Val
Torniamo alla LIRA
Niente, non si può pensare di far ragionare certe gente. Colpire sempre. Porta acqua al mulino.
Stava pranzando con la moglie Paola e i figli: «Ho letto il provvedimento e mi sono messo a piangere. È come se mi avessero arrestato per la seconda volta».
Massimo Mallegni, sindaco di Pietrasanta da pochi giorni, è stato sospeso dal prefetto di Lucca in base alla legge Severino. Sulla testa del primo cittadino, eletto dopo aver sbaragliato la sinistra in una terra tradizionalmente rossa, c'è una condanna a 1 anno e 2 mesi per mobbing nei confronti di alcuni vigili, in pratica un abuso d'ufficio. Attenzione: la sentenza è del 3 aprile 2012 e Mallegni, a un passo dalla prescrizione, aveva presentato un corposo ricorso chiedendo una pronuncia nel merito e annunciando di voler rinunciare alla spugna del tempo. Ma il processo, originariamente fissato per il 30 giugno scorso, è slittato al 17 giugno dell'anno prossimo. Un ritardo vergognoso e inconcepibile in cui si è infilato il prefetto con una motivazione discutibile. L'avvocato Sandro Guerra parla senza mezzi termini di abbaglio: «Quella del prefetto è un'interpretazione grottesca e fuori tempo massimo di una norma già pasticciata e confusa. Siamo davanti a un gigantesco abbaglio. Lunedì faremo ricorso al giudice civile per sospendere la sospensione. Come hanno fatto Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris. Ma questa volta siamo davanti a un'ingiustizia molto più grave».
Stava pranzando con la moglie Paola e i figli: «Ho letto il provvedimento e mi sono messo a piangere. È come se mi avessero arrestato per la seconda volta».
Massimo Mallegni, sindaco di Pietrasanta da pochi giorni, è stato sospeso dal prefetto di Lucca in base alla legge Severino. Sulla testa del primo cittadino, eletto dopo aver sbaragliato la sinistra in una terra tradizionalmente rossa, c'è una condanna a 1 anno e 2 mesi per mobbing nei confronti di alcuni vigili, in pratica un abuso d'ufficio. Attenzione: la sentenza è del 3 aprile 2012 e Mallegni, a un passo dalla prescrizione, aveva presentato un corposo ricorso chiedendo una pronuncia nel merito e annunciando di voler rinunciare alla spugna del tempo. Ma il processo, originariamente fissato per il 30 giugno scorso, è slittato al 17 giugno dell'anno prossimo. Un ritardo vergognoso e inconcepibile in cui si è infilato il prefetto con una motivazione discutibile. L'avvocato Sandro Guerra parla senza mezzi termini di abbaglio: «Quella del prefetto è un'interpretazione grottesca e fuori tempo massimo di una norma già pasticciata e confusa. Siamo davanti a un gigantesco abbaglio. Lunedì faremo ricorso al giudice civile per sospendere la sospensione. Come hanno fatto Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris. Ma questa volta siamo davanti a un'ingiustizia molto più grave».