Imparai la tecnica della serigrafia a Parigi sotto la guida di René Laubiès: era incaricato a questo dalla Galleria Des Saintes Pères, proprietà di un religioso, che usava fornire materiali e istruzione ai giovani artisti in cambio di una piccola parte delle tirature che ne sarebbero derivate. Laubiès fu estremamente corretto verso di me, che pure ero un giovane biondo e
desiderabile dal suo punto di vista, e come insegnante fu efficace e scrupoloso. Dopo un paio di prove di piccolo formato, già potei produrre la prima grande serigrafia a colori. Magari il problema fu che per l'inesperienza non riuscii a stendere i colori come li intendevo io, e il lavoro riuscì un po' greve, ma, fosse che all'epoca tutto lo sperimentale veniva facilmente accettato, fosse che verso di me si usò una notevole dose di pazienza e diplomazia, non ci furono problemi, e la galleria espose il foglio e, probabilmente, ne vendette alcune copie.
La cosa più impressionante di Laubiès la vissi quando fui invitato a casa sua (forse nell'eventualità immaginata di un possibile approccio, chissà): nella camera il letto era tutto ricoperto da lenzuola e coperte nere, nerissime, ben stese, e agli angoli dello stesso quattro alti candelieri dorati delimitavano lugubremente lo spazio. Aggiungi che aveva una calva magrezza ed un portamento ieratici quanto impressionanti: con tale severo stile il quasi cinquantenne trangugiò anche la mia estraneità ai suoi passatempi.
Delle sue opere, vicine a certo calligrafismo, sinceramente non posso dire che mi interessassero, troppo raffinate e rarefatte sino a risultare evanescenti, a mio parere. Sicuramente influenzate da una visione di tipo orientale (era nato in Vietnam), rispettabile, ma insomma ...
RENé LAUBIèS (1924-2006).
Qualche opera (di lui conservo ancora la serigrafia che mi regalò)
(quest'ultima è stata venduta l'anno scorso in asta a 520 euro)
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