Azioni Italia Il trading secondo noi

ROMA, 13 novembre (Reuters) – Il debito pubblico italiano è salito a settembre di quasi 20 miliardi arrivando al nuovo record storico di 1.995,1 miliardi ormai a ridosso della soglia di 2.000 miliardi di euro.
Lo si legge nel Supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia.
“L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (11,6 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d’Italia e in impieghi della liquidità, (8,6 miliardi)”, spiega Bankitalia.
Nei primi nove mesi dell’anno l’incremento del debito è stato pari a 88,4 miliardi e riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche per 61,9 miliardi, l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro per 21,7 miliardi e l’emissione di titoli sotto la pari per 5,2 miliardi.
Nei primi nove mesi del 2012 il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche è stato superiore di 0,9 miliardi a quello registrato nello stesso periodo del 2011 (61,0 miliardi).
Escludendo le erogazioni in favore della Grecia (5,0 miliardi nel 2011), la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility (EFSF – 2,2 miliardi nel 2011 e 17,1 nel 2012) e le misure relative alla Tesoreria unica (che hanno comportato nel 2012 il riversamento nella Tesoreria centrale di 9,0 miliardi da parte degli enti decentrati), il fabbisogno del 2012 sarebbe in linea con quello del 2011“, osserva Bankitalia
Traduzione: escludendo i soldi che stiamo tirando fuori per mantenere in vita l’Euro lo stipendio dei banchieri, l’inferno di tasse, repressione fiscale e disoccupazione a cui ci ha sottoposto il governo Monti non è servito ad un Caxxo.
Domanda: sicuri che se fosse rimasto Berlusconi sarebbe stato peggio? Sicuri sicuri? Si. Ah beh, allora pigliatevi Monti anche al prossimo giro.
Intanto (ri) date un’occhiata al magnifico lavoro fatto:
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mese di agosto il tasso di disoccupazione greco è salito al 25.4%.

La disoccupazione giovanile è salita al 58%. Secondo le previsioni ufficiali, l'economia si contrarrà di un ulteriore 4.5% l'anno prossimo, sicché è logico presumere che molte più persone stiano per perdere il lavoro. E le cose non miglioreranno certo in modo significativo negli anni a venire.

Questo è ciò che accade quando sei inchiodato nella valuta sbagliata e blocchi ogni possibilità di uscita o quando sei in "un edificio in fiamme senza uscite", per usare le parole di William Hague (Un Parlamentare Tory NdT).

Anche se i Greci aderiscono a tutte le richieste, l’anno prossimo il debito pubblico raggiungerà il 179% del PIL. Forse ci sarà una sorta di formula per ridurre i costi del servizio del debito con la limatura di 50 punti base di interesse sugli aiuti, e convincendo la BCE a rinunciare agli "utili" sui suoi 40mld di EUR stimati di Bond Greci.

Tuttavia è difficile capire come i tagli a stipendi e pensioni ecc.., inseriti in un testo di legge al Parlamento Greco la scorsa notte con enorme difficoltà potranno fare di più che guadagnare qualche mese di tempo. Le proteste di Mercoledì sono arrivate al limite della guerriglia urbana. Non ci vorrà molto per oltrepassare quella linea.
Anche se gli artifici dell'EMU riescono a mantenere la Grecia dentro al sistema, è ancora questo un obiettivo lontanamente desiderabile? Non sta invece diventando questa una politica viziosa e immorale?

Io sono d'accordo con Hans Werner Sinn, dell'IFO (un Centro Studi Economici Tedesco NdT), che sostenere l'adesione all'Euro è ormai diventato un atto di crudeltà. Non viene fatto nell'interesse dei Greci.
E' fatto per il “Progetto” dai cerberi del Progetto.

Solo liberandosi dall'EUR la Grecia può ripristinare un minimo di vitalità economica e di dignità Nazionale.

Quel che sappiamo dagli studi sul lavoro è che l'età appena oltre i 20 anni è cruciale per la formazione di carriere durature e per permettere poi di guadagnare dieci-quindici anni dopo. Un crimine economico che non si può commettere è quello di lasciare il 58% dei giovani consumare i loro giorni di frustrazione nei caffè, sempre che possano permettersi un caffè.

Il Premier Antonis Samaras ha lanciato degli avvertimenti isterici prima del voto su ciò che sarebbe accaduto se il Parlamento avesse rifiutato di obbedire alla Troika UE-FMI, parlando di catastrofe e di collasso della società Greca. Ha poca credibilità. Il suo partito è stato il principale responsabile della grottesca gestione della Grecia nei primi anni dell'UEM. Non vi è alcuna ragione evidente per la quale la Grecia dovrebbe precipitare in una spirale se dovesse uscire dall'UEM, né che la Dracma precipiterebbero a livelli da Terzo Mondo.

Questo potrebbe accadere solo se l'UE avesse deciso di realizzare questo obiettivo. Ma perché l'Unione Europea dovrebbe comportarsi in questo modo? Avrebbe tutte le ragioni per cercare di salvare il salvabile di questo fiasco e dimostrare che la solidarietà dell'UE è ancora qualcosa che ha un valore. Tecnicamente la BCE potrebbe venire incaricata di difendere un cambio Euro – Dracma, diciamo una svalutazione del 30%, fintanto che le acque si siano calmate. La BCE e la Commissione Europea potrebbero poi intervenire con investimenti e con sostegno al commercio estero per attutire il colpo.

Una transizione ordinata non va per nulla contro il buon senso. Servirebbe anzi a ripristinare la competitività di base dell'economia greca in un colpo solo.
Ma sappiamo tutti qual è il motivo per cui questo non è stato fatto.

Gli ideologi del funzionamento dell'unione monetaria non potrebbero contemplare un qualsiasi passo indietro nel loro “Progetto” così come non avrebbero mai ammesso nella relazione economica della Commissione di ieri di aver gravemente sottovalutato gli effetti della stretta fiscale (il moltiplicatore fiscale) e di aver quindi sballato tutta la loro strategia di austerity.
Non abbiamo a che fare con persone razionali. Si tratta di un ordine religioso, e questi monaci stanno diventando un pericolo crescente per le società europee e per le democrazie.

I Consiglieri di Margaret Thatcher furono etichettati come Sado - monetaristi nei primi anni '80, ma non hanno mai inflitto qualcosa di nemmeno lontanamente paragonabile a questo livello di sofferenza.
Lo strano silenzio della Sinistra su questo è sconcertante. Prima o poi i miei amici Fabianisti (da Fabian Society NdT) dovranno fare chiarezza, se sono per i lavoratori o per la "la sala d'aspetto dei banchieri " - come i vecchi Socialisti come Peter Shore dicevano per descrivere l'unione monetaria.

Il Piano Draghi ha allontanato una minaccia finanziaria immediata, ma questo rende le cose peggiori. Lo stillicidio di brutti dati economici continua ogni giorno. La crisi strutturale in profondità sta addirittura peggiorando.
La domanda di credito si è schiantata del 50% in Italia e in Francia.
La disoccupazione in Spagna è del 25.8% e può raggiungere il 30% l'anno prossimo.
Eppure non vi è più alcun catalizzatore immediato o un qualche arbitro esterno nei mercati che possa far finire questo abuso nei confronti delle persone.

A meno che il Bundenstag non venga in soccorso rifiutando a un certo punto di pagare solo per continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto, dovremo aspettare fino a che le svalutazioni interne dei PIIGS spingeranno i tassi di disoccupazione a livelli talmente atroci che il sistema politico salterà.

E' il peggiore di tutti i mondi possibili.

Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: Telegraph Blogs
Link: Who will stop the Sado-Monetarists as jobless youth hits 58pc in Greece? – Telegraph Blogs
08.11.2012
 
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DEL BARATRO: Il fallimento annunciato del sistema denaro – con Alain de Benoist
Posted by Milena Battaglia on nov 13, 2012 in Calendario Eventi, Lombardia, Regioni | 0 comments

http://www.losai.eu/sullorlo-del-ba...ato-del-sistema-denaro-con-alain-de-benoist/#http://www.losai.eu/sullorlo-del-ba...ato-del-sistema-denaro-con-alain-de-benoist/#
[URL="http://www.losai.eu/sullorlo-del-baratro-il-fallimento-annunciato-del-sistema-denaro-con-alain-de-benoist/#"]4[/URL]


Le Associazioni:
Alle Radici Della Comunità, Amici delle Mura di Bergamo, Movimento Culturale Yurta, Vecchia Bergamo,
nell’ambito delle manifestazioni per la vera informazione,
vi invitano alla presentazione del libro dello scrittore Alain de Benoist“SULL’ORLO DEL BARATRO – Il fallimento annunciato del sistema denaro”
Venerdì, 16 Novembre 2012 – ore 21Presso la Sala F. Galmozzi – Via Tasso n.4 – Bergamo (Biblioteca Caversazzi)
Alla presentazione interverrà l’autore del libro, Alain de Benoist, filosofo francese che ha costruito un originale percorso di critica alla globalizzazione e alla politica “imperialistica” degli Stati Uniti d’America.


L’incontro sarà presentato da Massimiliano Bonavoglia.


La diretta streaming sarà gestita dal gruppo
CAPOSALDO – Associaizioni Unite
Canale Streaming:
 
Procura di Trani: faccia chiarezza sul golpe
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13 novembre 2012 |
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Autore Domenico Proietti | Stampa articolo
SOSTENIAMO LA MAGISTRATURA DI TRANI CHE HA RINVIATO A GIUDIZIO LE AGENZIE DI RATING… la questione è IMPORTANTISSIMA: non fatevi infinocchiare dal fatto che nessuno ne parla, questi giudici stanno difendendo la democrazia, se dimostrerà che ci hanno penalizzato deliberatamente la questione potrebbe avere sviluppi importantissimi, e potrebbe ricollegarsi al GOLPE denunciato da molti italiani, come la celebre denuncia dell’Avv. Paola Musu di Cagliari!

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La notizia è importantissima!!! Leggete e divulgate questo articolo per favore, è una questione molto calda, c’è ben poca informazione in merito e anche, purtroppo, ben poca conoscenza circa l’importanza che hanno le agenzie di rating: capaci di mandare in bancarotta una nazione in pochi giorni, artefici di quella situazione di crisi, accentuata ad arte dai mass media (lo spread a quota 500 nel Novembre 2011 era una vera e propria emergenza: le dimissioni di Berlusconi e la nomina di Monti avrebbero dovuto “placare” la crescita dello spread, cosa che non si è realizzata: in questo anno di governo Monti lo spread è tornato pi volte vicino alla soglia dei 500 senza che nessuno parlasse di “emergenza”… ma questo è un altro discorso)
Leggi il resto di questo articolo »
 
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Autore Redazione | Stampa articolo
FRANK O’COLLINS: Il Diritto Romano Occidentale – Parte 1


La maniera in cui intendiamo presentare la questione oggi, voi potreste o meno avermi ascoltato parlare regolarmente ogni settimana nel corso di un programma, ‘TalkShoe’, collegato con l’Università di Ucadia. E uno degli elementi che mi è stato spesso ricordato quando mi sono impegnato a presentare queste informazioni è che a) circolano già troppe informazioni, e b) perchè non partire dalle nozioni di base per riuscire a comprendere come i diversi elementi siano legati tra loro. E con questo intendo dire, riuscire a creare un quadro coerentemente strutturato. E’ bene parlare dell’Esecutore Generale, è bene parlare di documenti, è bene parlare di condotta in tribunale o di risposte o di tutti i possibili rimedi, ma credo che una delle questioni che spesso non si affrontano sia quella di cui parleremo adesso. Un quadro coerente tramite il quale sia possibile, in qualche maniera, sperabilmente, stabilire un ordine in riferimento ad alcune delle questioni che avete ascoltato da me ed altre di cui già siete a conoscenza. Leggi il resto di questo articolo »
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12 chiesa potere e nuovo ordine mondiale


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ELLEN BROWN
Global Research











Nell’edizione 2012 di [ame="http://www.amazon.com/Occupy-Money-Creating-Economy-Everybody/dp/0865717311/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1351734217&sr=1-1&keywords=occupy+money"]Occupy Money[/ame] della scorsa settimana, il Professor Margrit Kennedy scrive che dal 35% al ​​40% di quello che spendiamo serve a pagare interessi. Questi interessi vanno a banchieri, finanzieri, e obbligazionisti, che taglieggiano quindi il PIL – USA dal 35% al ​​40% del suo valore.
Questo aiuta a spiegare come la ricchezza viene sistematicamente trasferita da Main Street a Wall Street. I ricchi diventano progressivamente più ricchi a spese dei poveri, non solo per " l’avidità di Wall Street ", ma a causa delle regole matematiche e inesorabili del nostro sistema bancario privato.
Questo tributo nascosto a favore delle banche sarà una sorpresa per molte persone, che pensano che se pagano i conti della carta di credito entro la scadenza non hanno chiesto un prestito e quindi non devono pagare interessi.
Questo, dice il Dott. Kennedy, non è vero. Commercianti, fornitori, grossisti e dettaglianti lungo tutta la catena della produzione si basano sul credito per pagare i conti. Devono pagare la manodopera e i materiali prima di avere un prodotto da vendere e prima che il compratore finale paghi il prezzo del prodotto, 90 giorni dopo. Ogni attore della catena aggiunge interesse per i suoi costi di produzione, che vengono trasferiti al consumatore finale. Il dottor Kennedy parla di oneri per interessi che vanno dal 12% per la raccolta dei rifiuti, al 38% per l’acqua potabile fino al 77% per un affitto di una casa popolare nella sua nativa Germania.
Queste cifre sono pubblicate in una ricerca dell’economista Helmut Creutz, che le ha estratte da documenti della Bundesbank e si riferiscono alle spese delle famiglie tedesche per i beni di tutti i giorni e per i servizi nel 2006, ma cifre simili si possono incontrare anche nelle analisi dei profitti del settore finanziario negli Stati Uniti, dove corrispondono a un enorme 40% dei profitti finanziari del 2006. Questa percentuale si può confrontare con il 7% che aveva registrato il settore bancario nel 1980. Attivi bancari, profitti finanziari, interessi, e debito sono tutte voci in crescita esponenziale.(Nota1)

La crescita esponenziale dei profitti del settore finanziario si è verificata a discapito dei settori non finanziari, i cui redditi sono cresciuti nella migliore delle ipotesi linearmente. (NOTA 2)
Grafico : Chi si gode gli interessi
Nel 2010, l’1% della popolazione possedeva il 42% della ricchezza finanziaria, mentre l’80% possedeva solo il 5% della ricchezza finanziaria ( NOTA 3). Il dottor Kennedy osserva che la parte povera del paese, l’80%, paga spese per interessi nascosti che vengono incassate dal 10% : gli interessi quindi sono una tassa fortemente antidemocratica che redistribuisce la poca ricchezza dei poveri ai più ricchi.

Grafico : L’evoluzione dell’iniquità
La crescita esponenziale è insostenibile. In natura, la crescita sostenibile progredisce in una curva logaritmica che cresce sempre più lentamente per poi livellarsi (la linea rossa nel primo grafico sopra). La crescita esponenziale fa il contrario: inizia lentamente e aumenta nel tempo, fino a quando la curva spara verticalmente (vedi tabella qui sotto). La crescita esponenziale normalmente rappresenta l’evoluzione dei parassiti o dei tumori. . . oppure degli interessi composti. Quando il parassita esaurisce la sua fonte di cibo, la curva di crescita crolla improvvisamente.
Si crede che pagando i conti entro la scadenza prevista, non si stiano pagando interessi composti, ma ancora una volta, questo non è vero. L’interesse composto è una componente della formula della maggior parte dei mutui, che costituiscono l’80% dei prestiti degli Stati Uniti. E se le carte di credito non vengono pagate entro 30 giorni, le spese per gli interessi si sommano giorno per giorno.
Anche se si paga entro la scadenza, si paga dal 2% al 3% per l’uso della carta ( NOTA 4), dal momento che i commercianti ricaricano i loro costi per l’uso della carta di credito sui consumatori.
La Crescita esponenziale

Anche le carte di debito, che sono l’equivalente degli assegni personali, prevedono spese. Visa- MasterCard e le banche che intervengono nelle operazioni di interscambio ricevono un canone medio di 44 centesimi per ogni transazione ( NOTA 5), anche se il costo è circa quattro centesimi.
Come Recuperare gli interessi: Possedere la Banca
Le implicazioni di tutto questo sono meravigliose. Se avessimo un sistema finanziario che restituisse gli interessi raccolti dal pubblico direttamente al pubblico, si potrebbero abbassare i prezzi di tutto ciò che compriamo del 35%. Questo significa che potremmo comprare tre per due, e che i nostri stipendi ci consentirebbero di raddoppiare il nostro potere di acquisto di oggi.
Un rimborso diretto alle persone sarebbe un sistema difficile da attuare, ma c’è un modo per poter recuperare collettivamente gli interessi pagati alle banche. Potremmo trasformare le banche in servizi di pubblica utilità e i loro profitti in beni pubblici. I profitti ritornerebbero al pubblico e potrebbero essere utilizzati sia per ridurre le imposte che per aumentare la disponibilità dei servizi pubblici e delle infrastrutture.
Prendendo prestiti da banche di proprietà pubblica, i governi potrebbero eliminare del tutto la spesa degli interessi. Questo è stato dimostrato con risultati stellari, anche in Canada ( NOTA 6), Australia ( NOTA 7), Argentina ( NOTA 8) e altri paesi.
Nel 2011, il governo federale degli Stati Uniti ha pagato 454 miliardi di dollari di interessi sul debito federale, quasi un terzo del totale di 1.100 miliardi di dollari incassati con le imposte sul reddito personali annuo. Se il governo avesse preso il prestito direttamente dalla Federal Reserve, che ha il potere di registrare il credito sui libri contabili e poi di trasferire i suoi profitti direttamente al governo, le imposte sul reddito avrebbero potuto essere ridotto di un terzo.(NOTA 9)
Prendendo prestiti dalla propria banca centrale, senza dover pagare interessi, si potrebbe consentire a un governo di eliminare del tutto il suo debito pubblico. Bernard Lietaer e Christian Asperger, in [ame="http://www.amazon.com/Money-Sustainability-Missing-black-white/dp/1908009772/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1351868182&sr=1-1&keywords=money+and+sustainability+the+missing+link"]Money and Sustainability: The Missing Link[/ame] citano l’esempio della Francia che permise al Ministero del Tesoro di prendere un prestito senza interessi dalla Banque de France nazionalizzata dal 1946 al 1973. [ame="http://img43.imageshack.us/i/frenchdebt.png/"]
frenchdebt.png
[/ame]
La legge poi è stata cambiata
per vietare questa pratica, e obbligare il Tesoro a chiedere prestiti solo al settore privato.
Gli autori mostrano in un grafico cosa sarebbe successo se il governo francese avesse continuato a prendere prestiti senza interessi, rispetto a quanto è accaduto: Anziché scendere dal 21% al 8,6% del PIL, il debito è salito dal 21% al 78% .
"Non è colpa di un ‘governo spendaccione’ , in questo caso," scrivono gli autori. "Gli interessi composti spiegano tutto!"
Ma non è una soluzione solo per la FED
Non solo la FED potrebbe eliminare i suoi oneri finanziari in questo modo, potrebbero farlo anche i governi statali e locali.
Consideriamo la California. Alla fine del 2010, aveva un debito azionario e obbligazionario di 158 miliardi. Di questi, 70 miliardi, o il 44%, è stato pagato per interessi. Se lo Stato avesse contratto il debito con la propria banca, che poi avrebbe rigirato i profitti allo stato della California, oggi potrebbe essere più ricco di 70 miliardi di dollari. Invece di dover tagliare servizi, vendere beni pubblici, e licenziare i dipendenti, potrebbe dare servizi in più e fare lavori pubblici per sistemare le infrastrutture in disfacimento.
L’unico stato americano che è proprietario di una banca depositaria oggi è North Dakota. North Dakota è anche l’unico stato ad essere scampato alla crisi bancaria del 2008, sfoggiando un consistente avanzo di bilancio ogni anno dopo il 2008. C’è il più basso tasso di disoccupazione, il più basso tasso di bancarotte, e il più basso tasso di insolvenza per debiti con la carta di credito.
A livello globale, il 40% delle banche sono di proprietà pubblica, ( NOTA 10) e sono concentrati nei paesi che sono sfuggiti alla crisi bancaria del 2008. Questi sono i paesi BRIC-Brasile, Russia, India e Cina, dove vive il 40% della popolazione mondiale. Le economie del BRIC sono cresciute del 92% negli ultimi dieci anni, mentre le economie occidentali hanno galleggiato.
Le città e regioni potrebbero possedere proprie banche, ma negli Stati Uniti, questo modello non si è ancora sviluppato. In North Dakota, nel frattempo, la Banca del Nord Dakota sottoscrive emissioni obbligazionarie per governi municipali, salvandoli dai capricci dei "vigilantes obbligazionari" e degli speculatori, nonché dalle spese fisse che deve pagare chi investe in borsa o dalle spese assicurative che si chiedono per ridurre il rischio di rimetterci tutto il capitale.
Una delle molte città schiacciate da questo regime "assicurativo" di Wall Street è Philadelphia, che ha perso 500 milioni di dollari in derivati. (Come derivati e scandalo LIBOR abbiano legami è già noto). La settimana scorsa, al Philadelphia City Council c’è stata una seduta per decidere cosa fare per questi mancati ricavi. In un articolo del 30 ottobre dal titolo "Can Public Banks End Wall Street Hegemony?"( NOTA 11), Willie Osterweil ha discusso su una soluzione presentata da Mike Krauss, direttore dell’Istituto bancario pubblico.
La soluzione Krauss dice di fare come ha fatto l’Islanda: gambe in spalla e andiamo.
Ha proposto "un default strategico finché la banca negozi condizioni migliori". Osterweil lo ha definito "radicale", dato che la città vedrebbe ridotto il suo rating e potrebbe avere problemi a chiedere nuovi prestiti. Ma Krauss ha presentato una soluzione anche a questo problema: la città potrebbe creare una propria banca e utilizzarla per generare credito per le entrate pubbliche cittadine, proprio come fanno oggi le banche di Wall Street che generano credito da queste stesse entrate.
Una soluzione radicale ma sarebbe ora !
Banche pubbliche : possono essere una soluzione radicale, ma è anche una soluzione ovvia. Questa non è scienza missilistica. Con lo sviluppo di un sistema pubblico bancario, i governi possono trattenere per sé gli interessi e reinvestirli sul territorio. Secondo Kennedy e Creutz, questo sarebbe un risparmio pubblico dal 35% al ​​40%. I costi potrebbero scendere in modo lineare, le imposte tagliate o i servizi aumentati, e potremo finalmente raggiungere una stabilità nei mercati per far vivere governi, mutuatari e consumatori.
Banche e credito potranno diventare servizi pubblici, alimentando l’economia, piuttosto che affamandola.

Ellen Brown
avvocato e presidente del Public Banking Institute. In” Web of Debt”, il suo ultimo di undici libri, mostra come sia riuscito un cartello privato a usurpare il potere creando denaro dal popolo stesso, e come la gente può tornare indietro. http://WebofDebt.com http://EllenBrown.com http://PublicBankingInstitute.org
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link: http://www.globalresearch.ca/its-the-interest-stupid-why-bankers-rule-the-world/5311030
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TONY CARTALUCCI
Land Destroyer

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Crescono i sospetti mentre aumenta, insieme alle manifestazioni pubbliche, la critica occidentale alla nazionalizzazione dell’Argentina e al suo rifiuto delle “regole di finanza globale”
Le agenzie di stampa occidentali hanno iniziato a pubblicizzare, con notevole entusiasmo, le manifestazioni di piazza nella capitale argentina, Buenos Aires. CNN (1), AP (2) e la BBC hanno tutte dato copertura alle proteste in corso usando termini vaghi, senza identificare i leader ed i gruppi d’opposizione dietro di esse, mentre la BBC in particolare (3) ha riciclato la retorica della “primavera Araba”, affermando che “gli attivisti dell’opposizione stanno usando i social network per mobilitare la protesta”, definendola “una delle più importanti proteste anti-governative dell’ultimo decennio”.
I canali d’informazione occidentali dicono che chi protesta è infuriato per “l’inflazione in aumento, gli alti livelli di criminalità e i clamorosi casi di corruzione”, gli stessi identici e generici argomenti utilizzati nelle manifestazioni di piazza dai gruppi di opposizione sostenuti da Wall Street in Venezuela (4). Dietro queste astratte rivendicazioni c’è il Fondo Monetario Internazionale, e minacce di sanzioni contro un’Argentina (5) che tenta di distaccarsi sempre più dal dollaro statunitense e dal sistema finanziario internazionale dominato dal binomio Wall Street-Londra.
E come per il Venezuela, si è scatenata nei canali d’informazione occidentali una campagna mediatica di opinionisti contro il governo argentino del Presidente Cristina Fernandez de Kirchner. Il Chicago Tribune, in un articolo d’opinione dal titolo: "Momento critico per Buenos Aires: le politiche economiche populiste preparano il disastro” scrive così (6):
Che peccato vedere un paese con così tante promesse economiche perdere nuovamente la strada che porta alla prosperità.
L’ultimo di una lunga serie di errori iniziata nel 2007. In quell’anno le elezioni nazionali furono vinte dal Presidente populista Cristina Fernandez, che ha portato il suo paese sull’orlo del disastro rifiutando di rispettare le regole della finanza globale. Ha ridotto gli scambi internazionali, violato accordi e pubblicato dati falsi per mascherare l’inflazione galoppante causata dalle sue stesse politiche. Nel frattempo ha conseguito scarsi risultati politici attaccando i paesi ricchi del nord accusandoli di presunto imperialismo economico.
In Maggio l’Argentina ha commesso l’errore di nazionalizzare l’YPF, la sua più importante compagnia energetica. Tale passaggio, condannato da tutto il mondo, ha costretto il Grupo Repsol spagnolo, azionista di maggioranza nell’YPF a uscire dalla società. Repsol forniva l’ingegneria e gli investimenti finanziari necessari per sviluppare le grandi risorse energetiche dell’Argentina – compreso il gigantesco giacimento di gas e petrolio Vaca Muerta.
Le trattative in corso per compensare la Repsol per l’espropriazione delle quote, saranno un disastro per l’Argentina. L’Unione Europea probabilmente imporrà delle sanzioni. Repsol chiede 10 miliardi di dollari e ha fatto arrivare alle società concorrenti il messaggio che non permetterà a nessuno di approfittare dei beni confiscati. Sarà dura per l’Argentina trovare dei partner per aiutarla a sviluppare quelle che dovrebbero essere delle risorse redditizie.
Il colpo finanziario alla Repsol ha trovato un forte consenso nazionale. Gli indici di gradimento del Presidente Fernandez si sono temporaneamente impennati. Anche i partiti dell’opposizione hanno approvato il provvedimento. Funzionari governativi hanno parlato di una ritrovata dignità nazionale del paese rispetto ai paesi esteri nello sfruttamento delle proprie risorse. Nel frattempo, il Presidente Fernandez ha tentato di sostenere l’economia nazionale privatizzando i fondi pensione privati, riconvogliando il denaro in prestiti edilizi ed ampliando con appositi decreti i programmi della sanità pubblica.
E ora all’Argentina tocca pagare il conto.

Quello che probabilmente seguirà saranno attacchi coordinati di sanzioni, isolamento, attacchi politici, attacchi monetari e, ovviamente, disordini pubblici fomentati dagli Stati Uniti, dalle semplici manifestazioni che bloccano il traffico ad azioni sempre più violente scatenate dall’ormai notorio “uomo armato misterioso” (7), utilizzato nelle guerre non convenzionali statunitensi per destabilizzare, dividere e distruggere le nazioni.
L’attuale ordine mondiale conviene agli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati, che l’hanno costruito.
Robert Kagan, 1997
Ma come per il Venezuela, se si riuscisse a far crescere la consapevolezza di ciò che fanno i paesi occidentali e di quali sono le reali intenzioni ed interessi dietro i gruppi d’opposizione che manifestano nelle strade, si potranno alla fine neutralizzare tutte queste azioni volte a riportare l’Argentina nell’ “ordine mondiale” dominato dall’occidente – elaborato da strateghi politici come Robert Kagan, appunto per “convenire agli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati, che l’hanno costruito”.
Tony Cartalucci
Fonte: Land Destroyer
NOTE ci riprovano contro la mia preferita. resisti cristine resisti porka trota
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Münchau: con l'uscita dell'Italia dall'Euro, inizierebbe la nostra crisi



Wolfgang Münchau su Der Spiegel ci ricorda ancora una volta quanto la Germania avrebbe da perdere dalla fine dell'Euro. La Germania è davvero ricattabile e i paesi del sud Europa ne sono consapevoli?
Dopo le banche spagnole, anche l'Italia dovrà chiedere la protezione del fondo salva stati? Gli aiuti disponibili non saranno abbastanza - l'Eurozona rischia il crollo. Ma come avverrà il crollo?


Abbiamo avuto diversi avvertimenti, come recentemente quello di Christine Lagarde o di George Soros: l'Euro rischia di disintegrarsi entro tre mesi. Io condivido la previsione. Al centro del problema non c'è la Grecia, ma Spagna e Italia. Il punto è che i meccanismi attuali di salvataggio in caso di escalation della crisi non sarebbero sufficienti.


Dall'inizio: dopo una breve fase di euforia, i mercati hanno espresso una forte perplessità nei confronti del piano di salvataggio proposto per la Spagna. Con le 2 inizioni di liquidità di dicembre e febbraio, la BCE ha aiutato le banche spagnole ad acquistare titoli di stato spagnoli. Con il salvataggio approvato nel fine settimana, si è invece dato allo stato spagnolo del denaro per salvare le banche. Nei mercati finanziari, questa doppio salvataggio, viene paragaonato a 2 ubriachi in un bar che si appoggiano l'uno all'altro per restare in piedi.


I tassi a 10 anni sui titoli spagnoli sono al momento intorno al 6.8 % - e questo nel mezzo di una recessione e con una disoccupazione di quasi il 30%. E' solo una questione di tempo: la Spagna dovrà chiedere la protezione del fondo salva stati. Secondo le stime di JP Morgan la Spagna dal 2012 al 2014 dovrà finanziare 350 miliardi di Euro di debito pubblico. Con i 100 miliardi che saranno concessi alle banche, l'intero meccanismo di finanziamento del fondo di salvataggio sarebbe esaurito. Rimarrebbe forse spazio per Cipro, ma nulla per gli altri.


Il problema non è la grandezza del fondo ESM, ma la sua struttura. Gli stati che rimangono fuori dall'ombrello, garantiscono per tutti quelli che sono sotto la protezione del fondo. Se la Spagna chiede aiuto al fondo, succedono 2 cose allo stesso tempo. Le garanzie totali offerte crescono. E sono sempre meno i paesi a garantire per questi prestiti.


L'Italia non era preparata all'Euro.


La Spagna può ancora trovare un po' di spazio sotto la copertura del fondo, ma per l'Italia non c'è alcuna soluzione. Con i tassi di interesse oltre il 6%, un debito pubblico del 120% del PIL, ed una mancanza di crescita strutturale, l'Italia non potrà restare nell'Euro. L'Italia ha bisogno degli Eurobonds - probabilmente anche di un taglio del debito e di una strategia per il miglioramento della competitività.


La nomina di Mario Monti come capo di governo l'anno scorso era stata accolta con una certa euforia dai mercati, ma il bilancio è deludente. Ha puntato sulle riforme sbagliate, e gli è mancata una base di potere politico. I sondaggi sulla sua popolarità sono crollati, e all'interno della coalizione che lo sostiene gli manca spesso l'appoggio. Alcuni parlano addirittura della necessità di elezioni anticipate.


Ma il problema dell'Italia non è il suo primo ministro. Il paese non era preparato all'Euro. Con l'ingresso nella moneta unica ha perso progressivamente la sua competitività. Anche negli anni buoni l'economia cresce di appena l'1%. E ora il paese è in una profonda recessione e ha un governo debole con poco tempo disponibile.


L'Italia non è molto lontana dal punto in cui, senza l'aiuto esterno, non potrà rifinanziarsi sui mercati. Ma l'Italia è troppo grande per il fondo di salvataggio: secondo JP Morgan da qui al 2014 dovrà rifinanziare sui mercati 640 miliardi di Euro. Italia e Spagna insieme arrivano a 1 trilione di Euro. Si dovrebbe raddoppiare le disponibilità del fondo per poter coprire i fabbisogni di entrambi i paesi. E l'onere complessivo dovrebbe essere sostenuto da Germania e Francia insieme. Sarebbe un suicidio economico e politico.


La combinazione di unione bancaria, fiscale e politica potrebbe risolvere il problema. E non sarebbe merito del nobile principio dell'unione politica, ma del concreto alleggerimento del debito che in questa situazione avrebbe un effetto positivo. Risolvere la crisi con un comunicato stampa sarà tuttavia difficile. Se al vertice di fine mese ci si mette d'accordo su un piano di unione politica da realizzare in 10 anni, l'effetto non sfiorerà nemmeno i mercati, e l'Italia resterà nella solita trappola del debito.


Allora in Italia, a causa dei tassi di interesse troppo alti, la pressione politica per un'uscita dall'Euro potrebbe crescere. In una tale situazione, mi aspetto che l'Italia non onori il suo debito estero. A differenza della Spagna, l'Italia sarebbe in grado di fare un'operazione di questo tipo. Nonostante il livello elevato del vecchio debito, il paese ha infatti un deficit relativamente basso, che rende il paese abbastanza indipendente dal mondo esterno.


Un'uscita dell'Italia farebbe molto male alla zona Euro.


Con un'uscita dall'Euro e un taglio del debito, la crisi interna italiana sarebbe bruscamente interrotta. La nostra invece sarebbe appena iniziata. La grande maggioranza delle banche europee sarebbe a un passo dal collasso. I debiti tedeschi crescerebbero molto rapidamente, perchè si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e si dovrebbero coprire le centinaia di miliardi di Euro di perdite legate al sistema Target -2. E chi pensa che fra i paesi europei non ci sarebbero profonde divergenze, allora non riesce a capire quello che sta succedendo in una crisi così profonda.


Un'uscita italiana danneggerebbe probabilmente molto piu' noi che l'Italia stessa - e questo sicuramente indebolisce la posizione tedesca nel negoziato. Non riesco proprio ad immaginare chi in Germania, a parte alcuni funzionari pubblici o degli economisti in pensione, possa avere interesse al collasso della moneta unica.


Quando l'ex capo economista della BCE Otmar Issing sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung argomenta contro l'unione fiscale e l'unione bancaria, nasconde le conseguenze che ci sarebbero se si seguisse il suo ragionamento. Poiché è un uomo intelligente, suppongo che prenda in considerazione tacitamente il collasso della moneta unica. Si occupa solo dei principi. La domanda che dovremo porci è se questi principi valgono una nuova crisi economica mondiale. Vogliamo ripetere gli errori che le precedenti generazioni hanno fatto seguendo fermamente i loro principi?


Comunque vada, sono gli ultimi mesi di questa fase della crisi. Potrebbe arrivare l'unione politica con una condivisione dei debiti: allora il conflitto si sposterebbe alla politica interna. Oppure l'Euro si disintegra. E allora avremo una categoria di crisi completamente nuova.
 
HUNZA – La popolazione che vive in media 130-140 anni


A POPOLAZIONE DEGLI HUNZA NON SOLO E’ CENTENARIA
ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.
DIGIUNO E PRODOTTI VEGETALI
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
IL DIGIUNO NEL MONDO ANIMALE
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.
ACQUA ALCALINA
L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
CONCLUSIONI
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.
Di – Andrea Conti Dottore in Fisioterapia Università degli Studi di Roma
Fonte : Salute e libertà si conquistano ogni giornohttp://pianetablunews.wordpress.com
Redatto da Pjmanc: IlFattaccio
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Tratto da: GLI HUNZA – La popolazione che vive in media 130-140 anni | Informare per Resistere GLI HUNZA
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! mattttttttttttttttttttttttttt prepara le valigie' fangul a tutto yahoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
 
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