Il raggiungimento di una "unione bancaria" significa che non esistono più le "banche spagnole", le "banche tedesche" o le "banche italiane". Significa che ci sono solo "le banche europee" e che ogni entità sia trattata dagli investitori, dalle autorità di regolamentazione e di vigilanza in base ai suoi coefficienti di solvibilità, liquidità e redditività, indipendentemente da dove abbia la sua sede. E per questo c'è bisogno di una mutualizzazione del rischio completa, il che significa che le banche (e i contribuenti, se del caso) di un paese dovrebbero finanziare le ricapitalizzazioni e ristrutturazioni bancarie degli altri paesi. Invece l'accordo di minima raggiunto nella notte di martedì dai ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Unione europea ritarda questa mutualizzazione totale almeno fino al 2025, come riportato in un documento di lavoro a cui ha avuto accesso Expansion.com.
"C'è consenso unanume su diversi punti del documento e una larga maggioranza sul resto" , dicono fonti comunitarie. Da parte sua, Luis de Guindos, il ministro dell'economia spagnolo, ha assicurato che il documento ha il "pieno sostegno" di Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi. Tuttavia, l'accordo finale dovrà essere siglato in una riunione straordinaria del Consiglio ECOFIN , per la quale ancora non è stata indicata una data precisa, sebbene si parli del 18 dicembre.
Il progetto prevede che il Meccanismo Unico di Risoluzione (MUR), lo strumento che dovrà ricapitalizzare le banche in difficoltà, costituisca un fondo di risoluzione unico, che aiuterà le banche di ogni paese. Tuttavia, si precisa che il fondo sarà diviso in compartimenti nazionali, che saranno utilizzati in via prioritaria in caso di finanziamenti a una banca di quel paese. Cioè, se si ricapitalizza una banca greca, il Fondo utilizzato in prima istanza sarà quello fornito dalle banche greche e quindi si utilizzerà quello apportato dal resto dei paesi.
Lo schema propone una mutualizzazione progressiva dei rischi in 10 anni, in modo che se si deve ricapitalizzare una banca il primo anno, si utilizzerà il 100 % del suo fondo nazionale e il 10 % dell'Europa; se l'operazione si realizza l'anno successivo, verrebbe utilizzato il 90 % del fondo nazionale e il 20 % di quello Europeo, e così via.
"L'assegnazione [dei contributi nazionali al Fondo di Risoluzione Unico] scomparirà gradualmente in un periodo di 10 anni [ ... ] Dall'undicesimo anno la divisione in compartimenti nazionali dovrà finire", dice la bozza.
I ministri hanno inoltre convenuto che, mentre la pianificazione del MUR inizierà dal 1 Gennaio 2015, esso non potrà procedere alla ricapitalizzazione delle banche sino al 1 gennaio 2016, quando entreranno in vigore le nuove norme in materia di salvataggi bancari (che prevedono la partecipazione degli obbligazionisti senior delle banche ristrutturate o in liquidazione) [Nonché dei depositanti oltre i 100.000 euro, ndt]. Il documento non chiarisce se i dieci anni cominciano dal 2015 o dal 2016, in modo che la mutualizzazione totale non si avrebbe fino al 2025 o 2026, rispettivamente.