Sai, è una dichiarazione un po' provinciale, e non solo perché tra i partecipanti manca la firma autorevole (pur essendovi alcuni tra i migliori specialisti del ramo ... o del rame

). Ma anche perché non si vede una vera volontà di comprensione del nuovo (spesso arbitrario, per carità, ma talora giustamente problematico), quanto la difesa di vecchi e rispettabilissimi, certo, metodi e laboratori.
Dire che una litografia originale "deve" essere stampata con intenti estetici mi sembra un po' angusto. Le antiche meravigliose carte geografiche erano create all'acquaforte per uso pratico, le xilografie del 500 illustravano testi con l'ambizione di chiarirne i contenuti, né i manifesti litografati della Belle Epoque e seguenti (Lautrec, Mucha, Dudovich ...) avevano un esclusivo scopo estetico. Per non parlare delle litografie di Escher ...
Discettare sulle intenzioni è sempre pericoloso.
Lo stesso insistere sul concetto di stampa originale diversa rispetto a stampa di riproduzione, pur corretto, vuole però ignorare che negli anni molti grandi artisti si cimentarono nell'incidere stampe che riproducevano opere di altri grandi artisti (mi vengono in mente Veyrassat o Jacques Villon, per esempio). E che esistono da sempre infinite sfumature (collaborazioni, autointerpretazioni ecc) che il mercato, ove informato, già valuta con sufficiente competenza. Per esempio, come definire le litografie di Chagall, visto che non le "faceva" lui, ma solo seguiva e indirizzava il lavoro del suo personale interprete?
In conclusione, una dichiarazione puramente di principio, ma di fatto impotente, vuoi per il limitato ambito dei firmatari (molti sembrano quasi fare la suddetta dichiarazione "pro domo sua"), vuoi per il ristretto angolo di vista, tendente a normare l'esistente più che a creare un futuro, vuoi ancora per una certa mancanza di fantasia e chiarezza di idee - che non è proprio lo stesso che la chiusura sulle proprie.
Detto questo (e se lo dico io posso sperare che non mi si possa tacciare di aperturismo incosciente), massimo rispetto per chi vuole salvare la specificità di una tecnica, di un lavoro, di una tradizione. Solo, avrebbe dovuto partecipare alla stesura anche qualche esperto di linguaggio, qualche futurologo, insomma qualcuno di maggiormente estraneo alla ristretta cerchia dei più diretti interessati (artisti, stampatori e galleristi).
Ciao, e grazie di questo impegno quotidiano, che quasi si teme di disturbare aggiungendovi note od immagini.