Carabiniere vessato per 25 anni. La sua colpa? 
Denunciare l'illegalità
Martedì, 15 gennaio 2013 - 08:25:00
 	
  	di Fabio Frabetti
  	Per avere denunciato le illegalità di alcuni colleghi e superiori si  era ritrovato lui stesso sul banco degli imputati. Agostino De  Pasquale, appuntato dei Carabinieri, ha vissuto sulla sua pelle 25 anni  di mobbing, vessazioni e ritorsioni per aver tentato di fare in modo  onesto il suo lavoro. Ed anche quando, recentemente, sembrava aver  ottenuto una tardiva giustizia, il calvario è puntualmente ricominciato.
	
	
UN DUPLICATO DI TROPPO - Tutto inizia nel 1985 quando  De Pasquale, originario di Marsala, svolgeva servizio di vigilanza  presso la Banca d'Italia di Trapani «Durante i cambi di servizio –  racconta ad Affari – dovevano presenziare obbligatoriamente i nostri  sottoufficiali che avevano il compito di aprire ai militari che  entravano ed a quelli che smontavano dal servizio. Poi dovevano  riportare le chiavi al comando provinciale. 
Una mattina noi ci  ritroviamo con un duplicato di queste chiavi all'interno della Banca  d'Italia, probabilmente fatto fare da due marescialli e da un  brigadiere. In sostanza era un escamotage con cui i nostri superiori  evitavano di dover venire sorvegliare le nostre uscite e le nostre  entrate: 
noi militari dunque avevamo il possesso indiscriminato di  questo duplicato con il rischio che qualcuno potesse farne altre copie e  metterle nelle mani di qualche sconosciuto. 
Così ho avvertito il mio  capitano ma lui fece finta di nulla. 
Allora decisi di mettere le chiavi  al sicuro portandole al direttore della banca. Nei confronti di due  marescialli inizierà in seguito un processo penale che li porterà nel  1998 ad una condanna quando non erano più in servizio. Altri invece  furono graziati e continuarono a lavorare. Nei miei confronti invece  scatterà una soffocante serie di ritorsioni».
	
	
MORSA AFISSIANTE - L'appuntato inizia a subire una  serie di provvedimenti disciplinari per i motivi più disparati. Viene  più volte trasferito come quella volta che lo mandano a Palermo nel  nucleo di scorta ai magistrati, in un periodo in cui gli attacchi  mafiosi erano all'ordine del giorno. De Pasquale ha la scomoda etichetta  di carabiniere scomodo. Nel 1987 viene trasferito a Mazara del Vallo  dove si scontra di nuovo con il muro di gomma. Subisce altri  procedimenti disciplinari che in alcuni casi sfociano in azioni penali.  Viene ad esempio accusato di aver abusato di una signora durante  un'operazione di servizio. Da quella come da altre accuse verrà in  seguito sempre assolto per non aver commesso il fatto. Durante il  periodo a Mazara viene anche denunciato per calunnia nei confronti di  alcuni superiori. Agostino aveva infatti denunciato alcuni colleghi per  collusioni con la criminalità Sospetti che si riveleranno confermati  quando un brigadiere verrà sorpreso mentre commetteva estorsioni insieme  ad un noto personaggio della malavita. Nonostante questo, la morsa dei  suoi superiori si stringe sempre di più su di lui. Subisce altri  trasferimenti, anche particolarmente onerosi per l'Arma dei Carabinieri.
	
	RIFAREI TUTTO - Viene spedito in Sardegna per tenerlo “sotto controllo”  perché considerato non idoneo. Dopo ulteriori cambi di mansione nel  1997 decide di chiedere il pensionamento: «Mi volevano far dichiarare  pazzo, sottoponendomi anche a visite psichiatriche. Non ce la facevo  più. In questi anni ho speso più di mille euro in raccomandate inviate  alle varie istituzioni senza ricevere mai una risposta. Ho manifestato  anche davanti al Quirinale. Dopo che tutti i procedimenti penali a cui  ero stato sottoposto ingiustamente si sono chiusi con la mia  assoluzione, ho chiesto di rientrasre in servizio anche perché c'è una  legge che me lo consentiva. A Roma sono riuscito a incontrare l'ex  ministro La Russa e così nel 2011 sono entrato in servizio. 
Ma purtroppo  il clima non è cambiato: continuano a farmela pagare per quello che  avevo denunciato nel 1985. Subisco continuamente mobbing, trasferimenti  lontano da casa e il mio stipendio non arriva neanche 800 euro. Inoltre  per impedirmi il passaggio al grado superiore c'è una valutazione  assurda di un vicecomandante che mi considera non idoneo a far parte  dell'Arma dal 1998 al 2011: 
come hanno fatto a redigere questo parere se  io non ero nemmeno in servizio in quel periodo? Se ripenso a tutto  quello che ho passato ed alle sofferenze personali ed economiche subite  da me e dalla mia famiglia non so dire come sarebbe stato meglio agire.  Probabilmente, seguendo il cuore, rifarei tutto»