Titolo: MF ANALISI: previsioni taroccate per fare cio' che non si puo'
Ora: 18/10/2012 08:04
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Ci sono alcune bugie sui tassi di crescita dell'economia
che meritano la nostra attenzione. Sono quelle che da sempre
caratterizzano i documenti di finanza pubblica europea, specie da quando
sono stati introdotti limiti "costituzionali" all'incidenza di deficit e
debito pubblici sul prodotto interno lordo.
Ovviamente i governi europei hanno un incentivo in piu' nel sovrastimare
questa statistica cosi' importante: non solo per far bella figura sulla
loro capacita' di generare benessere, ma anche per evitare di mostrare
conti pubblici che non obbediscono alle regole fissate a Bruxelles. Quando
poi arriva una recessione grave, questi incentivi a "negare l'evidenza"
diventano ancora piu' ovvi. E non e' detto che siano cattive bugie, anzi.
� noto che per l'Italia, nel 2012, era prevista una crescita del pil
dell'1,2%, secondo i documenti ufficiali del 2011. Ora sappiamo che invece
il prodotto lordo si contrarra' di circa il 2,4%. Un errore di previsione
del 3,6% non e' nemmeno pensabile in cosi' breve tempo. C'e' della
politica dietro di esso. Cosi' come le stime attuali per il 2013, seppur
negative, sono probabilmente rosee. Basta guardare al riassunto fatto dal
centro studi di Confindustria dove si puo' vedere che Citigroup stima per
l'anno prossimo una contrazione ben piu' ampia, attorno al 2,2%, dello
0,2% previsto dal governo.
Che la Commissione europea non dica nulla al governo Monti su queste
previsioni di Pil poco verosimilmente rosee significa solo che c'e' un
accordo a livello europeo, e che in realta' tutti sanno benissimo che cosa
significherebbe correggerle al ribasso: meno entrate, piu' deficit e piu'
pressione politica (per esempio da parte della popolazione tedesca) per
maggiore rigore e dunquemaggiore austerita' e crescita negativa nei Paesi
in difficolta', aggravando la crisi. Gia', perche' e' noto a tutti che
l'austerita' e' recessiva, ma non si puo' dire perche' se lo dicessimo
dovremmo anche ammettere che il contrario dell'austerita' e' benefico per
l'economia. Quindi meno male che si mente: cosi' non siamo obbligati a
fare piu' austerita' a causa delle idiotiche regole di politica economica
che ci siamo dati.
E meno male che si mente anche per un altro motivo: ve lo immaginate
cosa succederebbe se Monti andasse oggi in televisione e dicesse alle
imprese italiane che la crescita 2013 non sara' negativa dello 0,2% ma,
per esempio, dell'1,5%? Quei pochi che vorrebbero ancora investire in
Italia non lo farebbero piu' ("con questa economia? perche' dovrei
scommettere sul futuro?"), lanciando una nuova, ennesima, spirale perversa
di dati pessimi, mancanza di fiducia, dati ancora peggiori e cosi' via.
Sorge pero' a questo punto un'innocente domanda: ma siamo sicuri che
mentire sia sempre la strategia giusta? Non e' che forse, non sentendosi
dire la verita', la societa' rischia di non cercare mai la giusta
soluzione? E non sarebbe meglio fare come fece Clinton, spiegare questi
numeri alla popolazione? E non ne guadagneremmo in termini di recupero di
quello che in Europa ormai non abbiamo piu', la credibilita' dei numeri e
dunque, in fondo, dei nostri governi?
Gustavo Piga
MF - Mercati Finanziari
(fine)
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1808:04 ott 2012