il Bailin delle Banche al Bailin degli Stati (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
La proposta fatta propria da Schäuble estende gli stessi principi dalle banche agli Stati


La crisi greca dell’estate scorsa non è passata senza conseguenze per il futuro dell’euro, ma soprattutto di Paesi con i segni particolari dell’Italia: alto debito pubblico, dipendenza quasi totale dalle banche, investimenti enorme di queste ultime proprio nei titoli di debito dello Stato.
L’inchiostro di Alexis Tsipras sulla sua resa a Bruxelles nel luglio scorso era ancora fresco, quando a Berlino si è riunito il Consiglio degli esperti economici. Volevano avanzare delle idee una vicenda del genere perché non si ripetesse mai più. In due settimane questo gruppo di cinque persone ha approvato un «rapporto speciale» di 53 pagine, con quattro voti a favore e uno contrario. In Italia non se n’è accorto nessuno. Pochi hanno prestato attenzione anche dodici giorni fa, quando Wolfgang Schäuble ha dato il suo appoggio a quel piano. Per il ministro delle Finanze tedesco non era necessario farlo, perché sta già facendo viaggiare molte di quelle proposte negli ingranaggi decisionali dell’area euro. Non importa se nel Paese che ne sentirebbe di più l’impatto — l’Italia — non se ne parla e il mondo politico fatica persino a capire di cosa si tratta. Non è una novità: era già distratto due anni fa quando approvò la direttiva europea sui salvataggi bancari che oggi, ormai in vigore, riscuote le proteste di tutti i partiti.
La proposta fatta propria da Schäuble estende gli stessi principi dalle banche agli Stati e al rapporto fra le prime e i secondi:
in caso di crisi, prima di consentire qualunque salvataggio, pagano i creditori. Non devono più potersi aprire reti di sicurezza per i titoli di Stato senza il sacrificio dei risparmiatori e degli investitori, dunque le banche esposte sul debito pubblico del loro Paese sono tenute a regolarsi di conseguenza. Secondo Berlino occorre esporre governi alla piena disciplina del mercato, dato che quella del fiscal compact di fatto ha fallito.


Si legge nel rapporto dei saggi: «È necessaria un’applicazione coerente delle regole di insolvenza per gli Stati, in modo da ridurre i livelli di debito e rendere credibile la clausola che esclude i salvataggi» (inclusa nel trattato di Maastricht, ndr).

È il corrispettivo per gli Stati delle norme già in vigore per le banche: sospensione del versamento di interessi e del rimborso dei titoli se un Paese chiede un salvataggio europeo.

Ne consegue la richiesta tedesca sugli istituti di credito: «Va posta fine al privilegio concesso ai titoli pubblici nella regolazione bancaria», si legge nel rapporto.

Si tratta della parte del piano che più rapidamente sta facendo strada a Bruxelles.

Il mese prossimo e in giugno due gruppi di lavoro dell’area euro presenteranno rapporti che precisano e declinano il progetto.
Per le banche italiane, e il finanziamento del debito pubblico di Roma, l’impatto sarebbe profondo.
Sul tavolo c’è l’ipotesi che gli investimenti fatti in titoli di Stato inizino a erodere il capitale delle banche non appena la loro esposizione in debito pubblico del loro Paese supera il 25% del patrimonio.

In sostanza, visti gli oltre 400 miliardi di titoli del Tesoro di Roma detenuti, le banche italiane dovrebbero accantonare denaro contro eventuali perdite per circa il 70% del loro portafoglio di titoli di Stato.In alternativa, dovrebbero vendere buoni italiani e magari comprarne di più solidi, per esempio i tedeschi. La svolta sarebbe graduale, ma il mercato non può che anticiparne gli effetti con una stretta al credito.

Per l’economista Peter Bofinger, tutto questo significa sottrarre alle banche dell’Europa del Sud il pilastro sul quale si fonda qualunque istituto al mondo: dei titoli sicuri in bilancio, che non possono fallire. «Può essere dinamite per l’area euro», dice Bofinger. Ma l’unico esponente degli esperti tedeschi a votare contro il piano è stato proprio lui.
 
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tontolina

Forumer storico
sarebbe opportuno che il governo cominci a studiare l'uscita dall'Euro

possiamo sempre restare nell'EU ma solo come lo fa l'Inghilterra, la Polonia, la Danimarca e la Svezia.. cioè senza l'euro e magari con la doppia circolazione della moneta

Introduca subito la MONETA FIDUCIARIA ITALIANA che comincerà a circolare in modo virtuale
insomma una doppia circolazione



e se poi questa Europa continuerà nei suoi propositi
non sarà difficile rendersi di nuovo indipendenti dagli avvoltoi europei
 
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big_boom

Forumer storico
se qualcuno si chiedeva chi erano i criminali che finanziavano hitler ora ha una certezza sono nuovamente fra noi
 

tontolina

Forumer storico
Un tedesco ci dà un consiglio buono

Di Maurizio Blondet , il 16 febbraio 2016 26 Comment



Il tedesco è l’economista Peter Bofinger (ultimo a sinistra), uno dei cinque saggi del Consiglio Germanico dei consulenti economici. Ha scritto un rapporto di minoranza contro i quattro colleghi, i quali a loro volta hanno dato la loro autorevole manforte all’idea nuova di Weidman e di Schauble: le banche italiane dovranno essere obbligate per normativa europea a non detenere troppi Buoni del Tesoro, e dunque (s) venderli in fretta sui mercati. Il debito sovrano “non va più considerato interamente esente da rischio di default e completamente liquido”. Oggi, le banche possono mettere i titoli di Stato che detengono, proprio perché liquidi e sicuri, nella percentuale obbligatoria di riserve; li trattano insomma come contanti o attivi solidissimi. In tal modo, le banche danno una mano allo Stato che si indebita a meno, e dallo Stato ricevono liquidità a poco costo. E’ l’ultimo, estremo ricordo dell’antico “matrimonio” fra Bankitalia e Tesoro.
Schauble, spalleggiato dal suo scherano alla BCE (Weidman) ed ora dal Consiglio Economico Germanico, vuole che i Buoni del Tesoro (e simili titoli degli Stati meridionali) siano gettati sul “mercato” che ne valuterà al rialzo il rischio: il rischio di insolvenza.[non basta che si siano arricchiti con la Grecia ora vogliono continuare a fare gli avvoltoi sulle nostre salme]Esigendo interessi più alti molto più alti, di quelli di cui si contentano le banche italiane . Di quanti Bot e simili titoli le banche europee (del Sud) dovrebbero liberarsi, cercando di venderli sul mercato finanziario? 640 miliardi di euro, dicono esplicitamente gli stessi consiglieri tedeschi. Le banche italiane hanno in pancia 400 miliari di titoli di stato, con cui fra l’altro vanno alla BCE a darli in garanzia per ottenere denaro a basso costo. La misura caldeggiata da Schauble è diretta dunque primariamente contro l’Italia.
Arriva il “bail-in sovrano”

Si tratta del “bail-in sovrano”, che aggrava il “bail-in bancario” decretato a Bruxelles (e ratificato dal nostro parlamento, troppo occupato dai diritti da concedere agli invertiti): come il bail-in bancario costringe i correntisti a pagare coi loro depositi il fallimento della banca di cui sono clienti, così gli stati dovranno pagare di tasca loro il proprio aumentato rischio-paese.

Ma come, se uno stato fallito fallisce proprio perché non ha soldi? Evidentemente, la mira è di gettare Italia, Spagna, Portogallo, come già la Grecia, sotto le cure della Troika, l’amministrazione controllata dai creditori sovrannazionali: l’Italia ha bisogno di soldi per pagare i proibitivi interessi sul proprio debito? Ecco un bel prestito del Fondo Monetario e del consorzio bancario tedesco. Alle tipiche condizioni che il Fondo Monetario esige dai debitori del Terzo Mondo:

tagli agli investimenti sociali,

risparmiare sulle infrastrutture,

svendere i cespiti nazionali di qualche valore.
Per quello sono stati concepiti i prestiti al Terzo Mondo, spogliare quei paesi indebitandoli sempre più (nuovi debiti per servire i debiti vecchi), adesso applicati a noi.
Poi alla fine, quando ci avrà spremuti come un limone, Berlino ci sbatterà fuori dall’eurozona, ovviamente dando a noi la colpa della nostra bancarotta.
Naturalmente la ragione che i tedeschi danno non è questa. Ne danno una altamente morale.

Dicono: la rinuncia dell’Italia a farsi sostenere dalle sue banche (dai suoi risparmiatori) è la condizione preliminare perché la Germania contribuisca pienamente allo ESM, al fantomatico Fondo per i salvataggi nell’area euro.

Bisogna prima pareggiare le condizioni, togliere i “privilegi”, e solo dopo Berlino getterà le centinaia di miliardi di euro nell’ESM per salvare altri paesi (e in realtà, l’euro stesso).
Del resto, ha aggiunto e calcolato il Consiglio Germanico dei saggi, privandosi di quei privilegi, gli stati del Sud e le loro banche dovranno raccoglier solo 45 miliardi di euro aggiuntivi: una cifra gestibile.

Non vi lamentate.

il professor Peter Bofinger Il professor Bofinger – onore a lui – non è stato d’accordo ed ha spinto la sua onestà (insolita in questo gioco delle tre carte che è diventata l’eurozona) per stilare il suo rapporto di minoranza.
Quello che propongono i suoi colleghi , Schauble e Weidman è “il modo più rapido per spaccare la zona euro”. Appena le banche del Meridione-euro saranno obbligate a non comprare più i rispettivi Buoni del Tesoro “subiranno rapidissimamente un attacco speculativo”; come il “bail-in bancario” è stato la causa del crollo delle azioni delle banche europee che vediamo in questi giorni, così ci sarà una corsa mondiale a liberarsi dei titoli pubblici di questi stati, non più garantiti esenti da rischio. [vuoi vedere che DEUTSCHE BANK è short sul debito dei PIIGS?] E gli Sati colpiti “da una così pericolosa crisi di fiducia” non possono difendersi perché non hanno più gli strumenti monetari sovrani per affrontare l’attacco. E a Telegraph Bofinger ha commentato: “Se io fossi un politico in Italia e messo davanti a un simile tipo di rischio d’insolvenza, vorrei tornare alla mia propria moneta al più presto possibile, perché questa è la sola via per evitare di finire in bancarotta”.

Weidman a destra. E’ più furbo di quanto sembra Ché poi magari è proprio questo cui mirano Schauble e compari: sbatterci fuori dall’euro, anzi spaccare la moneta unica, ma in modo non concordato, e dando la colpa a noi. Risparmiando i miliardi della partecipazione al fantomatico fondo di solidarietà europoide.
Infatti il professor Bofinger ha detto che il vero problema è che la Germania e gli altri stati creditori della zona euro rifiutano di accettare la conseguenza di una zona monetaria: la messa in comune dei debiti dei vari stati, un qualche tipo di unione di bilanci che è imperativa perché l’esperimento euro continui.



Bofinger ha ammesso che il meccanismo per le insolvenze in Europa è la perpetuazione della scusa (voluta dai tedeschi) che la causa della crisi in atto è dovuta alle spese allegre degli stati, mentre è chiaro che il debito pubblico di questi stati è esploso nel 2008 perché gli stati sono stati chiamati a pagare con costose azioni di emergenza per scongiurare il collasso delle loro banche ed economie.
Il nuovo piano (tedesco) fa’ dei mercati i soli giudici ed arbitri della solvibilità degli Stati: “Non possiamo lasciare che i mercati diventino padroni dei governi”, dice Bofinger. I suoi colleghi hanno decretato il contrario: niente tesoreria comune UE, niente bilanci in comune. Imposizione delle “regole esistenti”, anzi il loro “rafforzamento”. Austerità….

I cinque saggi. Bofinger è a sinistra. Così, Stati che hanno fatto i compiti a casa, come Spagna e Portogallo (la Spagna con disoccupazione al 25%), dovranno – se Schauble l’avrà vinta ancora una volta –farsi distruggere dalla speculazione.
Per l’Italia il discorso è un po’ diverso: effettivamente noi avemmo da tagliare centinaia di miliardi nella inefficienza dei miliardari pubblici, che hanno troppi soldi e sono troppo inefficienti, tanto da essere la palla al piede dell’economia.


L’ultima prova che i parassiti pubblici si sono presi troppi soldi dai contribuenti, è che Niki Vendola è negli Stati Uniti col compagno: secondo le voci, per comprarsi un figlio da qualche donna povera (è la nuova sinistra, bellezza). Sicuramente ci starà, negli Usa, tre mesi. Forse per “vivere la gravidanza” e i suoi dolci batticuori. A spese nostre. Nel frattempo, il parlamento ha fretta di fargli una legge apposta, e il governo sta pensando di cosa può togliere ancora alle vedove e all’orfano, per darlo ai sodomiti.
Ciò mostra la diversità italiana. Spagna e Portogallo hanno un problema, Schauble. Noi ne abbiamo due: Schauble, e piazzale Loreto troppo piccola.


L’articolo Un tedesco ci dà un consiglio buono è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 

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