Governo Giallo Rosso

Promemoria per Di Maio.
Il Pd è sostanzialmente nato con il ribaltone che portò Dini a Palazzo Chigi al posto del legittimo vincitore alle urne, Berlusconi.
Secondo colpo di mano con Monti, sempre al posto di Berlusconi, su ordine dell'UE.
Terzo golpe, interno, con Renzi al posto di Bersani, eletto dal popolo, e del sereno Letta.
In sostanza è un partito abituato agli intrighi e a prendere il potere o con leggi truffa elettorali o con congiure di palazzo: e lo usano spregiudicamente per piazzare i loro boiardi nelle istituzioni (con contratti blindati) e per stravolgere i programmi altrui, senza alcuno scrupolo.
Come nel caso dello scorpione della favola, che colpisce la rana che lo stava traghettrando al di là del fiume annegando con essa, è la loro natura...

(Dalla bacheca di Francesco Erspamer)
 
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Maurizio Barbero
 
Un Governo giallo-rosso per preservare un ordine mondiale?
Un Governo giallo-rosso per preservare un ordine mondiale? - Stanza101
30 Agosto 2019


di Luigi Iacopino –
<< Una delle leve fondamentali che spinge questo governo a nascere, lo dobbiamo riconoscere, è la tutela e l’esigenza di preservare un ordine mondiale perché, diciamolo chiaramente, un ordine mondiale esiste, c’è>>.
Non usa mezzi termini Massimo Giannini per raccontare le genesi di quello che appare ormai il nuovo Governo giallo-rosso o, se si preferisce, giallo-fucsia. Ma il giornalista di Repubblica continua: <<Tutto quello che rappresenta una minaccia all’ordine costituto viene guardato, dalle cancellerie e dalle tecnostrutture, con qualche preoccupazione>>.
Se questa analisi – tra l’altro frutto delle riflessioni di una persona che certamente non può essere annoverata tra gli estimatore di Salvini – dovesse anche solo anche parzialmente corrispondere al vero, possiamo dire che per l’Italia si profilano tempi bui. Ma chi sarebbe questa minaccia? Niente meno che proprio il leader del Carroccio perché << rimetteva in discussione tutta una serie di certezze, giuste o sbagliate che siano, che erano state acquisite e conquistate nei decenni>>.

LE INGERENZE ESTERNE
Suonano quasi minacciose le parole Guenther Oettinger, commissario Ue uscente al bilancio, il quale, esprimendo soddisfazione per la nascita del nuovo governo (salvo colpi di scena estremi), ha detto che <<si farà il possibile per facilitare il lavoro del nuovo governo italiano, quando entrerà in carica e per ricompensarlo>>. Del resto, appaiono sempre più evidenti le incredibili ingerenze esterne e i tentativi di condizionamento del già debole sistema politico italiano.
Ma quale sarebbe questo ordine costituito? Proviamo a riflettere senza cadere nella trappola del complottismo che squalifica ogni ragionamento e fa perdere credibilità. La prima rivoluzione industriale ha generato la società capitalistica fondata sulla produzione in serie, sul liberismo economico e sull’accumulazione di ricchezze nelle mani di pochi. Dal liberismo economico a quello sessuale il passo è stato breve. Il ‘68 ci ha proiettati, infatti, quale passaggio finale, nella società del godere illimitatamente e del vietato vietare dove il liberismo si è elevato a cultura politica e, infine, a categoria antropologica. In una società liquida del genere, dove l’omologazione e l’egualitarismo vorrebbero farla da padroni, non c’è più spazio per le identità e le tradizioni.

IL POSSIBILE FUTURO CHE CI ATTENDE
Ma non solo, Non c’è più spazio per la cultura e le diversità che arricchiscono. Non c’è più spazio per la famiglia naturale e probabilmente per la libertà educativa dei bambini. Non c’è più spazio per un’economia sociale fondata sulla sussidiarietà e per un sistema bancario che aiuti imprese e famiglie senza cedere alla finanza speculativa. Non c’è più spazio per i diritti sociali e per la tutela del consumo ragionevole. Non c’è più spazio per la sovranità dei popoli e per il primato della politica. Anche se, verrebbe da chiedersi, di quale politica dobbiamo parlare? Quella di questo ultimo mese ci ha fatto comprendere come la parola, l’onore e la dignità non significhino più nulla, sacrificate sull’altare del peggiore trasformismo possibile. Delle radici cristiane neppure a parlarne. Il pensiero unico, attraverso le armi del politicamente corretto, ci sta proiettando verso un progressismo becero tutto precarietà e flessibilità pronto a destrutturare gli ultimi corpi intermedi. Forse sarà fatta qualche banale concessione per placare gli animi ed evitare sorprese alle prossime elezioni. Chi vivrà, vedrà.

QUALE PROSPETTIVA?
Quello che sta accadendo, tuttavia può (e deve) indurre a una riflessione. Il sovranismo deve pensare o ripensare a se stesso, deve compiere un salto di qualità sia in termini di contenuti che di modalità di azione. Ma soprattutto deve acquisire coscienza delle dinamiche politiche e dei fenomeni sociali per evitare di subirli passivamente senza comprenderne la reale dimensione. La sfida è prima di tutto culturale e antropologica, e solo successivamente politica ed economica.
 
Di Maio annuncia il programma del governo
che però non piace al PD

I 20 PUNTI DI DI MAIO. UN INTERESSANTE PUNTO DI PARTENZA, MA PER LA LEGA
Nell’ambito di una complessa e, francamente, contro natura trattativa per la formazione del governo giallo-fucsia la novità odierna è stata posta da Luigi Di Maio che ha rilanciati 20 punti programmatici per il Movimento 5 Stelle. Ci permettiamo di proporveli qui nella versione pubblicata dall’Huffington Post:

1. Taglio del numero dei parlamentari. Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula.

2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.

3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile.

4. Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo.

5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva.

6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.

7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino.

8. Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.

9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali.

10. Tutela dei beni comuni. La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica.

11. Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vita-lavoro.

12. Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.

13. Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco.

14. Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht.

15. Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico.

16. Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale.

17. Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’AIRE.

18. Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del FSN e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo.

19. Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio.

20. Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.



Un programma molto complesso, molto ampio, addirittura da svolgere in più legislature, ma un programma che, sinceramente trovo sarebbe applicabile in modo omogeneo ed organico non da un governo con il Partito Democratico, ma da un governo con la Lega. Naturalmente questo è solo il mio personale pensiero, ma la Lega si troverebbe non a correggere o cancellare dei punti, se mai ad integrarli, ampliarli e rafforzarli.

Se partiamo da primo punto la Lega ha già votato tre volte il taglio dei parlamentari, contro cui si è espresso il PD, per cui non sarebbe un problema. Sul secondo punto aggiungerei, sempre personalmente, una tutela forte anche dei contribuenti con l’introduzione di una forma di abbattimento fiscale diffuso da integrare con il taglio del cuneo fiscale che, da solo, senza un aumento della domanda aggregata, rischia di trasformarsi nell’ennesimo episodio di deflazione salariale. Il punto dell’ambiente è condivisibile,ma deve essere chiaro che nulla può essere realizzato senza un piano di investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture energetiche, ma non solo, e senza contributi alle piccole aziende ed alle famiglie per poter fortemente incentivare la creazione di un sistema di generazione energetica diffuso, a rete. Inoltre la mobilità sostenibile deve essere incentivata anche con modifiche normative semplici, ed a costo zero, che possano portare alla ristrutturazione ed al rilancio del nostro settore della componentistica auto, così importante per le regioni del Nord, ma anche per aree del Centro Sud.

Non potrei che concordare con il punto sette, che è stato al centro dell’operato del Ministro Salvini con la dura lotta alla criminalità ed il blocco dell’immigrazione clandestina. Se mai il modello è da rafforzare, non da demolire.

I punto otto è possibile solo con la creazione di una Banca Italiana di Investimento, tema che era anche nel precedente contratto, mentre il punto nove, la divisione fra banche commerciali ed industriali, è uno dei punti che ritengo essenziali e sulla quale mi sono pronunciato più volte in passato.

Il punto dieci viene ad essere complesso da tutelare con chi politicamente controlla ACEA, A2A ed Hera, cioè con l’attuale Partito Democratico, ed in queste pagine abbiamo stigmatizzato in passato come queste multiservizi scarichino sui monopoli i mancati guadagni dei settori monopolistici, trasformando le tariffe in tasse. Anzi sarebbe opportuna la creazione di un ministero senza portafoglio dedicato sia alla tutela dei beni pubblici sia alla revisione e cancellazione delle concessioni, quando sussistano indizi di gravi inadempienze, come nel settore delle autostrade.

Il punto tredici non deve essere però disgiunto da un investimento tecnologico per la difesa nazionale, nelle aziende e nei centri di ricerca nazionali, anzi sarebbe necessario creare una specifica agenzia, simile alla DARPA statunitense, per lo sviluppo dell’innovazione che partendo dal settore militare possa poi allargarsi a tutti i settori produttivi.

Insomma non vedo incongruenze di programma con la Lega, che potrebbe integrare e migliorare questo programma dando un’esecuzione sensata e compiuta. Ritenete seriamente possibile che il PD riveda con voi un sistema di affidi che ha permesso lo sviluppo di un sottobosco di case famiglie e di cooperative rosse, come confermano molte recenti inchieste? O che veramente applichi la separazione fra banche commerciali e di investimento? Oppure che abbia il coraggio di chiedere con forza lo scorporo degli investimenti produttivi dai deficit? Per compiere questi punti sarebbe necessario un forte accordo politico fra due parti, senza nessuna influenza esterna, senza nessuna vocina proveniente dai poteri forti che si ritengono sempre “Superiori”. Si avrò il coraggio di superare dei veti calati dall’alto?
 

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