Azioni Italia Il trading secondo noi

mat mi unisco,molte minetti,pero' preferisco rosy bindy ah:lol::cool::ordine::benedizione: a parte la m.............ta.nessuno in europa parla del jap,perche la bank of japan,tecnicamente e' pubblica,cioe' posseduta dall stato e loro fanno finta di adeguarsi alle altra banche centrali,il loro qe,in pratica rida' i soldi ai cittadini che si autoricomprano il debito pubblico,quindi il debito ,rimanendo in casa e una partita di giro,debito dello stato=ricchezza del cittadino.le major americane della nbs cbs ecc ecc ,che parlano di disastrosa situazione del jap,lo fanno perche ,ovviamente teleguidati dai soliti noti,il giappone e' sempre crescuito ed hanno abilmente raggirato tutti. guarda la fine che hanno fatto fare al ministro delle finanze e al suo discepolo,dopo che il f.m.i aveva protestato contro il giappone,spero che resistano,gruppo amici gruppo,zio leder
 
giorno,


questo "QE" rivela che il "il Re è Nudo", cioè che lo stato si finanzia in ogni caso, se vuole, semplicemente EMETTENDO MONETA E NON HA NESSUN BISOGNO DI VENDERE TITOLI DI STATO SUL MERCATO COME UN AZIENDA


Il convegno di Rimini del 21-22 ottobre in programma ha lo scopo appunto per fare leva su questo semplice ma essenziale fatto, che viene nascosto dai giornali e dagli esperti, per liberare l'Italia dalla schiavitù del debito pubblico
 

Allegati

  • volantino-summits-finale.png
    volantino-summits-finale.png
    187,1 KB · Visite: 265
  • bindi.jpg
    bindi.jpg
    6,6 KB · Visite: 275
  • sfilata-minetti-7.jpg
    sfilata-minetti-7.jpg
    26,7 KB · Visite: 283
Goldman sachs vota per il pd

DI ANTONIO SATTA
milanofinanza.it



La banca d'affari aspetta che una maggioranza di centrosinistra segua la linea Monti
Tra gli scenari del report anche il ricorso del premier al fondo Efsm-Esm prima del voto per legare le mani al suo successore

Le polemiche saranno inevitabili. Per le prossime elezioni Goldman Sachs scommette sul Pd. Il colosso finanziario americano, a sette mesi dalle elezioni politiche italiane, ha pubblicato un report che farà rumore, nel quale si sostengono le chance di una maggioranza di centro sinistra incentrata sul Pd. E questa maggioranza molto probabilmente manterrebbe la linea Monti, anche se non è chiaro se riconfermerebbe Mario Monti a capo del governo. In ogni caso, secondo il report, difficilmente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, porterà il Paese alle elezioni prima di aver risolto la questione della riforma elettorale. Goldman Sachs ritiene «probabile che vengano introdotte modifiche alla legge con l’idea di garantire una coalizione centrista a favore di una conferma di Monti».

Ora non si può dire che a Goldman Sachs non conoscano la politica e gli effetti che una dichiarazione del genere può scatenare. Se c’è una banca d’affari che con la politica e i governi, in patria e all’estero, ha avuto relazioni strettissime è proprio GS. In America hanno tirato in ballo le revolving doors (le porte girevoli) per definire il fenomeno tipico in Goldman di un dirigente di primo piano che lascia Lloyd Blankfein il suo incarico per passare al governo, e magari, finito il mandato, torna tranquillamente alla casa madre. Per limitarci all’Italia, Mario Draghi è stato vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa dal 2002 al 2005, ma tra i consulenti della banca d’affari ci sono stati anche Gianni Letta, Romano Prodi e Mario Monti.

Ebbene, ora gli analisti di Goldman Sachs, peraltro molto attiva nella vendita di Btp nei momenti in cui lo spread era salito alle stelle e grande sostenitrice di un governo Monti post-Berlusconi nelle fasi calde del novembre scorso, scrivono che il tempo del governo tecnico del loro autorevole ex collega, «sta per finire» e «l’Italia potrebbe risentire dell’incertezza politica collegata alle future elezioni politiche in agenda ad aprile 2013».

Il maggior rischio per il Paese, secondo la banca d’affari, verrebbe da una vittoria delle forze euroscettiche e tra queste colloca il Pdl di Silvio Berlusconi e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Del resto, scrivono gli analisti, «le riforme impopolari del governo Monti, ad esempio l’Imu dal valore di 20 miliardi di euro all’anno, hanno favorito campagne politiche anti-europee e anti-euro di vari partiti». Non va nemmeno sottovalutato l’appeal politico di Grillo, perché «ha buone opportunità di guadagnare un gran numero di seggi in Parlamento, riflettendo la disaffezione degli italiani all’esistente establishment politico.»

GS rimane cauta, ma comunque «costruttiva», sulle dinamiche di mercato dei titoli di Stato italiani che potrebbero soffrire se la credibilità del nuovo programma di acquisto della Bce fosse messa in discussione, soprattutto in considerazione del debole scenario macroeconomico. Ma pesa anche l’incertezza sugli esiti delle prossime elezioni, tanto che gli analisti arrivano a delineare tre possibili scenari che potrebbero portare l’Italia a ricorrere al programma di aiuti Efsf/Esm, così ribattezzati: il vincolato, il tattico e il mani-legate». Nel primo scenario («il meno probabile») l’Italia potrebbe essere obbligata a ricorrere ai fondi per il riemergere «delle tensioni sull’obbligazionario» che potrebbero rendere «illiquido il mercato dei Btp»; un’ipotesi possibile con «una vittoria dei partiti anti-europei». Nel secondo scenario, il governo italiano potrebbe «tatticamente» vincolarsi al Fondo salva Stati prima delle elezioni, «senza in realtà averne bisogno», annullando il rischio contagio dalla Spagna.

Il terzo e ultimo scenario prevede che la richiesta di sostegno possa essere avanzata da Monti stesso, prima delle elezioni, per «legare le mani al suo successore».
 
Con il cosiddetto Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), si crea una sorta di mostro giuridico, un mostro di “LochMes” come l’ho ribattezzato, in cui tecnocrati, oligarchi, cleptocrati possono agire senza rispondere ad alcuno del proprio operato. L’Italia, in 5 anni, dovrà versare a questo meccanismo 125,4 miliardi di euro (25 miliardi l’anno), mediante emissione di nuovo debito pubblico. E poi questi signori, che godono di ampie immunità, non pagheranno le tasse, faranno tutto quello che vogliono, decideranno se e a quali condizioni, e anche a quali tassi di interesse, prestare i soldi. Ciò significa che il popolo, cioè noi, abbiamo perso la sovranità popolare, che adesso appartiene agli oligarchi, ai tecnocrati i quali, nel caso in cui ci dovessero servire i soldi, potranno dire: vi posso dare i prestiti a questi tassi di interesse e però, in cambio, voi dovete tagliare ancora di più le pensioni, dovete finire di azzerare i diritti che sono frutto di conquiste, di sudore e sangue dei lavoratori e di dure battaglie sociali. Questo è il mostro di “LochMes”.
Nello Statuto del Mes, si legge che i membri e i loro atti sono coperti dall’immunità da ogni forma di giurisdizione. Perché conferire loro questi “superpoteri”? E’ semplice: vogliono l’immunità perché se si comportano come nell’antichità si comportarono i principi e i despoti, non vogliono avere rivalse, non vogliono finire sotto processo: è questa la ragione. Dunque, è un grave errore aver accettato lo Statuto del Mes da parte di queste morenti democrazie europee, perché quando si delegano alla Bce prima, al Mes poi, poteri che attengono al popolo, ai cittadini, a quelli che sono stati rapinati in questi anni di diritti e spesso anche di dignità, vuol dire che non c’è più la democrazia in Europa.

Premetto che non condivido le politiche allegre fatte in questi anni, e che hanno cagionato, come nel caso dell’Italia, l’accumulo di un enorme debito pubblico. Ciò detto, ci basta guardare quello che sta succedendo in Grecia dopo l’intervento della cosiddetta Troika (Fmi, Bce e Commissione Europea): anche i magistrati stanno scioperando, perché si stanno dimezzando le pensioni, stanno venendo meno tutti i diritti, tutte le conquiste del ’900 ottenute con le lotte e il sangue dei lavoratori. Ecco quello che succederà: una ristretta cerchia deciderà per tutti i cittadini, un governo delle élite che potrà dire: non mi basta quello che stai facendo, se ti devo dare il prestito e ti devo salvare, devi demolire quel che resta dei diritti e dello Stato sociale.

Io ho speso una vita per denunciare le malefatte delle banche, della finanza, per inchiodare alle loro responsabilità le agenzie di rating (adesso oggetto delle indagini rigorose della procura di Trani) le quali hanno procurato un danno quantificato dalla Corte dei Conti in 120 miliardi. Persino il dipartimento della giustizia americana, che inizialmente non voleva collaborare con Trani, ha chiesto e acquisito gli atti dell’inchiesta, le intercettazioni telefoniche che inchioderanno queste agenzie. La gente deve capire che c’è una cricca fatta di queste agenzie di rating, di banche d’affari come Goldman Sachs, di fondi comuni come Black Rock che gestiscono 3500 miliardi, che decide le sorti del mondo. E’ da loro che dobbiamo imparare a difenderci, contro cui dobbiamo lottare come fanno i ragazzi di “Occupy Wall Street”, che per fortuna in America si costituiranno in movimento politico e probabilmente andranno alle elezioni, che sono l’unico modo per cambiare le cose.

In Italia, ormai, c’è solo la parvenza della democrazia, di fatto siamo stati commissariati e siamo in mano ai moderni dittatori, quelli che speculano ogni giorno con 700 mila miliardi di dollari di derivati, contro un Pil che misura la fatica degli uomini da 60 mila miliardi e mediante meccanismi ad alta frequenza come Hft (High Frequency Trading) e decidono come speculare, dove indirizzare quelle immani masse monetarie, quali Paesi premiare e quali salvare. Dobbiamo conoscere, lottare per cercare di salvare l’Europa e il futuro dei nostri figli.

(Elio Lannutti, estratti dell’intervista “Un nuovo ordine europeo” rilasciata al blog “Cado in piedi” e ripresa da “Informare x Rexistere” il 10 settembre 2012. Politico, saggista e giornalista, dal 1987 Lannutti è presidente dell’Adusbef, l’associazione difesa utenti dei servizi bancari, finanziari e assicurativi).



fonte: Nuovo ordine europeo, Lannutti: fermiamo questi banditi | LIBRE
 
Firmato accordo fra Ansa e agenzia Qatar Qna
Ambasciatore: aperti a investire in Italia
18 settembre, 17:56

ROMA - Un accordo per rafforzare lo scambio non solo di informazioni e di foto, ma anche di prodotti multimediali tra l'ANSA e la Qatar News Agency (QNA) è stato firmato oggi a Roma, nella sede dell'ANSA, dall'ambasciatore del Qatar in Italia, Soltan Saad Al-Moraikhi, e dall'amministratore delegato dell'ANSA, Giuseppe Cerbone. Un accordo che si inserisce nel quadro degli ottimi rapporti tra Italia e Qatar e che mira a dare un ulteriore impulso alla collaborazione già esistente tra l'ANSA e la QNA, che riguarderà oltre ai prodotti multimediali, anche la copertura di eventi e la formazione dei giornalisti. "Siamo molto felici dell'interesse dell'Italia per il Qatar, un interesse che è davvero reciproco. Con questo accordo con l'ANSA vogliamo prima di tutto fare arrivare le notizie al cittadino", ha commentato l'ambasciatore Al-Moraikhi. Informazione, istruzione e salute, ha spiegato, sono tre settori in cui l'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, "sta concentrando gli sforzi al fine di favorire lo sviluppo umano, ovvero il benessere fisico e mentale dei suoi cittadini". Il Qatar, ha sottolineato l'ambasciatore, può vantare un "sistema sanitario all'avanguardia e totalmente gratuito" e "una rete di università tra le migliori al mondo". Per l'emiro l'istruzione e la conoscenza sono un obiettivo prioritario che spiega l'interesse per lo scambio di informazioni con l'ANSA, per "fare arrivare al cittadino" le notizie riguardanti un paese come l'Italia la cui cultura "viene percepita da noi come molto vicina", ha sottolineato Al-Moraikhi. Il Qatar è un paese "aperto agli investimenti nel mondo", come testimoniano in recenti ingressi in società in Francia e altri paesi europei, in particolare nei settori immobiliare e dello sport. "Anche in Italia abbiamo realizzato vari investimenti nel settore energetico, in Costa Smeralda", e diverse società italiane stanno partecipando ai grandi progetti di infrastrutture avviati in Qatar in vista dei Mondiali di calcio del 2022 che l'emirato ospiterà."Noi intendiamo rafforzare i rapporti in tutti i settori e speriamo di poter realizzare sempre più investimenti in Italia", ha detto l'ambasciatore che ha confermato la partecipazione del Qatar all'Expo 2015 di Milano, per la quale "abbiamo alcuni progetti di investimento in fase di studio". "Siamo pronti a valutare tutte le proposte, anche in occasione di una prossima visita del presidente del Consiglio Mario Monti in Qatar".

Questo articolo è stato pubblicato dalla stessa ANSA (agenzia di stampa ufficiale dell’Italia, ovverossia: la voce ufficiale della Repubblica nel campo della comunicazione) il cui amministratore delegato ha letto l’articolo che voi vedete in conferenza stampa. Leggetelo con attenzione.
E adesso facciamo le dovute connessioni:
A). L’Ansa firma una joint venture con l’emiro del Qatar.
Ma chi è l’emiro? (non lo spiegano). Perché l’emiro arriva adesso? (non ce lo dicono). Come mai un (apparentemente) affaruccio è “talmente” importante da spingere l’emiro in persona a venire qui a firmare l’accordo? Quali sono i rapporti con l’emiro?( non ce lo dicono). Come mai Monti va in Qatar? (non ce lo dicono).
Il Qatar è una nazione fondamentale in questo momento nel mondo.
Piccolo staterello sul Golfo Persico (è grande circa 15.000 km quadrati, ampio quanto Lazio, Umbria e Toscana messe insieme) ha una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti. Ha un pil intorno ai 240 miliardi di euro, superiore a quello della Grecia, corrispondente a circa 1/8 di quello italiano. Quest’anno ha avuto un aumento del pil del +18,5% sull’anno precedente ed è la seconda nazione al mondo come ricchezza pro.capite, circa 120.000 dollari ad abitante. Una meraviglia. Così l’Ansa e il governo ci hanno presentato il Qatar. Ed è la verità.
Ma come dice il Talmud “una mezza verità è una menzogna intera”.
Perché c’è dell’altro.
Il 78% della popolazione versa in uno stato di “totale e assoluta povertà”.
Il 25% del budget nazionale è destinato all’acquisto di armi. I tre venditori sono, nell’ordine di importanza: Gran Bretagna, Italia e Francia.
Con esultanza, l’ambasciatore qatariota Al-Moraikhi ci ha spiegato che “in Qatar regna l’armonia politica e non esistono conflitti”. E’ vero. L’opposizione non esiste. Non esiste, se è per questo, neppure la maggioranza. Non esiste il parlamento. Non esistono partiti politici, sono vietati per Legge. In Qatar l’attività politica, come noi la intendiamo, è vietata. Sono vietate anche associazioni private. Il sistema è retto da “una monarchia assoluta islamica”, un’unica famiglia, gli El-Thani, governa il paese e possiede il 95% della ricchezza nazionale. Quindi i conti veri sono: i 245 miliardi di pil vengono distribuiti tra i 224 membri della famiglia reale. Al resto del paese (ovvero il 99,999992% della popolazione) che conta 1.432.867 abitanti va il 4,8% del pil pari a 12 miliardi di euro. Tra questi esiste una classe di vassalli (li chiamano “funzionari governativi con delega reale”) che sono circa 8.000 persone che percepiscono il 90% di quel 4,8%. La maggioranza della popolazione vive di stenti. Nel paese c’è uno dei più alti tassi di mortalità infantile del mondo, il più alto tasso di denutrizione infantile nel mondo islamico; alle donne è vietato l’accesso al mondo del lavoro. Non esiste rete ferroviaria. Non esiste rete di autobus. Non esiste rete idrica al di fuori della capitale Doha, piena di alberghi a 5 stelle dove vanno i nostri imprenditori mitomani. Nel 75% del territorio abitato non esiste energia elettrica. L’emiro è il più importante fornitore di petrolio dell’Italia e il proprietario al 59% della emittente Al Jazeera. La famiglia è mussulmana religiosa fondamentalista e applica la Shariya. L’emiro ha spiegato all’Italia e all’Ansa che in Qatar “esiste il servizio sanitario nazionale gratuito e tra i più avanzati del mondo”. E’ vero. Ma il 75% della popolazione non ha i mezzi né economici né pratici per raggiungere gli ospedali a Doha, dato che non esistono mezzi di comunicazione. In ospedale ci vanno soltanto gli emigranti che lavorano nei campi di petrolio. L’emiro ha anche aggiunto “abbiamo un ottimo sistema di istruzione pubblica gratuita”. L’analfabetismo raggiunge la cifra del78%.
L’Ansa ci ha spiegato, per bocca del suo direttore, che “con questo accordo, il sistema di telecomunicazioni e l’intero sistema mediatico italiano fa un balzo in avanti anche dal punto di vista culturale”. Con una nazione come questa?
Si dà il caso che l’emiro sia diventato l’azionista di maggioranza dell’Unicredit: possiede il pacchetto di maggioranza delle azioni, acquistato nel gennaio del 2012 e gestito da un delegato ufficiale –nominato personalmente dall’emiro- presso il consiglio di amministrazione della banca, che si chiama Luca Cordero di Montezemolo e rappresenta il Fondo Qatar. A lui, l’emiro ha affidato l’appalto per gestire la costruzione degli impianti sportivi per i mondiali di calcio nel 2022, in una nazione dove il calcio è praticato dallo 0,6% della popolazione: hanno quattro campi di calcio. Per vedere una partita il costo del biglietto è pari allo stipendio di una famiglia per complessivi 45 mesi. Subito dopo aver firmato quest’accordo, l’emiro si è incontrato con la signora Tarantola, presidente della Rai, ex banca d’Italia che ha gestito –sempre per conto dell’emiro- l’acquisizione del pacchetto di maggioranza di Unicredit lo scorso gennaio. L’emiro, commosso dalla “situazione di difficoltà dell’Italia” ha dichiarato di essere a disposizione per coprire il buco della Rai di 289 milioni di euro di debito, attraverso prestiti agevolati di Unicredit (che gestirà Montezemolo in persona) e attraverso delle nuove joint venture con la concessionaria di pubblicità della Rai. Tradotto in cifre, vuol dire che Al Jazeera sta prendendo il controllo del sistema ufficiale governativo delle notizie italiane, passando per il business.
Senza che all’Italia sia stato detto nulla.
Anzi: peggio. AVENDEGLIELO DETTO.
Tutto ciò è stato gestito personalmente dal presidente del colosso finanziario J.P.Morgan, venuto a Cernobbio apposta per incontrarsi privatamente –e ufficialmente davanti a tutte le telecamere italiane- con l’emiro, Monti, Passera, la Tarantola, Montezemolo. 30 ore dopo quest’incontro J.P.Morgan ha gestito la vendita di 1,7 miliardi di euro di quote dello Snam-Eni all’emiro del Qatar che quindi si appropria della gestione e produzione dei campi petroliferi in quota Eni in Qatar. Tradotto vuol dire: il Qatar da l’altro ieri si venderà il petrolio a se stesso. Il contribuente italiano pagherà soltanto le accise.
Questa connessione mi consente di comprendere un mistero che risolve il mio quesito:
“Come mai l’Italia –insieme al Regno di Spagna- è l’unica nazione in tutta l’Europa occidentale che non ha dato la notizia delle proteste islamiche contro il famigerato filmaccio nel modo in cui è stata data nel resto del continente?
Adesso lo so.
Ecco come la notizia era stata data altrove:
“In questi giorni stiamo assistendo….ecc…..ecc….tutto ciò è nato su una precisa scelta della emittente Al Jazeera su indicazione dell’emiro del Qatar. L’emittente qatariota, infatti, ha deciso di diffondere sulla propria rete, dopo averlo tradotto in venti diverse lingue arabe, un film di serie inferiore che in Usa non aveva trovato nessuna collocazione sul mercato, ed era stato venduto per una manciata di dollari a un modesto canale satellitare del sud della California che lo trasmetteva on demand”. Quando Al Jazeera ha diffuso il film, fino a quel momento il film era stato richiesto da meno di mille utenti. Nessuno lo aveva visto. Nessuno lo voleva vedere. Nessuno lo voleva né comprare né vendere. Semplicemente “non esisteva sul mercato”. L’ha posizionato Al Jazeera.
La domanda che oggi pongo ai miei lettori è la seguente: voi ritenete che da una nazione come questa noi abbiamo davvero da imparare?
Seconda domanda: voi ritenete che sia normale che l’Ansa finisca per diventare socia di Al jazeera?
Terza domanda: voi non pensate che i cittadini avrebbero diritto di sapere su quali basi il premier Mario Monti ha dichiarato di “aver deciso di andare in visita ufficiale nell’emirato del Qatar, nazione amica, e punto di riferimento costante sia del governo che dell’imprenditoria avanzata italiana” e non dovrebbe spiegarci per fare quali “affari di interesse nazionale?”
E’ stata piena di notizie e di informazioni, la rete, in questi giorni.
Quasi nessuna –tra le notizie più importanti- è stata presentata e offerta alla addormentata nazione italiana attraverso le sue “giuste connessioni”.
Altro esempio:
L’11 settembre 2012, il Ministro delle Finanze giapponese Tadohiro Matsushita, da vent’anni politico di primaria importanza nella gestione keynesiana della nazione, dopo essere stato ricevuto dal suo primo ministro Onda che aveva appena parlato con il responsabile del Fondo Monetario Internazionale a Tokyo, è tornato a casa e si è impiccato. La notizia ufficiale è stata che un quotidiano nipponico stava per rilevare che da 22 anni il ministro aveva una relazione extra coniugale. 24 ore dopo, in Cina, iniziano le contestazioni violente anti-nipponiche . L’imperatore, preoccupato, affida a Shinichi Nishimiya, giovane economista, la carica di nuovo ambasciatore in Cina. Appena nominato arriva a Pechino. 24 ore dopo muore avvelenato. Si sostiene che era allergico al cibo cinese ma non lo sapeva.
Tutto ciò è stato pubblicato in Italia, nel senso che la notizia è uscita dovunque.
Ma va connessa.
Uno degli eventi più censurati in tutta l’Europa della zona euro: parlare del Giappone.
Non si parla di questo paese.

Perché il Giappone è pericoloso. Come sono pericolosi l’Argentina e il Brasile.
Il Giappone è l’unica nazione capitalista al mondo che da diversi decenni ha trovato la sua personale quadratura del cerchio: keynesiana in economia, tradizionalista in politica; progressista nel sociale, conservatrice nel privato. Sono riusciti a sintetizzare l’imperatore e il welfare. Il suo pil è di 3.800 miliardi di euro all’anno, superiore del 125% a quello italiano. Il suo debito pubblico è di circa 4.700 miliardi di euro, pari al 137%. L’inflazione è al 2%, la disoccupazione è all’1,5%. I dati economici ci dicono che quest’anno il Giappone cresce del +3,5% e che per il 2013 è accreditato di un +4,8%. In Italia tutti i partiti politici sostengono che “il vero problema consiste nell’immenso debito pubblico e bisogna tagliare perché se lo stato investe arriva l’inflazione”. Come mai il Giappone, invece, sta applicando la MMT- adattandola alla sua realtà- e ogni anno aumenta la spesa pubblica e ogni anno invece di “finire nel baratro” migliora la propria situazione, non ha la nostra inflazione, non ha i nostri conflitti sociali, non ha la nostra povertà? Il suicida ministro aveva dichiarato venti giorni fa “tanto più lo stato investe su se stesso attraverso grandi infrastrutture per la collettività, soprattutto nel campo della ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica e nell’istruzione pubblica di massa, tanto più si abbatte la disoccupazione, si allarga il consumo interno e si crea ricchezza collettiva. Siamo pronti a lanciare un nuovo piano di investimenti per il 2013 nell’ordine di 2.000 miliardi di dollari per la riconversione totale dall’energia nucleare all’eolico, fotovoltaico ed energie ecologicamente sostenibili. Nel 2015 avremo un disavanzo di quasi 7.000 miliardi di dollari, pari al 145% rispetto al pil: ma saremo una nazione evoluta, dove a tutti i cittadini verrà garantita, oltre alla sicurezza del lavoro per tutta la vita, anche la salute e la salvaguardia del proprio futuro”. Il responsabile del Fondo Monetario Internazionale, ascoltando queste parole, ha protestato formalmente sostenendo che si trattava di una follia.
Quel ministro dieci giorni dopo si è impiccato. Il suo discepolo è morto avvelenato.
Mentre Al Jazeera dal Qatar diffondeva il video.
Sono io che sono un demente, oppure tutto ciò merita delle riflessioni?
Quantomeno l’apertura di un dibattito costruttivo al di là del gossip quotidiano, che cosa ne dite?
Quanta gente c’è in Italia che non sa che il Giappone seguita a progredire applicando la MMT?
Come mai Mario Monti in Giappone, che è la terza potenza economica planetaria, non ci va?
 
un caro a saluto a tutti gli amici del 3d!!

:cool:

vi leggo ogni tanto.... ho totalmente cambiato la mia modalità di trading, non scrivo piu' come prima per motivi personali...

auguro buon trading a tutti voi !

ciao
Rindo
 
giorno kid,
intendi chiudere i lunghi sul 38% fibo?
perchè?
Ciao Mat, sul 23( o leggermente sotto) non sul 38. Questo per un motivo: sono nettamente sovrapesato(per le mie tasche ovviamente) sul lev e 800-850 punti mi assicurano un lauto guadagno. dovesse arrivare al 38 di fibo sarei pressochè in pareggio. A quel punto potrei ripartire lungo
 
giorno,
oggi avrei preferito toccare 16153... e rientrare col 120% short...

:titanic:

...32-34 di minisep inizio a togliere le coperte ...forse :D ...perchè potrebbero anche accelerare ed iniziare una 3 di ordine superiore (per ora hp correttiva con ultima gamba a scendere) ...sono in ritardo ...sembra anche troppo ...non buono per i long
 
...al momento non mi sembra ci sia alcuna materia prima che possa contrastare la correttiva del bond ...possibile cmq un ulteriore max giornaliero sul mini ...non è chiaro se manca una piccola onda a salire ancora per ritoccare il max di stamani ...li cmq sono in denaro su xbr per aumentare ulteriormente le coperte
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto