Val
Torniamo alla LIRA
Paura in Francia
Colpita anche la Francia, dove si registrano 100 casi.
La paura del contagio ha spinto i dipendenti del Louvre a riunirsi in assemblea per chiedere urgenti misure di prevenzione.
Il museo è rimasto temporaneamente chiuso con centinaia di turisti in fila. I
l governo francese ha già annunciato il divieto di qualsiasi raduno al chiuso di più di 5mila persone,
a causa dell’alto rischio di propagazione del virus in queste situazioni di affollamento.
Una situazione che è quotidiana nel Louvre, frequentato ogni giorno da oltre 40mila persone, con problemi di ressa in alcune sale, in particolare quella che ospita la Gioconda.
Prima vittima negli Usa
Paura anche negli Usa dove c’è la prima vittima ufficiale del virus.
Si tratta di un uomo che viveva nell’area di Seattle, contea King County.
Uno dei nuovi casi nello Stato di Washington, in Oregon e in California che non hanno contatti con persone rientrate da zone contaminate.
Gli Usa sconsigliano i viaggi in Italia e hanno innalzato il livello di allerta.
Quando finirà?
Quando si vedranno risultati positivi delle strategie di contenimento?
“Le prossime due settimane saranno decisive per capire se si riesce a ottenere un controllo
o in ogni caso una mitigazione della velocità che porta ad avere tanti casi gravi contemporanei”.
Lo sottolinea il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’università degli Studi di Milano.
“Saranno settimane fondamentali”, è convinto l’esperto. “Si è deciso di somministrare una medicina amara come il distanziamento sociale,
l’allentamento dei contatti fra persone. E’ come se avessimo una terapia antibiotica – è il parallelismo usato da Pregliasco –
bisogna andare fino in fondo alla posologia per eliminare tutti i batteri. In questo caso bisogna andare fino in fondo per sperare di arginare i possibili contagi.
A breve si potrà capire se funziona. Il problema, ripeto, è la contemporaneità dei casi gravi che mette in difficoltà il sistema sanitario.
Non so che altra decisione verrà poi presa allo scadere di questa settimana, saranno le realtà competenti che dovranno valutarlo,
ma c’è il rischio che si debba fare ancora qualche sacrificio”.
Colpita anche la Francia, dove si registrano 100 casi.
La paura del contagio ha spinto i dipendenti del Louvre a riunirsi in assemblea per chiedere urgenti misure di prevenzione.
Il museo è rimasto temporaneamente chiuso con centinaia di turisti in fila. I
l governo francese ha già annunciato il divieto di qualsiasi raduno al chiuso di più di 5mila persone,
a causa dell’alto rischio di propagazione del virus in queste situazioni di affollamento.
Una situazione che è quotidiana nel Louvre, frequentato ogni giorno da oltre 40mila persone, con problemi di ressa in alcune sale, in particolare quella che ospita la Gioconda.
Prima vittima negli Usa
Paura anche negli Usa dove c’è la prima vittima ufficiale del virus.
Si tratta di un uomo che viveva nell’area di Seattle, contea King County.
Uno dei nuovi casi nello Stato di Washington, in Oregon e in California che non hanno contatti con persone rientrate da zone contaminate.
Gli Usa sconsigliano i viaggi in Italia e hanno innalzato il livello di allerta.
Quando finirà?
Quando si vedranno risultati positivi delle strategie di contenimento?
“Le prossime due settimane saranno decisive per capire se si riesce a ottenere un controllo
o in ogni caso una mitigazione della velocità che porta ad avere tanti casi gravi contemporanei”.
Lo sottolinea il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’università degli Studi di Milano.
“Saranno settimane fondamentali”, è convinto l’esperto. “Si è deciso di somministrare una medicina amara come il distanziamento sociale,
l’allentamento dei contatti fra persone. E’ come se avessimo una terapia antibiotica – è il parallelismo usato da Pregliasco –
bisogna andare fino in fondo alla posologia per eliminare tutti i batteri. In questo caso bisogna andare fino in fondo per sperare di arginare i possibili contagi.
A breve si potrà capire se funziona. Il problema, ripeto, è la contemporaneità dei casi gravi che mette in difficoltà il sistema sanitario.
Non so che altra decisione verrà poi presa allo scadere di questa settimana, saranno le realtà competenti che dovranno valutarlo,
ma c’è il rischio che si debba fare ancora qualche sacrificio”.