteso l'indice Zew che a febbraio dovrebbe attestarsi a -14,5 punti, in lieve recupero rispetto alla lettura precedente fermatasi a -15 punti.

In Italia si conosceranno gli ordini all'industria che a dicembre dovrebbero salire dello 0,5%, in recupero rispetto al calo dello 0,2% precedente.

Per il fatturato industriale a dicembre si stima una variazione negativa dello 0,3% dopo il rialzo dello 0,1% di novembre.

In Spagna saranno collocati i titoli di Stato con scadenza a 3 e a 9 mesi per un ammontare compreso tra 500 milioni e 1,5 miliardi di euro.

Risultati societari a Piazza Affari: oggi Snam presenterà i risultati del quarto trimestre e dell'intero 2018 e allo stesso appuntamento sarà chiamata Banca Farmafactoring.

:ciao:
 
Dati Italia osceni, tanto osceni da non sembrare veri. Adesso, se tanto mi dà tanto e visto come ci hanno impiccato verso i krukki, lo zew dovrà per forza essere brutto, altrimenti le cose non tornano.
 
Dati Italia osceni, tanto osceni da non sembrare veri. Adesso, se tanto mi dà tanto e visto come ci hanno impiccato verso i krukki, lo zew dovrà per forza essere brutto, altrimenti le cose non tornano.
in effetti mi aspettavo di meglio ...kaz:confused:.....

per il medio l'obiettivo resta quello dichiarato...ma mi sa che se ci arriviamo e' tanta roba...che qui si sta raschiando il barile:cool:
valuto alla chiusura del tracy...quindi entro giovedì...
male che va si lossa :(:d::ciao:
 
In Italia l'Istat rende noto che nel mese di dicembre si stima che il fatturato dell'industria diminuisca in termini congiunturali del 3,5%. Nel quarto trimestre l'indice complessivo ha registrato un calo dell'1,6% rispetto al trimestre precedente. Anche gli ordinativi registrano una diminuzione congiunturale sia rispetto al mese precedente (-1,8%), sia nel complesso del quarto trimestre rispetto al precedente (-2,0%).Il calo congiunturale del fatturato riguarda sia il mercato interno (-2,7%) sia, in misura più accentuata, quello estero (-4,7%).

La flessione degli ordinativi è la sintesi di un incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+2,5%) e di una marcata contrazione di quelle provenienti dall'estero (-7,4%).A dicembre tutti i raggruppamenti principali di industrie segnano una variazione congiunturale negativa: -1,8% i beni di consumo, -5,5% i beni strumentali, -1,7% i beni intermedi e -9,7% l'energia.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di dicembre 2017), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 7,3%, con un calo del 7,5% sul mercato interno e del 7,0% su quello estero. Sempre con riferimento al fatturato corretto per gli effetti di calendario, tutti i principali settori di attività economica registrano cali tendenziali.

I più rilevanti sono quelli dei mezzi di trasporto ( 23,6%), dell'industria farmaceutica (-13,0%) e dell'industria chimica (-8,5%). L'indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 5,3%, derivante da diminuzioni sia per il mercato interno (-3,6%) sia per quello estero (-7,6%). Si registra una crescita per il solo comparto dei macchinari e attrezzature (+5,4%), mentre la diminuzione più marcata si rileva per l'industria delle apparecchiature elettriche (-21,4%).Nella media dell'anno, il fatturato dell'industria registra una crescita del 2,3% rispetto al 2017, più sostenuta per il mercato estero (+3,5%) rispetto a quello interno (+1,8%).

Al netto dell'energia, la crescita si riduce all'1,7%, risultando più ampia della media solo per i beni intermedi (+2,4%).
 
GERMANIA: AUTO IN FIAMME! | icebergfinanza

Nella mia ultima intervista sulla guerra commerciale in atto, ho messo in guardia dai facili entusiasmi, soprattutto per quanto riguarda l’Europa,

Una rottura o un rinvio, ovviamente non piaceranno ai mercati i quali reagirebbero con vendite diffuse in grado di riportare i valori sui minimi di dicembre. Ricordo solo che quanto è accaduto nell’ultima parte dell’anno è avvenuto nonostante la notizia di una tregua fosse già nota.
Per quanto riguarda il breve e medio periodo, gli ultimi dati macroeconomici soprattutto quelli provenienti dalla Germania, ma soprattutto dalla Cina, ci confermano che l’Unione Europa non ha alcuna possibilità di sopravvivere ad una guerra commerciale simultanea, con USA, Cina ed Gran Bretagna, visto che la questione Brexit è ancora sul tappeto.


Le ultime notizie in arrivo dalla Cina non sono certo delle migliori, anzi, la situazione è davvero pesante, dopo il crollo del 13 % delle vendite di autoveicoli di un paio di mesi fa, ecco quasi un meno sedici per cento per l’ultimo mese…

Qualcuno sta già festeggiando per un accordo di cui non si sa nulla che subito arriva la doccia gelata delle probabili tariffe sulle auto tedesche ed europee.

La scorsa settimana già qualcosa era nell’aria, soprattutto dopo le dichiarazioni di Angela Merkel…

“Noi siamo orgogliosi delle nostre auto, e questo deve esser consentito. Se adesso queste auto, che vengono prodotte in South Carolina non vengono considerate meno minacciose di quelle che vengono prodotte in Baviera, e sono all’improvviso una minaccia della sicurezza nazionale degli Stai Uniti, questo ci spaventa”.

La dimensione dello scontro non è affatto inedita, già più volte Trump aveva mandato dei precisi messaggi alla Germania, quasi esclusivamente alla Germania, colpevole evidente di dumping commerciale.

La notizia del giorno di ieri non è la votazioni su Salvini dei Cinque Stelle, ma la dichiarazione di guerra alla Germania, del segretario al Commercio, Ross, assistito da Navarro.

I funzionari dell’amministrazione hanno detto che le minacce tariffarie sulle automobili sono un modo per ottenere concessioni dal Giappone e dall’UE. L’anno scorso, Trump ha accettato di non imporre tariffe finché i colloqui con i due partner commerciali stavano procedendo in modo produttivo.

Trump ha detto venerdì che le tariffe proteggono l’industria e aiutano anche a vincere accordi commerciali.

“Amo le tariffe, ma amo anche negoziare”, ha detto.

I media tedeschi riferiscono stamattina che il dipartimento del commercio statunitense ha concluso le sue indagini sulle importazioni di automobili europee e ha consegnato il suo rapporto al presidente Donald Trump, che ha ora 90 giorni per prendere una decisione. Handelsblatt ha visto una bozza è ha concluso che le auto europee costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, con una scelta di tre raccomandazioni: una tariffa generale di importazione del 20-25%; tariffe mirate, ad esempio per le auto elettriche a guida autonoma; o tariffe più basse insieme a un maggiore sostegno per l’industria automobilistica statunitense. FAZ riferisce stamattina che l’industria automobilistica statunitense sta facendo pressioni pesanti contro queste tariffe, in quanto, di conseguenza, avrebbe dovuto sostenere costi di componenti più elevati.

Davvero interessante questa analisi di Autoprove, dove si evidenziano numeri in grado davvero di mettere in seria difficoltà la Germania, numeri riportati dall’istituto IFO che suggerisce che il suo vino, il migliore per loro è in serio pericolo…

La proposta di dazi sulle importazioni di auto europee per il 25% da parte degli Stati Uniti potrebbe tagliare le esportazioni di auto tedesche verso gli Stati Uniti del 50%. Nel lungo termine potrà influenzare pesantemente le esportazioni verso gli altri paesi, uno studio dall’istituto tedesco Ifo ha lanciato l’allarme.
“Queste tariffe avrebbero tagliato le esportazioni di auto totali dalla Germania del 7,7%, il che equivarrebbe a 4,18 trilioni di euro,” ha commentato Gabriel Felbermayr, esperto di commercio estero presso l’Ifo.

QUATTRO VIRGOLA DICIOTTO TRILIONI DI EURO!!!!!!!!!!!

Le tariffe del 25% su auto e parti importate farebbe aumentare il prezzo dei veicoli in Usa di 83 trilioni di dollari di ogni anno. Trump ha invitato l’Ue ad abbandonare la propria tariffa del 10% sui veicoli importati. Ad oggi gli Stati Uniti tariffano le autovetture importate del 2,5%, mentre impone un 25% sui veicoli commerciali.

Nel frattempo arriva un’autorevole conferma che il collasso delle vendite al dettaglio nel mese di dicembre non era pura fantasia, l’indice redbook conferma il pessimo dato dello scorso mese…

Suggerisco una seria riflessione su quanto sta realmente accadendo in questi mesi, poi ognuno è libero di sottovalutare il tutto, come accadde nel 2007 e 2008, in fondo la storia non si ripete mai, ma ama fare la rima.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto