I MOMENTI PIU' BUI DELLA NOSTRA VITA SONO QUELLI IN CUI CERCHIAMO DI FARE MAGGIORE CHIAREZZA

Ce ne vorrebbero di persone terra-terra come questa insegnante.

"Cara Valeria - si legge nella missiva rilanciata dal sito OggiScuola - scusa se ti do del tu ma in sala insegnanti si usa così.
Volevo parlarti del cellulare, quello che sembra diventato il principale problema del sistema scolastico italiano.
Se vuoi, basta chiedere e possiamo parlare anche di cose serie, ma tu vuoi parlare di cellulari e parliamo di quelli."

Alcuni studenti, racconta la professoressa che preferisce restare anonima,
"riescono a seguire l'intera seconda serie di Narcos" durante le lezioni di geografia.
Certo, ammette ironica l'insegnante, il cellulare è utile perché si possono condividere materiali didattici con tutti gli studenti;
peccato che poi la metà degli alunni perdano la password per accedere ai link e tutto lo sforzo fatto venga vanificato.
Ma soprattutto peccato che i problemi della scuola siano ben altri.

A partire dai casi, sempre più numerosi, di genitori che diventano violenti contro gli insegnanti "rei" di sgridare i figli indisciplinati o negligenti.

"Valeria, vedi che seguiamo le linee guida - si legge nella conclusione della lettera al ministro - Va tutto benissimo.
Se poi, nei venti giorni che ti restano sulla poltrona, volessi prendere atto del fatto che a scuola non si riesce più a fare niente,
che spiegare non si può, dare i voti nemmeno, rimproverare è abuso dei mezzi di correzione, i genitori ce menano,
gli alunni ce menano, i termosifoni si guastano (...) Ah, e se in prima elementare si potesse tornare a fare le aste, ecco. Io ripartirei da lì".
 
Ovunque pullulano focolai di un nuovo femminismo talebano, intransigente e intollerante, ma soprattutto molto molto ridicolo.
Come definire se non ridicole e patetiche le signore e signorine più o meno âgées, accomunate – è doveroso dirlo –
da un aspetto che definire poco gradevole è un eufemismo, che hanno partecipato alla marcia antifascista di Macerata?

Come definire le dichiarazioni della figlia di Gino Strada, Cecilia Strada, anch’essa impegnata
con tante buone intenzioni e/o migliori sentimenti nella nota Ong di famiglia?
Sia le femministe del collettivo NonUnadiMeno che la ex presidente di Emergency hanno dichiarato
– le prime con cartelli per strada nel capoluogo marchigiano e la seconda affidando le proprie dotte riflessioni ad un post su Facebook –
che mai avrebbero fatto sesso con un fascista.

In verità le espressioni usate dalle gentili signore sono un po’ diverse, ma l’educazione e lo stile
di chi scrive non ne consentono la fedele riproduzione in questa sede.
Se non altro le novelle sostenitrici dei diritti delle donne mostrano di conoscere la sineddoche,
figura retorica che secondo la retorica classicistica consiste nella sostituzione della parte per il tutto.

Esibendo orgogliosamente nella sopracitata manifestazione di Macerata il cartello
La mia f…a dice no al fascismo” hanno se non altro palesato con quale parte del loro corpo esse ragionano,
dato che solitamente noi donne – donne, non femministe – semmai decidiamo di dire No ad un’ideologia con il cervello,
attraverso un elaborazione razionale e culturale, con il cuore, attraverso un sentimento
che può essere di repulsione per talune istanze riconducibili a un’ideologia e finanche con tutto il corpo e lo spirito.

Evidentemente le adepte di NonUnadiMeno sono solite utilizzare altro strumenti. Uno in particolare, la parte per il tutto. Appunto.
 
Due considerazioni.
La prima è una quanto mai attuale citazione:

Il più bell’esemplare di fascista in cui ci si possa imbattere oggi è quello del sedicente antifascista
unicamente dedito a dar del fascista a chi fascista non è né può essere (Leonardo Sciascia).

La seconda riguarda la triste deriva intrapresa dalla cosiddetta quarta ondata del femminismo,
cioè quello che è esploso degli anni Duemila: il femminismo intersezionale.
Si tratta sostanzialmente di superare la classica battaglia per i diritti delle donne nella cosiddetta società patriarcale e maschilista,
ma estendere la “lotta” a tutti i possibili soggetti “oppressi” dove per oppressi si intendono i gay, i/le trans,
i soggetti intersessuali e, last but not the least, i poveri “migranti”.

Ovviamente se vi è un oppresso giocoforza vi deve essere un oppressore.
E chi poteva essere l’oppressore unico di tutta questa pletora di poverelli/e?

L’uomo bianco, occidentale, eterosessuale. Non vi era dubbio alcuno. Un unico nemico sempre e comunque.
 
“DOVE SIAMO FINITI?” –
Il simbolo maggiore del fallimento è forse la discesa libera maschile:
quella che può essere considerata la gara regina dei Giochi invernali,
un po’ come i 100 metri di atletica leggera per quelli estivi, andata in scena in una cornice desolante.

Dimenticatevi le emozioni della mitica Streif di Kitzbühel, o le masse di pubblico festante della Val Gardena
o di Madonna di Campiglio: gli assi della velocità sono scesi su un tracciato che non era una vera discesa libera,
e forse nemmeno un Super-G, piuttosto una pista rossa d’allenamento per amatori che si era già rovinata
irrimediabilmente dopo una decina di atleti. Salti impercettibili, velocità contenute, difficoltà quasi nulla,
e ad attenderli al traguardo una manciata di coreani poco entusiasti.

Le colline di Pyeongchang (parlare di montagne sarebbe davvero eccessivo) non offrono di meglio.
In compenso abbondano le avversità meteorologiche, tipiche di tutte le località sciistiche vicine al mare:
raffiche di vento fortissimo, temperature che nei giorni peggiori sono scese anche sotto i -15°,
condizioni di gara (per non dire di vita) al limite del praticabile.
Tanto che ormai da una settimana la maggior parte di atleti e addetti ai lavori si chiedono straniti: “Ma dove siamo finiti?”.

PERCHÉ IN COREA –
La vera domanda, in realtà, non è tanto dove, ma perché.
Per la prima volta nella storia, i Giochi si disputano in Corea del Sud,
Paese che ha una tradizione quasi nulla nelle discipline invernali
(con la sola eccezione di short track e pattinaggio, in cui è una potenza mondiale):
non a caso, la risposta del pubblico è stata molto tiepida e gli impianti (specie per lo sci) non appaiono all’altezza.

È la terza edizione in Oriente, dopo che i due precedenti in Giappone (Sapporo ’72 e Nagano ’98) non erano stati particolarmente infelici.
Ma questo non ha impedito di scegliere Pyeongchang, e nel 2022 si tornerà di nuovo a Est con Pechino.

La ragione è molto semplice: non c’era di meglio a disposizione.
Le Olimpiadi sono sempre più un grande evento antieconomico, inviso alle popolazioni locali in tempi di crisi.
Se quelle estive mantengono ancora un certo prestigio, le invernali hanno un appeal quasi nullo per i Paesi organizzatori
 
Dargli un occhio, non costa nulla. Fare la domanda pure.

Milano - Il modello si chiama Mod. Da-S. La guida alle Faq dell'Agenzia della riscossione non ne parla.

Ma si può scaricare dal sito. E, potenzialmente, si tratta di un sistema in grado di risolvere davvero i problemi di chi è tartassato dal fisco.
Perché rottama ulteriormente le cartelle già rottamate e le «alleggerisce» grazie alla legge sul sovraindebitamento.
In pratica consente uno sconto che può arrivare fino all'40% dell'importo - a seconda dei casi - e con una rateizzazione molto più ampia.

«Sono diverse settimane che l'ho scoperto e che lo sto consigliando a tutti - dice l'avvocato Claudio Defilippi,
tra i più esperti sulla legge fallimentare e tra i primi a sfruttare la legge 3/2012, che ha ribattezzato salvasuicidi -.
Finora la rottamazione delle cartelle di Equitalia funzionava per chi aveva piccole pendenze.
Ma certo era del tutto inutile per chi aveva carichi enormi da pagare al fisco:
per tutti loro pagare in tre o in cinque rate, fino a febbraio 2019, decine di migliaia di euro già rateizzate in diversi anni risultava impossibile.
Il modello consente di applicare la rottamazione alla legge sul sovraindebitamento».

Al legale lo scorso anno si era affidata una coppia di Napoli, che era riuscita a salvare la casa:
il giudice aveva quasi dimezzato il mutuo, tagliato il 90% dei prestiti contratti con due finanziarie
e il 90% di Irap e sanzioni amministrative richieste da Equitalia. Il tutto spalmato in quindici anni di rate.
Così sono tornati a vivere.

Da allora sono in molti ad essersi affidati a lui. «Si trattava in quel caso - prosegue Defilippi - di un'innovativa interpretazione del giudice.
Il nuovo modello Da-S consente invece di sfruttare un taglio ex lege di circa il 40% sulle cartelle di Equitalia
e di spalmare il resto non in cinque rate, ma in molte di più». Cioè?

«Non c'è un limite, nessuno esclude che si possa arrivare a vent'anni.
L'essenziale è predisporre la proposta di accordo o di piano del consumatore nei tempi previsti per poi chiedere la rottamazione,
la cui ultima data è fissata oggi al 15 maggio, anche se è auspicabile che possa essere dilazionata.

Per la prima volta un privato, un professionista, un piccolo commerciante o un agricoltore può arrivare alla transazione fiscale,
finora riservata alle procedure concorsuali delle aziende.
D'altra parte oggi mezza Italia è indebitata con l'erario a causa della fortissima pressione fiscale: a parte i mutui, la parte del leone la fanno contributi Inps o l'Iva».
 
scusate out. per il Val: ci mancano le tue informazioni e news, ti perdoniamo solo se sei in ottima compagnia a sciare o in riva al mare.
considerando che anche la padrona di casa latita, potrei anche arrivare a fare 1 + 1.:ombrello::-D:-D:-D:-D ciao a tutti e buona serata. gianfri
 
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Quanti ne manderei non in miniera, troppo sbattimento e poi dove sono le miniere ora ?
Ma a lavorare, sì. ma a lavorare davvero.
 
scusate out. per il Val: ci mancano le tue informazioni e news, ti perdoniamo solo se sei in ottima compagnia a sciare o in riva al mare.
considerando che anche la padrona di casa latita, potrei anche arrivare a fare 1 + 1.:ombrello::-D:-D:-D:-D ciao a tutti e buona serata. gianfri

Farei volentieri 1 + 1 con la padrona di casa....ma .....bisogna essere in 2 :banana::banana: per farlo.:hua:

:d::d:
la padrona di casa latita per conto suo... purtroppo :(
 

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