Se prendiamo in considerazione i saldi Target2 dei paesi 'core' (Germania, Austria, Olanda e Finlandia) e quelli dei 'PIGS' (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) dal 2003 al 2013 e li raggruppiamo in due serie, appare evidente che dal sostanziale equilibrio mantenutosi fino al 2007, dal 2008 in poi si passa ad una situazione di squilibrio elevato e crescente, che a gennaio 2013 corrisponde ad un surplus 'core' di 890,94 miliardi di Euro a fronte di un deficit 'PIGS' di 765,46 miliardi di Euro. Il deficit 'PIGS' corrisponde cioè all'86% circa del surplus 'core'.
Considerato che gli scambi ed i corrispondenti flussi finanziari tra Eurozona e resto del mondo sono sostanzialmente in equilibrio con un'approssimazione inferiore all'1% del suo PIL, appare evidente che quelli dell'Eurozona sono squilibri interni, dovuti ad uno aquilibrio di fondo nei flussi di scambio.
I paesi 'PIGS' si sono cioè indebitati in misura crescente verso i paesi 'core' per pagare le importazioni dei loro prodotti, resi sempre più convenienti dal costante allargamento del 'gap' di competitività, che la moneta unica non permette di controllare attraverso l'aggiustamento del cambio. Il sistema è evidentemente instabile, e sta andando fuori controllo.
Altrettanto evidentemente le politiche di aggressione del debito pubblico e della spesa pubblica (fiscal compact e pareggio di bilancio obbligatorio) attraverso l'austerity sono inutili, anzi, controproducenti, perché oltre a prendersela col nemico sbagliato provocano recessione, che è l'esatto contrario di ciò che sarebbe necessario.