Impregilo (IPG) Impregilo... e News Finanziarie! (2 lettori)

Franco52

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Re: Ciao LINAAAAAAAAAAAA

tontolina ha scritto:
L'ultimo quote non esiste!
Si..hai ragione ..chi ha stravinto..non e' stata forza italia o An..ma la Lega ed IDV
Ma non li devi prendere ..sciolti questi partiti..ma assieme alle loro coalizioni.
Ecco perche' dico che hanno stravinto..la Lega e' con il Berlusca..mica con noi.
Poi..riguardo al fatto che il PD ha corso da solo..
Si..tatticamente e' stato un errore..ma chi ha determinato la fine del governo..se non i continui litigi con i verdi ed i Rifondaroli e comunisti Italiani.
Sinceramente..non si poteva piu' andare avanti cosi..
Guarda che Prodi ha cucito..ha sempre detto: ragazzi se andiamo avanti cosi consegnamo l'Italia in mano a berlusconi...e difatti ..gli Italiani alla fine si sono stancati..e non hanno votato..o hanno votato la Lega..
Peggio di cosi non poteva andare guarda..
Veltroni..cosa poteva fare ..se non fare quello che ha fatto?
Qui..e' tutta la Sinistra che deve fare un mea culpa..sia il PD ..che quella Radicale.
Ne siamo usciti male...molto male..
Non so' se avremo un'altra opportunita'!
 

Franco52

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13:04 - Cambi: rimbalzo tecnico dell'euro nonostante G8 e 'No' irlandese



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 giu - Euro in rialzo
rispetto a venerdi' scorso a dispetto dell'appello del G8 a
favore di un dollaro forte e del 'No' irlandese nel
referendum sul trattato di Lisbona. Dietro al recupero della
divisa unica le ricoperture e l'attesa di nuove strette del
credito della Bce. A meta' seduta l'euro e' stato quotato
1,5464 dollari (1,5340), 167,51 yen (165,73), 0,7874
sterline (0,7886) e 1,6144 franchi (1,6116). Dollaro stabile
sullo yen, a 108,31.
Man-

(RADIOCOR) 16-06-08 13:04:52 (0169) 5 NNNN
 

Franco52

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Quanto ci costa lo shock petrolifero

EUGENIO OCCORSIO

A Fiumicino la "sagra del pesce" l’hanno voluta fare lo stesso, ma nei pentoloni hanno dovuto cuocere le salsicce perché i pescatori sono in sciopero, un’agitazione costata finora 100 milioni di euro. Per le vie di Milano giovedì hanno sfilato gli allevatori, con tanto di mucche frisone al guinzaglio, per protestare contro il fatto che i mangimi sono rincarati del 21,3% in pochi mesi e loro non ce la fanno più a stare nei prezzi concordati con gli industriali (0,37 euro al litro di latte). Intanto la protesta dei camionisti dilaga in tutta Europa: Spagna e Francia sono al collasso, anche in Italia c’è la minaccia costante di blocchi. Il governo si muove, e ha garantito uno sconto fra il 3 e l’11% dei pedaggi autostradali, ma il settore resta in agitazione e definisce "interlocutorio" l’atteggiamento fin qui tenuto dall’esecutivo. Non è finita: le immatricolazioni di auto sono crollate del 20% nel primo trimestre, e l’Alitalia, dopo aver già perso il 25% dei passeggeri nello stesso periodo, per reggere ai mancati introiti della stagione estiva dovrà intaccare pesantemente il maxiprestito da 300 milioni appena ricevuto.
Le diaboliche conseguenze a catena dei rincari derivanti dall’impennata del petrolio si intensificano, e assumono aspetti da incubo. Il vero problema è che potremmo essere appena all’inizio: guardando per esempio al rapporto fra tariffe elettriche e petrolio (vedere grafico in pagina) emerge che in effetti la crescita è stata contenuta (+10,3% negli ultimi dodici mesi contro il +114 del petrolio). La tariffa è salita insomma più lentamente pur costituendo il combustibile il 69% dei costi di produzione, ma solo perché l'Autorità per l’energia è riuscita a ridurre le altre voci (trasporto, distribuzione e via dicendo) costringendo gli operatori a fare efficienza e tagliando sussidi, un meccanismo che però non potrà essere infinito. In ogni caso, su qualsiasi tipo di prezzi, i tentativi degli operatori di contenimento hanno necessariamente il respiro breve. «A meno di crolli alquanto improbabili delle quotazioni, anche ammettendo che il petrolio si fermi qui, le ricadute sui prezzi le avvertiremo ancora per 912 mesi», spiega Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria. Il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, è ancora più pessimista: «Ci vorranno due anni a smaltire gli effetti di uno shock di queste proporzioni». E aggiunge subito: «Voglia il cielo che questa batosta ci imponga, a tutti, un cambiamento di stili di vita, meno consumi, meno sprechi, uso più intelligente dell’energia». Veramente anche senza sprechi, in tantissimi casi rischiamo l’indigenza...«Certo: come in tutte le crisi il conto più salato lo pagano le classi meno abbienti. Ma qualcosa per loro si può fare: l’Autorità per l’energia, tanto per fare un esempio, da sette anni ha la facoltà di dettare ai Comuni l’obbligo di agevolare le tariffe del gas o della nettezza urbana per i più bisognosi. Perché non lo fa?»
Da un comparto economico all’altro, tutto il mondo dell’industria sta cercando di attrezzarsi per sopravvivere nel nuovo scenario. La Buzzi Unicem, secondo gruppo italiano del cemento, settore assai "energivoro", sta per esempio accelerando l’utilizzo delle biomasse nei suoi impianti. La base sono le best practice già adottate nei paesi nordici anche dagli stabilimenti dello stesso gruppo. In Germania, paese tradizionalmente sensibile all’ecosostenibilità, già il 40% del combustibile è stato sostituito, in Italia è partita la sperimentazione a Cuneo con il 30%. Proprio come in un termovalorizzatore, in questi casi, i rifiuti sostituiscono perfettamente il petrolio come fonte di energia. Un investimento che si ammortizza di solito in 45 anni ma che diventa ogni giorno più conveniente visti i costi del greggio.
Su tutt’altro fronte ma per identici motivi, la Coldiretti ha lanciato l’iniziativa "chilometri zero": «Vogliamo valorizzare le produzioni locali per ridurre l’effettotrasporti sui prezzi», afferma il presidente Sergio Marini. «Abbiamo calcolato che un pasto medio percorre l’incredibile numero di 1.900 chilometri in camion, aereo e nave». Codice rosso allora per le prugne cilene (che devono coprire con mezzi vari 12mila chilometri prima di approdare finalmente in tavola), i fagioli argentini (11mila), i meloni dei Caraibi (7.750 chilometri), le pere del Sudafrica (8.500). La Coldiretti stima in 250 milioni di euro all’anno il maggior costo per le imprese agricole dovuto al carogasolio. «Il tasso di aumento tendenziale del gasolio del 26,2%, è comunque superiore a quello della pasta del 20,4», puntualizza Marini. L’incidenza media diretta del fattoregasolio sul lavoro nei campi è di circa il 20%: la Confagricoltura, che alza a 300 milioni la stima dell’incidenza per il settore del caropetrolio in un anno, chiede che venga estesa a tutti i tipi di coltivazione l’agevolazione oggi esistente solo per chi ha delle serre, dove l’incidenza energetica supera il 25% per la necessità di riscaldamento per molti mesi. L’incidenza è forte, per esempio, anche nell’essiccazione dei cereali oltre che ovviamente nella conduzione dei trattori, settori dove l’abbattimento dell’accisa si è fermato al 22%.
Il settore alimentare è particolarmente flagellato dal caropetrolio: la Banca Centrale Europea prevede rincari addirittura del 44% nel 2008. Gli effetti sugli alimenti sono amplificati dai rialzi di tutte le commodity, dovuti a loro volta ad una serie complessa di motivi di cui però il petrolio è quello centrale, che si intrecciano con il greggio a causare i rialzi di oggi. Tecnicamente si chiamano "regressioni" appunto le concatenazioni fra prezzi del petrolio e delle derrate alimentari, e ad esse ha dedicato il rapporto "Più produttività meno povertà" il Centro studi Confindustria, che lo presenterà il 26 giugno. «Particolarmente complessa e spinosa è la questione del biofuel», ci anticipa Ciro Rapacciuolo, l’economista del CsC che ha redatto lo studio. «Abbiamo calcolato un rapporto pari a 0,72 fra frumento e greggio. Significa che ad ogni dollaro di rialzo del petrolio corrispondono 72 centesimi di rialzo del grano. E questo accade sistematicamente, inevitabilmente. Prima del boom del biodiesel, cioè fino al 2004, questo rapporto era di 0,11». Non salgono solo le commodity alimentari direttamente interessate al business del combustibile (grano e mais) ma anche tutte le altre perché le prime due coprono sempre maggiori spazi sottraendoli ad altre coltivazioni dove quindi si riduce l’offerta.
Per tutte, si è scatenata una speculazione finanziaria identica a quella sul petrolio, «tranne che per le cipolle, oggetto di una norma specifica voluta da Gerald Ford quando era funzionario dell’Agricoltura americana nel 1956, che vieta di costruire contratti future su di esse. Non a caso sono le uniche che non salgono», puntualizza Tabarelli di Nomisma. «Questo per dire che la componente finanziaria è prevalente nella fase attuale. Il costo industriale del greggio non supera i 1520 dollari al barile». A conferma, quest’anno per la prima volta i trader petroliferi noncommerciali autorizzati sul Chicago Board of Trade, cioè che dichiaratamente non sono interessati alla distribuzione fisica del greggio, sono di più di quelli commerciali, 91 contro 76. Fino al 2001, erano dodici. «Tutto questo genera incertezze e tensioni sul mercato di cui fanno le spese anche le industrie petrolifere stesse, che non riescono per esempio ad impostare programmi per aumentare la capacità di raffinazione. Eppure con le tecnologie esistenti si potrebbe migliorare non di poco la resa in benzine del greggio».
Ma probabilmente il segnale più clamoroso è la diminuzione del 9,1% dei consumi di benzina, e del 3,5% di gasolio, dato quest’ultimo inquietante ai fini della crescita perché implica una ridotta attività degli autotrasportatori. «E’ il momento giusto perché il governo abbassi l’accisa da 403 euro per mille litri fino a 330, come consente una direttiva comunitaria», attacca Paolo Uggè, presidente della Federazione degli autotrasportatori di Confcommercio, che calcola nel 3540% dei costi l’incidenza del fattoregasolio sul settore. «Ed è anche tempo che il governo metta mano al piano di aiuti per cui ci risulta che abbia accantonato 220 milioni di euro».
E dire che l’Europa beneficia, se non altro, del fattoreeuro, che vale però non più del 20% secondo calcoli della Confindustria, che ha predisposto una simulazione di cosa sarebbe se dal 2002 i rapporti di cambio fossero stati più regolari: il risultato è uno "sconto" di circa 25 dollari, tutto sommato neanche una somma astronomica. Ma quanto dureranno i rialzi? «Probabilmente siamo ad un punto di svolta», azzarda Manouchehr Takin, capo analista del Center for Global Energy Studies dello sceicco Yamani (con cui lavora insieme dai tempi dell’Opec). «Entro l’estate finirà lo stoccaggio dei quantitativi che servono alle industrie a fronteggiare la driving season in America e anche i picchi da aria condizionata. La domanda quindi conoscerà un allentamento di fronte al quale la speculazione abbasserà le armi». Se andrà così, il mondo potrà dire di essere stato «ad un passo da una nuova crisi energetica identica a quella del 1973<\->74», spiega Takin. Però, nell’attesa, l’allarme non è disinnescato.
 

Franco52

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Stagflazione e "bolle" speculative

MASSIMO GIANNINI

C’è nell’aria una paura di stagflazione da anni ’70, dice sul Financial Times Stephen Roach, uno dei più brillanti banchieri d’affari della Morgan Stanley. Provate a dargli torto. Le prospettive della congiuntura, nel medio periodo, restano nere. La bolletta petrolifera impone un conto salatissimo alle economie mondiali. Per avere un’idea, nell’ultimo mese i consumi di benzina negli Stati Uniti sono scesi del 9%. Un dato che ha un solo precedente: gli anni della Seconda Guerra Mondiale. È vero che la stagflazione moderna è diversa da quella del passato perché oggi l’inflazione, priva dei vecchi meccanismi di indicizzazione, non ruota attorno alla spirale perversa prezzisalari. Ma questo, paradossalmente, complica le cose. Ed è altrettanto vero che oggi Usa e Europa importano inflazione dall’Asia, dove i prezzi corrono a ritmi del 7,5%.
Parzialmente diverso è il quadro dei mercati, dove i problemi strutturali sono acuiti dai fenomeni speculativi. Nel breve periodo qualche «bolla» potrebbe esplodere. Dal grano al cacao, dall’olio alle commodities: gli aumenti esponenziali di queste ultime settimane non si spiegano solo con la «fame» di materie prime degli emergenti del «Bric». Prima dell’estate potrebbero in parte rientrare. E questo, come prevede George Soros, potrebbe generare un «rimbalzino» delle borse.
Ma sarebbe poca cosa. Nel frattempo, come la tortura della goccia cinese, lo spillover che trabocca da un barile di greggio a 130/140 dollari nei prossimi mesi tormenterà l’economia reale. L’intera struttura dei prezzi sconterà l’effetto di questo shock petrolifero strisciante. A partire da quelli alimentari, che la Bce già prevede in crescita del 44%. I consumi, di riflesso, si contrarranno in misura più che proporzionale. A partire da quelli sull’energia, sui carburanti, sui trasporti, sul turismo. It’s the stagflation, stupid: almeno questo, ormai, l’abbiamo capito. Quello che non abbiamo capito è cosa aspettano i banchieri centrali a concertare una politica monetaria all’altezza della sfida. La Bce, finora, ha avuto ragione a tenere stretti i cordoni della borsa sulla stabilità dei prezzi, mentre la Fed ha pagato la manica troppo larga di questi anni. Ma ormai è giudizio unanime che un rafforzamento del dollaro aiuterebbe a calmierare il prezzo del petrolio, e quindi attenuerebbe l’impatto recessivo dello shock. «È troppo chiedere una collaborazione tra Francoforte e Washington?», chiedeva tre giorni fa James B. Stewart sul Wall Street Journal. Buona domanda. Si attende risposta.
[email protected]
 

Franco52

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Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 giu - Nel provvedimento all'esame del Consiglio dei ministri di mercoledi' 'inseriremo qualcosa per aiutare la diminuzione del costo del carburante'. Lo ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, a margine dell'assemblea di Federchimica ammonendo comunque sul fatto che 'la nostra azione e' fatta in un contesto internazionale', nel quale ha ricordato il ministro 'l'aumento del costo del barile dipende da diversi fattori' come 'la richiesta crescente dei Paesi emergenti e aspetti di carattere speculativo'. Fla-gib-cv-
 

Franco52

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13:56 - Energia: Marcegaglia, non c'e' altra strada che tornare a nucleare



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 giu - "Non c'e'
altra strada che tornare al nucleare". Lo ha detto parlando
di risorse energetiche il presidente di Confindustria, Emma
Marcegaglia, nel suo intervento all'assemblea di
Federchimica, sottolineando che, come industriali, "dobbiamo
contribuire ad aprire un dibattito serio, pragmatico e non
ideologico".
Fla-gib-cv-

(RADIOCOR) 16-06-08 13:56:19 (0190)ene 5 NNNN
 

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14:30 - *** Lehman Brothers: 2,8 mld dollari la perdita del II trimestre



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 16 giu - Lehman
Brothers ha registrato una perdita netta di 2,8 miliardi di
dollari nel secondo trimestre, ovvero di 5,14 dollari per
azione. E'quando emerge dai dati definitivi dell'istituto
pubblicati oggi.
emi-y



(RADIOCOR) 16-06-08 14:30:58 (0207) 3 NNNN
 

Franco52

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14:33 - Petrolio: Csp, +3,5 mld la spesa per carburanti nei primi 5 mesi



Nonostante un calo dei consumi dell'1,3%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 giu - Nei primi 5
mesi del 2008, nonostante un calo dei consumi dell'1,3%, la
spesa per gli acquisti di benzina e gasolio e' salita di 3,5
miliardi. L'aumento, secondo una stima del Centro Studi
Promotor, e' dovuto per 3 miliardi alla crescita del prezzo
industriale e per 0,5 miliardi alla crescita del prelievo
fiscale. Dallo studio emerge che nei primi 5 mesi la spesa
del pubblico per l'acquisto di benzina e gasolio e' stata di
26,1 miliardi, di cui 12,7 per il prezzo industriale
(produzione e distribuzione) e 13,4 per il prelievo fiscale.

Com-Lor-

(RADIOCOR) 16-06-08 14:33:49 (0210) 5 NNNN
 

Franco52

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14:44 - Usa: -8,68 indice Empire Manufacturing giugno contro -2,2 atteso (RCO)



Quarto peggioramento negli ultimi 5 mesi

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 16 giu - L'indice
Empire State Manufacturing in giugno ha accentuato di molto
il trend negativo visto in maggio, segnando il quarto
peggioramento negli ultimi cinque mesi: a -8,68 punti dai
-3,68 del mese precedente e contro attese che indicavano un
lieve miglioramento a -2,2. Anche il sub-indice dei nuovi
ordini ha perso 6 pt (a -5,48), crollo di 11 per le
spedizioni (a -6,54) e di 6 per le commesse non evase (a
-10,47).
Man-

(RADIOCOR) 16-06-08 14:44:24 (0214) 3 NNNN
 

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