IL BORDELLO E'L'UNiCA ISTITUZIONE ITALIANA DOVE LA COMPETENZA E'PREMIATA E.......

Concordo...stufosamente!!;):up:

comincio , ahimè , a non stupirmi più della "competizione sfrenata " e senza esclusioni di colpi per qualsiasi cosa.
Anche per "piazzare " i propri figli nella scuola con i professori compiacenti, ( e non dico migliori), e sopratutto con i compagni (o meglio i rispettivi genitori) che potrebbero essere di aiuto nel futuro lavorativo.
Questo accade già dalle elementari. E' oramai una lotta impari......
 
Perché l’Italia non alza la testa

Perché l’Italia non alza la testa | Massimo Fini | Il Fatto Quotidiano

Stralcio:

Tutti gli scandali più recenti, dal “caso Mastella” in poi, ci dicono che la classe dirigente italiana, intesa come mixage di politici, amministratori pubblici, imprenditori, finanzieri, speculatori, esponenti dello star system, piazzano i propri figli, nipoti, generi, amici degli amici, in posti di lavoro ben remunerati e sicuri. Del resto nemmeno un chirurgo, nel nostro Paese, può fare il chirurgo se non ha gli agganci giusti con questa o quella banda di potere. Perché il sistema clientelare di Mastella non è il “sistema Mastella” è il sistema dell’intera classe dirigente italiana. Se non altro Mastella ha lo spudorato coraggio e la spudorata onestà di non farne mistero.

Schiumano rabbia ma non si ribellano. Perché? Le ragioni, secondo me, sono sostanzialmente due. In questo Paese il più pulito ha la rogna. Quasi tutti hanno delle magagne nascoste, magari veniali, ma ce l’hanno. Non che sia gente in partenza disonesta. Ma, com’è noto, la mela marcia scaccia quella buona. Se “così fan tutti”, tanto vale che lo faccia anch’io. Così ragiona il cittadino. Per resistere a quel “tanto vale” ci vuole una corazza morale da santo o da martire o da masochista. La seconda ragione sta in una mancanza di vitalità. Basterebbe una spallata di due giorni, come quella tunisina, una rivolta popolare disarmata ma violenta disposta a lasciare sul campo qualche morto per abbattere queste oligarchie, queste aristocrazie mascherate che, come i nobili di un tempo, si passano potere e privilegi di padre in figlio, senza nemmeno avere gli obblighi delle aristocrazie storiche. Ma in Tunisia l’età media è di 32 anni, da noi di 43. Siamo vecchi, siamo rassegnati, siamo disposti a farci tosare come pecore e comandare come asini al basto. Solo una crisi economica cupissima potrebbe spingere la popolazione a ribellarsi. Perché quando arriva la fame cessa il tempo delle chiacchiere e la parola passa alla violenza. La sacrosanta violenza popolare. Come abbiamo visto in Tunisia e in Egitto, come vediamo in Libia o in Bahrein (in culo al colossale Barnum del Circuito di Formula Uno, che è, in sé, uno schiaffo alla povera gente di quel mondo).

non menziona la parentopoli di ale'-manno :D:D:D, il trota, le ministre, le consigliere, dipendenti rai,...e chi ne ha piu' ne metta...:wall::wall:

aggiornamento su geeox ....altro che reversal....+4,75% di questi tempi buttali via :D
 
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Immunità parlamentare, no di Bossi
«Berlusconi? Avanti con lui, per ora»


20:18 POLITICAIl Senatùr: «Noi favorevoli al processo breve». E sul premier: «Non dico niente contro di lui. Tutti parlano ma è l'unico che dà i voti per il federalismo. I processi? Speriamo bene»
 
India, migliaia contestano governo per caro prezzi Reuters - 23/02/2011 11:43:12 di Krittivas Mukherjee
NUOVA DELHI, 23 febbraio (Reuters) - Almeno 100.000 sindacalisti hanno sfilato lungo le strade della capitale indiana oggi in segno di protesta contro gli alti prezzi del cibo e la disoccupazione, aumentando la pressione su un'amministrazione già al centro di polemiche per via degli scandali legati alla corruzione.

La manifestazione è stata la più grande a Nuova Delhi degli ultimi anni e ha visto scendere in piazza anche membri di un sindacato legato al partito di governo, emblema del disagio anche interno al partito stesso sul rialzo dei prezzi alimentari, che ha raggiunto un picco di oltre il 18% lo scorso dicembre.

Quella in India è stata solo l'ultima delle manifestazioni di protesta che si sono diffuse in tutto il mondo, fomentate dai rincari nei prezzi alimentari. Ma, a differenza di altri paesi, in India i contestatori non hanno chiesto la caduta del governo democratico.

"Siamo venuti qui affinché la nostra voce risuoni all'interno del parlamento e loro possano vedere quale dolore stia patendo l'uomo comune", ha detto Akhil Samantray, che è arrivata dall'Orissa orientale per prendere parte alla manifestazione.

L'India, terza economia asiatica e patria di più di un miliardo di persone, è stata alle prese con un rialzo dei prezzi alimentari superiore al 10% per gran parte dello scorso anno.

I poveri del paese, che sono centinaia di milioni, sono stati i più colpiti dall'inflazione.

Il governo, dal canto suo, è sembrato impotente dinanzi al rialzo dei prezzi alimentari a livello globale, nei confronti del quale l'esecutivo indiano non ha alcun tipo di controllo.

"I prezzi uccideranno la gente comune", si legge su uno cartelloni mostrati dai contestatori.

"Veniamo pagati 2-3 dollari al giorno. Come sopravviveremo se i prezzi sono così alti?", ha spiegato Kailash Sain, che è arrivato a Nuova Dehli dallo stato occidentale del Rajasthan.
 

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