Il Juke box dell'Isola...

Radio Varsavia

No Time, No Space
Aver paura d'innamorarsi troppo (Mogol-Battisti) - 1978

Aver paura d'innamorarsi troppo
non disarmarsi per non sciupare tutto
non dire niente per non tradir la mente
è un leggero dolore che però io non so più sopportare.
Non farsi vivo e non telefonare
parlar di tutto per non parlar d'amore
cercar di farsi un po' desiderare è proprio un vero dolore
Abbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori
Aver paura di confessare tutto
per il pudore d'innamorarsi troppo
finger che anch'io le altre donne vedo
è un leggero dolor temere di mostrarsi interamente nudo
e soffocare la sana gelosia
e controllarsi non dirti che sei mia
voler restare e invece andare via è proprio un vero dolore
Abbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori





[ame=http://www.youtube.com/watch?v=_JQVdXGjwCY]Lucio Battisti - Aver paura d'innamorarsi troppo - YouTube[/ame]
 
Nessun dolore (Mogol-Battisti) - 1978

Tu mi sembri un po' stupita
perché rimango qui indifferente
come se tu non avessi parlato
quasi come se tu non avessi detto niente
ti sei innamorata cosa c'è cosa c'è che non va
io dovrei perciò soffrire d'adesso
per ragioni ovvie d'orgoglio e di sesso
e invece niente no non sento niente no
nessun dolore
non c'è tensione non c'è emozione
nessun dolore
Quand'eri indecisa combattuta
tra l'abbracciare me o la vita
ti ricordi i miei silenzi pesanti
che tu credevi gelosia per inesistenti amanti
allora già intuivo che c'era qualcosa che mi sfuggiva
quella fragile eterea coerenza
di bambina senza troppa pazienza
non sento niente no adesso niente no
nessun dolore
non c'è tensione non c'è emozione
nessun dolore
non sento niente no adesso niente no
nessun dolore
non c'è tensione non c'è emozione
nessun dolore
Il vetro non è rotto dal sasso
ma dal braccio esperto di un ingenuo gradasso
l'applauso per sentirsi importante
senza domandarsi per quale gente
tutte le occhiate maliziose che davi era semi sparsi al vento
qualcosa che perdevi
e m'inaridivi e m'inaridivi e m'inaridivi
non sento niente no adesso niente no
nessun dolore
non c'è tensione non c'è emozione
nessun dolore
non sento niente no adesso niente no
nessun dolore
non c'è tensione non c'è emozione
nessun dolore


[ame=http://www.youtube.com/watch?v=gDQ9dtHQ3kg]Lucio Battisti - Nessun Dolore - YouTube[/ame]
 
Io Vorrei... Non Vorrei... Ma se vuoi...

Dove vai quando poi resti sola
il ricordo come sai non consola
Quando lei se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
a guarirmi chi fu
ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola
senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=5FO2KD7CDFI&feature=player_detailpage]Lucio Battisti - Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi - YouTube[/ame]
 
A proposito di questa canzone che ho appena postato... poco tempo fa, nel corso di una di quelle trasmissioni tra lo zuccheroso e il macabro presentate dall'orrido Giletti che ultimamente Rai1 ha dedicato ad alcuni grandi cantanti italiani defunti, trasmissione in quel caso dedicata a Battisti, "Io vorrei, non vorrei ma se vuoi..." era cantata con una voce invecchiatissima, sgrammaticata e anche qua e la' stonata da una Loretta Goggi chiaramente commossa, che dopo ha inutilmente ricordato, per scusarsi, che da due anni (ovvero dalla morte del marito) non cantava canzoni d'amore... certo in questo c'era molto teledolore, tant'e' vero che Giletti sbavava autocompiacimento, ma l'idea di una che canta questa canzone pensando che l'amore della sua vita se n'e' andato via, che con lui e' morto un pezzo del suo corpo e della sua anima, e che intorno a quello che resta, monco e devastato, si chiudono le cicatrici e la vita, lo si voglia o no, ricomincia a scorrere, mi ha fatto piangere come un vitello sgozzato...

Con tutte le mie pretese, sotto sotto sono proprio e soltanto una casalinga di Voghera...:wall::rolleyes:
 
la casalinga di Voghera è una delle espressioni più alte dell'umanità... gli intellettuali, gli artisti son ciarlatani, cazzari, credono di capire e non capiscono un ca.zzo, credono di sapere e non sanno un caz.zo...
 

Confessioni di un malandrino


(Sergej Esenin - Angelo Branduardi)

1975

Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume,
così mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.

Mi piace che mi grandini sul viso

la fitta sassaiola dell’ingiuria.
Mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno

che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi.

Ma mi vogliono bene come ai campi

alla pelle, ed alla pioggia di stagione.
Raro sarà che chi mi offende scampi
dalle punte del forcone.

Poveri genitori contadini

certo siete invecchiati e ancor temete
il signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del paese,
ed ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia

di un vecchio mariuolo di campagna,
e ad ogni insegna di macelleria
alla vacca s’inchina, sua compagna.

E quando incontra un vetturino

gli torna in mente il suo concio natale.
E vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.

Voglio bene alla Patria,

benché afflitta di tronchi rugginosi;
m’è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all’ombra sospirosi.

Son malato d’infanzia e di ricordi

e di freschi crepuscoli d’aprile,
sembra quasi che l’acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.

Dal nido di quell’albero le uova

per rubare salivo fino in cima,
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia,
e giri a coda bassa nel cortile,
ignaro delle porte dei granai.

Mi son cari i miei furti di monello

quando rubavo in casa un po’ di pane,
e si mangiava come due fratelli,
una briciola l’uomo ed una il cane.

Io non sono cambiato,

il cuore ed i pensieri son gli stessi
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.

Buona notte! La falce della luna,

sì cheta mentre l’aria si fa bruna
Dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.

La notte è così tersa,

qui forse anche morire non fa male.
Che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.

O Pegaso decrepito e bonario

il tuo galoppo è ora senza scopo.
Giunsi come un maestro solitario
e non canto e non celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome…
Voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.



[ame=http://www.youtube.com/watch?v=121ohQuouUo]Angelo Branduardi - Confessioni di un malandrino - YouTube[/ame]
 
La cattiva strada

(De Andrè-De Gregori)

1975

Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perché "
lui gli rispose "Questo è niente
e adesso è ora che io vada"
e l'innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Sui viali dietro la stazione

rubò l'incasso a una regina
e quando lei gli disse "Come "
lui le risposte "Forse è meglio è come prima
forse è ora che io vada "
e la regina lo seguì
col suo dolore lo seguì
sulla sua cattiva strada.

E in una notte senza luna

truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.

A un diciottenne alcolizzato

versò da bere ancora un poco
e mentre quello lo guardava
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
adesso è ora che io vada"
l'alcolizzato lo capì
non disse niente e lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Ad un processo per amore

baciò le bocche dei giurati
e ai loro sguardi imbarazzati
rispose "Adesso è più normale
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
che io vada "
ed i giurati lo seguirono
a bocca aperta lo seguirono
sulla sua cattiva strada,
sulla sua cattiva strada.

E quando poi sparì del tutto

a chi diceva "È stato un male"
a chi diceva "È stato un bene "
raccomandò "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada
sulla cattiva strada.

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=46OWji8vkPg]Fabrizio de André - La cattiva strada - YouTube[/ame]
 
[ame]http://www.youtube.com/watch?v=yUcAEdkWxXM&feature=player_detailpage[/ame]

A salty dog.

'All hands on deck, we've run afloat!' I heard the captain cry
'Explore the ship, replace the cook: let no one leave alive!'
Across the straits, around the Horn: how far can sailors fly?
A twisted path, our tortured course, and no one left alive
We sailed for parts unknown to man, where ships come home to
die
No lofty peak, nor fortress bold, could match our captain's eye
Upon the seventh seasick day we made our port of call
A sand so white, and sea so blue, no mortal place at all
We fired the gun, and burnt the mast, and rowed from ship to
shore
The captain cried, we sailors wept: our tears were tears of joy
Now many moons and many Junes have passed since we made land
A salty dog, this seaman's log: your witness my own hand
 
Ultima modifica:
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=L49q7F7oSOg]Lucio Battisti - La luce dell'est - YouTube[/ame]

La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
Piccoli stivali e sopra lei
una corsa in mezzo al fango e ancora lei
poi le sue labbra rosa e infine noi
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da"
Poi seduti accanto in un'osteria
bevendo un brodo caldo che follia
io la sentivo ancora profondamente mia
Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est
qualcuno grida il nome mio
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano
il seno bianco e morbido tra noi
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io
la sua risposta dolce non seppi mai!
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai
lei che rincorreva inutilmente noi
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
 

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