baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
La futura stimolazione di una produzione "artistica" interiore, cioè di una realtà virtuale, è certamente, dal punto di vista artistico, una semplice ipotesi. Però prendiamo atto che la materialità del mondo è sempre meno densa, che l'oggetto quadro tutti lo vogliono superare, che i mezzi moderni prima ci hanno portato a muoverci fisicamente sempre più, sino a mandare qualcuno nello spazio, ma poi si sono concentrati nel velocizzare ed "alleggerire" le comunicazioni.
Altre arti hanno avuto evoluzioni con svolte a 90°. Per esempio quando i narratori non trattarono solo più di principi e nobili e parlarono della vita del popolo; o quando la musica uscì dallo schema del ritmo ternario per ammettere il profano ritmo binario; in tutti questi casi parve di essere di fronte ad una "rivoluzione impossibile". Pertanto a me parrebbe più che logica una evoluzione verso un'arte che incida come realtà virtuale creando delle specie di sogni. Penso invece che il trucchetto delle installazioni e simili sia in realtà un evitare il problema scantonando per soluzioni piuttosto elementari. L'installazione in qualche modo tende a far sì che un ambiente reale influenzi la nostra psiche come lo farebbe una realtà virtuale, ma in fin dei conti rimane un "massaggio per l'occhio" che sta alla realtà virtuale artistica (ipotizzata) come un massaggio fisico sta alla proiezione di una pellicola. Siamo cioè ancora al grado zero.
Altre arti hanno avuto evoluzioni con svolte a 90°. Per esempio quando i narratori non trattarono solo più di principi e nobili e parlarono della vita del popolo; o quando la musica uscì dallo schema del ritmo ternario per ammettere il profano ritmo binario; in tutti questi casi parve di essere di fronte ad una "rivoluzione impossibile". Pertanto a me parrebbe più che logica una evoluzione verso un'arte che incida come realtà virtuale creando delle specie di sogni. Penso invece che il trucchetto delle installazioni e simili sia in realtà un evitare il problema scantonando per soluzioni piuttosto elementari. L'installazione in qualche modo tende a far sì che un ambiente reale influenzi la nostra psiche come lo farebbe una realtà virtuale, ma in fin dei conti rimane un "massaggio per l'occhio" che sta alla realtà virtuale artistica (ipotizzata) come un massaggio fisico sta alla proiezione di una pellicola. Siamo cioè ancora al grado zero.