Brembate Sopra (Bergamo) - È finito, nel carcere di Bergamo, l’interrogatorio di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore fermato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il pm Letizia Ruggeri ha infatti lasciato il carcere a bordo di una macchina degli investigatori. Bossetti è rimasto davanti al magistrato per circa un’ora e mezza.
Dopo l’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio sono ore drammatiche per la famiglia del presunto assassino e - in tutt’altro senso - anche per quella della vittima.
Ma in un’altra casa, a Terno, si svolge un altro dramma. È l’abitazione di Ester Azzuffi, la madre dell’omicida, 67 anni, operaia in una coop di pulizie prima della pensione. Sposata da quando ne aveva 19 con Giovanni Bossetti. Davanti alle amiche si sfoga: «Se è stato mio figlio, la pagherà». Ma poi ha un sussulto, piange: «Però non ci sono storie: i miei due gemelli sono figli di Giovanni, così come Fabio, il nostro terzo figlio, non di Giuseppe Guerinoni. Lui era solo un amico».
Mente? I risultati del dna non danno scampo: Massimo è figlio suo e di Guerinoni, autista di autobus, e non del marito. Così come Laura Letizia, la sorella gemella. Che le piomba in casa di prima mattina e grida: «Allora anche io non sono figlia di mio padre!». In questo intrico incredibile, che pare originato da un tradimento della donna, la resa dei conti con un passato inconfessabile pare arrivata nel modo più terribile. Lei non ha mai detto nulla ai figli: «Bossetti non sapeva di esser figlio illegittimo», dicono ora gli inquirenti. La madre ha sempre portato in cuor suo quel segreto. Sapeva davvero, o quando è rimasta incinta non si è posta troppe domande e ha detto al coniuge: «Sono figli tuoi»? Difficile pensarlo: al maschio ha dato come secondo nome quello di Guerinoni, alla femmina quello della moglie dell’autista di bus con cui aveva tradito il marito. La giornata si conclude con una crisi di nervi collettiva, con i due anziani coniugi che si sentono male e hanno bisogno delle cure dei medici.
Ora si viene a sapere che fra gli accertamenti che il gip sarebbe intenzionata a chiedere al pm in funzione dell’udienza di convalida, vi sarebbe anche un prelievo del Dna del padre legittimo di Bossetti. Questo per fugare ogni dubbio sul fatto che, come invece è stato rivelato dagli esami del Dna, il padre non sia Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus morto nel 1999 e che, secondo i risultati scientifici, sarebbe appunto il padre di Bossetti.
LA COLF DEI GAMBIRASIO
Ma ogni passo che si fa in avanti in questa vicenda, si scoprono altre angosce e altri stupori. «Io non so chi sia! Mai sospettato che Massimo Bossetti fosse mio nipote. Nemmeno lo conosco, non l’ho mai visto!». Così urla al citofono Aurora Zanni. È stata per anni la colf della famiglia Gambirasio, ha visto crescere Yara. È anche la vedova di uno dei fratelli di Giuseppe Guerinoni. Proprio controllando il dna del figlio Damiano gli inquirenti scoprirono la strada giusta, una “familiarità” del dna con quella di Giuseppe, il padre dell’assassino, quell’“ignoto 1” rimasto tale fino a venerdì scorso, all’arrivo dell’esame. Aurora scopre oggi di essere la zia di Bossetti, il carnefice di Yara, e urla, urla al mondo rabbia e sgomento.
Massimo Giuseppe Bossetti non ha mai saputo di essere figlio illegittimo. Quindi ha vissuto questi anni nella presunzione di non esser mai scoperto, e quando ha saputo della pista imboccata dagli inquirenti si è rincuorato: «Hanno preso un abbaglio, non posso essere io». Invece, dopo il prelievo di 500 campioni ad altrettante donne della zona, la verità è emersa. E’ stato arrestato, dice il pm, perché poteva fuggire. Perché sapeva che, se scoperto, la gente della zona gliel’avrebbe fatta pagare.
CASO NON CHIUSO
Caso chiuso? La polizia non ne è convinta. «Certamente lui è coinvolto – confida un investigatore – ma non è detto sia proprio lui l’autore materiale dell’omicidio. Magari c’erano altri con lui magari ha solo bloccato Yara perché non fuggisse». No, l’indagine non è ancora finita